Animali
Gli uccelli acquatici,
per praticità, sono stati divisi in due pagine:
su questa pagina ci sono i
caradriformi.
Indice:
Uccelli
acquatici: caradriformi.
Limicoli, gabbiani e
alche
Beccacce di
mare
( Famiglia Ematopodidae )
Beccaccia di mare
Pivieri
( Famiglia Charadriidae )
Pavoncella
Pavoncella armata
Pavoncella gregaria
Pavoncella codabianca
Corriere grosso
Corriere piccolo
Fratino
Voltapietre
Piviere
di Leschenault
Corriere
della Mongolia
Corriere
asiatico
Corriere
americano
Pivieressa
Piviere
dorato
Piviere del
Pacifico
Piviere
orientale
Piviere
tortolino
Piovanelli e gambecchi
( Famiglia Scolopacidae )
Piovanello violetto
Piovanello
Piovanello pancianera
Gambecchio frullino
Piovanello maggiore
Piovanello tridattilo
Gambecchio
Gambecchio
nano
Gambecchi e piro-piro accidentali
( Famiglia Scolopacidae )
Gambecchio americano
Gambecchio ditalunghe
Piro-piro semipalmato
Piovanello occidentale
Gambecchio collorosso
Piro-piro dorsobianco
Gambecchio
di Baid
Piro-piro pettorossiccio
Piro-piro pettorossiccio minore
Piro-piro zampelunghe
Piro-piro pettorale
Piro-piro siberiano
Beccacce, beccaccini & c.
( Famiglia Scolopacidae )
Beccaccia
Croccolone
Beccaccino
Beccaccino siberiano
Frullino
Chiurli e pittime
( Famiglia Scolopacidae )
Chiurlo
maggiore
Chiurlo
piccolo
Chiurletto
Pittima reale
Pittima minore
Piro-piro e simili
( Famiglia Scolopacidae )
Piro-piro
piccolo
Piro-piro macchiato
Piro-piro culbianco
Piro-piro solitario
Piro-piro boschereccio
Pantana
Totano
zampegialle maggiore
Totano
zampegialle minore
Albastrello
Piro-piro
terek
Pettegola
Totano moro
Combattente
Piro-piro
fulvo
Piro-piro codalunga
Avocette e cavalieri
( Famiglia Recurvirostridae )
Avocetta
Cavaliere
d'Italia
Occhioni
( Famiglia Burhinidae )
Occhione
Corrioni e pernici di mare
( Famiglia Glareolidae )
Corrione biondo
Pernice di mare
Pernice di
mare orientale
Falaropi
( Famiglia
Scolopacidae )
Falaropo di
Wilson
Falaropo
beccolargo
Falaropo beccosottile
Stercorari
( Famiglia
Stercorariidae )
Stercorario maggiore
Stercorario mezzano
Labbo
Labbo
codalunga
Gabbiani
( Famiglia
Laridae )
Gabbiano di
Pallas
Gabbiano
glauco
Gabbiano
d'Islanda
Mugnaiaccio
Zafferano
Gabbiano
reale
Gabbiano
corso
Gavina americana
Gavina
Gabbiano
corallino
Gabbiano
roseo
Gabbiano comune
Gabbiano Bonaparte
Gabbino
Sabine
Gabbiano tridattilo
Gabbianello
Gabbiano di
Ross
Gabbiano sghignazzante
Gabbiano
di Franklin
Gabbiano
d'avorio
Sterne
Mignattino
Mignattino alibianche
Mignattino piombato
Sterna scura
Beccapesci
Sterna
zampenere
Sterna
maggiore
Sterna comune
Sterna
codalunga
Sterna di
Dougall
Fraticello
Alche
Gazza marina
Uria
Uria di
Brünnich
Gazza
marina minore
Uria nera
Pulcinella
di mare
Limicoli, trampolieri di ripa, gabbiani e alche
Questi uccelli appartengono
all'ordine dei Charadriformes, sono tutti più o meno legati agli
ambienti acquatici.
I limicoli sono così
definiti perché abituali frequentatori del limo, cioè di quelle
zone fangose o sabbiose che, ammorbidite dall'acqua, permettono
loro di conficcarvi il becco in cerca di cibo. La natura ha
operato, su questi uccelli, una selezione distribuendo o
togliendo centimetri sia sui becchi e sia sulle zampe, in modo da
originare una sequenza incredibile di varianti. Ne risulta una
mancanza di competizione tra le varie specie, che possono
trovarsi fianco a fianco per poter sfruttare livelli alimentari
leggermente diversi in uno stesso ambiente.
La Pettegola può raggiungere, grazie alle lunghe zampe, zone
d'acqua più profonde di quelle che può raggiungere il Piovanello.
Il grande Chiurlo raggiungerà il cibo, grazie al lungo becco, più
in profondità di qualsiasi altro limicolo e soprattutto del
piccolissimo Gambecchio. Questi ultimi due uccelli si pongono
alle due estremità della scala di grandezza degli uccelli di
ripa; basti pensare che il Chiurlo raggiunge i 56 centimetri
mentre il Gambecchio ne misura appena 13 (quanto un passero). La
piccola mole di quest'ultima specie costituisce un primo
importante elemento di riconoscimento, utilizzabile proprio nel
confronto immediato con le altre specie a cui spesso si associa.
Gli stormi di questi piccoli caradriformi creano coi loro voli
uno tra gli spettacoli più belli che le barene possano offrire.
Ogni singolo uccello perde la sua identità, assorbita
nell'immagine del gruppo; gruppo che diviene protagonista
assumendo una forma propria, plastica, inscindibile.
Questa forma si sposta compatta, a velocità incredibile,
zigzagando in continui e repentini cambiamenti di rotta,
sottolineati da variazione di colore: chiara quando gli uccelli
sono visti di ventre, scura quando ruotano sul dorso. Un
invisibile direttore d'orchestra sembra dare il tempo, dirigendo
con precisione e fermezza ogni movimento.
Beccaccia di mare
La Beccaccia di mare
(Haematopus ostralegus cm 43) nidifica su isole o pianure
costiere, raramente nell'entroterra, cerca bivalvi sui litorali,
ma si alimenta anche nelle campagne. Le beccacce di mare sono
tipiche quando uno stormo muove verso un nuovo banco di sabbia
spinte dalla marea che sale, sembrano versarsi, arrivano al suolo
di corsa, quasi cadendo su se stesse in un chiassoso, ansioso
rumore prima di sistemarsi. Se ne vanno per una o due ore e,
quando la marea lo permette di nuovo, tornano a nutrirsi di
molluschi ma non di cozze. Ogni Beccaccia si specializza su un
tipo di preda, alcune preferiscono i granchi, altre i vermi,
altre mitili o cuori di mare, col becco aprono le conchiglie
facendo leva sulle valve. Massiccia e i solito rumorosa . Becco
rosso e zampe rosa. Bianca e nera, nel piumaggio invernale e in
qualche giovane è presente una sottile barra bianca sula gola. In
migrazione forma stormi ad arco. Le ali incurvate danno colpi
rapidi e poco profondi (come le oche). Nei voli di corteggiamento
i colpi d'ala sono invece più lenti, come quelli dei pivieri. In
primavera le Beccacce di mare si rincorrono con collo teso verso
il basso e becco aperto, aggiungendo un trillo al richiamo
usuale. Se allarmate, lanciano un breve, acuto bik. Spesso sulle
paludi salmastre si riproducono in colonie affollatissime,
contendendosi il partner ed il posto migliore per nidificare, se
la colonia è molto numerosa questa operazione per guadagnarsi
"l'alcova" può richiedere anni. Nidifica su rocce, sulla cima di
spiagge
sabbiose
o in un appezzamento aperto di terreno erboso, ma sempre non
lontano dalle distese sabbiose o fangose dove si nutre.
Depositano sul suolo rivestito di sassi, conchiglie e stecchi, 3
uova ( raro 2/4) a puntini che sono incubate da entrambe i
genitori. Talvolta scelgono posti strani come la parte superiore
di un albero vuoto o un palo di una recinzione. Le uova si
schiudono dopo 24/27 giorni, i nidiacei sono nidifughi e sono
allevati da entrambe i genitori. restano nel nido 1 o 2 giorni e
sono indipendenti a 34/37 giorni. I pulcini ricevono il cibo da
entrambe i genitori, anche per un certo periodo dopo avere messo
le piume. Un comportamento curioso e non ancora chiaro
delle beccacce di mare è il cosiddetto "piping": gruppi di
2/3, fino a 10 individui, camminano, con i becchi rivolti al
terreno, avanti e indietro, emettendo anche richiami curiosi.
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Pivieri
I pivieri appartengono alla
famiglia Charadriidae, si possono distinguere da quasi tutti gli
altri trampolieri per il becco corto. Sia sulla costa e sia
all'interno, frugano nel fango e nella sabbia alla ricerca di
vermi, larve e molluschi. Spesso sulla costa si vedono inclinare
la testa e tendere il collo come se ascoltassero. Proteggono i piccoli dai predatori fingendo d'avere un'ala
ferita ed attirandoli in questo modo lontano dal nido.
Pavoncella
La Pavoncella (Vanellus
vanellus cm 30) nidifica in pianura, in zone umide e ambienti
agricoli. Pochi uccelli sono tanto legati ai prati aperti ed
erbosi come la Pavoncella. Tendenzialmente considerata comune in
Europa, è in declino, anche vistoso, in talune parti dell'areale,
è invece in aumento nell'Italia settentrionale, probabilmente a
seguito dell'aumento delle monocolture o delle cave d'argilla.
Talvolta pasturano anche negli aeroporti causando non pochi
problemi. In inverno, negli stormi sui campi di terra arata si
mescolano anche gabbiani, allodole e cornacchie. Tradizionalmente
i gabbiani seguono i trattori che arano i campi, ebbene capita
spesso che anche le pavoncelle si mescolino a loro e seguano
l'aratro per ghermire gli invertebrati e le larve portate allo
scoperto dal vomere. Ha una lunga cresta sottile e piumaggio con
disegni bianchi e neri (con riflessi verdastri).
Le
ali sono larghe e arrotondate, in modo particolare nei maschi. Le
femmine hanno macchiette bianche alla base dei becco e sulla
gola. Nidificano presto. A volte forma stormi di centinaia di
soggetti, a volte con pivieri dorati. Nei territori riproduttivi
la pavoncella tenta di scacciare gli intrusi umani e i predatori
naturali emettendo un eccitato uivi, ui-vi. Colpi d'ala lenti per
un limicolo. Gli adulti abbandonano il nord durante l'estate. I
rigori invernali del nord Europa fanno spostare le pavoncelle in
grossi stormi verso climi più miti. Anche alcune gavine seguono
questi grossi stormi confidando nell'alimentazione che riescono a
"rubare" alle pavoncelle le quali, durante la migrazione, formano
stormi relativamente disordinati. Le pavoncelle iniziano a
nidificare già all'inizio della primavera, i voli nuziali del
maschio sono molto
spettacolari ed elaborati, con impennate improvvise accompagnate
da grida, tuffi verso il terreno e tratti a zig-zag. Le femmine
depositano una sola covata di 4 uova (raro 2/5), solitamente
sulla terra spoglia, vicino all'erba corta dove i pulcini possono
nascondersi e nutrirsi. L'incubazione ha inizio quando tutte le
uova sono deposte, è effettuata da entrambi i genitori,
maggiormente dalla femmina e dura per 24/29 giorni. I genitori
non rientrano dai direttamente al nido ma prendono terra distante
e poi lo raggiungono pedinando nascosti dall'erba. I pulcini sono
nidifughi, sono allevati da entrambi i genitori e diventano
indipendenti a 33 giorni. I pulcini sono di un colore mimetico
che richiama l'erba secca, e diventano "invisibili" finché
rimangono immobili sul terreno. A giugno i pulcini della prima
covata si riuniscono nei campi con i soggetti che non si sono
riprodotti per poi disperdersi in un ampio raggio. Una curiosità
di questi animali è il comportamento di difesa del nido: se
camminando per i campi, inavvertitamente vi avvicinate ad un nido
di pavoncella, state pur certi che vi "attaccheranno" un gruppo
con voli radenti e chiassosi per indirvi ad allontanarvi.
Nella foto in basso si vede una
pavoncella che finge d'essere ferita per attirare l'agnello
(scambiato per un nemico). In questo modo lo allontana dal nido o dai pulcini.
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Pavoncella armata
La Pavoncella armata
(Hoplopterus spinosus cm 28) è un raro nidificante nel sud-est
europeo. Frequenta paludi, spiagge sabbiose di laghi salati e
campi irrigati. Ha il piumaggio bianco e nero. Riconoscibile
dalla
pavoncella
gregaria per le secondarie nere e dalla pavoncella codabianca per
la coda nera. Ha un accenno di cresta. Comportamento somigliante
a quello della Pavoncella, ali simili, ma non altrettanto
arrotondate, ha due speroni/uncini sulle ali. Zampe grigio
scuro, più lunghe. Il verso di allarme è un forte e veloce cri-cri-cri. Più aspro il richiamo nuziale che ricorda il canto
dei rigogolo.
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Pavoncella gregaria
La Pavoncella gregaria
(Chettusia gregaria cm 30) nidifica nelle steppe (in
diminuzione). Raro accidentale nell'Europa dell'ovest. Da lontano
sembra grigio-bruna, in volo è evidente il bianco sulle
secondarie e sulla coda. Ha il vertice nero,
sopracciglio
bianco e striscia oculare scura. L'addome è nero e marrone in
estate, bianco in inverno, le zampe sono nerastre. In volo è
simile alla pavoncella, ma ha le ali meno arrotondate. I richiami
ricordano degli aspri chiacchiericci, spesso trisillabici, anche
un aspro chiocciare nervoso.
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Pavoncella codabianca
La Pavoncella codabianca (Chettusia leucura cm 28) è un
accidentale proveniente dall'Asia occidentale,
principalmente
nel tardo autunno. Simile alla Pavoncella gregaria, ma con zampe
più lunghe e gialle, capo e addome chiari. Differisce dalla
Pavoncella armata per il colore delle lunghe zampe e della testa
e per la coda bianca.
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Corriere grosso
Il Corriere grosso (Charadrius
hiaticula cm 18) è un piccolo trampoliere abbastanza comune, ha
un carattere vivace e nervoso. E' comune in migrazione, isolato o
in piccoli stormi spesso mischiato a piovanelli pancianera (ha
però ali più lunghe e colpi d'ala più secchi). Corre rapidissimo,
è costantemente in movimento e alterna corsette a momenti di
immobilità, in cui si china repentinamente a raccogliere qualcosa
(modo tipico di alimentarsi dei piccoli caradridi).
Presenta sempre una barra alare bianca e le zampe
chiare
(di colore arancione brillante negli adulti). Il becco degli
adulti è giallo-arancione con la punta nera, quello dei
giovani è scuro, questo particolare lo rende immediatamente
riconoscibile rispetto agli altri congeneri (fratino e corriere
piccolo). Richiama con un morbido tuu-ip. Nei voli territoriali,
ondeggianti, con colpi d'ala lenti e rigidi, emette un
cantilenante tu-ui-tu-ui-tu-ui. Nidifica lungo le coste su
spiagge sabbiose e ciottolose e radi prati dietro le dune,
localmente anche nell'entroterra in brughiere o cave di ghiaia.
E' costantemente all'erta per difendere nido e pulcini dai
gabbiani o altri predatori. Per distrarre un eventuale predatore
finge di essere ferito, attira su di se l'intruso, si fa seguire
e lo allontana dal nido.
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Corriere piccolo
Il Corriere piccolo
(Charadrius dubius cm 16) nidifica in modo sparso e localizzato
sulle spiagge di sabbia e ghiaia delle acque dolci interne
(raramente sulle coste) e in cave di argilla e ghiaia. Scarso
anche durante la migrazione. Privo di barre alari, ha le zampe
sempre chiare e il becco sempre scuro. Anello perioculare
arancione molto evidente nel maschio, generalmente meno nella
femmina, trascurabile nel giovane. Quest'ultimo differisce dal
giovane di corriere grosso (oltre che per le ali) per la mancanza
di bianco dietro e sopra l'occhio e per la sfumatura giallastra
delle penne tra il vertice e la fronte. Anche il richiamo
concorre al l'identificazione. Quando scappa, il volo è più
nervoso di quello dei corriere grosso (piuttosto come nel
piro-piro piccolo) ed è assente la barra alare bianca. Si
alimenta di ragni, altri insetti e vermi. Camminando sul greto
sassoso del Piave in una bella giornata primaverile, può capitare
d'incontrare un uccellino dall'ala ferita che attrae la
nostra compassione, ci avviciniamo per soccorrerlo ed egli
s'allontana correndo, spontaneamente anche noi iniziamo a
rincorrerlo nella convinzione di assolvere al dovere morale
d'aiutare un uccellino in difficoltà ed all'improvviso, quello
che sembrava un animale ferito vola via emettendo un richiamo di
pericolo. Ecco quest'uccellino è il corriere piccolo. Sicuramente
li vicino, tra i sassi, in una cavità del terreno ha deposto le
uova, totalmente mimetizzate tra la ghiaia, ed egli, con questo
trucco, ci ha allontanati dal nido. Un tempo, quando la miseria
era di casa nelle campagne venete ed il bracconaggio per fame era
diffuso, chi frequentava il Piave di notte per recuperare
anguille, marcandole o altri pesci con cui integrare una dieta
fatta di sola polenta, usava il corriere piccolo come sentinella
d'allarme, poiché, nel silenzioso buio della notte, il suo
richiamo avvisava dell'arrivo di altre persone. Oggi questo
trucco è ancora utilizzato dalle guardie: per sapere se ci sono
persone strane di notte in Piave basta ascoltare i corrieri, se
tacciono vuol dire che va tutto bene.
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Fratino
Il Fratino (Charadrius
alexandrinus cm 16) ritorna in primavera dall'Africa, assomiglia
ai corrieri ma in volo evidenzia i lati della coda bianchi. In
proporzione ha testa grossa e becco robusto. Anche da lontano è
palesemente chiaro nelle parti superiori. Il collare è interrotto
al centro della gola. Le zampe, sempre scure, sono tipiche della
specie (nel giovane possono avere un tono marrone-grigiastro). E'
presente una sottile barra alare. I disegni sul capo sono neri
nel maschio che ha vertice rossiccio (visibile da vicino) con una
piccola chiazza nera sulla fronte, marroni nella femmina. Il
richiamo è un corto fischio, talvolta bisillabico, che può
diventare ritmico
(come
nel piovanello pancianera). Nidifica in una leggera depressione
del terreno, sotto le piante di lappolone o di ruchetta di mare,
tra le dune costiere o sulla sabbia delle spiagge venete (Europa
sud-orientale, oltre che sui laghi salini della steppa), tra i
detriti delle conchiglie, anche in colonie miste con i
fraticelli. Il nido è scarsamente rivestito con fuscelli e
frammenti vegetali. Un paio di nidiate all'anno di 2, 3 o 4 uova
incubate da entrambi gli adulti per 24 giorni. I nidiacei sono
nidifughi, coperti di piumino "mimetico" e si procurano il cibo
da soli sorvegliati ed accuditi ai genitori. Volano a 25 giorni
d'età. Il Fratino si muove velocissimo, utilizza il trucco dell'ala
ferita come altri caradriformi e non appena schiuse le uova,
allontana dal nido immediatamente i gusci vuoti, per non attirare
i predatori (gabbiani, corvi). Il cibo è costituito da insetti,
vermi, molluschi e crostacei raccolti a terra.
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Voltapietre
Il Voltapietre (Arenaria interpres cm 23) è un uccello
limicolo dell'alto Artico. Durante le migrazioni e in inverno si
trova anche sulle coste, su banchi di sabbia, di fango e tra le
alghe, di solito isolato o in gruppetti. Non è escluso che
soggetti isolati gironzolino in estate ed in inverno ovunque vi
siano rocce, alghe marine o conchiglie. Insolito nell'entroterra.
Grande come un piovanello maggiore, è inconfondibilmente bianco e
nero, screziato di marrone-rossiccio nel piumaggio estivo. Nella
coppia osservata insieme, il maschio è più sgargiante. Il
piumaggio invernale è più smorto, grigio-nero e biancastro. Il
giovane
somiglia all'adulto in abito invernale, ma il margine delle penne
dorsali è distintamente chiaro e il petto è finemente
picchiettato di marrone anziché nero-fumo. I gruppi (anche con
piovanello violetto) sono rumorosi e litigiosi mentre si nutrono,
ma solitamente docili nell'avvicinamento, se disturbati
svolazzano via per riprendere terra non troppo lontano. Si
alimenta sul bagnasciuga, frugando e girando con il becco
ciottoli, alghe e conchiglie (da cui il nome volgare di
voltapietre), ma si accontenta anche di pesci morti o altre
carcasse. Si posa attento su rialzi rocciosi ed emette una serie
di squillanti note di allarme. Il loro meraviglioso piumaggio
d'accoppiamento si può vedere di ripasso a febbraio o di passo in
tarda estate. Nidifica su coste rocciose e sulle pianure costiere
dell'Artico, sul terreno tra la vegetazione, depone una sola
covata di 3/4 (raro 5) uova, che sono incubate da entrambe i
genitori ma prevalentemente dalla femmina, per 22/23 giorni. I
nidiacei sono nidifughi ed allevati da entrambi i genitori.
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Piviere di Leschenault
Il Piviere di Leschenault
(Charadrius leschenaultii cm 23) nidifica nel sud-ovest dell'Asia
in deserti pietrosi e steppe argillose. Durante la migrazione e
in inverno compare su coste marine sabbiose e in saline. Raro
accidentale in Europa. Nel piumaggio estivo la gola è
attraversata da una banda color ruggine, di larghezza variabile e
talvolta con bordo nero, strisce nere sulla fronte e tra occhio e
becco. La banda sulla gola della femmina è di colore meno
intenso. Nel piumaggio invernale e in quello giovanile è simile
al corriere della Mongolia e al corriere asiatico. E' più grande
del Corriere della Mongolia, se ne distingue per il becco più
lungo e massiccio (in proporzione più grande che nella
pivieressa), la testa più grande, le zampe più lunghe (un po'
sporgenti dalla coda in volo) oltre che più chiare e
grigio-verdastre. Rispetto al corriere asiatico sono distintivi,
oltre al becco, la parte inferiore delle ali bianca, le timoniere
esterne candide, le evidenti barre alari bianche, il collare
brunastro incompleto, il sopracciglio (chiaro) che dietro
l'occhio è indistinto. Il richiamo usuale è un soffice trillo che
può ricordare il voltapietre.
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Corriere della Mongolia
Il Corriere della Mongolia
(Charadrius mongolus cm 20) è un raro accidentale in Europa dalle
regioni alpine dell'Asia centrale e orientale. Simile alla specie
precedente, ma più piccolo, ha becco più corto e tronco e zampe
più corte, generalmente più scure. La parte inferiore delle ali e
barra alare bianche, come il sottile margine esterno della coda.
Nel piumaggio estivo presenta una larga banda color ruggine sul
petto, guance e fronte nere (razza atrifrons dei Tibet) o con una
piccola macchia bianca sopra al becco (razza mongolus della
Siberia orientale). Nel piumaggio invernale e giovanile il petto
è bianco con lati grigio-bruni (può ricordare il fratino) faccia
e sopracciglio bianchi.
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Corriere asiatico
Il Corriere asiatico
(Charadrius asiaticus cm 20) nidifica nelle steppe, appare nei
quartieri invernali e, in migrazione, nella savana e in altri
ambienti aperti. Accidentale molto raro nell'Europa occidentale.
Ricorda il piviere tortolino. Nel piumaggio estivo il maschio
presenta una larga banda ruggine sul petto, con bordi inferiori
neri. Nella femmina la banda è grigio-bruna. In questo piumaggio,
la distinzione dalle due specie precedenti include la testa più
chiara (priva di strisce nere nella parte anteriore). Piumaggio
invernale e giovanile molto simili alle specie affini; becco
sottile, non corto, parte inferiore delle ali grigia, coda
pressoché interamente grigia, barra alare accennata o assente,
largo collare brunastro sempre completo, lungo e marcato
sopracciglio bianco (anche dietro l'occhio).
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Corriere americano
Il Corriere americano
(Charadrius vociferus cm 25) è un raro accidentale nell'Europa
occidentale proveniente dal Nord America. Nidifica nelle zone
coltivate, preferendo gli stessi ambienti scelti in Europa dalla
pavoncella. Quando è a terra lo caratterizzano la doppia striscia
pettorale nera e le dimensioni cospicue, in volo è riconoscibile
dall'evidente barra alare bianca, la coda lunga, il groppone
rossiccio.
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Pivieressa
La
Pivieressa (Pluvialis squatarola cm 29) al contrario degli
altri abitanti degli estuari, è in aumento negli ultimi anni,
nidifica nella tundra artica, più a nord di tutti gli altri
uccelli. In Europa nordoccidentale è' una visitatrice invernale
comune sui litorali sabbiosi, fangosi e sugli gli arenili dove
approfitta di vermi,
crostacei e piccoli molluschi per nutrirsi (anche sostanze
vegetali). Solitamente individui isolati o piccoli gruppi
occupano piccoli territori per nutrirsi ma si concentrano quando
sono spinti dall'alta marea e questa forma di alimentazione a
"individuo per zona" è messa in crisi da prosciugamenti o edifici
che riducono lo spazio a disposizione. Si incontra raramente
nell'entroterra. Più variegata del piviere dorato in abito
estivo: bianco sulla fronte e ai lati della gola, nero che dai
fianchi sale sotto le ali. Femmina meno contrastata del maschio,
giovani e adulti in eclisse sono di un grigio macchiettato con
sfumature gialline (non dorate come il giovane di piviere
dorato).
In inverno vestono un abito grigio, privo di caratteri distintivi
particolari ma è possibile identificarle grazie alla stazza
massiccia, al becco piccolo ed al tipico modo di nutrirsi dei
pivieri. In volo sono caratteristici la coda e il groppone
bianchi e la barra alare chiara; le ascellari nere sono
inconfondibili. Si possono avvistare assieme alla pettegola,
pittime minori o piovanelli, ma raramente col piviere dorato. Il
richiamo è un fischio trisillabico, con accento sull'ultima o
sulla penultima: plii-uu-i. Nidifica sul terreno, depone una sola
covata costituita generalmente da 4 uova (raro 3) che sono
incubate da entrambi i genitori per circa 23 giorni. I nidiacei
sono nidifughi e sono allevati da entrambi i genitori.
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Piviere dorato
Il
Piviere dorato (Pluvialis apricaria cm 27) è piuttosto
comune nelle lande, torbiere e acquitrini degli altipiani
settentrionali, meno nella parte meridionale del suo areale. In
migrazione e in inverno si trova soprattutto su campi arati e
zone erbose aperte, talvolta su letti fangosi, di solito in
gruppi compatti (anche molto numerosi) spesso insieme a
pavoncelle. I primi stormi provenienti dalle regioni artiche
arrivano in Europa (anche Italia) in agosto. Ha un volo rapido e
potente, in stormi a V spuntata o linee lunghe. In inverno manca
di nero nelle parti inferiori. Il giovane ha piumaggio tendente
al giallo. E' presente una barra alare, ma groppone scuro,
uniforme al dorso. Ascellari bianche. Le popolazioni del nord in
abito estivo sono più contrastate e sgargianti delle meridionali.
La voce è un triste fischio monotono, puu, talvolta ripetuto in
due sillabe (nei voli territoriali, con ali rigide e lente),
talvolta in
frasi elaborate (nel volo normale). In alimentazione si comporta
in modo particolare: se ne sta immobile ritto sulle zampe, poi
inizia a correre e a becchettare il suolo, per rialzarsi e
ritornare nella posizione eretta di partenza. Si nutre di
invertebrati (vermi, insetti, molluschi, crostacei, ragni) e
anche di sostanze vegetali. Agli stormi invernali si uniscono
anche gabbiani che approfittano dei pivieri a cui rubano il cibo.
Nidifica su terreno tra la vegetazione dove depone una sola
covata costituita generalmente da 4 uova (raro 3), che sono
incubate da entrambe i sessi, ma principalmente dalla femmina,
per un periodo di 27/28 giorni circa. I nidiacei sono nidifughi,
sono allevati da entrambe i sessi e diventano indipendenti a
circa un mese.
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Piviere del Pacifico
Il Piviere del Pacifico
(Pluvialis
fulva cm 24) è raro accidentale dall'Asia artica e dall'Alaska.
E' molto simile al piviere dorato ma leggermente più piccolo e
snello, con zampe più lunghe e ali più strette. Gli adulti
somigliano ai pivieri dorati settentrionali, con più bianco però
su fianchi e sottocoda. Il giovane ha sempre distinte ascellari
grigie e interno dell'ala grigio chiaro, non bianco. Barra alare
indistinta, becco e zampe sottili. Molto simile al Piviere
orientale (erano considerati in precedenza un'unica specie).
Richiamo simile al triste fischio dei piviere dorato, con
variazioni bitonali.
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Piviere orientale
Il Piviere orientale
(Pluvialis dominica cm 26) è un accidentale molto raro che
proviene dal Nord America. Come il precedente ha interno dell'ala
grigio ma è poco più grande, e si distingue per le ali più lunghe
e le zampe e il becco più corti. In abito estivo ha più nero sui
fianchi (come la pivieressa) e nel sottocoda. Il giovane ha tono
più grigio con dorso e vertice più scuri, non così spruzzati di
macchie dorate, e addome screziato, meno bianco, spesso fronte e
sopracciglio chiari sopra alla sottile striscia oculare scura
(nel piviere dei Pacifico sopracciglio giallastro e macchia
auricolare scura).
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Piviere tortolino
Il
Piviere tortolino (Charadrius morínellus cm 23) nidifica
in brughiere montane, con pietrisco e licheni, più in alto dei
piviere dorato. In migrazione frequenta aree agricole e costiere.
La femmina poco più grande e più marcata dei maschio, effettua
il corteggiamento, il maschio, notoriamente confidente, cova.
Le femmine volano intorno, emettendo un continuo puit, puit, puit...
Nei giovani manca il nero sull'addome e l'arancio sul petto è
pallido, hanno però le strisce bianche dietro il vertice e
attraverso il petto; il dorso è ornato di giallo su sfondo
marrone scuro. S'invola con un keerrr da piovanello pancianera.
In Italia, vi è una popolazione sull'Appennino centrale.
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Piovanelli & Gambecchi
Piovanelli e gambecchi
appartengono alla famiglia degli scolopacidi (Famiglia
Scolopacidae), sono piccoli e tondi, hanno collo corto e zampe
corte. Nidificano nell'Artico, con migrazione primaverile in
aprile-maggio (ripasso), autunnale in luglio-ottobre (passo).
Spesso si spostano lungo le coste in grandi stormi misti (che
comprendono regolarmente corrieri grossi).
Piovanello violetto
Il
Piovanello violetto (Calidris maritima cm 20) è
nidificante scarso nei pianori montani del nord, nell'Artico fino
al livello del mare o sulle colline della Scandinavia, fra
arbusti e muschi. Le 4 uova che depone al suolo si schiudono dopo
21/22 giorni di cova ed i pulcini volano a 3 settimane di vita.
E' un uccello specializzato legato ad un habitat e solitamente,
fuori dalla stagione riproduttiva, si fissa su rocce dove
cerca i vermi e sulle masse attorcigliate di quercia marittima e
alghe dove trova i crostacei, si serve anche di letti di cozze
scoperti dalla marea, anche su pontili e frangiflutti e rimane
"invisibile" finché non si muove, ma è comunque un uccello
socievole e si lascia avvicinare con una certa facilità. Spesso
si trova col voltapietre ma è meno colorato.
Se un'onda lo sorprende mentre sta su uno scoglio ad alimentarsi,
rimane sul posto lasciandosi sollevare dall'acqua per poi
ricadere e tornare al suo posto come se nulla fosse accaduto. Il
piovanello violetto non si vede mai su spiagge o distese di
fango. In volo si riconosce per una stretta ma evidente barra
alare bianca, presenta comunque una struttura più compatta degli
altri trampolieri. Sverna in piccoli stormi su coste e isolette
rocciose. Più grande del piovanello pancianera e più scuro degli
altri piovanelli. Piumaggio invernale grigio-ardesia uniforme,
con base del becco e zampe (corte) giallo-arancioni, ben
visibili. In abito estivo ha toni grigio scuro e ruggine, con
zampe marrone-grigiastre. Richiami: un forte e pieno kuit e un
più basso kvit-it, kvit,- in riproduzione anche un ronzante
trrui-trrui-trrui-... e un prolungato squittio come
kevikevikvikvikvi.
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Piovanello
Il Piovanello (Calidris
ferruginea cm 19) nidifica nella tundra siberiana, è poco comune,
ma regolare nella migrazione a sud (soprattutto i giovani), misto
a piovanelli pancianera e gambecchi. In primavera segue una rotta
più orientale ed è raro nell'Europa occidentale. Il
piumaggio estivo è rossiccio (più scuro
del
maggiore), ma solo nella tundra: in maggio è ancora nascosto da
margini bianchi e nella tarda estate faccia e collo hanno già
mutato in un grigio-beige, solo petto e addome conservano il
colore rosso. Gli immaturi somigliano a giovani pancianera appena
più grandi e snelli: zampe più lunghe, becco più lungo e curvo,
lati del collo e del petto chiari e solo leggermente macchiettati
(sfumati di arancio), sopracciglio chiaro più marcato, dorso con
disegno a scaglie. Il groppone è candido e lo distingue in volo
negli stormi di pancianera, che hanno anche ali un poco più corte
e volo meno deciso.
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Piovanello pancianera
Il
Piovanello pancianera (Calidris alpina cm 18) é un piccolo
trampoliere assiduamente presente su paludi costiere ed estuari
d'Europa. Durante l'alta marea si riuniscono in grandi stormi per
riposarsi, non appena l'alta marea si ritira corrono alla ricerca
d'invertebrati (vermi, insetti, lumache, ecc.) nel fango che
picchiettano col becco come delle cucitrici. Abbastanza comune
anche nelle zone umide
dell'entroterra. Migrazione a sud in grandi stormi serrati, lungo
le pianure costiere; In abito estivo addome nero, in
inverno dorso di un grigio neutro e parti inferiori bianche,
caratteristico il becco pronunciato e leggermente curvo (nella
metà finale). Giovane più screziato (pressappoco come un
gambecchio), riconoscibile per le macchie di colore grigio scuro
sui fianchi. In settembre compaiono strisce di piumaggio
invernale
grigio
sulle ali. Il richiamo è un fischio affannoso, krrii, ma gli
stormi in alimentazione da vicino emettono un suono del tutto
diverso, un ripetuto briii-brip, brip... Nei voli territoriali
emette una serie di suoni raschiati, a velocità diverse. Nidifica
sul terreno nelle torbiere e nelle paludi salmastre. Depone una
sola covata di 4 uova (rari 2/6) che sono incubate da entrambe i
sessi per un periodo di 21/22 giorni. I nidiacei sono nidifughi,
sono allevati da entrambi i genitori, ma particolarmente dalla
femmina. I pulcini diventano indipendenti a 25 giorni circa.
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Gambecchio frullino
Il
Gambecchio frullino (Limicola falcinellus cm 16,5)
nidifica negli acquitrini della Lapponia. E' raro sia nel passo
autunnale che nel ripasso primaverile. E' timido e riservato, è
come un immaturo di pancianera, ma è più piccolo e
scuro. Ha sottili strisce lungo il dorso scuro,
come nel beccaccino, ed ha anche
più evidenti le strisce scure sulla testa. Sopracciglio bifido.
Becco piuttosto lungo, piegato in giù vicino alla punta.
Barra alare indistinta, coda e groppone come il pancianera. Nei
giovani il margine delle copritrici superiori è più largo e
chiaro; mancano la macchie a V lungo i fianchi. Piumaggio
invernale come il pancianera, ma con più marrone sulle ali e area
carpale scura, oltre al caratteristico sopracciglio. Fa un
fischio ronzante più secco: brrriiit. Un verso ritmico nei voli
territoriali. In volo emette anche un caratteristico tzit.
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Piovanello maggiore
Il Piovanello maggiore
(Calidris canutus cm 25) è una specie artica, sverna su estuari
sabbiosi o fangosi, talvolta in dense moltitudini o enormi stormi
lo si può vedere esibirsi in ammirevoli giri, curve e improvvise
picchiate e cadute. Occasionalmente si spinge a ricercare il cibo
sulle spiagge ma predilige le distese fangose. In migrazione
regolare passa in piccoli stormi lungo le coste (meno
nell'entroterra), spesso con il pancianera. Grande come una
pettegola, ma con tipico comportamento da Calidris; aspetto
corpulento, non ha particolari caratteristiche distintive, è in
sostanza un tozzo uccello opaco che però visto da vicino rivela
d'essere
un piccolo delicato uccello di guado. Becco piuttosto corto.
Parti inferiori color rame nell'abito estivo. Piumaggio invernale
grigio chiaro, con un sottile disegno a scaglie (margini delle
penne bianchi e neri) e zampe verdastre. Giovani simili agli
adulti in abito invernale, ma più scuri sul dorso, con "scaglie"
più evidenti e petto giallastro, sostanzialmente più "belli"
degli adulti. Groppone sempre grigio chiaro (vermicolato). Il
richiamo è uno squittio nasale, uitt-itt, simile alla pittima
minore. In riproduzione: kokluii, kokluii,... come un chiurlo
sommesso. In tarda primavera i piovanelli in abito nuziale
partono per la Groenlandia e lungo la strada dell'ovest Europa si
fermano a "carburarsi" sulle coste scandinave prima del salto
verso il nord Atlantico. Devono procedere con calma per attendere
lo scioglimento delle nevi e poter poi sistemare il nido,
frettolosamente, nella breve estate artica. Nidifica in
depressioni o cavità del terreno tra i licheni. Depone
generalmente 4 uova (raro 3), che sono incubate da entrambe i
sessi per 20/25 giorni circa. I nidiacei sono nidifughi, allevati
in prevalenza dal maschio e diventano indipendenti dopo circa 3
settimane. Si nutre d'invertebrati e di sostanze vegetali.
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Piovanello tridattilo
Il
Piovanello tridattilo (Calidris alba cm 18) fa parte dei
trampolieri con areale riproduttivo più settentrionale, fuori
della stagione riproduttiva si può avvistare su qualsiasi
litorale sabbioso (spiaggia) del mondo, spesso in stormi
monospecifici. Segue le onde sul bagnasciuga con grande energia,
correndo avanti e indietro senza sosta per cercare vermi e
crostacei, disturbato dall'acqua schiumosa delle onde. In
migrazione attraversa l'Europa occidentale (maggio,
luglio-ottobre), fermandosi negli ambienti adatti. Un po' più
grande e tozzo del pancianera. Piumaggio invernale più chiaro fra
i pivanelli, con margine dell'ala scuro. Anche il giovane è
bianco più di tutti gli altri Calidris, con il groppone
però segnato di nero e marrone-giallastro. Tipica la stretta
banda macchiettata tra l'ala e la testa. Becco diritto e
relativamente corto, zampe nere con le caratteristiche 3 dita (è
l'unico piovanello ad avere 3 dita). Larga banda alare bianca.
Abito estivo ruggine, con addome bianco, assomiglia al
gambecchio. in maggio le penne hanno ancora un margine chiaro, da
cui risulta un aspetto grigio e disordinato. Richiamo, un conciso
klit. Nidifica nel lontano nord del Circolo Artico in depressioni
e cavità del terreno che ricopre con foglie secche ed altro
materiale vegetale. Depone una sola covata di 4 uova (raro 3),
che sono incubate da entrambi i genitori, ma principalmente dalla
femmina, per 23/24 giorni. I nidiacei sono nidifughi, sono
allevati da entrambi i genitori e sono indipendenti all'età di 3
settimane circa. I piovanelli tridattili si nutrono
d'invertebrati (insetti, vermi, crostacei, molluschi).
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Gambecchio
Il Gambecchio (Calidris
minuta cm 14) nidifica nelle tundre nord-orientali. Raro nella
migrazione primaverile (ripasso), più comune in quella autunnale
(passo) soprattutto giovani, su spiagge, banchi di fango, saline,
anche nell'entroterra, di solito con i pancianera.
Distinto
per la taglia inferiore, il becco più corto, il modo di muoversi
più frenetico. Il gambecchio nano ha dimensioni simili, ma
aspetto e comportamento differenti. Il giovane gambecchio ha
infatti parecchio bianco sul muso, è ruggine ai lati del petto e
variegato sul dorso (nero e ruggine), con due strisce bianche
longitudinali che formano una V. Ha zampe nerastre. Gli adulti
sono più ruggine su testa e petto. Durante la migrazione
autunnale sono sbiaditi: faccia e petto giallastri, scapolari con
evidenti strie nerastre. La voce è un acuto tit. In riproduzione,
un debole sibilante svii-svii-svii (da terra o in volo), che
ricorda il beccaccino, e un gocciolante svirrr-r-r. Nidifica sul
terreno in cavità o depressioni, depone 4 uova (raro 3), che sono
incubate in prevalenza dalla femmina. I nidiacei sono nidifughi e
sono allevati da entrambi i genitori. Si nutre d'invertebrati
(insetti, vermi, molluschi) e semi.
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Gambecchio nano
Il Gambecchio nano (Calidris
temminckii cm 135) disperso come nidificante sulle rive sabbiose
di laghi e
fiumi
nelle zone montane del nord, soprattutto oltre il limite degli
alberi. Non raro in entrambe le migrazioni, spesso posato in
piccoli gruppi monospecifici, in siti meno esposti rispetto agli
altri Calidris (come pozzanghere in zone agricole). Tranquillo e
riservato, si muove un po' più rannicchiato del gambecchio, il
corpo sembra più lungo. Il piumaggio marrone-grigiastro ricorda
quello del piropiro piccolo. Zampe marroncine (nerastre nel
gambecchio). Gli adulti hanno grosse chiazze sul dorso, assenti
nei giovani. Diversamente dal gambecchio, s'invola verso l'alto e
ha un volo più scomposto quando è fatto alzare, con colpi d'ala
più secchi. La voce è un alto triii-i-i. In riproduzione il
maschio svolazza con le ali molto alzate, a 5-10 m da terra,
emettendo un rapido, cinguettante tititititi.
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Gambecchi e piro-piro
accidentali
Sono uccelli rari e che solo
occasionalmente arrivano in Europa provenienti dal Nord America o
dall'Asia.
Gambecchio americano
Il
Gambecchio americano (Calidris minutilla cm 13) è molto raro
proveniente dal Nord America. E' piccolissimo e riconoscibile
anche per il becco sottile, corto e uniformemente scuro (anche
alla base); punta leggermente incurvata. Vertice e dorso scuri
senza evidenti disegni a scaglie, ma con deboli linee chiare
(talvolta a V sul dorso, come nel gambecchio nano. Zampe
giallastre o verdastre. Macchia scura davanti all'occhio,
sopracciglio con accenno di biforcazione. Barra alare presente,
ma indistinta. Stessi ambienti dei gambecchio nano ma la voce è
differente.
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Gambecchio ditalunge
I
l
Gambecchio ditalunghe (Calidris subminuta cm 13,5) è molto
raro proveniente dall'Asia orientale. Piccolo ha zampe chiare,
giallo-olivastre, come il nano e l'Americano. Ha tibia e dita
molto lunghe che rendono l'andatura titubante. La base della
mandibola inferiore può essere più chiara del resto del becco. Il
bruno della fronte arriva fino al becco. La nuca è piuttosto
chiara e contrasta con il ruggine del vertice, del dorso e delle
terziarie.
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Piro-piro semipalmato
Il
Piro-piro semipalmato (Calidris pusilla cm 14,5) è molto raro
proveniente dal Nord America. E' simile e appena più grande del
gambecchio, con becco ugualmente corto, ma più massiccio (alto
alla
base e slargato sulla punta). Ha macchie più scure sulle guance e
di fronte agli occhi, il sopracciglio più chiaro e non
distintamente bifido. Il dorso, meno ruggine che nel giovane
gambecchio, manca della V bianca, ma ha piuttosto un disegno a
scaglie. Nei giovani le scapolari non hanno le grandi macchie
scure centrali del gambecchio: strisce scure lungo rachide e
margine delle penne formano dei disegni ad ancora. I lati del
petto sono giallastri, talvolta l'intero petto è color sabbia. Le
zampe sono nerastre. Ha un accenno di palmatura alla base delle
dita (come il piovanello occidentale). Voce, un breve e melodioso
ciuurp.
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Piovanello occidentale
Il
Piovanello occidentale (Calidris mauri cm 15) molto raro
proveniente dal Nord America o dall'Asia orientale. Ha una
dimensione tra il gambecchio e il gambecchio frullino. Le zampe
sono nerastre. Come il semipalmato, ha un accenno di palmatura
alla base delle dita. Il becco è generalmente più lungo e
incurvato in punta (non sempre). L'ala è più corta e la testa è
più massiccia. Il giovane ha colori più vivi, con scapolari
superiori ruggine e talvolta nere, in contrasto con il resto
dell'ala, chiaro. Faccia chiara, sottile e poco evidente la
striscia scura tra l'occhio e il becco. In inverno è grigio
chiaro, con nitide strisce sul capo e ai lati del petto.
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Gambecchio collorosso
Il Gambecchio collorosso
(Calidris ruficollis cm 14) è molto raro proveniente dall'Asia
orientale. Molto simile al gambecchio (taglia, colore delle zampe
e aspetto generale), ma ha le zampe leggermente più corte,
corporatura più esile e posizione generalmente più orizzontale.
In abito estivo ha la faccia, la gola e la parte superiore del
petto di una calda tonalità arancione, senza le strisce scure
presenti nel gambecchio. Una rada serie di macchie scende sul
petto parallelamente all'ala. In piumaggio invernale e giovanile
è estremamente simile a quello del gambecchio e del piro-piro
semipalmato. Il giovane ha terziarie e copritrici alari più
chiare del gambecchio, senza le macchie sulle penne di
quest'ultimo, lati del petto con deboli striature sottili. Ha
anche un'indefinita V sul dorso.
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Piro-piro dorsobianco
Il Piro-piro dorsobianco (Calidris fuscicollis cm 18) è
raro proveniente dal Nord America. Taglia e comportamento da
pancianera, ma becco più corto e diritto (eccezionalmente con
punta incurvata), barra alare indistinta, groppone
bianco,
corporatura più snella e ali chiaramente più lunghe (chiuse
oltrepassano la coda). In abito invernale parti superiori grigie,
abito estivo e giovanile marrone intenso, con margine delle penne
chiaro e petto striato. Zampe grigio-verdastre (nerastre).
Richiamo di volo, un basso, stridente tru-u.
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Gambecchio di Baird
Il
Gambecchio di Baird (Calidris bairdii cm 17) è molto raro
proveniente dal Nord America. Poco più piccolo dei pancianera,
con becco diritto, più corto e sottile. Ali tipicamente lunghe
(chiuse oltrepassano la coda), postura orizzontale e allungata.
Le penne delle parti superiori hanno margini bianchi (giovani in
autunno) o grigiastri (adulti), che formano un disegno a scaglie
specialmente sulle scapolari. Guance e petto color sabbia,
picchiettati di nero. Groppone scuro e barra alare indistinta.
Zampe nerastre e dita corte.
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Piro-piro pettorossiccio
Il Piro-piro pettorossiccio (Limnodromus
scolopaceus cm 30) arriva accidentalmete dal Nord America. Ha
corporatura massiccia, con becco lungo, come il beccaccino, e
zampe di media lunghezza. Ha una fitta barratura sul groppone e
dorso bianco (come un totano moro). Le secondarie chiare. E'
molto simile al pettorossiccio minore e quasi indistinguibile in
piumaggio invernale (di solito è un poco più grande e ha becco
più lungo). In estate le parti inferiori sono interamente rosso
mattone, con una fitta barratura ai lati del collo e sui fianchi.
In inverno ha sottili differenze nella barratura della coda
(barre scure più larghe di quelle bianche). In piumaggio
giovanile, oltre al becco leggermente più lungo, si distingue dal
pettorossiccio minore per il tono più chiaro delle parti
inferiori grigie, insieme alle terziarie uniformemente scure e
alle grandi copritrici con un sottile margine chiaro. Il
carattere distintivo più sicuro è ritenuto il richiamo, un
sottile pru e un forte kirikiriki-ku. Emette anche un kiik come
la beccaccia di mare, isolato o in serie. Gli erratici
frequentano gli habitat dei beccaccini e le spiagge fangose.
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Piro-piro
pettorossiccio minore
Il Piro-píro pettorossiccio minore
(Limnodromus griseus cm 29) è molto raro proveniente dal Nord
America. E' molto simile al pettorossiccio, ma di solito con
dimensioni e becco leggermente più piccoli. La barratura scura
sulla coda è più fine di quella bianca, o almeno equivalente. In
estate ha il piumaggio arancione chiaro sulle parti superiori e
bianchiccio sull'addome. Le parti inferiori sono meno chiazzate,
spesso solo macchie sparse. In inverno sono distintivi soltanto
la barratura della coda e la lunghezza dei becco. Rispetto al
pettorossiccio, il piumaggio giovanile ha un tono più aranciato
sulle parti inferiori, con terziarie e copritrici maggiori
interne palesemente barrate. Il carattere più sicuro è il
richiamo, un rapido biascicato tururu (non sempre trisillabico),
vagamente simile a quello del voltapietre. Preferisce le spiagge
sabbiose, ma si trova anche in ambienti tipici dei beccaccino.
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Piro-piro zampelunghe
Il Piro-piro zampelunghe (Micropalama
himantopus cm 21,5) è molto raro proveniente dal Nord America. Ha
zampe verdognole, piuttosto lunghe, il becco con punta all'ingiù,
piumaggio estivo caratteristico, con parti inferiori interamente
barrate e guancia ruggine. Il piumaggio invernale e giovanile
sono distinti dal bianco del groppone che non si spinge fino alle
scapole, parti inferiori chiare, non barrate. Comportamento
simile alle due specie precedenti. Il richiamo è un basso e rauco
fischio monosillabico.
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Piro-piro pettorale
il Piro-piro pettorale (Calidris
melanotos cm 21) è accidentale raro, ma regolare, proveniente dal
Nord America e dalla Siberia. Chiaramente più grande e con becco
più corto dei piovanello pancianera. Quando è allarmato assume un
portamento altero, con il collo allungato. Le parti superiori
sono come nel gambecchio. Il petto è fortemente striato, su fondo
marroncino, nettamente distinto dall'addome bianco. Il becco
spesso ha la base pallida. Le ali sono piuttosto lunghe, con
barra alare indistinta. Frequenta gli habitat dei beccaccini.
S'invola anche come un beccaccino, con colpi d'ala più secchi. Il
richiamo è un ricco drrip, come quello dei piovanello.
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Piro-piro siberiano
Il Piro-piro siberiano (Calidris
acuminata cm 20) è molto raro proveniente dalla Siberia
nord-orientale. Ha aspetto e comportamento simili a quelli del
piro-piro pettorale, ma non c'è confine netto tra colorazione del
petto e dell'addome. Nel piumaggio estivo il vertice è di vivido
color ruggine, striato di scuro; presenta un distinto
sopracciglio bianco e una striscia nera dietro l'occhio (testa
più contrastata che nel pettorale). Il collo è striato, petto e
fianchi hanno decorazioni a freccia su fondo giallastro; in
inverno questo particolare è meno marcato. Nei giovani è presente
solo una stretta zona striata, alla base del collo e sui lati del
petto, su fondo color ocra. Il becco è scuro e le zampe sono
giallastre. Voce: un soffice e metallico uúp.
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Beccacce & Beccaccini
Le beccacce ed i beccaccini
appartengono alla famiglia delle Scolopacidae, vivono in paludi e
in boschi umidi. Hanno le zampe corte ed i becchi molto lunghi.
Beccaccia
La Beccaccia (Scolopax
rusticola cm 36) è comune in boschi umidi con aree aperte, ha
abitudini prevalentemente crepuscolari, sceglie piantagioni di
vecchie conifere, foreste di pini, umidi boschi di querce con
molto sottobosco e sicomori con una spessa distesa di foglie
cadute, piene di vermi succosi. E' unanimemente riconosciuta come
la "regina del bosco", è uno dei pochi uccelli in grado di
"scomparire" tra le foglie secche del sottobosco grazie ai suoi
colori estremamente mimetici. Ha le dimensioni di un colombo,
posata sembra rotonda e con le zampe corte come una pernice.
S'invola con un leggero frullare d'ali. La si intravede come
qualcosa di
brunastro
tra gli alberi. Migra di notte. In primavera, inizio estate, è il
periodo migliore per vedere i maschi perché compiono dei voli
territoriali all'alba e al crepuscolo, immediatamente sopra agli
alberi, con colpi d'ala lenti, ma volo veloce col becco tenuto
all'ingiù, con bassi gracidii che terminano in un secco piss-p.
Il lungo becco guarda obliquamente in giù ed è utilizzato per
cercare, al tramonto, tra le foglie marciscenti, i lombrichi di
cui si nutre (anche larve, molluschi, crostacei e sostanze
vegetali come semi, radici ed erbe). I maschi limitrofi spesso si
inseguono a vicenda con dei secchi plip, plip-plip. La beccaccia
preferisce stare sul terreno e difficilmente si posa sugli
alberi. Nidifica sul terreno in depressioni tra la vegetazione,
depone due covate di 4 uova (raro 3/5, ma nella seconda covata di
solito 3) che sono incubate dalla femmina per un periodo di circa
23 giorni. I nidiacei sono nidifughi,
sono allevati dalla femmina, possono già volare dopo 10 giorni
dalla schiusa ma diventano indipendenti a 5/6 settimane di vita.
La femmina, se disturbata quando ha i piccoli, vola via con il
posteriore molto abbassato, emettendo strilli come quelli di una
ghiandaia. In volo può trasportare un pulcino tra le zampe per
allontanarli da un predatore. In Italia è un migratore regolare
ed un nidificante. E' una preda molto ambita dai cacciatori che
utilizzano cani appositamente addestrati alla beccaccia e fucili
a canna cilindrica con cartucce dispersanti, in modo da avere una
rosata massima a breve distanza, poiché la beccaccia s'invola
all'ultimo momento e lo sparo è "istintivo", senza cioè il tempo
di mirare. E' vietata la caccia all'aspetto alla beccaccia.
Le beccacce possono svernare anche nei parchi cittadini (ad es.
parco dello Storga a Treviso) quando vi è una sufficiente
copertura d'alberi e arbusti ed un sottobosco ricco di foglie
secche, ovviamente "vederle" è un altro discorso.
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Croccolone
Il Croccolone (Gallinago
media cm 29) è raro nidificante nei terreni umidi delle pendici
montane, vicino al limite degli alberi nel nord, a quote più
basse a est. E' molto diminuito. Arriva in maggio, riparte in
agosto-settembre ed in migrazione sosta su terreni più asciutti
rispetto al beccaccino. Fugge da 4-6 m, spesso con aspri
ecc-ecc-ecc. Volo diritto e composto, con colpi d'ala
secchi,
non sale in verticale e scende presto. E' più, corpulento del
beccaccino, ha più bianco sulle timoniere esterne, in volo, ha
anche profilo più disteso, becco poco più corto e barratura
addominale estesa. Le barre alari sono evidenti (anche lungo la
punta delle copritrici primarie, al contrario dei beccaccino), ma
assolutamente assenti sul margine dell'ala. Nelle prime notti
estive compie parate in gruppo, eretto sul terreno, emettendo una
serie di gorgoglii e schiocchi (ricorda vagamente un motore di
barca) su un ronzio di fondo udibile a 300 m.
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Beccaccino
Il Beccaccino (Gallinago
gallinago cm 25) è comune in ambienti palustri, marcite e risaie,
si può trovare anche su campi bagnali, in scoli e fossi di
campagna dove percorre il bordo dell'acqua alla ricerca
d'insetti. Durante il giorno i beccaccini rimangono nascosti per
uscire allo scoperto a caccia di nutrimento soprattutto al
crepuscolo e di notte. Sondano il terreno col loro lungo becco e
localizzano il cibo al tatto. Quando il beccaccino è disturbato
scappa da 10-15 m., si dirige subito verso l'alto, con alcune
note raschianti, ali
mosse
violentemente e caratteristico volo a zig-zag, poi si alza con
rapidi colpi d'ala che lo fanno ondeggiare con l becco puntato
verso il basso. Addome e margine posteriore dell'ala bianchi.
Sale in alto e si posa ben lontano. Spesso si posa su paletti ed
emette una sorta di forte ticchettio. In primavera i maschi si
cimentano in spettacolari voli nuziali: levandosi ad un'altezza
di una cinquantina di metri emettono monotoni e ripetuti "cic-ka"
e descrivono traiettorie ondeggianti, poi si fermano per gettarsi
in discesa verticale con la coda aperta a
ventaglio. Le timoniere esterne, durante la picchiata, vibrano e
producono un caratteristico suono vibrante detto "belato"
(provocato dall'aria diretta dalle ali contro le timoniere
esterne allargate). Compie anche voli silenziosi a minori
altezze, interrotti da repentine capriole. Un tempo era segnalato
come nidificante in Italia, le ultime uova sono state trovate a
Varese nel 1977. Nidifica regolarmente in Europa settentrionale e
sverna nella nostra penisola. Depone una covata (raro 2) di 4
uova (raro 3) che sono incubate dalla femmina per 19/20 giorni.
Si nutre d'invertebrati (vermi, insetti, larve, molluschi e
crostacei) nonché di sostanze vegetali. Vietata la caccia da
appostamento al beccaccino.
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Beccaccino siberiano
Il Beccaccino siberiano (Gallinago
stenura cm 25) nidifica nella Russia più orientale. E' molto
simile al beccaccino, ma ha l'interno dell'ala più scuro, senza
bianco sul margine alare e con una sottile banda in
corrispondenza delle copritrici.
Frullino
Il Frullino (Lymnocryptes
minimus cm 20) vive nelle vaste distese acquitrinose della
Lapponia e localmente nell'estremo nord. In migrazione si trova
su paludi fitte di vegetazione, in inverno anche in ambienti più
asciutti. E' restio ad alzarsi in volo all'avvicinarsi di un
nemico e scappa a un metro di distanza. Ha un volo relativamente
frullato, non così
nervoso
come quello del beccaccino. E più piccolo, nell'involo ha il
collo più eretto e coda appuntita, becco decisamente più corto e
torna al suolo rapidamente ed a breve distaza. E' silenzioso (può
emettere un quieto kecc). Evidenti strisce sul dorso,
assente la striscia che attraversa il vertice nelle altre specie.
Voli territoriali nelle luminose notti lapponi, ondulati, con
tuffi in cui produce un suono di cavalli al galoppo. La femmina
emette un gracidio: kerr.
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Chiurli e pittime
Chiurli e pittime appartengono alla
famiglia delle scolopacidae, due generi: Numenius e Limosa. Sono
grandi, con becco e zampe lunghi. I chiurli sono marroncini,
hanno becchi ricurvi all'ingiù. Le pittime sono rossastre in
primavera e grigie in inverno, hanno il becco diritto o
leggermente all'insù. I sessi sono simili.
Chiurlo maggiore
Il Chiurlo maggiore (Numenius
arquata cm 56) è il più grande limicolo europeo, è nidificante
comune su grandi dune costiere, brughiere, zone agricole, paludi
aperte. In migrazione e in inverno si trova su litorali sabbiosi,
fangosi e campi costieri. Dimensioni di una gavina. Il becco
molto lungo, esile e piegato in giù (nella femmina più lungo che
nel maschio, nel giovane relativamente corto). Di colore marrone
chiaro, uniformemente macchiettato, con groppone bianco,
cuneiforme. I disegni sul capo, così evidenti nel Chiurlo
piccolo,
sono appena intuibili nel chiurlo maggiore. Volo territoriale
diritto verso l'alto (in silenzio), seguito da planate
accompagnate da malinconici uu-ùp, uu-ùp,... che gradualmente si
trasformano in trillo ritmico e fluttuante. Forte richiamo di
allarme. kìuvuvu. Colpi d'ala tranquilli, collo retratto; da
lontano, in volo, ricorda un gabbiano. La voce è un fischio
musicale: kuur-Iii; in migrazione emette un più impaziente
kívi-kivi-kù. Nidifica sul terreno in zone umide ed erbose. Non
nidifica in Italia, ma è possibile vederlo in migrazione, in
inverno, mentre fa sosta negli estuari o sulle
distese
fangose. Depone una sola covata costituita da 4 uova (raro 3/5)
che sono incubate da entrambi i genitori, ma prevalentemente
dalla femmina, per un periodo di 26/30 giorni. I nidiacei sono
nidifughi, sono allevati da entrambi i sessi, e volano all'età di
5/6 settimane circa. Quando si è nelle vicinanze di una coppia, è
possibile notare immediatamente il maschio che plana verso il
basso con le ali arcuate mentre sorvola il proprio territorio. Si
nutre d'invertebrati e sostanze vegetali (bacche, semi, grano), è
ghiotto di vermi policheti che individua al tatto ed estrae
abilmente dal fango col lungo becco ricurvo, mentre i granchi
preferisce cacciarli a vista ed ingoiarli interi.
Lungo la costa adriatica vi sono
parchi o osservatori attrezzati dove in inverno si possono
vedere molti uccelli e tra questi anche il chiurlo. Per citarne
uno tra tutti: Isola della Cona, alla foce dell'Isonzo.
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Chiurlo piccolo
Il
Chiurlo piccolo (Numenius phaeopus cm 40) nidifica nelle
regioni montuose, in brughiere artiche, tundra e pantani ricchi
di arbusti, più comune nell'estremo nord. A differenza del
maggiore non sverna in Italia e lo si può vedere solo di passo
mentre vola verso l'Africa occidentale. Frequenta litorali
fangosi e rocciosi, campi, brughiere, dove col becco ricurvo
cerca vermi marini tra il fango, la torba e sotto i cespugli
(mangia anche bacche) spesso mischiato al maggiore e ad altri
limicoli. Più piccolo, ha colpi d'ala più rapidi, becco più
corto, strisce marroni e strisce chiare sul capo. Il richiamo è
uno stridulo nitrito: puhuhuhuhuhuhu. I richiami territoriali
iniziano come nel maggiore, ma anch'essi si rompono in un nitrito
regolare (non fluttuante). Come il maggiore depone quattro uova
al suolo che si schiudono dopo 27/29 giorni di cova. I pulcini
volano dopo 35/40 giorni.
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Chiurletto
Il Chiurlottello (Numenius
tenuirostris cm 40) è nidificante scarso nelle steppe umide della
Siberia occidentale. Rarissimo accidentale nell'ovest
dell'Europa. Il colore è come quello del maggiore, la taglia del
piccolo ma con
becco
più sottile. Più chiaro sulla coda e sulle secondarie, con
chiazzatura del piumaggio più palese; macchie cuoriformi sui
fianchi (assenti nei giovani). Voce come il maggiore ma di tono
più alto.
Pittima reale
La Pittima reale (Limosa
limosa crn 40) in Italia è un uccello di passo, tra i primi a
transitare, parzialmente svernante. Negli stormi di trampolieri
spicca per il lungo becco diritto e per le zampe nere. In
migrazione, in autunno e inverno, si trova lungo le coste e gli
estuari riparati e con fango soffice e talvolta nell'interno, a
sud-ovest dell'Inghilterra, in Irlanda ed in Francia. Nervosa e
rumorosa. Ha un volo rapido ed energico, in primavera ha un volo
rullante ed ondulante e mostra ampi
lampi
bianchi delle ali e della coda. Becco lungo e sottile, larghe
barre alari bianche, base della coda bianca (sopra). La femmina è
meno rossa. In inverno entrambi i sessi sono grigi sopra e chiari
sotto. Il giovane è giallastro su collo e petto, più che nella
minore; è anche privo di strisce sul collo e ha becco più chiaro.
In estate ha una colorazione aranciata su testa, collo e
pettorina, vivacizzata da fitte barrature bruno scure sui
fianchi. Tutti i richiami sono nasali, stridenti e ripetuti
nervosamente: kiuiuì, tu- tui- ttu e simili. Nidifica nei Paesi
Bassi e più a Nord, alcune anche in Inghilterra e Islanda
(segnalato come raro nidificante nel Vercellese e nelle Valli di
Comacchio). Il maschio compie una spettacolare parata nuziale e
di corteggiamento: si tuffa a incredibili velocità nell'acqua
emettendo un forte suono, oltre al tiu-i-tiu, anche un ripetuto
crui-ta. Nidifica sul terreno in campi erbosi e prati
acquitrinosi. Depone una sola covata annuale nell'erba corta,
costituita generalmente da 4 uova (raro 3/5) che sono deposte ad
intervalli di 1-2 giorni. L'incubazione è affidata ad entrambe i
genitori ed inizia dopo la deposizione dell'ultimo uovo. La cova
dura 22/24 giorni, i nidiacei sono nidicoli e sono allevati da
entrambe i genitori. Volano a circa 4 settimane di età. La
pittima reale si nutre d'invertebrati (insetti, crostacei,
molluschi e vermi), di pesci, girini e sostanze vegetali. Una
caratteristica della pittima reale, durante la tappa qui da noi,
prima di risalire a nord, è la vorticosa frenesia con cui
sonda il fango alla ricerca di cibo, infila di continuo il becco,
si sposta, ritorna e riprova senza sosta. E' spinta dalla
spasmodica necessità di recuperare energie dopo il volo
dall'Africa e rimettersi in forze per ripartire.
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Pittima minore
La
Pittima minore (Limosa lapponica cm 38) è un uccello del lontano
Nord. Nidifica all'interno del circolo polare artico, nella
tundra. Poiché la neve si scioglie molto tardi, non è possibile
vederla sugli estuari europei prima di aprile/magio (anche in
grossi stormi); in autunno-inverno, in piccoli stormi in baie
riparate. Rara nell'interno. In estate il maschio
è interamente ruggine sotto, la femmina è giallastra, più grande
e con becco più lungo. Gli immaturi e gli adulti in inverno
presentano disegni simili a quelli del chiurlo maggiore. Becco
non così lungo come la reale, più nettamente volto all'insù. Gran
cuneo bianco dalla coda al dorso, coda sottilmente barrata di
scuro. Nessuna barra alare, voce nasale e stridente, in
migrazione ke-ke, in riproduzione strascicate o ripetute serie di
kiue-kiue.
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Piro piro e simili
Piro piro e simili appartengono
alla famiglia Scolopacidae, hanno taglia media, sono snelli, con
becchi piuttosto lunghi e zampe lunghe. Spesso sono identificati
dalla voce.
Piro-piro piccolo
Il Piro-piro piccolo (Actitis
hypoleucos cm 20) è possibile incontrarlo casualmente ovunque vi
sia un habitat umido, ma preferisce spiagge sabbiose e sassose,
povere di vegetazione e preferibilmente fluviali. In genere
nidifica vicino a laghi, fiumi, ruscelli e su isole. Effettua una
migrazione dispersa, sia sulle coste sia nell'entroterra. Tiene
una caratteristica postura orizzontale rannicchiata, muovendo
continuamente il posteriore su e giù. Il volo è tipico:
sul
pelo dell'acqua con colpi d'ala accennati, rapidi, e brevi
planate su ali rigide piegate indietro e in basso. E' marroncino
sopra con barre alari bianche, bianco sotto, con petto come il
dorso. Riluttante a lasciare l'acqua, si può sentire, alto,
nell'entroterra in migrazione notturna. E' di indole solitaria,
anche in migrazione passa in piccoli gruppi quasi mai associati
ad altri limicoli. Alcuni individui trascorrono l'inverno
nell'emisfero settentrionale, Italia compresa, ma gran parte
della popolazione europea migra nella parte meridionale
dell'Africa e durante la migrazione si fermano un giorno o due
presso qualsiasi lago o pozza d'acqua. La voce è un alto ii-di-di.
Richiamo territoriale più continuo e ritmico. Allarme: iip-iip.
Nei voli nuziali, il maschio
descrive
rapidi cerchi con vibrati battiti d'ala poco profondi. Nidifica
sul terreno, tra la vegetazione, depone una covata costituita
generalmente da 4 uova (o 3, raro5) che sono incubate da entrambe
i sessi per 20/23 giorni. I nidiacei sono nidifughi, allevati da
entrambi i genitori possono cominciare a volare a 2/3 settimane
di vita e sono indipendenti a circa 4 settimane. Il piro piro
piccolo si nutre d'invertebrati ed in alimentazione si sposta
lentamente ma sempre muovendo nervosamente la coda su e giù.
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Piro -piro macchiato
Il Piro-piro macchiato (Actitis
macularia cm 19) è accidentale proveniente dal Nord America. In
inverno è simile al piccolo
(sopra),
ma la barratura delle copritrici alari è più evidente, quella del
dorso meno. La barra alare è più corta, le zampe sono gialle
(grigiastre in alcuni giovani), le parti inferiori più bianche e
la coda è più corta. In abito estivo è riconoscibile per le
grosse macchie sulle parti inferiori e dal becco che è giallo
alla base. Il verso simile al piccolo, ma più corto e basso, in
salita: piit-untuiit; Può produrre un verso monosillabico, pviit
che lo distingue.
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Piro-piro culbianco
Il
Piro-piro culbianco (Tringa ochropus cm 23) nidifica nel
lontano Nord Europa e sverna in Africa, ad eccezione d'alcuni
soggetti che svernano nel nostro continente vicino a piccole
pozze o ruscelli. E' diffuso, ma mai abbondante, in foreste
isolate con piccole aree umide. Arriva presto, con il disgelo, e
la femmina riparte già in giugno. Migra isolato o in piccoli
gruppetti di 2-3 individui ed è più facile vederlo in autunno
dato che i giovani si muovono lentamente verso sud, fermandosi a
riposare e nutrirsi per lunghi periodi. Sosta vicino a laghetti,
ruscelli, canali, su letti di crescione (raramente in cariceti
umidi e solo sui margini). Somiglia al
boschereccio (sotto), ma è un po' più grande e con ala più larga;
presenta più contrasto tra il marrone e il bianco del piumaggio.
Il dorso è più scuro (con macchie chiare molto piccole) e
codrione candido, parti inferiori bianche, ben separate dal petto
chiazzato. L'interno dell'ala è molto scuro, le zampe sono
grigio-verdastre, non lunghe come nel boschereccio (in volo i
piedi sporgono appena dalla coda e finiscono come tagliati, non a
punta). Come altri piro-piro, ma in maniera ancora più
accentuata, ha movimenti sobbalzanti e ondulanti del
corpo. La voce è un sottile, ma squillante tluit-uit-uit. Il
richiamo territoriale comprende una cascata di note fluide,
intercalate dal richiamo di allarme: tit-tit-tit-tit. Usa i
vecchi nidi dei turdidi o piccioni e vi depone mediamente 4
uova che si schiudono dopo 22 giorni.
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Piro-piro solitario
Il
Piro-piro solitario (Tringa solitaria cm 21) è accidentale
proveniente dal Nord America. Simile al culbianco (sopra) ma con
le ali più lunghe ma senza le barre alari, il groppone ed il
centro della coda sono scuri. L'anello perioculare è bianco.
Emette un fischio bi-o trisillabico, come nel piro-piro piccolo
(sopra).
Piro-piro boschereccio
Il
Piro-piro boschereccio (Tringa glareola cm 22) è
abbastanza comune nelle paludi a carici del nord, anche nei
boschi montani di betulle. Nidifica nel lontano Nord
Europa in cespi erbosi e solo raramente in vecchi nidi di
tordo come fa il culbianco (sopra) e sverna in Africa. Inizia a
migrare occasionalmente in aprile-maggio e più comunemente in
luglio, su paludi estese, isolato o in piccoli gruppi. Non è
solitario come il piro-piro culbianco, che da vicino è molto
simile. Sia il boschereccio che il culbianco hanno le dimensioni
di un merlo, ma il boschereccio ha dorso più chiaro ed è più
macchiettato; il groppone non è così candido e la chiazzatura del
petto scende lungo i fianchi. L'interno dell'ala è più chiaro, le
zampe sono olivastre. Un ripetuto fischio pieno: ci-ci-ci,
richiamo territoriale, un rapido yodel; allarme: kip-kip
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Pantana
La Pantana (Tringa nebularia
cm 31) è elegante e delicata nell'aspetto, comune nel nord in
brughiere nude e paludose e foreste montane aperte. Se paragonata
ad altri limicoli appare più chiara, più affusolata e con zampe
più lunghe. In migrazione si può vedere sui laghi dell'interno e
sui tratti costieri riparati, anche sulle paludi (non è
selettiva). E' una presenza regolare, rapida ed attiva nei
movimenti, solitamente in piccoli gruppi, a volte rincorre gli
avannotti nelle acque basse. La specie europea è la più grande
del suo genere ha le dimensioni di un piccione, il becco
relativamente
massiccio, leggermente all'insù, ha le zampe sottili e verdastre
che possono essere viste come chiare da distante, ha il collo
piuttosto pallido e le ali tendenti al marrone. Il sottocoda ed
il groppone (a punta sulla schiena) sono candidi. In volo appare
con ali lunghe e corpo sottile. La voce è un potente fischio di
tre note: tìù-tiù-tiù, mentre in volo emette un ritmico
ffiù-ffiù-ffiù. E' diffidente e se disturbata se ne va provocando
molti schizzi e con un forte verso d'allarme: tchu-tchu-tchu. Le
pantane sono uccelli selvatici ed elusivi in estate, quando
nidificano in remote brughiere. In autunno sono maggiormente
ritrovabili vicino a laghi e serbatoi o sulle rive. Depositano di
norma 4 uova al suolo che si schiudono dopo 24 giorni ed i
piccoli volano a circa 4 settimane di vita. Alcune pantane
passano l'inverno in Europa, ma la maggior parte sverna in Sud
Africa.
L'uccellino con una sola zampa.
Negli ultimi anni la sensibilità del pubblico nei confronti di
animali feriti o in difficoltà è aumentata ed oggi, molte
province, hanno istituito servizi pubblici di soccorso della
fauna selvatica in difficoltà. Purtroppo la sensibilità
animalista delle persone (principalmente di città) non è
accompagnata da altrettanta cultura in fatto d'animali. Sono
capitate segnalazioni di aironi con "una zampa sola", cigni con
una "zampa rotta" o rondini che "non sanno" volare. Senza
dilungarsi troppo, chiariamo che alcuni trampolieri rimangono su
una sola zampa per riposarsi e riscaldarsi l'altra zampa che è
tenuta coperta dalle piume del ventre; i cigni per riscaldarsi
una zampa la tengono incredibilmente sospesa sopra la schiena,
bene in mostra e nuotano con l'atra; i rondoni se cadono a terra
(capita ai giovani) non riescono ad involarsi ed il problema si
risolve semplicemente prendendoli in mano con cura e lanciandoli
più in alto possibile, meglio ancora se si sale ad una terrazza
del primo o secondo piano, voleranno da soli.
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Totano zampegialle maggiore
Il Totano zampegialle maggiore
(Tringa melanoleuca cm 34) è raro proveniente dal Nord America. I
caratteri distintivi sono le dimensioni, almeno come la pantana
(sopra), il giallo vivo delle zampe e il groppone bianco (non la
schiena). Si distingue dal minore (sotto) per le dimensioni e il
becco massiccio all'insù, ha anche dorso più scuro e fianchi
barrati. Nell'immaturo la base del becco è chiara. Emette un
caratteristico fischio acuto, di 3-4 sillabe, più veloce di
quello della pantana (sopra) la sillaba finale scende,
ciù-ciù-cìu.
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Totano zampegialle minore
Il Totano zampegialle minore
(Tringa flavipes cm 25) è raro proveniente dal Nord America. E'
molto simile al boschereccio,
ma poco più grande, con ali più lunghe e zampe più lunghe e
gialle. Il becco è interamente scuro. Il groppone è bianco (non
la schiena). Differisce dal maggiore (sopra) per le dimensioni,
il becco esile e diritto e per il dorso più chiaro. Si distingue
all'albastrello (sotto) per le macchie chiare sul dorso, le zampe
(non verdastre) appena più corte, il diverso disegno bianco del
groppone. Produce un richiamo soffice, monosillabico, come quello
della pettegola (più avanti): ciu. Se fatto alzare, emette un
liquido fischio di 2-3 sillabe.
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Albastrello
L'Albastrello (Tringa stagnatilis cm 23) nidifica nelle
paludi della steppa e della taiga dell'Europa orientale. In
migrazione attraversa l'Europa sud-orientale. Sosta
principalmente in zone umide nell'entroterra. E' poco più grande
del boschereccio, più
snello, zampe decisamente lunghe: in volo oltrepassano
visibilmente la coda. Il becco è sottile, piuttosto lungo e
diritto (in alcuni individui leggermente all'insù). La livrea
è
simile alla pantana (sopra), ma il collo è più chiaro e il dorso
tendente al marrone (senza le macchie chiare dei boschereccio,
eventualmente con aree nere in estate); groppone bianco, fin
sulla schiena. In inverno la fronte è bianca. Il richiamo è come
la pettegola (sotto), kiu, spesso ripetuto due volte o anche in
rapida serie: kiuiuiuiu... Territoriale: ku-ffiu, ku-ffiu,
ku-ffiu..
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Piro-piro terek
Il Piro-piro terek (Xenus
cinereus cm 23) nidifica su fiumi e laghi nella pianura
russo-siberiana, nella taiga e nella tundra. Il sito più
occidentale è la costa di Oulu, in
Finlandia. Frequenta litorali fangosi, è sporadico nell'Europa
occidentale. Dimensioni medie. Postura solitamente orizzontale,
come il piro-piro piccolo; muove
anche il posteriore. Veloce e attivo nell'alimentazione, corre
tra gli ostacoli degli arenili, becchettando. Volo diritto, con
battute regolari (ricorda il Piovanello maggiore); sull'acqua ha
un volo simile al piro-piro piccolo, con colpi brevi e rapidi.
Becco lungo, sottile e ben all'insù. Le zampe sono piuttosto
corte, giallo-arancio. Il piumaggio è grigio chiaro e bianco, in
volo mostra una banda bianca al margine dell'ala (non fa
contrasto con il dorso chiaro). Il groppone e la coda sono grigi.
In migrazione emette trilli come il
chiurlo, ma più melodiosi, e fischi tipo ciududu come nella
pettegola (sotto), ma più veloci.
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Pettegola
La Pettegola (Tringa totanus
cm 27) è una tipica specie costiera (su estuari e paludi), di
medie dimensioni, spesso si trova in grandi stormi dove le maree
depositano voluminosi detriti. E' un uccello migratore parziale,
nidifica in Nord e Est Europa ma sono state accertate nidiate in
laguna di Venezia, nelle casse di colmata. A differenza degli
altri limicoli predilige i posatoi elevati come paletti o cavi
telefonici su cui si concede qualche tranquillo sonnellino. In
estate sfoggia un abito macchiettato e screziato nella parte
inferiore, con striature brune di sopra. Dopo la muta autunnale
indossa un abito più sobrio, diventa uniformemente brunastra e
perde le striature bianche inferiori. A distinguerla dagli altri
limicoli ci pensano le zampe rosse (aranciate nel
giovane), ha il becco diritto, rosso e con apice nero, ma più
corto del
totano
moro (sotto) e vicino ad altri limicoli sembra più scura. In volo
è evidente la larga banda bianca sul margine dell'ala ed il
codrione bianco. Le pettegole sono molto rumorose, sempre
saltellanti, nervose ed in movimento, di solito sono le prime del
gruppo dei trampolieri a levarsi in volo (come un'esplosione) e a
dare l'allarme alla vista di un predatore con un improvviso
clamore di richiami. La pettegola emette un caratteristico
richiamo ripetuto e melanconico tiu-u, tiu-u-u che richiama un
chiacchiericcio, da cui il nome volgare. L'allarme è un
persistente kip-kip-kip diretto verso all'intruso. Le pettegole
nidificano spesso vicino alle pavoncelle e in caso di pericolo
danno l'allarme ma poi se ne stanno in volo e lasciano che siano
le pavoncelle (più grandi, territoriali e combattive) ad
attaccare l'intruso; quindi le pavoncelle approfittano
dell'attenta vigilanza delle pettegole che a loro volta
approfittano della territorialità delle pavoncelle le quali,
nel difendere il loro nidi, indirettamente, difendono anche i
nidi delle pettegole. La pettegola nidifica in prati umidi, anche
in paludi e brughiere dell'entroterra, in una cavità del terreno
tra l'erba. Depone generalmente 4 uova (raro 3/5) che sono
incubate da entrambe i genitori per 2/24 giorni. I pulcini sono
nidifughi, vengono allevati da entrambi i genitori e diventano
indipendenti a circa 30 giorni di vita. Le pettegole si nutrono
nel fangoso estuario, sulle rive dei laghi o delle paludi salate,
cibandosi d'invertebrati e qualche sostanza vegetale.
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Totano moro
Il
Totano moro (Tringa erythropus cm 30) è molto più scarso
della pettegola (sopra), solitamente se ne sta in piccoli gruppi
mentre insegue piccoli pesci nelle pozze d'acqua poco profonde, a
volte scivolando in corte, erratiche corse. In migrazione e in
inverno si trova su margini lacustri, acquitrini, paludi
costiere. In acqua cammina quanto più al largo possibile,
talvolta nuota anche. Volo rapido e vigoroso. Livrea estiva nera.
Immaturi bruni e con le zampe rosse come le pettegole (sopra), ma
più grandi e snelli, con zampe più lunghe (sporgenti in volo, ma
talvolta retratte) e becco più lungo (punta appena piegata in
giù), più attivi. Più
evidente
il sopracciglio; striature anche sull'addome. inoltre, in tutti i
piumaggi manca di barra alare e ha un tipico disegno bianco a
fessura sul dorso, sopra alla coda scura. In inverno simile, ma
grigio-biancastro. Emette un caratteristico fischio acuto,
ciu-it. Talvolta s'invola con un chiocciante ciu, ciu. Allarme,
un rapido e secco kikiki... Nidifica in rade foreste di conifere
del Nord Europa, in depressioni del terreno tra i muschi e
riveste il nido con aghi di pino, erbe e foglie secche. Depone
generalmente 4 uova (raro 3) che sono incubate prevalentemente
o solo dal maschio. I nidiacei sono nidifughi, vengono
allevati da entrambi i genitori, anche se la femmina presto li
abbandona. Si ciba d'insetti, molluschi, crostacei, ecc.
Foto: sotto a sinistra totano moro
in abito estivo; a destra totano moro in abito invernale.
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Combattente
Il Combattente (Philomachus
pugnax cm M 30, F 23) è l'uccello più straordinario tra i
limicoli per la colorazione dei maschi e per il complicato
rituale riproduttivo descritto sotto. In migrazione si trovano su
paludi, praterie e zone agricole e solitamente sono i giovani,
più
chiari,
ad essere avvistati per primi. Spesso è in stormi grandi e
serrati con volo sincrono ed a causa della diversa dimensione di
maschi e femmine, gli stormi sembrano formati da due specie.
Le femmine
sono
marrone chiaro, con grandi macchie nere su ali e dorso, zampe
arancio, giallastre o verdastre. Nella tarda estate i giovani
sono giallastri sul collo, marroni sul dorso (i margini chiari
delle penne disegnano delle scaglie). Si distingue dalle specie
precedenti per la presenza di strette barre alari bianche e di
una banda centrale nera sul groppone bianco. In volo sagoma
ingobbita e colpi d'ala distaccati, spesso intervallati da
planate. Spesso sembra impettito: la testa sembra piccola e il
becco corto è all'ingiù. Silenzioso (raro uno smorzato croak).
più comune nella tundra del nord. Localmente in prati umidi.
Riproduzione. I maschi
sono molto più grandi delle femmine, in abito nuziale hanno una
incredibile, ragguardevole cresta colorata, con collare e pelle
della faccia di colori differenti per ogni maschio. Per
impressionare le femmine i maschi, in maggio e inizio giugno, si
riuniscono in apposite arene o "lek" e compiono un rituale, finto
combattimento, esibizione, durante il quale arruffano le penne,
si pavoneggiano e mettono in mostra tronfi, i colori. I maschi
con piumaggio più scuro occupano e difendono a colpi di becco e
zampate, lembi di territorio lontani circa un metro uno
dall'altro; altri maschi "satelliti", con colorazione più chiara,
si muovono più lentamente nell'arena comportandosi in maniera
opportunista. Le femmine, che hanno colori più mimetici, visitano
il "lek" e scelgono il maschio (solitamente scuro) che più degli
altri offre garanzie di riuscita nella riproduzione. Questa
strategia riproduttiva lascia a pochi maschi "vincitori" il
compito di fecondare più femmine. A seguito del complicato
rituale d'accoppiamento, la femmina depone in cariceti umidi
elevati, in una cavità del terreno, 4 uova (raro 3) che sono
incubate per 20/21 giorni. I pulcini, nidifughi, sono allevati
dalla femmina che provvede ad accudirli per diversi giorni. I
maschi in inverno indossano un abito grigio spento. I combattenti
sono prevalentemente insettivori.
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Piro-piro fulvo
Il Piro-piro fulvo (Tryngites
subruficollis cm 20) è raro proveniente dal Nord America. E'
simile, in piccolo, alla femmina di combattente (sopra) per via
del becco corto, la testa piccola e la postura eretta, ma ha
sempre parti inferiori interamente giallastre. In
volo
l'interno dell'ala è bianco, ha una chiazza nera sul margine
anteriore, e le copritrici primarie grigio-scure. Le parti
superiori sono a scaglie come nel combattente, non ha barre
alari, ha un leggero anello perioculare chiaro e le zampe sono
chiare. I lati della testa e del collo sono beige, senza
macchie. Si posa su prati radi e su spiagge e se viene
fatto alzare vola a zig-zag. Voce, un quieto grriit.
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Piro-piro codalunga
Il Piro-piro codalunga (Bartramia
longicauda cm 28) è raro proveniente dal Nord America. Ha le
dimensioni di una pettegola, è marrone macchiettato, ha la coda
molto lunga e le ali lunghe e appuntite, finemente barrate. Il
collo è sottile, la testa è piccola e il becco è corto e diritto.
Ha un volo rapido, spesso si ferma su posatoi rialzati,
alzando per un attimo le ali dopo l'atterraggio. Ha un
comportamento da piviere, spesso sosta su campi aperti. La voce è
raschiata, ha anche un veloce trillo come il Tuffetto: puhuhuhuhu.
Top
Avocette e cavalieri
Avocette e cavalieri appartengono
alla famiglia dei Recurvirostridae, sono eleganti, bianchi e
neri, con zampe molto lunghe e lunghi becchi sottili. Hanno voci
forti.
Avocetta
L'Avocetta (Recurvirostra
avosetta cm 43) in Italia è migratrice regolare, nidificante
(rara) e svernante, è facile da distinguere grazie al piumaggio
bianco e nero ed al becco ricurvo verso l'alto. Il piumaggio è
candido con disegni neri. La corporatura è snella e delicata, le
zampe sono azzurrastre, molto lunghe. Il becco è sottile,
fortemente incurvato all'insù e per nutrirsi l'avocetta cammina
lentamente compiendo un movimento laterale del capo sulla
superficie del fango immerso in acqua col becco socchiuso. Non
appena avverte un verme o un crostaceo serra
immediatamente
il becco ed ingoia la preda. Questo modo di alimentarsi richiede
fondali di soffice fango e pozze d'acqua. A causa delle
particolari necessità alimentari dell'avocetta, è consuetudine
considerarla una specie di "termometro" per determinare lo stato
di salute di un ambiente: i suoi nemici sono gli enti turistici e
tutte quelle operazioni che possono mettere a rischio di
prosciugamento le barene e le pozze in cui si nutre. Attualmente
è in incremento in Europa grazie ad un costante lavoro di
"normalizzazione" degli ambienti palustri dove si cerca, il più
possibile, d'evitare asciutte o immersioni eccessive. L'avocetta
nuota facilmente. Il volo ha battute veloci ma non secche, non
particolarmente regolari. E' inquieta e rumorosa, il
richiamo è flautato e ribadito più volte, kluit kluit
kluit...
Se i giovani sono minacciati, i genitori della colonia si
lanciano contro l'intruso con veemenza e strillando, anche se si
tratta di un falco di palude ed anche se di fatto le avocette
riuscirebbero a fargli ben poco. Utilizzano anche la strategia
del "finto ferito" per allontanare i predatori dal nido. I
pulcini nascono col becco corto ma già rivolto all'insù. Nidifica
in colonie, nelle zone palustri o sulle distese sabbiose, in baie
e lagune con acque basse e in laghi della steppa. Il nido è
costruito sulla sabbia o in una fossetta sulla superficie.
L'avocetta depone una sola covata, generalmente di 4 uova (raro
3/5), i pulcini sono nidifugi ed allevati da entrambi i genitori
e diventano indipendenti a 6 settimane di
vita.
Vola con le zampe estese oltre la coda e quando è in riposo il
lungo becco è posato sulle spalle. Il nome dialettale veneto "calegher"
gli è dovuto perché il becco assomiglia ad uno strumento che
usavano i calzolai. La parata di corteggiamento che si può
vedere in aprile è spettacolare: la femmina s'immobilizza col
collo in avanti, il maschio, sembra indifferente e si liscia il
piumaggio, poi si sposta da un lato all'altro della compagna come
un vero corteggiatore passandole sempre da dietro. La copula
avviene con uno splendido volteggio di ali del maschio a cui
segue una specie di "bacio" con i becchi. Una rapida corsa del
maschio pone fine alla parata.
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Cavaliere d'Italia
Il
Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus cm 38) nidifica
nell'Europa meridionale in paludi e lagune poco profonde, in
piccole colonie. Ha delle fantastiche, incredibili, esili e
lunghissime zampe rosse che lo rendono inconfondibile, il
becco diritto e sottile, sembra corto in proporzione alla zampe.
Piumaggio candido con ali e dorso neri (nella femmina dorso
brunastro). Il disegno del capo varia molto in entrambi i sessi.
Ha molti richiami, tra cui un persistente krit krit krit... che
ricorda l'avocetta (sopra) e la
pavoncella armata, un krre da Gabbiano comune e un kaii da
mignattino. I cavalieri si nutrono guadando l'acqua e cogliendo
gli insetti, gli invertebrati e le sostanze vegetali di cui si
nutrono, sulla superficie piuttosto che sul fondale. Se la cavano
bene nelle coltivazioni di riso ma tradizionalmente amano paludi,
pozze e bassi stagni isolati. Sono uccelli gregari, nidificano in
colonie,
costruiscono il nido nell'acqua bassa o tra la vegetazione
palustre, con fango, sostanze vegetali, conchiglie e frammenti
vari. Vi depone una sola covata di 3 uova ( raro 4/5), che sono
incubate da entrambi i sessi per 25/26 giorni. I pulcini sono
nidifugi ed allevati da entrambi i genitori, diventano
indipendenti a circa 4 settimane di vita. Se disturbate le madri
richiamano i pulcini che si nascondono nel loro piumaggio, dando
l'impressione di vedere un uccello bianco e nero con due o tre
paia di zampette che escono dal corpo. Dopo un periodo di calo
ora cono in ripresa in Veneto, nelle valli di Comacchio e anche
nella laguna di Venezia, ma é difficile vedere il complicato
rituale d'accoppiamento e se disturbate attaccano l'intruso con
rapide picchiate e bombardamento di guano. Arrivano nel Veneto in
primavera e sono abbastanza confidenti.
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Occhioni
Gli occhioni appartengono alla
famiglia delle Burhinidae, che è costituita da molte specie
simili, di cui solo una si trova in Europa e diverse si trovano
in Africa. Hanno caratteristici grandi occhi gialli (adattamento
alle abitudini notturne), il becco è tozzo, le zampe lunghe e
gialle ed il piumaggio mimetico.
Occhione
L'Occhione (Burhinus
oedicnemus cm 40) è scarso nell'Europa centrale e meridionale, su
brughiere asciutte con sabbia o rocce esposte. E' un uccello
principalmente notturno-crepuscolare ed ha grandi occhi
gialli. E' elusivo, circospetto, corre con la testa raccolta e il
corpo tenuto orizzontale. Da fermo tiene una postura rigidamente
eretta. quando si siede appoggia i tarsi per l'intera lunghezza,
con le tibie verticali. Se viene sorpreso può reagire sdraiandosi
al suolo con il collo esteso. Più spesso si vede allontanarsi con
un volo basso: ha la taglia di un chiurlo piccolo. Il volo è
simile alla beccaccia di mare: ali arcuate e basse, colpi
frequenti e poco profondi. L'occhione ha macchie e bande alari
evidenti. Fischia, al crepuscolo, quasi come un
chiurlo maggiore, pu pùrrr-uu
pùrrr-uu
pùrrr-uu; anche un sottile tiu-Iii e un eccitato
kuw0-kuvu0-ku-vuvì... d'allarme. Lancia un esplosivo
kiubik-kibik-kibik da
beccaccia di mare. L'occhione ha
abitudini solitarie in periodo di nidificazione, mentre in
migrazione si possono vedere anche gruppi numerosi. Nidifica sul
terreno, in buche o lievi depressioni, dove generalmente depone
una sola covata (raro 2), di 2 uova (raro 3) che sono incubate da
entrambi i sessi per 25/27 giorni. I giovani, nidifugi, sono
allevati da entrambi i genitori e diventano indipendenti a circa
6 settimane di età. Si nutre d'invertebrati vari e talvolta di
nidiacei di fagiani e pernici, piccoli topi, anfibi, ecc.
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Corrioni e pernici di mare
I corrioni e le pernici di mare
appartengono alla famiglia delle Glareolidae.
I corrioni si spostano
correndo e vi è solo una specie occasionale in Europa.
Le pernici di mare hanno
zampe corte e ali lunghe e appuntite, la coda è forcuta e il
becco è corto, spesso sono in stormi, a caccia d'insetti in volo.
Corrione biondo
Il Corrione biondo (Cursorius
cursor cm 23) nidifica nelle Canarie e nella fascia desertica dal
Marocco al Pakistan. Frequenta le zone aride aperte, che esplora
alla ricerca di cibo, correndo, con fermate repentine tipo
piviere. Se viene disturbato, corre via piuttosto che volare.
Profilo peculiare: collo sottile, testa sollevata, becco curvo
alzato con fare altero. E' color sabbia,
con
strisce oculari bianche e nere. In volo è evidente il nero delle
primarie e dell'interno dell'ala. Le ali sono appuntite, ma
piuttosto larghe, il volo ricorda quello della
pavoncella. Voce leggermente nasale: kvett. Come detto ama i
terreni aridi, ciottolosi o sabbiosi con rada vegetazione sui
quali si mimetizza perfettamente. Nidifica in una cavità bassa o
anche sul nudo terreno asciutto e completamente esposto ai raggi
solari. Depone una sola covata (raro 2) di 2 (raro 3) uova che
sono incubate da entrambi i sessi. I nidiacei, nidifugi, lasciano
il nido il primo giorno dopo la nascita e seguono gli adulti che
forniscono loro il cibo. I corrioni catturano gli insetti e le
piccole lucertole d cui si nutrono, sul terreno, con rapide
rincorse.
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Pernice di mare
La
Pernice di mare (Glareola pratincola cm 25) nidifica in
colonie rade nell'Europa meridionale, in zone disseccate
all'interno di ampie aree paludose. Da lontano appare bruna
con l'addome chiaro, il groppone e parte della coda candidi.
Interno dell'ala è marrone-rossiccio (anche nei giovani) che, in
piena luce, può essere coperto dall'ombra delle ali stesse. Ha
una sottile banda bianca lungo la
punta delle secondarie (ma in alcuni individui è indistinta) che
è assente nell'orientale. La pernice di mare è anche più chiara
sulle ali e sul dorso, in contrasto con le remiganti scure. Ha le
zampe corte ma
corre
con disinvoltura. La voce è acuta e nasale, in stormo di solito
emette un fremente richiamo di cinque sillabe: kìirr-ik-ik kit-ìt.
Anche un breve kik. Nidifica in colonie ponendo il nido in una
depressione poco profonda del suolo, circondata o meno dalla
vegetazione. E' allevata una covata annuale di 3 uova (da 2 a 4)
che sono incubate da entrambi i sessi per 17/18 giorni. I
nidiacei sono semi nidifugi e nei primi tempi sono nutriti dai
genitori, poi all'età di 8/10 giorni iniziano a cibarsi da soli e
volano a 3 settimane d'età. Preda gli insetti di cui si ciba
(ortotteri, odonati, coleotteri) in
volo, veloce ed elegante (anche in luce crepuscolare), spesso
in stormi, con volo basso.
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Pernice di mare orientale
La Pernice di mare orientale
(Glareola nordmanni cm 25) è molto simile alla pratincola (sopra)
per aspetto, voce e abitudini. L'interno dell'ala è nerissimo,
e le ali superiormente sono scure e prive del margine bianco.
Falaropi
I falaropi appartengono alla
famiglia delle Scolopacidae, sembrano dei piovanelli, ma hanno le
dita lobate e sono nuotatori eccellenti.
Falaropo di Wilson
Il Falaropo di Wilson (Phalaropus
tricolor cm 21m, 24f) è raro proveniente dal Nord America. Il
piumaggio estivo è inconfondibile, mentre in inverno è simile al
piro-piro boschereccio con base della coda bianca e assenza
di barre alari, ma più chiaro (specialmente testa e collo) e
grigio più uniforme sopra. Il becco è lungo, diritto e molto
sottile, le
zampe
sono lunghe e massicce (giallastre in inverno, nere in estate).
Rispetto all'albastrello manca di
bianco sulla schiena e le zampe sono più corte e robuste. Molto
più attivo dei congeneri, ha un comportamento furtivo e corre;
spesso su spiagge fangose e in acque basse, acquattato, cattura
insetti con beccate repentine. Solitamente silenzioso, talvolta
un basso e nasale vit.
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Falaropo beccolargo
Il Falaropo beccolargo (Phalaropus
fulicarius cm 19) è nidificante circumpolare (anche in lagune
costiere in Islanda). Sverna nel Sud Atlantico ed è uno sporadico
visitatore
delle coste dell'Europa occidentale, di solito in autunno e in
inverno, talvolta in centinaia di esemplari spinti da bufere. Ha
abitudini simili al beccosottile (sotto), è confidente, pressoché
sempre in acqua (a nuoto). Il piumaggio estivo è inconfondibile,
in inverno è come il beccosottile, ma con becco più robusto e
appena più corto (spesso giallo pallido alla base) e dorso
uniforme, grigio tendente all'indaco (abito autunnale e giovanile
spesso però con fuorvianti strisce nere). Emette un forte
e raschiato kit, anche un morbido dffit.
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Falaropo beccosottile
Il Falaropo beccosottile (Phalaropus
lobatus cm 16,5) è piuttosto comune al nord, nidifica in aree
paludose con piccoli laghi. Sverna numeroso nel Mare Arabico.
Molto raramente visibile in migrazione. E' pressoché sempre in
acqua (a nuoto), il collo (come il gabbiano comune) è mosso,
durante il nuoto, con inclinazioni in avanti e con fare inquieto.
Confidente. Il piumaggio estivo è inconfondibile, da lontano
sembra uniformemente scuro con la gola chiara. Il giovane è
bianco, con strisce scure sul vertice e sull'occhio e groppone
solcato da due paia di strisce giallastre (come gli adulti in
estate). Ha una netta barra alare bianca. Il piumaggio invernale
(raro in Europa) è simile a quello giovanile, ma grigio e con
strisce bianche. Voce consistente in un pizzicato kett, come di
violino, anche kerek come una Folaga in miniatura. Il falaropo
beccosottile è uno di quegli uccelli che presentano la
caratteristica dell'inversione dei ruoli
nei sessi; infatti il corteggiamento è eseguito dalla
femmina, che è più colorata e sgargiante del maschio. La femmina
depone le uova e lascia al maschio il compito di allevare i
piccoli. Nidificano sul terreno, in una depressione tra la
vegetazione. Vi depone una sola covata di 4 uova (raro 3) che
sono incubate dal maschio per 18/20 giorni. I nidiacei, nidifugi,
sono allevati dal maschio per circa 3 settimane. Raccoglie i
piccoli animali di cui si nutre (invertebrati e anche sostanze
vegetali) becchettando la superficie dell'acqua.
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Stercorari
Gli stercorari appartengono alla
famiglia Stercorariidae, somigliano ai gabbiani, ma volano
meglio. Hanno la caratteristica comune di alimentarsi attuando
il furto a danno di gabbiani e sterne. Sono pelagici (mare
aperto) in inverno. Le timoniere centrali sono allungate,
poco o molto sporgenti a seconda della specie.
Stercorario maggiore
Lo Stercorario maggiore (Stercorarius
skua cm 59) è un pirata dell'oceano, nidifica in Scozia, Islanda
e isole remote e selvagge del Nord Atlantico, spesso in colonie
su brughiere costiere. In autunno passano sulle coste ovest
dell'Europa diretti a sud. Difende i nidi con furiosi attacchi.
Rapina il pesce catturato agli altri uccelli marini (sule,
gabbiani e sterne) inseguendoli e disturbandoli finché non cedono
o rigettano il bottino. Più degli altri
stercorari
si nutre dei rifiuti delle navi da pesca, è anche in grado di
pescare da solo e preda anche uccelli più piccoli. Ricorda un
grosso gabbiano (possibile confondersi con gabbiani sporchi di
petrolio), ma ha il corpo più massiccio e l'attaccatura dell'ala
più larga. L'impressione generale è di un gabbiano scuro e tozzo,
con volo normalmente pesante e lineare che diventa molto agile
invece,
nell'inseguimento di altri uccelli. Ha delle chiazze alari
candide sia sopra e sia sotto che sono evidenti anche da lontano.
Nidifica sul terreno in depressioni tra la vegetazione. Depone
una sola covata costituita generalmente da 2 uova (raro 1) che
sono incubate da entrambi i sessi per 28/30 giorni. I nidiacei
sono parzialmente nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori
e diventano indipendenti a 6/7 settimane di vita. Si nutre di
pesci, crostacei, molluschi, rifiuti e carogne.
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Stercorario mezzano
Lo
Stercorario mezzano (Stercorarius pomarinus cm 51) vive
nelle tundre artiche (da maggio a settembre) e sverna in mare,
anche al largo dell'Africa occidentale. Negli adulti le timoniere
centrali sono incrociate, cosicché il prolungamento della coda
sembra allargarsi in fondo. Due fasi, una scura e una pallida,
quest'ultima più comune (può avere o meno la barra sul petto).
Gli Immaturi sono molto simili a quelli di labbo (sotto): sono
appena più grandi (come un gabbiano reale e non come una gavina)
in proporzione il becco è più grande con base più larga, chiaro e
con la punta scura (come nel gabbiano glauco); le timoniere
centrali sono poco sporgenti, con punta smussata e non acuminata.
Lo stesso negli adulti in inverno e nei sub-adulti, in cui la
sporgenza è metà del normale, con sovrapposizione incompleta.
Altri caratteri sono la banda sul petto e i fianchi striati, più
bianco alla base delle copritrici primarie sotto l'ala.
Impressione generale di corporatura massiccia e volo pesante. Ala
più larga della lunghezza della coda.
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Labbo
Il Labbo (Stercorarius
parasiticus cm 46) è elegante e bellissimo. Per vederli occorre
andare su una scogliera dell'Europa nord-occidentale in autunno,
soprattutto se c'è un forte vento sull'acqua che li porta ad
avvicinarsi alla terra ferma (oppure su una nave quando buttano i
rifiuti). Coppie isolate o piccole colonie si trovano su sterili
isole dell'Atlantico, su brughiere e tundre delle coste artiche e
del Baltico. Nidifica tra maggio e agosto. Vi sono due fasi:
scura a sud, chiara a nord (anche
intermedi). Negli individui chiari può esserci una barra scura
sul petto. Le timoniere centrali sono allungate e appuntite. Ha
un aspetto da gabbiano, ma è sempre più scuro (anche la fase
chiara) e più agile e veloce. Con sorprendenti acrobazie fa
rigettare e ruba le prede a gabbiani e sterne. Si posa sull'acqua
con lunghe planate. La voce è una sorta di miagolio. Gli immaturi
sono più o meno bruni, con timoniere centrali appena sporgenti,
appuntite, molto simili a quelli del mezzano (sopra), larghezza
dell'ala uguale o minore alla lunghezza della coda, da vicino si
può osservare il becco delicato come quello della gavina, di
colore uniforme. Nidifica sul terreno in depressioni tra la bassa
vegetazione. Depone una sola covata costituita generalmente da 2
uova
(raro 1) che sono incubate da entrambi i sessi per 24/28 giorni.
I nidiacei sono parzialmente nidicoli, sono allevati da entrambi
i genitori, restano nel nido per pochi giorni poi si muovono
rimanendo nel territorio circostante. Volano a 30 giorni circa
d'età e diventano indipendenti a 7/8 settimane di vita. Si nutre
di pesci, crostacei, molluschi, piccoli mammiferi, piccoli
uccelli e loro uova, carogne e anche qualche sostanza vegetale
come bacche, ecc.
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Labbo codalunga
Il Labbo codalunga (Stercorarius
longicaudus cm 53) nidifica in brughiere e nella tundra, anche in
assenza d'acqua. La riproduzione dipende dalla quantità di topi e
lemming (prede principali) a
disposizione. Normalmente rapina gli altri uccelli solo in
inverno, sul mare. E' raro, si può vedere in migrazione,
specialmente in primavera. La colorazione è costante (la
proporzione di individui scuri è trascurabile). Il prolungamento
della coda è molto accentuato, 15-20 cm. E' un uccello piccolo e
snello, con l'ala lunga e stretta ed ha un volo vivace. Volteggia
spesso e caccia anche insetti alati. Emette una voce da gabbiano,
klii-aa, allarme, un forte krepp-krepp-krepp. Gli immaturi come
nel Labbo (sopra), ma più piccoli (ha una corporatura da gabbiano
comune), con ali più lunghe e sottili e spesso grigiastre, il
becco è corto e bicolore; bianco ridotto sulla parte superiore
dell'ala.
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Gabbiani

Gabbiani e sterne sono facilmente
distinguibili gli uni dagli altri. I gabbiani appartengono
alla famiglia Laridae, hanno i piedi palmati, le ali sono strette
(ma più larghe delle sterne) e lunghe, le code, corte, sono
a ventaglio, i becchi sono robusti e leggermente adunchi. Colore
bianco, grigio e nero. I sessi simili, gli immaturi sono marroni,
maculati. Nelle specie più grandi l'abito adulto è raggiunto dopo
alcuni anni. Si possono vedere in colonie sulle coste, nei porti,
ove emettono grida mentre volteggiano nell'aria. Per nutrirsi
galleggiano sull'acqua afferrando i rifiuti fluttuanti o
immergono la testa nell'acqua per catturare un pesce. Seguono
anche le navi ma senza perdere di vista la terra. I gabbiani
volano anche sulla terraferma, specialmente d'inverno e per
nutrirsi possono seguire i trattori in modo da ghermire i vermi
che sono portati allo scoperto dal vomere (a volte anche con
pavoncelle). Si possono vedere nei parchi cittadini dove c'è
acqua, e sui cumuli di rifiuti alla ricerca dei cibo. Sono dei
veri opportunisti, strappano anche i panini dalle mani dei
turisti ed a Helsinki, se prendete un gelato da passeggio attenti
ai gabbiani perché hanno imparato a rubalo al volo (l'ho visto io
personalmente), ed a nulla valgono le rimostranze ai gelatai
perché hanno esposto dei cartelli bene in vista che invitano a
fare attenzione ai gabbiani "ladri". Nidificano in colonie sul
suolo e sulle scogliere dove depongono covate di 2-3 uova.
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Gabbiano di Pallas
Il Gabbiano dei Pallas (Larus
ichthyaetus cm 63 x 154) è nidificante nell'Europa sud-orientale
in laghi della steppa e paludi costiere. E' un visitatore raro
nell'Europa occidentale. In abito estivo distinto si distingue
dal mugnaiaccio per la taglia e il cappuccio nero, in inverno per
il becco giallo attraversato da una banda nera e per il nero
residuo sul capo. Dorso e scapolari grigio carico, più scuro che
nel gabbiano comune. Da lontano le macchie alari nere sono
indistinte. I giovani si distinguono da quelli degli altri grandi
gabbiani per la netta barra caudale nera su fondo candido e per
il petto grigio maculato nettamente demarcato dall'addome bianco
le penne dell'ala sono di solito tutte scure. Già nel primo
autunno il petto e le copritrici alari diventano più chiari,
l'abito adulto è acquisito rapidamente nel primo inverno e nella
prima estate il piumaggio è paragonabile a quello dei Gabbiano
reale alla seconda estate. In confronto però è più grande e il
becco giallastro con punta nera è più lungo; macchia scura dietro
l'occhio, zampe verdastre, coda con banda terminale bianca e
pannello alare bianco. In ogni piumaggio palpebre bianche. In
volo le ali sono lunghe e appuntite, più arcuate che nel reale.
La voce aspra, simile a un Corvide.
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Gabbiano glauco
Il Gabbiano glauco (Larus
hyperboreus cm 66 x 150) è una specie artica compare regolarmente
in inverno sulle coste del nord (anche porti) e talvolta sulle
acque interne. In tutti i piumaggi si distingue dal reale per le
maggiori dimensioni e la punta delle ali chiara. Nel primo
invernale è tipicamente tendente all'ocra, mentre l'immaturo di
reale è bruno, macchiettato più grossolanamente (soprattutto
sulla coda). Tendente all'ocra anche il petto, cosicché il glauco
di fronte sembra più scuro. Estremità della coda più chiara. Gli
immaturi hanno il becco rosaceo con punta nera e occhi scuri. E'
possibile la confusione con gli immaturi di reale aberranti o
albini (i primi hanno becco scuro, i secondi sono privi della
fine screziatura del giovane o del grigio dell'adulto). Il
piumaggio del secondo inverno è leggermente più chiaro di quello
giovanile e più chiazzato; perso il tono ocraceo, inizia ad avere
macchie grigio-perla su dorso e ali. Occhio giallastro (non
scuro). Abito adulto con dorso e ali più chiari rispetto al reale
e punta delle ali bianca. Cerchio palpebrale giallo (solo
estivo), poco visibile. Voce simile al Reale.
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Gabbiano d'Islanda
Il Gabbiano d'Islanda (Larus
glaucoides cm 57 x 133) nidifica in Groenlandia, poco comune in
inverno sulle coste europee nord-orientali, in Gran Bretagna si
può trovare anche sulle acque interne. Simile in tutti i piumaggi
al glauco (graduale passaggio da marrone chiaro a grigio
biancastro), ma più piccolo. Ha la testa più piccola e rotonda
(vertice appena dietro l'occhio, nel Glauco la testa è piatta e
il vertice molto arretrato). Il becco è più esile, tipo gavina,
le zampe sono più corte e le ali più lunghe (chiuse oltrepassano
di molto la coda). Spesso tiene le ali leggermente abbassate. Nel
primo inverno il becco è più scuro del Glauco: lo scuro della
punta sfuma in una base pallida. Dal secondo inverno la
colorazione del becco è come nel glauco. In volo l'ala sembra più
larga e il collo più corto. Ha il cerchio palpebrale rosso (solo
estivo), poco visibile.
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Mugnaiaccio
Il Mugnaiaccio (Larus
marinus cm 69 x 155) è abbastanza comune sulle coste europee
(escluso Italia e coste sud-est europeo), oggi si trova sempre
con maggiore frequenza, in inverno, nei grandi bacini interni, in
coppie isolate, piccole colonie o anche in grandi gruppi (anche
con altri gabbiani). E' uno dei laridi più grandi d'Europa
nordoccidentale, sicuramente
il
più aggressivo ed il più impressionante. Distinto dal simile
zafferano per le grandi dimensioni, il becco è più massiccio, le
zampe rosate e le ali un po' più a righe, con più bianco sulla
punta. In Europa occidentale gli adulti hanno ali e il dorso più
scuri delle popolazioni di zafferano nidificanti localmente,
mentre nel baltico è l'opposto. Negli immaturi il mugnaiaccio ha
primarie interne chiare rispetto alle esterne, il becco più
massiccio e la banda caudale nera più stretta. La distinzione
dall'immaturo di reale si basa sulla taglia, il becco e le aree
più chiare sulla testa e la coda. La differenza è molto sottile
nei primi mesi, testa e coda sono distintamente biancastri solo
negli individui di un anno. Il dorso diventa scuro nel secondo
inverno. Le grandi ali, battute in maniera rilassata, producono
un volo pesante simile a quello dell'Airone
cinerino. In inverno si nutre di qualunque scarto o rifiuto
disponibile, ma in estate, oltre ai pesci, le carogne, le uova e
i piccoli di altri uccelli, può anche predare uccelli adulti,
riuscendo anche ad inghiottire dei pulcinella di mare in un sol
boccone. Voce molto profonda e rauca. Sulla costa dove
nidifica isolato, sceglie di posarsi sulle rocce alte rendendosi
più importante. Depongono 2/3 uova che si schiudono dopo 27/28
giorni. I piccoli volano dopo a mesi d'età.
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Zafferano
Lo
Zafferano (Larus fuscus cm 53 x 127) è abbastanza comune in
colonie costiere, e si trova localmente nelle acque interne. E'
un gabbiano elegante e particolarmente bello in estate quando il
suo piumaggio è immacolato e le zampe sono giallo vivo. La
sottospecie britannica graellsii, è solo parzialmente migratrice
e ha dorso e ali più chiari. La sottospecie baltica fuscus, con
dorso e ali neri, è fortemente migratrice, attraversa l'Europa
continentale per svernare nel Mediterraneo e in Africa orientale.
Colorazione intermedia negli individui della sottospecie
scandinava intermedius che su nutre molto più in mare e si tuffa
per prendere il pesce. Si distingue dal mugnaiaccio per la
taglia più piccola, il becco più sottile, le zampe gialle,
le ali più strette e appuntite (con una piccolissima macchia
bianca sulla punta). Immaturi con le remiganti uniformemente
marroni-nerastre, altrettanto scure solo nei reali del Sud
Europa. Le copritrici maggiori danno un'impressione generalmente
più scura. Molto scuro anche l'interno dell'ala. Sulla coda la
banda terminale scura è molto larga. Il dorso scuro è acquisito
all'età di un anno. La voce è meno aspra del mugnaiaccio e più
profonda e nasale del reale. E' un uccello aggressivo e,
nonostante sia più piccolo del reale nordico, lo può inseguire e
scacciare mentre si nutre in mare. Nidifica sulle rocce o
nell'erba o nell'edera, depone 3 uova che si schiudono dopo 24/27
giorni e i piccoli volano a 30/40 giorni di vita.
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Gabbiano reale
Il
Gabbiano reale (Larus argentatus cm 54-60 x 123-148)
in inverno forma spesso grossi gruppi nei porti o sulle
discariche. E', assieme al comune, il gabbiano più comune in
Europa e lo si può avvistare in tutte le aree costiere. Gli
adulti differiscono dalla gavina per la taglia maggiore, i colpi
d'ala più lenti, gli occhi gialli (che gli conferiscono un'aria
feroce) e il becco giallo vivo con una macchia rossa vicino alla
punta. Differiscono dal mugnaiaccio e dallo zafferano, visto in
volo da sotto, per la mancanza di pannello nero posteriore
nell'ala. Ha zampe rosate, gialle nelle razze dell'est
europeo e del Mediterraneo. Gli immaturi sono distinti da quelli
di zafferano per le primarie interne più chiare delle esterne
(non i cachinnans), da quelli di mugnaiaccio (con difficoltà) per
le minori dimensioni e il becco meno massiccio, insieme,
talvolta, a un tono più scuro e alla banda caudale scura più
larga. Il dorso grigio chiaro degli adulti è acquisito nel
secondo autunno. Movimenti frequenti: spesso in volo alto e
circolare, in stormi lassi, o in volo lineare in formazione a V
con ali leggermente incurvate e battiti lenti. Spesso in stallo
sopra le onde. I richiami più comuni sono un forte kfio, un
esuberante kffiov-0éov-0éov- e anche un breve nitrito, ge-ge-ge.
Nei paesi anglosassoni è chiamato "gabbiano dei quattro anni" in
riferimento al tempo che i giovani impiegano per prendere la
colorazione degli adulti. Nidifica in colonie (anche coppie
isolate) sul terreno lungo le coste e sui laghi interni e depone
generalmente 2/3 uova (a intervalli di 2 o 3 giorni) che sono
incubate da entrambi i sessi, ma più dalla femmina, per 25/33
giorni. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori e volano
all'età di circa 6 settimane. Segue i battelli da pesca. E'
avvicinabile in estate, molto più timido in inverno. Si nutre di
pesce, molluschi, invertebrati, scarti e rifiuti vari, ma anche
di pulcini, uova di uccelli e sostanze vegetali. A volte si tuffa
goffamente da altezze ridotte.
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Gabbiano corso
Il Gabbiano corso (Larus
audouinii cm 48 x 122) è raro e localizzato, nidifica in piccole
colonie sulle isole dei Mediterraneo. E' distinto dal simile
gabbiano reale per le primarie esterne nere, bianche solo sul
margine esterno, e per la struttura e il colore del becco (da
lontano il rosso scuro sembra nero). Il grigio del dorso sfuma
nel bianco della nuca e della coda senza demarcazioni nette.
Sulle secondarie ha un indistinto, sottile margine bianco. Il
giovane ha la faccia e il vertice biancastri, remiganti e
copritrici maggiori sono uniformemente scure. Nel secondo anno il
piumaggio è simile al gabbiano corallino, con distinta banda
terminale scura sulla coda bianca e lungo le remiganti
secondarie. E' possibile la confusione con immaturi di reale, i
cui esemplari mediterranei hanno un contrasto maggiore dei
conspecifici settentrionali tra base della coda biancastra e
banda terminale scura. E' indicativa la differenza di taglia. La
voce è molto aspra.
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Gavina americana
La
Gavina americana (Larus delawarensis cm 48 x 120) è un
raro visitatore dal Nord America, compare annualmente in Gran
Bretagna (talvolta in piccoli gruppi). Ha le dimensioni tra
gavina e il reale. Negli adulti il becco giallo con distinta
banda nera. Le zampe sono gialle (verdastre), l'iride è chiara.
Nel primo inverno è simile alla gavina, ma più grande, con
massiccio becco rosa e nero, il mantello è grigio più chiaro,
macchie più grandi su collo, petto e fianchi (dimensione
crescente). Ha il disegno della coda diverso: la banda caudale
nera (subterminale), demarcata meno chiaramente che nella gavina,
è interrotta da sottili striature bianche, ben visibili da
lontano; copritrici del sopra e sottocoda palesemente
macchiettate. Le zampe sono rosate. Nel secondo inverno
differisce dalle gavine coetanee per le macchie scure del collo
(marcate), la stretta banda nera rimasta sulla coda, l'iride
pallida, il becco e le zampe già come nell'adulto.
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Gavina
La Gavina (Larus canus cm 43
x 109) è comune nel Nord Europa e in gran parte della Gran
Bretagna del nord dove è familiare in estate. Nell'areale che
occupa si trova in coppie isolate o colonie, sulle coste e nelle
acque interne, ma è assente in larghe aree per motivi ignoti.
Preferisce siti di nidificazione
sopraelevati (scogli, cataste, tetti). E' un gabbiano di campi
aperti, compresi i campi di gioco (golf), dove passa molto tempo
camminando in cerca di vermi e invertebrati in genere. Si unisce
agli altri gabbiani per la ricerca sui rifiuti ma è più
tranquillo e riservato. In estate preferisce le baie riparate e
gli affioramenti rocciosi o aperte brughiere non lontane dal
mare, piuttosto che scogliere esposte e isole. Adulti simili al
gabbiano reale, ma più piccoli e con ala più stretta; battute più
frequenti e vigorose. Occhi scuri e becco esile, giallo (senza
macchia rossa). Differente dal gabbiano tridattilo per l'evidente
macchia bianca sul nero delle primarie esterne. Giovani con banda
caudale nera ben demarcata; il dorso marrone muta in grigio già
nel primo autunno, mentre non mutano le copritrici alari. Voce
più alta e debole del reale. I nidi sono situati su rocciosi
isolotti o in aree di torbiera. depone 3 uova che si schiudono
dopo 24/27 giorni ed i piccoli volano a 35 giorni.
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Gabbiano corallino
Il Gabbiano corallino (Larus
melanocephalus cm 37 x 98) si trova su laghi steppici e paludi
costiere del sud-est europeo. In espansione verso nord-ovest Può
incrociarsi con il gabbiano comune. E però più grande e
massiccio, ha becco più grande e arrotondato (con banda scura
vicino alla punta), primarie candide, cappuccio estivo nero e non
marrone. Nella tarda estate, perso il cappuccio, l'impressione è
di un uccello bianchissimo. Rispetto alla gavina, è più piccolo e
ha ali più corte. I giovani in particolare assomigliano a
immaturi di gavina chiari, ma hanno il becco più robusto, il
dorso biancastro (le penne giovanili mutano molto presto) e ali
più contrastate (macchie bianche subterminali visibili ad ala
aperta sulle primarie scure). Anche le primarie interne sono
biancastre e la barra nerastra attraverso le secondarie, bordata
dal grigio-biancastro delle copritrici maggiori (copritrici
minori a macchie brune). Macchia scura dietro l'occhio. Voce
nasale, un po' da stercorario. Nidifica sul terreno, tra la
vegetazione, dove depone una sola covata, costituita generalmente
da 3 uova (raro 2). L'ornitologo Paul lsenmann ne ha seguito la
nidificazione in Grecia e ha osservato che si nutre di pesci,
molluschi, anellidi e altri invertebrati (ha anche rinvenuto un
piccolo roditore nei rigetti di questa specie). Paul Geroudet
ricorda come il gabbiano corallino abbia nidificato in Ungheria,
Voucher e Roux in Svizzera, Johnson e lsenmann in Camargue mentre
si sta facendo sempre più frequente in altre zone dei
Mediterraneo (occasionalmente in Inghilterra).
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Gabbiano roseo
Il Gabbiano roseo (Larus
genei cm 40 x 96) nidifica su laghi e lagune costiere, spesso in
mezzo alle sterne. E' raro e localizzato nell'Europa meridionale,
in grandi colonie a est, a partire dal Mar Nero. Somiglia al
gabbiano comune, soprattutto nel disegno delle ali, ma è più
grande e snello: becco, collo, coda, ali e zampe in proporzione
sono più lunghi, la coda è più arrotondata, la fronte è piatta
(in continuità con il becco) e non bombata. Il becco è
leggermente curvo all'ingiù. Becco e zampe sono rossi negli
adulti (da lontano si vedono scuri) e giallastri negli immaturi,
in cui la punta del becco è più scura. Negli adulti l'iride è
chiara. Gli immaturi e qualche adulto (fuori del periodo
riproduttivo) presentano una macchia scura dietro l'occhio, più
chiara però che nel gabbiano comune. Il volo è più lento e
vigoroso (superficie alare maggiore e avambraccio più lungo).
Ciononostante è possibile la confusione con immaturi del comune
con becco particolarmente lungo. Voce nasale, più profonda che
nel comune (quasi da corvo).
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Gabbiano comune
Il Gabbiano comune (Larus
ridibundus cm 38 x 919) si trova ovunque, è il più diffuso in
Europa, comunemente si trova in colonie, talvolta enormi
(migliaia di coppie) su canneti e paludi sia costieri sia
dell'entroterra, anche su isole basse. Negli ultimi decenni è
diventato più frequente anche su prati, canali e parchi
cittadini, porti, terreni agricoli e cumuli di rifiuti. Grandi
stormi misti a gavine (anche rare pavoncelle) si alimentano sui
terreni arati, mantenendo un continuo richiamo tra loro, e spesso
seguono i trattori per
cogliere
i vermi che sono portati allo scoperto dal vomere. Caccia anche
gli insetti alati, in volo alto di giorno, basso sui canneti la
sera. Le colonie sono abbandonate alla fine di luglio, ma poiché
si è urbanizzato, non migra più sulle lunghe distanze e la gran
parte delle popolazioni nord europee, trascorrono l'inverno in
Europa occidentale, dove un clima meno rigido e le estese aree
urbane rispondono a tutte le loro esigenze in fatto di cibo e
ripari. Tipico il cappuccio estivo marrone-cioccolato. In tutti i
piumaggi è presente un pannello bianco triangolare sulla faccia
alare superiore (primarie distali). Faccia inferiore dell'ala
grigio scura, con larga fascia bianca posteriore. Negli adulti
zampe e becco rosso-bruni; nel piumaggio estivo la nuca dietro al
cappuccio è bianca (un po' di bianco anche dietro l'occhio); in
inverno testa bianca con macchia auricolare scura. Giovani
di un marrone acceso su dorso, nuca e vertice, presto mutati in
bianco e grigio, restano le copritrici alari marroni e una barra
scura sulla coda. Zampe giallastre, becco giallastro con punta
nera. Nel piumaggio invernale e in quello giovanile è molto
simile al gabbiano roseo. Emette urla stridule: krria, krrii.
Frequentemente nidifica con anatre, che ne ricavano protezione
dai corvidi. Nidifica in colonie sul terreno, raramente sugli
alberi. Depone una sola covata costituita generalmente da 3 uova
(raro 2, fino a 6), che sono incubate da entrambi i genitori, con
la deposizione del primo uovo, per 21/27 giorni circa. I nidiacei
sono allevati da entrambi i sessi e volano all'età di 5/6
settimane. Il gabbiano comune si nutre di sostanze vegetali,
invertebrati, altri piccoli animali e pressoché ogni tipo di
nutrimento.
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Gabbiano Bonaparte
Il Gabbiano di Bonaparte (Larus
philadelphia cm 33 x 82) nidifica su abeti, in
desolate foreste di conifere del Nord America, in coppie isolate.
E' raro, accidentale, nell'ovest europeo, più spesso in inverno,
misto a gabbiani comuni. In estate l'adulto se ne distingue per
il cappuccio color nero-fumo (non marrone) e per il becco nero.
Le zampe sono di un rosso vivido. In tutti i piumaggi il lato
inferiore delle primarie è grigio chiarissimo (righe scure
nel gabbiano comune). Più piccolo e più elegante del comune,
specialmente nel volo che è sfarfallato come nel gabbianello.
L'immaturo somiglia a quello dei comune, ma ha più nero sulle
primarie esterne e soprattutto sulle copritrici primarie. Da
sotto le primarie sono decisamente più chiare. Il becco è
nerastro e le zampe sono gialline. Voce come un basso chiocciare
di folaga.
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Gabbiano di Sabine
Il Gabbiano di Sabine (Larus
sabini cm 33 x 84) nidifica nell'Artico e sverna in alto mare al
largo dell'Africa meridionale e del Sud America. Durante la
migrazione (ma prima gli adulti e più tardi i giovani) può essere
spinto sulle coste europee dal vento. Ha un abito estivo con
tipico cappuccio ardesia e becco nero dalla punta gialla. In
tutti i piumaggi l'ala ha dei disegni triangolari neri, bianchi e
grigi (adulti) o marroni (giovani). La coda è forcuta più che nel
tridattilo. Il giovane è bruno, piuttosto uniforme sull'ala, la
testa, il dorso e i lati del collo. La fronte è bianca con
cerchio palpebrale. A distanza può essere confuso con il giovane
di tridattilo, la cui banda diagonale scura sulle copritrici
alari, insieme al grigio delle copritrici minori, può sembrare un
pannello brunastro uniforme. Per alimentarsi corre, becchetta, si
immerge. Ha un volo leggero, come la sterna, anche la voce è
stridula.
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Gabbiano tridattilo
Il Gabbiano tridattilo
(Rissa tridactyla cm 40 x 95) è uno dei gabbiani pù belli ed
attraenti, passa maggior parte della sua vita sull'oceano
(pelagico) e si trova in grosse colonie sulle scogliere, a
precipizio sulle coste atlantiche, durante la nidificazione. In
mare è talmente a suo agio da "farne parte", anche in una
burrasca, vola in archi crescenti e decrescenti, apparentemente
senza sforzo e compiendo anche grandi distanze.
Sciama
intorno ai battelli da pesca. Di passaggio regolare, alcuni
stormi sono spinti in continente da prolungate tempeste, in
autunno e in inverno. Alcuni elementi attraversano il continente,
sembra deliberatamente, a inizio primavera. La taglia è come da
gavina, ma il volo è più leggero ed elegante, piuttosto simile al
fulmaro. Ha la coda squadrata o leggermente forcuta, le zampe
nere e piuttosto corte. Gli adulti sono simili alle gavine, ma
con ali tricolori, con punta completamente nera e larghezza
costante
(nella gavina il grigio è uniforme). Gli immaturi hanno una banda
trasversale nera sulle copritrici medie, che ricorda l'immaturo
di gabbianello e altre specie, ma differisce in larghezza, hanno
anche una netta banda nera sulla nuca, vertice bianco e
secondarie candide. Nella prima estate perdono la banda sulla
nuca e hanno macchie sparse sull'ala. Costruisce, sulle cengie
delle coste rocciose (anche in compagnia di urie e gazze marine)
e anche sui tetti delle case lungo le coste, un nido compatto
fatto di erbe, fango e
alghe. Nidifica in colonie. Depone generalmente 2 uova (raro 1/3)
che sono incubate da entrambi i genitori per un periodo di 25/30
giorni. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori e
lasciano il nido dopo un periodo di circa 7 settimane. Il
gabbiano tridattilo si nutre di pesci e altri animali di mare,
nonché di qualche essenza vegetale. Il suo verso è
caratteristico, può essere rappresentato come un "chittiueic", in
inglese si chiama appunto kittiwake.
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Gabbianello
Il Gabbianello (Larus
minutus cm 26 x 63) nidifica nell'est europeo, in paludi e laghi
ricchi di canne, di solito misto a gabbiani comuni. E' numeroso
in migrazione, e marittimo in inverno. E' il più piccolo gabbiano
europeo. Di sera caccia insetti alati sui canneti, come il
comune, ma ha il volo più rapido ed elegante. Gli adulti hanno
sempre le ali arrotondate, di colore grigio chiaro sopra e
nerastro sotto, con evidente margine posteriore bianco. Il
cappuccio estivo è nerissimo, esteso fino alla base del collo. I
giovani hanno le ali più appuntite, chiare sotto, con banda
trasversale nera sulle copritrici superiori, dorso, spalle e
vertice nerastri. Il dorso muta già nel primo inverno, resta
parte del nero alla base del collo e sulla testa, dando una
sembianza da tridattilo (comunque ben più grande). Entro l'estate
seguente si sviluppa il cappuccio, mentre permane il nero
sull'ala. La voce è forte e nasale: kep, spesso ripetuto in
serie. In riproduzione un ki-kei ki-kei... con le ali basse e il
collo ritto.
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Gabbiano di Ross
Il Gabbiano di Ross (Rhodostethia
rosea cm 30 x 77) nidifica sui fiumi della Siberia orientale e
sparso anche in altre zone artiche. E' un rarissimo visitatore
delle coste europee occidentali. E' piccolo come un gabbianello
(la specie più simile) ma con le ali più lunghe e appuntite e la
coda a punta di spada (unica) che è difficile da scorgere, ma
appare comunque lunga. Gli adulti sono fortemente rosati nelle
parti inferiori in estate e meno in inverno. Ha un sottile
collare nero, diagnostico della specie, un disegno alare come nel
gabbianello (adulti e giovani), compreso il grigio sulla faccia
inferiore con largo margine posteriore bianco. E' silenzioso
fuori dai quartieri riproduttivi.
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Gabbiano sghignazzante
Il Gabbiano sghignazzante (Larus
atricilla cm 39 x 105) è un raro visitatore che proviene Nord
America. Ha la taglia del gabbiano comune, ma le ali sono più
lunghe e appuntite. A causa delle zampe corte, gli esemplari
posati sembrano più lunghi e snelli. Il becco è lungo e
massiccio, col culmine curvo, che lo fa sembrare piegato
all'ingiù. Si può confondere solo con il gabbiano di Franklin
(sotto). L'adulto ha un cappuccio nero con "palpebre" bianche,
mantello e ali grigio-fumo con margine posteriore bianco (su
secondarie e primarie interne) e punta nera priva di macchie
bianche. Nel primo inverno le parti superiori sono marrone
sporco, come anche il petto e la testa (a parte fronte, mento e
palpebre chiari); le remiganti sono molto scure (già presente la
bordura bianca), il sopraccoda è bianco e le timoniere sono
grigie con larga banda terminale nera. La faccia inferiore
dell'ala è tendente al grigio e le zampe sono nerastre. Gli
individui al secondo inverno si distinguono dagli adulti per la
maggiore estensione dei nero sulla punta dell'ala e per la
permanenza di un'accennata banda caudale.
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Gabbiano di Franklin
Il Gabbiano di Franklin (Larus
pipácan cm 34 x 87) è molto raro proveniente dal Nord America.
Poco più piccolo del gabbiano comune, con ali più arrotondate. E'
una specie facilmente distinguibile, si può confondere solo con
il gabbiano sghignazzante (sopra). In tutti i piumaggi ha
mezzelune palpebrali bianche, più evidenti che nella specie
precedente. Il becco è piuttosto massiccio, ma non altrettanto
lungo e curvo. L'adulto ha cappuccio nero ed è di colore grigio
scuro sul mantello e sopra le ali (che hanno evidente margine
posteriore bianco). Tipico il disegno sulla punta dell'ala, con
una striscia nera in mezzo a due strisce bianche. Il centro della
coda è grigio chiaro. Al primo inverno il giovane presenta un
piccolo cappuccio scuro (come nell'abito invernale degli adulti),
più netto e scuro che nel piumaggio invernale delle altre specie;
sulla coda è presente una striscia scura piuttosto sottile, che
non tocca le timoniere esterne. Interno dell'ala chiaro, al
contrario che nella specie precedente. Diversamente dagli altri
gabbiani ha due mute complete ogni anno, la seconda in primavera
prima della migrazione verso nord; di conseguenza gli individui
alla prima estate hanno già ali simili agli adulti (manca a
striscia bianca interna al nero della punta, le primarie sono più
scure frontalmente e il cappuccio può essere un po' ridotto).
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Gabbiano d'avorio
Il Gabbiano d'avorio (Pagophila
eburnea cm 44 x 107) è una specie artica. Nidifica in piccole
colonie lasse, su scogliere a precipizio (anche su ghiacci alla
deriva). I nidi sulle cengie sono più grandi e trasandati di
quelli dei tridattilo. Esplora i margini e le vaste distese della
banchisa, scende raramente a sud della zona dei ghiacci. Si ciba
di pesce, escrementi di foca e di orso polare, carcasse
abbandonate e carogne. Raccoglie il cibo dalla superficie
dell'acqua sia posato sia in volo. Molto confidente, frequenta
assiduamente i campi base. E' attirato dai colpi d'arma da fuoco.
Ha le dimensioni di una gavina. Gli adulti sono bianchi, con
becco giallo sporco, dalla base bluastra. Gli immaturi, con
piccole macchie nere sulle parti superiori, hanno il becco più
scuro e la faccia "sporca". Le zampe, corte, sono sempre di
colore nero. Ali sono relativamente lunghe, il volo è leggero ed
elegante. La voce ricorda il maschio di fischione.
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Sterne
Le sterne appartengono alla
famiglia Sternidae, hanno una corporatura esile, le ali lunghe e
strette e la coda è forcuta. I becchi sono appuntiti e le zampe
sono piccole.
Mignattino
Il Mignattino (Chlidonias
niger cm 24) è una delle tre sterne di palustri, fuori del
periodo riproduttivo, si trova principalmente lungo le coste.
Raccoglie gli insetti acquatici di cui si nutre (anche piccoli
pesci e larve), dalla superficie dell'acqua, in volo aggraziato e
caccia anche gli insetti volanti. Spesso fa lo "spirito santo"
poco sopra la vegetazione acquatica. Non si tuffa spesso come le
sterne bianche. In molte one dell'Europa dell'Ovest è migratore
in primavera/autunno ed ha l'abitudine di tornare, ad anni
alterni, in numero inaspettato per un giorno o due. I "giorni del
mignattino" sono imprevedibili ed eccitanti per la moltitudine di
uccelli. Il piumaggio estivo è completamente scuro (grigio e
nero), a parte le copritrici inferiori di coda e ali, che sono
bianche. In abito invernale o giovanile, è distinguibile dal
mignattino alibianche per le macchie scure ai lati dei collo, le
ali leggermente più scure sopra e il sopraccoda solitamente
grigio (talvolta nei giovani è biancastro), come è interamente
grigia la coda. Il grigio del vertice è uniforme. I richiami più
comuni sono uno stridulo kai e un tranquillo klit. Nidifica in
colonie in paludi, vasche di colmata e risaie, anche su piante
acquatiche. Costruisce un rozzo
ammasso
di canne e vegetazione acquatica proprio sull'acqua presso la
vegetazione palustre. Li depone una sola covata costituita
prevalentemente di 3 uova (raro 2/4) che sono incubate da
entrambi i sessi, ma principalmente dalla femmina per 14/17
giorni. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori e volano
all'età di circa 3/4 settimane. Segnalato in diminuzione a causa
del deterioramento delle zone umide e alla distruzione degli
habitat.
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Mignattino alibianche
Il Mignattino alibianche (Chlidonias
leucopterus cm 24) nidifica in aree inondate del sud-est europeo.
In migrazione si vede lungo le coste. Ha un comportamento molto
simile al mignattino (sopra). In abito estivo, è diagnostico il
nero intenso del dorso e delle parti inferiori, insieme al bianco
candido della coda e alle copritrici alari superiori biancastre.
Il becco è poco più corto del mignattino, le ali sono più larghe
e la coda è più corta (nell'insieme leggermente più compatto).
L'abito invernale e giovanile sono privi di macchie scure ai lati
del collo, con ali leggermente più chiare sopra, groppone e
sopraccoda solitamente più chiari. Le timoniere esterne sono
biancastre. Nei giovani il grigio del vertice schiarisce
frontalmente; presentano un forte contrasto tra dorso nero e ali
e coda chiare. Abito invernale molto simile al piombato. La voce
è gracidante.
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Mignattino piombato
Il Mignattino piombato (Chlidonias
hybridus cm 25) si può vedere in migrazione sulle
coste marine, ha un volo inquieto e acrobatico a pelo dei canneti
e della vegetazione acquatica, per raccogliere insetti acquatici,
fa anche tuffi dall'alto. Da lontano il piumaggio appare
biancastro, come in una vera sterna. In piena luce la faccia
inferiore delle ali può sembrare nera per effetto dell'ombra
delle stesse. Corpo inferiormente grigio-fumo, tranne la coda. La
testa è bianca con cappuccio nero. In abito invernale è molto
simile all'Alibianche, è solo leggermente più grande, ha il becco
più lungo e massiccio, senza gradini nel nero del cappuccio. Nel
giovane la striscia bianca sulla nuca è sottile o interrotta ed è
presente una piccola incavatura bianca alla base del cappuccio,
che ricorda le altre due specie. Il dorso è vagamente bruno, le
penne
hanno un largo margine bianco (presto mutate nelle penne grigio
chiaro dei primo inverno). Le ali sono chiare come nel giovane di
sterna comune (prive di margine frontale scuro). Il groppone e il
sopraccoda sono biancastri, la coda grigio chiaro con sottile
striscia scura subterminale. Voce: un alto e breve kr:sk, da
Rallide. Nidifica in acquitrini del Sud Europa, in colonie
accumulando canne e altre sostanze vegetali sull'acqua e
ancorandole alla vegetazione acquatica. Depone generalmente 3
uova (raro 2/4) che sono incubate da entrambi i sessi ma
principalmente dalla femmina. I nidiacei sono allevati da
entrambi i genitori. Il mignattino piombato, come gli altri
congeneri, si nutre soprattutto d'insetti acquatici.
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Sterna scura
La
Sterna scura (Stema fuscata cm 40) nidifica in colonie
gigantesche su piccole isole oceaniche tropicali. Pesca molto al
largo. Non si tuffa, ghermisce il pesce volando al pelo
dell'acqua, è grande come un beccapesci, la coda è profondamente
forcuta. Sempre nero sopra (testa come il dorso) e bianco sotto.
La fronte è bianca fino all'occhio e gli immaturi sono quasi
interamente nerastri. E' molto loquace, la voce è aspra e nasale.
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Beccapesci
Il Beccapesci (Stema
sandvicensis cm 40) è il più erratico di tutte le sterne e
spesso ci si accorge della sua presenza per il richiamo, ma è
comunque difficile da scorgere a causa della forma affusolata e
del colore bianco. Pesca al largo, tuffandosi da altezze maggiori
delle altre sterne (evita la terraferma). Lo si riconosce per
l'aspetto generalmente chiaro, le ali lunghe e strette, la coda
corta, il volo deciso con colpi d'ala secchi e profondi; è più
grande delle sterne comuni. Sverna in Africa occidentale e fa
ritorno nei quartieri riproduttivi europei dalla fine di marzo in
avanti, prima delle altre sterne. Il becco è lungo e sottile,
nero con la punta gialla. Da posato si notano un accenno di
cresta e le zampe corte e nere. In abito invernale (spesso da
luglio) la fronte è bianca. (Nella Sterna zampenere è bianco
tutto il vertice, il becco è più corto e tozzo e l'ala è più
larga.). Nel giovane il becco è totalmente scuro e il bianco
sulla fronte è relativamente ridotto; dorso e copritrici alari
spruzzati di scuro. Nella tarda estate gli adulti pescano insieme
ai giovani, se ne distinguono per le remiganti distali grigio
scuro (in contrasto con le prossimali) e spesso per il differente
profilo alare, modificato dalla muta. Voce alta e penetrante, uno
stridulo kri-iek. Il richiamo dei giovani è un kii- più pulito e
squillante. Nidifica in
grosse
colonie localmente su isole costiere, dove i predatori terricoli
come le volpi e i surmolotti non li possono raggiungere. Depone
una sola covata, su coste sabbiose o sul terreno presso
l'acqua, costituita generalmente da 2 uova, talvolta 1 raramente
3, a intervalli di un paio di giorni. L'incubazione è effettuata
da entrambi i genitori con la deposizione del secondo uovo e dura
20/24 giorni circa. I nidiacei, semi nidifugi, sono allevati da
entrambi i genitori che li nutrono con pesciolini catturati con
spettacolari tuffi in mare. I giovani volano all'età di circa 35
giorni. Il beccapesci si nutre prevalentemente di pesci e
invertebrati (molluschi, anellídi).
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Sterna zampenere
La Sterna zampenere (Gelochelidon
nilotica cm 38) è meno marittima delle altre sterne e caccia
anche nell'entroterra, su paludi e pascoli costieri. La
principale caratteristica è il robusto becco nero (da gabbiano).
Il volo è pigro come nella maggiore, ma le ali sono molto lunghe,
strette e appuntite, come nel beccapesci. E' assente il contrasto
nelle remiganti ed è presente un distinto, sottile margine scuro,
inferiormente, lungo tutte le primarie. La coda è corta e
debolmente forcuta. Posata, le zampe sono nere e lunghe. Il
groppone e il sopraccoda sono grigio chiaro. In abito invernale
ha pochissimo nero dietro l'occhio (nel beccapesci anche sulla
nuca), la testa è pressoché interamente bianca. I giovani sono
come nel beccapesci, ma con più bianco sulla fronte, becco più
tozzo e diversa sagoma alare. La voce è distintiva, un nasale
keiuk; allarme, una serie di note nasali, quasi una risata,
kivii-kivii-kivii-kivií. I giovani chiedono cibo con un laconico
piuu. Nidifica in colonie, rara e localizzata nel Sud Europa e in
Danimarca, su paludi costiere e spiagge sabbiose. Il nido è
scavato nella sabbia o nella terra ed è rivestito di sostanze
vegetali. Depone una sola covata, costituita generalmente da 3
uova (raro 2/5) che sono incubate da entrambi i sessi per un
periodo di 22/23 giorni circa, con la deposizione dell'ultimo
uovo. I nidiacei, semi nidifugi, sono allevati da entrambi i
genitori e volano all'età di circa 4/5 settimane. La sterna
zampenere si nutre di pesci, granchi, piccoli mammiferi, uova e
piccoli uccelli, lucertole, rane, girini, invertebrati.
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Sterna maggiore
La Sterna maggiore (Sterna
caspia cm 53) si alimenta in particolare sui gruppi di
isole interne e sui laghi costieri (anche a decine di chilometri
nell'interno). Le popolazioni baltiche in parte migrano
attraverso il continente per raggiungere il Mediterraneo, sulla
strada dei quartieri di svernamento africani. Per pescare si
tuffa, ma non così a capofitto come il beccapesci. Ha tutte le
caratteristiche delle sterne ma le dimensioni di un gabbiano
reale. Grande becco rosso, visibilissimo anche da lontano. Altri
caratteri per il riconoscimento sono la voce, forte e profonda,
aspra come quella di un airone (kraa-ap), e il lento volo da
gabbiano. In volo la testa sembra molto massiccia e così anche il
lungo collo, la coda è corta e le zampe sono nere. Ali grigio
chiaro sopra, punta scura nella faccia inferiore. Nel giovane il
becco è più aranciato, con punta nera, testa marrone scuro
screziata di bianco (il marrone scende sulla guancia più del nero
negli adulti). Un leggero disegno a scaglie su dorso e ali, e
zampe chiare (il
miglior
carattere per determinare l'età negli uccelli posati). Si
riproduce in tutti i continenti eccetto Sud America e Antartide.
Nidifica principalmente sul Baltico, in grandi o piccole colonie
nei vari arcipelaghi, in depressioni del terreno, preferibilmente
tra la sabbia. Depone una sola covata, costituita generalmente da
2/3 uova (raro 1) che sono incubate da entrambi i sessi per un
periodo di 20/22 giorni. I nidiacei, semi nidifugi, sono allevati
da entrambi i genitori, dopo pochi giorni lasciano il nido e
volano all'età di 25/30 giorni circa. I giovani seguono i
genitori nei quartieri invernali e si possono vedere (e sentire)
supplicare per il cibo. La sterna maggiore si nutre
prevalentemente di pesci.
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Sterna Comune
La Sterna comune (Sterna
hirundo cm 35) è chiamata anche rondine di mare, è diffusa dalla
Gran Bretagna ai paesi meridionali d'Europa, nidifica in coppie
isolate o in piccole colonie su paludi costiere e isole, anche su
spiagge lacustri. La sterna comune a differenza della codalunga,
arriva a spingersi anche sulle zone urbanizzate dell'entroterra
se ci sono specchi d'acqua adatti. Si tuffa spesso per pescare.
E' molto simile alla sterna codalunga ma le timoniere esterne
sono più corte, le ali più larghe, il volo con battute più rigide
e veloci (comunque eleganti, soprattutto nei voli territoriali),
la testa è più grande (collo e becco più lunghi) e le zampe sono
più
lunghe.
Le primarie distali superiormente sono più scure delle
prossimali; i due grigi sono divisi come da una tacca sul bordo
posteriore dell'ala. Le ali da sotto sono meno trasparenti. Il
becco aranciato ha pressoché sempre la punta nera. Nei giovani,
le secondarie sono grigie con punta bianca e fronte dell'ala
grigio scuro. Il dorso di norma e chiaramente segnato dal margine
nerastro delle penne. Interno del becco aranciato (nero nella
codalunga). La voce è più profonda della codalunga: quando è
attiva, un secco kitt, un rapido kaíkaikaikai e anche un tipico
kirri-kirri-kirr... Segnala la presenza di umani con un kriii-ì;
contro i corvidi lancia un ktciai. Spostandosi in autunno vola
nei mari dell'Ovest dell'Africa. Le comuni sono più facilmente
avvistabili sui laghi continentali delle codalunga.
Nidificazione: pressoché come la codalunga (sotto).
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Sterna codalunga
La Sterna codalunga (Sterna
paradisaea cm 38) si tuffa meno volentieri della
comune e, rispetto a quest'ultima, ha le timoniere esterne più
lunghe, le ali più strette, il volo più pigro ed elastico, la
testa piccola (becco e collo corti) e le zampe molto corte. Il
grigio dell'ala è uniforme e le remiganti sono trasparenti in
controluce. Il becco è rosso sangue, di solito senza punta nera.
La gola ha una sfumatura grigiastra, separata dal cappuccio nero
da una larga banda bianca. Il giovane ha secondarie bianche,
fronte dell'ala non così scuro, sul dorso solo un accenno di
barratura e il becco interamente è scuro. La voce è simile alla
comune, più acuta nel corteggiamento, pii-pii-pii-pú, più aspra
nei battibecchi,
kt-kt-kt-krr-kt-kt. Allarma contro gli umani con un krii-arrr,
contro i corvidi, kffiu. Spostandosi a sud in autunno vola
direttamente in Antartico, al di là del Sud Africa, per cui si
dice che la codalunga trascorra maggior parte della sua vita alla
luce del sole, passando dall'estate artica all'estate antartica.
Nidifica in colonie su isole, sul terreno o sulle distese
sabbiose, sulle dune e altri ambienti costieri, purché vicini ad
acque limpide, anche piccoli laghetti montani. Depone una sola
covata costituita generalmente da 2 uova (raro 1/3) che sono
incubate da entrambi i sessi per un periodo di circa 20/22
giorni. I nidiacei, semi
nidifugi,
sono allevati da entrambi i genitori, nuotano a 2 giorni e volano
all'età di circa 20/22 giorni, ma continuano a essere alimentati
dai genitori per un certo periodo. Sia la codalunga e sia la
comune (sopra) sono aggressive sul nido e possono persino
tuffarsi per beccare sulla testa chi si avvicina troppo. Si nutre
di piccole prede che raccoglie dalla superficie,
prevalentemente pesci e invertebrati (molluschi, insetti) e
caccia gli insetti in volo.
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Sterna di Dougali
La Sterna di Dougali (Sterna
dougallii cm 38) e un nidificante raro lungo le coste europee
occidentali, spesso insieme alla comune e alla codalunga. Più
chiara di queste sopra, decisamente biancastra, in proporzione ha
le ali più corte e le timoniere esterne molto lunghe e candide.
Il becco lungo e nero, è rosso solo alla base. Le zampe sono più
lunghe che nella comune. Nel periodo riproduttivo la gola è
rosata (da vicino). In inverno il piumaggio è più bianco della
comune, con lo stesso disegno alare e le timoniere esterne
ridotte. I giovani hanno una piccola macchia bianca sulla fronte,
il dorso come nel giovane beccapesci, le primarie prive di punta
scura e le zampe nere. In volo somiglia al beccapesci, nonostante
la coda più lunga, il piumaggio più chiaro e la fronte più
accentuata. Tipica la voce, un delicato ciuuìk e un raspante
zraaaach.
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Fraticello
Il Fraticello (Sterna
albifrons cm 23) è la più piccola sterna europea, sicuramente più
veloce e guizzante delle eleganti ed aggraziate cugine più
grandi. Se confrontato con loro, i fraticelli sembrano ingranaggi
di un orologio; quando si tuffano per pescare, colpiscono l'acqua
(ripetutamente e in modo concitato) lanciando un piccolo schizzo,
ma raramente con sufficiente forza per immergersi. A volte si
tuffano dopo aver assunto la figura cosiddetta dello "spirito
santo" per meglio avvistare il pesce. Ha la fronte bianca in
tutti i piumaggi, il becco nero con la punta gialla (primavera,
estate) e le zampe gialle (sempre). La coda è corta, il volo è
veloce con colpi d'ala rapidi (ricorda il corriere grosso), molto
sfarfallato quando esplora la superficie dell'acqua. Il giovane è
riconoscibile innanzi tutto per la taglia. Sono uccelli molto
attivi e rumorosi; voce, un aspro e acuto prit-prit.
Nidifica all'estremità delle onde sulle spiagge, sia
sabbiose e sia
ciottolate (anche acque interne), al suolo, in buchette che i
fraticelli scavano premendo il petto sulla sabbia e ruotando su
se stessi per ottenere una piccola depressione a scodella. Le
loro uova possono essere spazzate via da una mareggiata data la
vicinanza del mare. La presenza minacciosa dei gabbiani reali,
pronti a predare le uova, o quella di un falco vicino, possono
mettere in allarme la colonia di fraticelli, che insorge compatta
contro l'intruso. Le persone, attraversando la zona dove essi
nidificano, possono calpestare le uova anche involontariamente,
dato il loro confondersi col terreno. Talora anche coloro che
praticano
il motocross lungo le spiagge possono danneggiare
irreparabilmente molti nidi. Spesso gli stessi bagnanti, che si
installano vicino alla colonia di fraticelli, possono impedire ai
genitori di covare o di proteggere i neonati per ore dai raggi
cocenti del sole, con conseguenze disastrose per la nidiata.
Nonostante il disturbo
che gli umani di frequente arrecano loro, questi uccelli
ritornano ogni anno dall'Africa sulle nostre spiagge per
nidificare. In autunno si spostano a sud, andando in Africa
in inverno. Depongono 1/3 uova che, come i nidiacei, si
mimetizzano bene col fondo sabbioso del litorale. Le uova si
schiudono dopo 18/22 giorni e il piccolo vola 19/20 giorni dopo.
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Alche
Le alche appartengono alla famiglia Alcidae, sono uccelli oceanici neri e bianchi, con code corte e
ali sottili, il volo è diretto, a pelo d'acqua, con battiti d'ali
rapidi e potenti. Sono uccelli silenziosi al di fuori della
riproduzione. Nidificano in popolose colonie su scogliere marine.
Le ali sono usate come pinne e la coda come timone per nuotare
sott'acqua. I piumaggi invernali ed estivi sono diversi. La
covata è di 1-2 uova e gli immaturi somigliano agli adulti.
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Gazza marina
La
Gazza marina (Alca torda cm 38) ha abitudini gregarie e
vive al largo, al di fuori del periodo riproduttivo. Il becco è
spesso e appiattito lateralmente, viene tenuto sollevato, come la
coda, durante il nuoto. Il collo è più tarchiato e corto
dell'uria. E' distinguibile a distanza dalla razza meridionale di
uria per il capo e il dorso nero lucido anziché bruni. Il
sottoala è bianco candido. Differisce dall'uria dell'Atlantico,
con dorso scuro, perché ha più bianco ai lati del groppone: il
posteriore è bianco con linea centrale nera. Inoltre tiene la
testa e la coda più alte e non appare ingobbita come le urie, i
piedi sono nascosti dalla coda. Nel volo dimostrativo inizia
improvvisamente a volare lentamente. Richiamo: un raspante arrr,
malinconico. Nidifica sulle scogliere in colonie, spesso miste ad
altre specie simili come l'uria (ma non così vaste), tra le
rocce, sugli scogli e anche tra i sassi sui lidi. Depone un solo
uovo (raro 2) tra i crepacci, nelle buche, sulle cengie rocciose
tra i sassi senza costruire il nido. L'incubazione è effettuata
da entrambi i sessi e dura per un periodo di 25/35 giorni. Il
nidiaceo è
allevato da entrambi i
genitori
e abbandona il nido a 12/15 giorni di età raggiungendo il mare
accompagnato da un adulto. La gazza marina si nutre di pesci,
crostacei, anellidi e molluschi.
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Uria
L'Uria (Uria aalge cm 40) ha un
corpo pesante, ali sottili, volo diretto con battiti rapidi e
vigorosi a pelo d'acqua, spesso molti individui in fila. Il becco
è piuttosto lungo e slanciato. Quando è posata si distingue dalla
gazza marina anche per il collo più lungo e snello e per la coda
più corta. La razza meridionale (Irlanda, Scozia meridionale e
più a sud) ha il dorso bruno-nerastro opaco, in piena luce sembra
bruno-grigio scuro, mentre la gazza marina ha il dorso nero
lucido. La razza settentrionale (Scozia e Nord Europa) è più
scura e più simile alla gazza marina. Alcuni individui, noti come
urie dalle redini, hanno un anello bianco perioculare e una linea
bianca dietro l'occhio che solca le guance. In volo il collo
è ritratto, appare più ingobbita rispetto alla gazza marina,
sembra avere la parte posteriore del corpo più grossa; piedi ben
visibili, meno bianco ai lati del groppone, sottoala non bianco
candido, ma con sfumature scure. In piumaggio invernale: il
bianco ai lati della testa si estende più in alto ed è diviso da
una striscia scura dietro l'occhio; i lati del corpo sono
striati. Richiamo: un rimbombante e-urrr, di tono un po' più
allegro di quello della gazza marina. Nidifica in popolose
colonie (migliaia di coppie) su cengie di pareti verticali lungo
le coste e su isole al largo. Depone una sola covata costituita
da un singolo uovo periforme direttamente sulla roccia.
L'incubazione, fatta da entrambi i genitori, dura circa 28/35
giorni e riconoscono l'uovo dall'aspetto, in mezzo alle migliaia
della colonia. I nidiacei sono accuditi dai genitori e
riconosciuti tra gli altri pillus dal richiamo, a 18/25 giorni
vanno in mare balzando dalla parete quasi tutti allo stesso
tempo, in poche sere di luglio, ancora incapaci di volare.
Vengono guidati in mare aperto dai maschi. Volano dopo
circa tre settimane. L'uria si nutre di pesci e invertebrati
marini (crostacei. anellidi, molluschi) che cattura, come la
gazza marina, in immersione.
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Uria di Brúnnich
L'Uria
di Brünnich (Uria lomvia cm 40) come l'Uria, nidifica in
popolose colonie su ripide
scogliere marine, ma ha una distribuzione più nordica. Si
distingue dall'Uria per il becco più corto e massiccio, con una
striscia biancastra laterale, e anche per i lati del corpo non
striati (l'uria ha sempre qualcosa di scuro sui fianchi).
Sottoala e ascellari chiari, dorso bruno scuro, quasi nerastro
come la gazza marina. In volo è distinguibile dalla gazza marina
e dall'uria per il corpo più compatto, gonfio; il dorso è
ingobbito anche più dell'uria, ha il becco rivolto un po' verso
il basso (nella gazza marina è diritto mentre nell'uria è
intermedio), più bianco ai lati del groppone, come l'uria; piedi
visibili. Da l'impressione di avere la porzione anteriore come
l'uria e il posteriore come la gazza marina. Nel piumaggio
invernale presenta mento e gola bianchi, ma il nero copre una
buona parte della guancia. Richiamo rimbombante e brusco.
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Gazza marina minore
La Gazza marina minore (Alle
alle cm 20) è estremamente abbondante nella regione artica, dove
nidifica in enormi colonie su versanti montani, non solo su
scogliere marine, ma anche nell'entroterra su nunatak (colline
isolate in ghiacciai), è segnalata anche in espansione verso il
Mare del Nord. Depone un solo uovo in una buca. E' una delle
specie più numerose del mondo. Vola intorno alle alture dei nidi
in sciami. Molto vocifera: trilli acuti e risate nasali risuonano
in eco in cori rimbombanti di kiirrrr, kihihihíhi. Vola ronzando
al largo, in stormi, in quota, pesca plancton e ritorna alle
colonie con volo ondulato a pelo d'acqua, con la tasca gulare
piena. Al di fuori della riproduzione vive al largo, ma
occasionalmente alcuni individui si possono vedere da terra. Dopo
violente tempeste si possono incontrare individui
nell'entroterra. Molto più piccola delle altre alche, ha le
dimensioni di un grosso storno. A distanza in volo un singolo
individuo si può confondere con il giovane del pulcinella di
mare. Battiti alari vibranti, sottoala scuro (nella gazza marina
bianco). Becco corto. In volo il collo sembra molto corto. In
acqua di solito nuota con il capo ritratto e sembra quasi senza
collo. Quando riposa fluttua come un sughero mettendo in evidenza
il bianco, ma quando pesca, tra un tuffo e l'altro, fluttua con
la linea di galleggiamento più bassa, tenendo la testa anche più
bassa della coda e con le ali che pescano in acqua.
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Uria nera
L'Uria nera (Cepphus grylle
cm 33) è un bell'uccello del nord che raramente si muove verso
sud, nidifica abbastanza comunemente, in coppie isolate o in
gruppetti, sotto a massi o su coste rocciose. Meno legata al mare
rispetto alle altre alche, vive tutto l'anno più vicino alla
costa. E' più piccola dell'uria. In estate, ha un
inconfondibile piumaggio nero con pannello alare bianco, in
inverno è macchiata di nero e bianco con lo stesso nero sulle
ali. In volo ha una vaga somiglianza con l
'orco
marino maschio, ma anche a grande distanza la confusione è
improbabile: l'uria nera appare sempre piuttosto diversa, con
corpo corto, fusiforme, ingobbito e battiti alari vibranti. I
piedi sono color rosso laccato. Ha un volo ronzante, sempre a
pelo d'acqua. Giovane più chiazzato di grigio, con del
grigio sparso anche sul pannello alare, abbondante in alcuni
individui. Gli individui di un anno possono essere tutti neri
(penne del corpo mutate, pannello non mutato). Nel periodo
dell'accoppiamento le urie nere stanno raggruppate ed emettono un
siip-siip-siip- da spioncello che si tramuta in un sottile ma
risuonante piips elettronico, quindi aprono il becco per mostrare
l'interno rosso. Sollevano anche le ali per mettere in evidenza
il pannello bianco.
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Pulcinella di mare
I
Pulcinella di mare (Fratercula arctica cm 30) sono i più
variopinti e favoriti da tutti, ma per vederli occorre andare
verso la costa a nord. Sono inconfondibili per il corpo ad
anfora, la testa grande e lo straordinario becco enorme,
compresso lateralmente, scanalato e dai colori vivacissimi. I
pulcinella sono spesso derubati dal labbo. Il becco ha una
caratteristica colorazione arancio, nera e gialla e gli strati
più esterni del becco sono persi nella tarda estate, così il
becco è più sottile nella livrea invernale. Anche l'immaturo ha
il becco più sottile. Le guance bianco-grigiastre si scuriscono
in inverno. Quando nuotano tengono il petto ben sollevato
sull'acqua rispetto alle altre alche, assumendo una
caratteristica silhouette. Si vedono di solito in stormi che
volano a pelo d'acqua e in file. In volo sono caratteristiche la
grande testa chiara, la taglia piccola e la coda corta. Il
sottoala è piuttosto scuro, ma un po' più chiaro della gazza
marina minore. Richiamo: solo al sito di nidifica zione, note
poco musicali, eeeh, grida e muggiti. In inverno si spostano al
largo, più di ogni altra alca, eccetto la gazza marina minore ed
è difficile vederli sulla terra ferma a meno che non vi siano
spinti da una tempesta. L primavera successiva tornano
improvvisamente a stormi di migliaia d'individui, ma aspettano
alcuni giorni prima di mettere piede a terra. Una volta a terra
ripuliscono le vecchie tane o ne scavano delle nuove dove
nidificare, in aree ricoperte dalla vegetazione. Alcune colonie
sono state abbandonate poiché
tutto il terreno soffice utilizzato per scavare le tane era
ridotto ad un colabrodo. Approfitta anche delle tane abbandonate
dai conigli o balle berte. Depone una sola covata costituita da
un solo uovo (raro 2) che è incubato prevalentemente dalla
femmina per 40/43 giorni. I nidiacei, nidicoli, restano sul posto
per 40 giorni, è nutrito finché non raggiungono il peso dei
genitori, dopodiché si spostano in mare all'età di 47/51 giorni.
Il nido è lasciato durante la notte, quando non corre il rischio
d'essere predato dai mugnaiacci.
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Bibliografia:
-
I chirotteri italiani, di Lorenzo Fornasari, Carlo Violani e
Bruno Zava.
-
Insettivori e piccoli roditori del Trentino, di Roberta Locatelli
e Paolo Paolucci, Collana naturalistica della Provincia Autonoma
di Trento, Servizio Parchi e Foreste Demaniali.
-
Uccelli d'Europa, di Bertel Brunn e Arthur Singer, casa editrice
Mondadori.
-
Guida Pratica all'Ornitologia, di Rb Hume e Peter Haiman, casa
editrice I.S.B.N.
-
Birdwatching, di A. Van Den Berg, T. Van Der Have, G. Keijl, D.
Mitchell, casa editrice DeAgostini.
-
Uccelli, di Gianfranco Bologna, casa editrice Mondadori.
-
La Caccia, di Kurt G. Blüchel, casa editrice Gribaudo Könemann.
-
Nuovo Atlante degli Uccelli Nidificanti in Provincia di Treviso,
a cura dell'Associazione Faunisti Veneti, curato da Francesco
Mezzavilla e Katia Bettiol.
-
Ali, di Giuseppe Frigo, Fabio Garbin, Paolo Spigariol, casa
editrice Magnus.
-
Atlante Ornitologico, di Ettore Arrigoni degli Oddi, casa
editrice Hoepli.
-
Gli Uccelli d'Europa, casa editrice Fratelli Melita.
Finito: giugno 2009. Migliorato e corretto: giugno 2010/ottobre
2010.