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Animali

Gli uccelli acquatici, per praticità, sono stati divisi in due pagine:

su questa pagina ci sono i caradriformi.

 

Indice:

 

Uccelli acquatici: caradriformi.

 

Limicoli, gabbiani e alche

 

Beccacce di mare ( Famiglia Ematopodidae )

Beccaccia di mare

 

Pivieri ( Famiglia Charadriidae )

Pavoncella

Pavoncella armata

Pavoncella gregaria

Pavoncella codabianca

Corriere grosso

Corriere piccolo

Fratino

Voltapietre

Piviere di Leschenault

Corriere della Mongolia

Corriere asiatico

Corriere americano

Pivieressa

Piviere dorato

Piviere del Pacifico

Piviere orientale

Piviere tortolino

 

Piovanelli e gambecchi ( Famiglia Scolopacidae )

Piovanello violetto

Piovanello

Piovanello pancianera

Gambecchio frullino

Piovanello maggiore

Piovanello tridattilo

Gambecchio

Gambecchio nano

 

Gambecchi e piro-piro accidentali ( Famiglia Scolopacidae )

Gambecchio americano

Gambecchio ditalunghe

Piro-piro semipalmato

Piovanello occidentale

Gambecchio collorosso

Piro-piro dorsobianco

Gambecchio di Baid

Piro-piro pettorossiccio

Piro-piro pettorossiccio minore

Piro-piro zampelunghe

Piro-piro pettorale

Piro-piro siberiano

 

Beccacce, beccaccini & c. ( Famiglia Scolopacidae )

Beccaccia

Croccolone

Beccaccino

Beccaccino siberiano

Frullino

 

Chiurli e pittime ( Famiglia Scolopacidae )

Chiurlo maggiore

Chiurlo piccolo

Chiurletto

Pittima reale

Pittima minore

 

Piro-piro e simili ( Famiglia Scolopacidae )

Piro-piro piccolo

Piro-piro macchiato

Piro-piro culbianco

Piro-piro solitario

Piro-piro boschereccio

Pantana

Totano zampegialle maggiore

Totano zampegialle minore

Albastrello

Piro-piro terek

Pettegola

Totano moro

Combattente

Piro-piro fulvo

Piro-piro codalunga

 

Avocette e cavalieri ( Famiglia Recurvirostridae )

Avocetta

Cavaliere d'Italia

 

Occhioni ( Famiglia Burhinidae )

Occhione

 

Corrioni e pernici di mare ( Famiglia Glareolidae )

Corrione biondo

Pernice di mare

Pernice di mare orientale

 

Falaropi ( Famiglia Scolopacidae )

Falaropo di Wilson

Falaropo beccolargo

Falaropo beccosottile

 

Stercorari ( Famiglia Stercorariidae )

Stercorario maggiore

Stercorario mezzano

Labbo

Labbo codalunga

 

Gabbiani ( Famiglia Laridae )

Gabbiano di Pallas

Gabbiano glauco

Gabbiano d'Islanda

Mugnaiaccio

Zafferano

Gabbiano reale

Gabbiano corso

Gavina americana

Gavina

Gabbiano corallino

Gabbiano roseo

Gabbiano comune

Gabbiano Bonaparte

Gabbino Sabine

Gabbiano tridattilo

Gabbianello
Gabbiano di Ross

Gabbiano sghignazzante

Gabbiano di Franklin

Gabbiano d'avorio

Sterne

Mignattino

Mignattino alibianche

Mignattino piombato

Sterna scura

Beccapesci

Sterna zampenere

Sterna maggiore

Sterna comune

Sterna codalunga

Sterna di Dougall

Fraticello

Alche

Gazza marina

Uria

Uria di Brünnich

Gazza marina minore

Uria nera

Pulcinella di mare

 

 

 

Limicoli, trampolieri di ripa, gabbiani e alche

Questi uccelli appartengono all'ordine dei Charadriformes, sono tutti più o meno legati agli ambienti acquatici.

I limicoli sono così definiti perché abituali frequentatori del limo, cioè di quelle zone fangose o sabbiose che, ammorbidite dall'acqua, permettono loro di conficcarvi il becco in cerca di cibo. La natura ha operato, su questi uccelli, una selezione distribuendo o togliendo centimetri sia sui becchi e sia sulle zampe, in modo da originare una sequenza incredibile di varianti. Ne risulta una mancanza di competizione tra le varie specie, che possono trovarsi fianco a fianco per poter sfruttare livelli alimentari leggermente diversi in uno stesso ambiente.
La Pettegola può raggiungere, grazie alle lunghe zampe, zone d'acqua più profonde di quelle che può raggiungere il Piovanello. Il grande Chiurlo raggiungerà il cibo, grazie al lungo becco, più in profondità di qualsiasi altro limicolo e soprattutto del piccolissimo Gambecchio. Questi ultimi due uccelli si pongono alle due estremità della scala di grandezza degli uccelli di ripa; basti pensare che il Chiurlo raggiunge i 56 centimetri mentre il Gambecchio ne misura appena 13 (quanto un passero). La piccola mole di quest'ultima specie costituisce un primo importante elemento di riconoscimento, utilizzabile proprio nel confronto immediato con le altre specie a cui spesso si associa.
Gli stormi di questi piccoli caradriformi creano coi loro voli uno tra gli spettacoli più belli che le barene possano offrire. Ogni singolo uccello perde la sua identità, assorbita nell'immagine del gruppo; gruppo che diviene protagonista assumendo una forma propria, plastica, inscindibile.
Questa forma si sposta compatta, a velocità incredibile, zigzagando in continui e repentini cambiamenti di rotta, sottolineati da variazione di colore: chiara quando gli uccelli sono visti di ventre, scura quando ruotano sul dorso. Un invisibile direttore d'orchestra sembra dare il tempo, dirigendo con precisione e fermezza ogni movimento.

 

Beccaccia di mare

La Beccaccia di mare (Haematopus ostralegus cm 43) nidifica su isole o pianure costiere, raramente nell'entroterra, cerca bivalvi sui litorali, ma si alimenta anche nelle campagne. Le beccacce di mare sono tipiche quando uno stormo muove verso un nuovo banco di sabbia spinte dalla marea che sale, sembrano versarsi, arrivano al suolo di corsa, quasi cadendo su se stesse in un chiassoso, ansioso rumore prima di sistemarsi. Se ne vanno per una o due ore e, quando la marea lo permette di nuovo, tornano a nutrirsi di molluschi ma non di cozze. Ogni Beccaccia si specializza su un tipo di preda, alcune preferiscono i granchi, altre i vermi, altre mitili o cuori di mare, col becco aprono le conchiglie facendo leva sulle valve. Massiccia e i solito rumorosa . Becco rosso e zampe rosa. Bianca e nera, nel piumaggio invernale e in qualche giovane è presente una sottile barra bianca sula gola. In migrazione forma stormi ad arco. Le ali incurvate danno colpi rapidi e poco profondi (come le oche). Nei voli di corteggiamento i colpi d'ala sono invece più lenti, come quelli dei pivieri. In primavera le Beccacce di mare si rincorrono con collo teso verso il basso e becco aperto, aggiungendo un trillo al richiamo usuale. Se allarmate, lanciano un breve, acuto bik. Spesso sulle paludi salmastre si riproducono in colonie affollatissime, contendendosi il partner ed il posto migliore per nidificare, se la colonia è molto numerosa questa operazione per guadagnarsi "l'alcova" può richiedere anni. Nidifica su rocce, sulla cima di spiagge sabbiose o in un appezzamento aperto di terreno erboso, ma sempre non lontano dalle distese sabbiose o fangose dove si nutre. Depositano sul suolo rivestito di sassi, conchiglie e stecchi, 3 uova ( raro 2/4) a puntini che sono incubate da entrambe i genitori. Talvolta scelgono posti strani come la parte superiore di un albero vuoto o un palo di una recinzione. Le uova si schiudono dopo 24/27 giorni, i nidiacei sono nidifughi e sono allevati da entrambe i genitori. restano nel nido 1 o 2 giorni e sono indipendenti a 34/37 giorni. I pulcini ricevono il cibo da entrambe i genitori, anche per un certo periodo dopo avere messo le piume. Un comportamento curioso e non ancora chiaro delle beccacce di mare è il cosiddetto "piping": gruppi di 2/3, fino a 10 individui, camminano, con i becchi rivolti al terreno, avanti e indietro, emettendo anche richiami curiosi.

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Pivieri

I pivieri appartengono alla famiglia Charadriidae, si possono distinguere da quasi tutti gli altri trampolieri per il becco corto. Sia sulla costa e sia all'interno, frugano nel fango e nella sabbia alla ricerca di vermi, larve e molluschi. Spesso sulla costa si vedono inclinare la testa e tendere il collo come se ascoltassero. Proteggono i piccoli dai predatori fingendo d'avere un'ala ferita ed attirandoli in questo modo lontano dal nido.

 

Pavoncella

La Pavoncella (Vanellus vanellus cm 30) nidifica in pianura, in zone umide e ambienti agricoli. Pochi uccelli sono tanto legati ai prati aperti ed erbosi come la Pavoncella. Tendenzialmente considerata comune in Europa, è in declino, anche vistoso, in talune parti dell'areale, è invece in aumento nell'Italia settentrionale, probabilmente a seguito dell'aumento delle monocolture o delle cave d'argilla. Talvolta pasturano anche negli aeroporti causando non pochi problemi. In inverno, negli stormi sui campi di terra arata si mescolano anche gabbiani, allodole e cornacchie. Tradizionalmente i gabbiani seguono i trattori che arano i campi, ebbene capita spesso che anche le pavoncelle si mescolino a loro e seguano l'aratro per ghermire gli invertebrati e le larve portate allo scoperto dal vomere. Ha una lunga cresta sottile e piumaggio con disegni bianchi e neri (con riflessi verdastri). Le ali sono larghe e arrotondate, in modo particolare nei maschi. Le femmine hanno macchiette bianche alla base dei becco e sulla gola. Nidificano presto. A volte forma stormi di centinaia di soggetti, a volte con pivieri dorati. Nei territori riproduttivi la pavoncella tenta di scacciare gli intrusi umani e i predatori naturali emettendo un eccitato uivi, ui-vi. Colpi d'ala lenti per un limicolo. Gli adulti abbandonano il nord durante l'estate. I rigori invernali del nord Europa fanno spostare le pavoncelle in grossi stormi verso climi più miti. Anche alcune gavine seguono questi grossi stormi confidando nell'alimentazione che riescono a "rubare" alle pavoncelle le quali, durante la migrazione, formano stormi relativamente disordinati. Le pavoncelle iniziano a nidificare già all'inizio della primavera, i voli nuziali del maschio sono molto spettacolari ed elaborati, con impennate improvvise accompagnate da grida, tuffi verso il terreno e tratti a zig-zag. Le femmine depositano una sola covata di 4 uova (raro 2/5), solitamente sulla terra spoglia, vicino all'erba corta dove i pulcini possono nascondersi e nutrirsi. L'incubazione ha inizio quando tutte le uova sono deposte, è effettuata da entrambi i genitori, maggiormente dalla femmina e dura per 24/29 giorni. I genitori non rientrano dai direttamente al nido ma prendono terra distante e poi lo raggiungono pedinando nascosti dall'erba. I pulcini sono nidifughi, sono allevati da entrambi i genitori e diventano indipendenti a 33 giorni. I pulcini sono di un colore mimetico che richiama l'erba secca, e diventano "invisibili" finché rimangono immobili sul terreno. A giugno i pulcini della prima covata si riuniscono nei campi con i soggetti che non si sono riprodotti per poi disperdersi in un ampio raggio. Una curiosità di questi animali è il comportamento di difesa del nido: se camminando per i campi, inavvertitamente vi avvicinate ad un nido di pavoncella, state pur certi che vi "attaccheranno" un gruppo con voli radenti e chiassosi per indirvi ad allontanarvi.

Nella foto in basso si vede una pavoncella che finge d'essere ferita per attirare l'agnello (scambiato per un nemico). In questo modo lo allontana dal nido o dai pulcini.

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Pavoncella armata

La Pavoncella armata (Hoplopterus spinosus cm 28) è un raro nidificante nel sud-est europeo. Frequenta paludi, spiagge sabbiose di laghi salati e campi irrigati. Ha il piumaggio bianco e nero. Riconoscibile dalla pavoncella gregaria per le secondarie nere e dalla pavoncella codabianca per la coda nera. Ha un accenno di cresta. Comportamento somigliante a quello della Pavoncella, ali simili, ma non altrettanto arrotondate,  ha due speroni/uncini sulle ali. Zampe grigio scuro, più lunghe. Il verso di allarme è un forte e veloce cri-cri-cri. Più aspro il richiamo nuziale che ricorda il canto dei rigogolo.

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Pavoncella gregaria

La Pavoncella gregaria (Chettusia gregaria cm 30) nidifica nelle steppe (in diminuzione). Raro accidentale nell'Europa dell'ovest. Da lontano sembra grigio-bruna, in volo è evidente il bianco sulle secondarie e sulla coda. Ha il vertice nero, sopracciglio bianco e striscia oculare scura. L'addome è nero e marrone in estate, bianco in inverno, le zampe sono nerastre. In volo è simile alla pavoncella, ma ha le ali meno arrotondate. I richiami ricordano degli aspri chiacchiericci, spesso trisillabici, anche un aspro chiocciare nervoso.

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Pavoncella codabianca

La Pavoncella codabianca (Chettusia leucura cm 28) è un accidentale proveniente dall'Asia occidentale, principalmente nel tardo autunno. Simile alla Pavoncella gregaria, ma con zampe più lunghe e gialle, capo e addome chiari. Differisce dalla Pavoncella armata per il colore delle lunghe zampe e della testa e per la coda bianca.

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Corriere grosso

Il Corriere grosso (Charadrius hiaticula cm 18) è un piccolo trampoliere abbastanza comune, ha un carattere vivace e nervoso. E' comune in migrazione, isolato o in piccoli stormi spesso mischiato a piovanelli pancianera (ha però ali più lunghe e colpi d'ala più secchi). Corre rapidissimo, è costantemente in movimento e alterna corsette a momenti di immobilità, in cui si china repentinamente a raccogliere qualcosa (modo tipico di alimentarsi dei piccoli caradridi).  Presenta sempre una barra alare bianca e le zampe chiare (di colore arancione brillante negli adulti). Il becco degli adulti è giallo-arancione con la punta nera, quello dei giovani è scuro, questo particolare lo rende immediatamente riconoscibile rispetto agli altri congeneri (fratino e corriere piccolo). Richiama con un morbido tuu-ip. Nei voli territoriali, ondeggianti, con colpi d'ala lenti e rigidi, emette un cantilenante tu-ui-tu-ui-tu-ui. Nidifica lungo le coste su spiagge sabbiose e ciottolose e radi prati dietro le dune, localmente anche nell'entroterra in brughiere o cave di ghiaia. E' costantemente all'erta per difendere nido e pulcini dai gabbiani o altri predatori. Per distrarre un eventuale predatore finge di essere ferito, attira su di se l'intruso, si fa seguire e lo allontana dal nido.

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Corriere piccolo

Il Corriere piccolo (Charadrius dubius cm 16) nidifica in modo sparso e localizzato sulle spiagge di sabbia e ghiaia delle acque dolci interne (raramente sulle coste) e in cave di argilla e ghiaia. Scarso anche durante la migrazione. Privo di barre alari, ha le zampe sempre chiare e il becco sempre scuro. Anello perioculare arancione molto evidente nel maschio, generalmente meno nella femmina, trascurabile nel giovane. Quest'ultimo differisce dal giovane di corriere grosso (oltre che per le ali) per la mancanza di bianco dietro e sopra l'occhio e per la sfumatura giallastra delle penne tra il vertice e la fronte. Anche il richiamo concorre al l'identificazione. Quando scappa, il volo è più nervoso di quello dei corriere grosso (piuttosto come nel piro-piro piccolo) ed è assente la barra alare bianca. Si alimenta di ragni, altri insetti e vermi. Camminando sul greto sassoso del Piave in una bella giornata primaverile, può capitare d'incontrare un uccellino dall'ala ferita che attrae la nostra compassione, ci avviciniamo per soccorrerlo ed egli s'allontana correndo, spontaneamente anche noi iniziamo a rincorrerlo nella convinzione di assolvere al dovere morale d'aiutare un uccellino in difficoltà ed all'improvviso, quello che sembrava un animale ferito vola via emettendo un richiamo di pericolo. Ecco quest'uccellino è il corriere piccolo. Sicuramente li vicino, tra i sassi, in una cavità del terreno ha deposto le uova, totalmente mimetizzate tra la ghiaia, ed egli, con questo trucco, ci ha allontanati dal nido. Un tempo, quando la miseria era di casa nelle campagne venete ed il bracconaggio per fame era diffuso, chi frequentava il Piave di notte per recuperare anguille, marcandole o altri pesci con cui integrare una dieta fatta di sola polenta, usava il corriere piccolo come sentinella d'allarme, poiché, nel silenzioso buio della notte, il suo richiamo avvisava dell'arrivo di altre persone. Oggi questo trucco è ancora utilizzato dalle guardie: per sapere se ci sono persone strane di notte in Piave basta ascoltare i corrieri, se tacciono vuol dire che va tutto bene.

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Fratino

Il Fratino (Charadrius alexandrinus cm 16) ritorna in primavera dall'Africa, assomiglia ai corrieri ma in volo evidenzia i lati della coda bianchi. In proporzione ha testa grossa e becco robusto. Anche da lontano è palesemente chiaro nelle parti superiori. Il collare è interrotto al centro della gola. Le zampe, sempre scure, sono tipiche della specie (nel giovane possono avere un tono marrone-grigiastro). E' presente una sottile barra alare. I disegni sul capo sono neri nel maschio che ha vertice rossiccio (visibile da vicino) con una piccola chiazza nera sulla fronte, marroni nella femmina. Il richiamo è un corto fischio, talvolta bisillabico, che può diventare ritmico (come nel piovanello pancianera). Nidifica in una leggera depressione del terreno, sotto le piante di lappolone o di ruchetta di mare, tra le dune costiere o sulla sabbia delle spiagge venete (Europa sud-orientale, oltre che sui laghi salini della steppa), tra i detriti delle conchiglie, anche in colonie miste con i fraticelli. Il nido è scarsamente rivestito con fuscelli e frammenti vegetali. Un paio di nidiate all'anno di 2, 3 o 4 uova incubate da entrambi gli adulti per 24 giorni. I nidiacei sono nidifughi, coperti di piumino "mimetico" e si procurano il cibo da soli sorvegliati ed accuditi ai genitori. Volano a 25 giorni d'età. Il Fratino si muove velocissimo, utilizza il trucco dell'ala ferita come altri caradriformi e non appena schiuse le uova, allontana dal nido immediatamente i gusci vuoti, per non attirare i predatori (gabbiani, corvi). Il cibo è costituito da insetti, vermi, molluschi e crostacei raccolti a terra.

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Voltapietre

Il Voltapietre (Arenaria interpres cm 23) è un uccello limicolo dell'alto Artico. Durante le migrazioni e in inverno si trova anche sulle coste, su banchi di sabbia, di fango e tra le alghe, di solito isolato o in gruppetti. Non è escluso che soggetti isolati gironzolino in estate ed in inverno ovunque vi siano rocce, alghe marine o conchiglie. Insolito nell'entroterra. Grande come un piovanello maggiore, è inconfondibilmente bianco e nero, screziato di marrone-rossiccio nel piumaggio estivo. Nella coppia osservata insieme, il maschio è più sgargiante. Il piumaggio invernale è più smorto, grigio-nero e biancastro. Il giovane somiglia all'adulto in abito invernale, ma il margine delle penne dorsali è distintamente chiaro e il petto è finemente picchiettato di marrone anziché nero-fumo. I gruppi (anche con piovanello violetto) sono rumorosi e litigiosi mentre si nutrono, ma solitamente docili nell'avvicinamento, se disturbati svolazzano via per riprendere terra non troppo lontano. Si alimenta sul bagnasciuga, frugando e girando con il becco ciottoli, alghe e conchiglie (da cui il nome volgare di voltapietre), ma si accontenta anche di pesci morti o altre carcasse. Si posa attento su rialzi rocciosi ed emette una serie di squillanti note di allarme. Il loro meraviglioso piumaggio d'accoppiamento si può vedere di ripasso a febbraio o di passo in tarda estate. Nidifica su coste rocciose e sulle pianure costiere dell'Artico, sul terreno tra la vegetazione, depone una sola covata di 3/4 (raro 5) uova, che sono incubate da entrambe i genitori ma prevalentemente dalla femmina, per 22/23 giorni. I nidiacei sono nidifughi ed allevati da entrambi i genitori.

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Piviere di Leschenault

Il Piviere di Leschenault (Charadrius leschenaultii cm 23) nidifica nel sud-ovest dell'Asia in deserti pietrosi e steppe argillose. Durante la migrazione e in inverno compare su coste marine sabbiose e in saline. Raro accidentale in Europa. Nel piumaggio estivo la gola è attraversata da una banda color ruggine, di larghezza variabile e talvolta con bordo nero, strisce nere sulla fronte e tra occhio e becco. La banda sulla gola della femmina è di colore meno intenso. Nel piumaggio invernale e in quello giovanile è simile al corriere della Mongolia e al corriere asiatico. E' più grande del Corriere della Mongolia, se ne distingue per il becco più lungo e massiccio (in proporzione più grande che nella pivieressa), la testa più grande, le zampe più lunghe (un po' sporgenti dalla coda in volo) oltre che più chiare e grigio-verdastre. Rispetto al corriere asiatico sono distintivi, oltre al becco, la parte inferiore delle ali bianca, le timoniere esterne candide, le evidenti barre alari bianche, il collare brunastro incompleto, il sopracciglio (chiaro) che dietro l'occhio è indistinto. Il richiamo usuale è un soffice trillo che può ricordare il voltapietre.

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Corriere della Mongolia

Il Corriere della Mongolia (Charadrius mongolus cm 20) è un raro accidentale in Europa dalle regioni alpine dell'Asia centrale e orientale. Simile alla specie precedente, ma più piccolo, ha becco più corto e tronco e zampe più corte, generalmente più scure. La parte inferiore delle ali e barra alare bianche, come il sottile margine esterno della coda. Nel piumaggio estivo presenta una larga banda color ruggine sul petto, guance e fronte nere (razza atrifrons dei Tibet) o con una piccola macchia bianca sopra al becco (razza mongolus della Siberia orientale). Nel piumaggio invernale e giovanile il petto è bianco con lati grigio-bruni (può ricordare il fratino) faccia e sopracciglio bianchi.

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Corriere asiatico

Il Corriere asiatico (Charadrius asiaticus cm 20) nidifica nelle steppe, appare nei quartieri invernali e, in migrazione, nella savana e in altri ambienti aperti. Accidentale molto raro nell'Europa occidentale. Ricorda il piviere tortolino. Nel piumaggio estivo il maschio presenta una larga banda ruggine sul petto, con bordi inferiori neri. Nella femmina la banda è grigio-bruna. In questo piumaggio, la distinzione dalle due specie precedenti include la testa più chiara (priva di strisce nere nella parte anteriore). Piumaggio invernale e giovanile molto simili alle specie affini; becco sottile, non corto, parte inferiore delle ali grigia, coda pressoché interamente grigia, barra alare accennata o assente, largo collare brunastro sempre completo, lungo e marcato sopracciglio bianco (anche dietro l'occhio).

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Corriere americano

Il Corriere americano (Charadrius vociferus cm 25) è un raro accidentale nell'Europa occidentale proveniente dal Nord America. Nidifica nelle zone coltivate, preferendo gli stessi ambienti scelti in Europa dalla pavoncella. Quando è a terra lo caratterizzano la doppia striscia pettorale nera e le dimensioni cospicue, in volo è riconoscibile dall'evidente barra alare bianca, la coda lunga, il groppone rossiccio.

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Pivieressa

La Pivieressa (Pluvialis squatarola cm 29) al contrario degli altri abitanti degli estuari, è in aumento negli ultimi anni, nidifica nella tundra artica, più a nord di tutti gli altri uccelli. In Europa nordoccidentale è' una visitatrice invernale comune sui litorali sabbiosi, fangosi e sugli gli arenili dove approfitta di vermi, crostacei e piccoli molluschi per nutrirsi (anche sostanze vegetali). Solitamente individui isolati o piccoli gruppi occupano piccoli territori per nutrirsi ma si concentrano quando sono spinti dall'alta marea e questa forma di alimentazione a "individuo per zona" è messa in crisi da prosciugamenti o edifici che riducono lo spazio a disposizione. Si incontra raramente nell'entroterra. Più variegata del piviere dorato in abito estivo: bianco sulla fronte e ai lati della gola, nero che dai fianchi sale sotto le ali. Femmina meno contrastata del maschio, giovani e adulti in eclisse sono di un grigio macchiettato con sfumature gialline (non dorate come il giovane di piviere dorato). In inverno vestono un abito grigio, privo di caratteri distintivi particolari ma è possibile identificarle grazie alla stazza massiccia, al becco piccolo ed al tipico modo di nutrirsi dei pivieri. In volo sono caratteristici la coda e il groppone bianchi e la barra alare chiara; le ascellari nere sono inconfondibili. Si possono avvistare assieme alla pettegola, pittime minori o piovanelli, ma raramente col piviere dorato. Il richiamo è un fischio trisillabico, con accento sull'ultima o sulla penultima: plii-uu-i. Nidifica sul terreno, depone una sola covata costituita generalmente da 4 uova (raro 3) che sono incubate da entrambi i genitori per circa 23 giorni. I nidiacei sono nidifughi e sono allevati da entrambi i genitori.

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Piviere dorato

Il Piviere dorato (Pluvialis apricaria cm 27) è piuttosto comune nelle lande, torbiere e acquitrini degli altipiani settentrionali, meno nella parte meridionale del suo areale. In migrazione e in inverno si trova soprattutto su campi arati e zone erbose aperte, talvolta su letti fangosi, di solito in gruppi compatti (anche molto numerosi) spesso insieme a pavoncelle. I primi stormi provenienti dalle regioni artiche arrivano in Europa (anche Italia) in agosto. Ha un volo rapido e potente, in stormi a V spuntata o linee lunghe. In inverno manca di nero nelle parti inferiori. Il giovane ha piumaggio tendente al giallo. E' presente una barra alare, ma groppone scuro, uniforme al dorso. Ascellari bianche. Le popolazioni del nord in abito estivo sono più contrastate e sgargianti delle meridionali. La voce è un triste fischio monotono, puu, talvolta ripetuto in due sillabe (nei voli territoriali, con ali rigide e lente), talvolta in frasi elaborate (nel volo normale). In alimentazione si comporta in modo particolare: se ne sta immobile ritto sulle zampe, poi inizia a correre e a becchettare il suolo, per rialzarsi e ritornare nella posizione eretta di partenza. Si nutre di invertebrati (vermi, insetti, molluschi, crostacei, ragni) e anche di sostanze vegetali. Agli stormi invernali si uniscono anche gabbiani che approfittano dei pivieri a cui rubano il cibo. Nidifica su terreno tra la vegetazione dove depone una sola covata costituita generalmente da 4 uova (raro 3), che sono incubate da entrambe i sessi, ma principalmente dalla femmina, per un periodo di 27/28 giorni circa. I nidiacei sono nidifughi, sono allevati da entrambe i sessi e diventano indipendenti a circa un mese.

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Piviere del Pacifico

Il Piviere del Pacifico (Pluvialis fulva cm 24) è raro accidentale dall'Asia artica e dall'Alaska. E' molto simile al piviere dorato ma leggermente più piccolo e snello, con zampe più lunghe e ali più strette. Gli adulti somigliano ai pivieri dorati settentrionali, con più bianco però su fianchi e sottocoda. Il giovane ha sempre distinte ascellari grigie e interno dell'ala grigio chiaro, non bianco. Barra alare indistinta, becco e zampe sottili. Molto simile al Piviere orientale (erano considerati in precedenza un'unica specie). Richiamo simile al triste fischio dei piviere dorato, con variazioni bitonali.

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Piviere orientale

Il Piviere orientale (Pluvialis dominica cm 26) è un accidentale molto raro che proviene dal Nord America. Come il precedente ha interno dell'ala grigio ma è poco più grande, e si distingue per le ali più lunghe e le zampe e il becco più corti. In abito estivo ha più nero sui fianchi (come la pivieressa) e nel sottocoda. Il giovane ha tono più grigio con dorso e vertice più scuri, non così spruzzati di macchie dorate, e addome screziato, meno bianco, spesso fronte e sopracciglio chiari sopra alla sottile striscia oculare scura (nel piviere dei Pacifico sopracciglio giallastro e macchia auricolare scura).

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Piviere tortolino

Il Piviere tortolino (Charadrius morínellus cm 23) nidifica in brughiere montane, con pietrisco e licheni, più in alto dei piviere dorato. In migrazione frequenta aree agricole e costiere. La femmina poco più grande e più marcata dei maschio, effettua il corteggiamento, il maschio, notoriamente confidente, cova. Le femmine volano intorno, emettendo un continuo puit, puit, puit... Nei giovani manca il nero sull'addome e l'arancio sul petto è pallido, hanno però le strisce bianche dietro il vertice e attraverso il petto; il dorso è ornato di giallo su sfondo marrone scuro. S'invola con un keerrr da piovanello pancianera. In Italia, vi è una popolazione sull'Appennino centrale.

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Piovanelli & Gambecchi

Piovanelli e gambecchi appartengono alla famiglia degli scolopacidi (Famiglia Scolopacidae), sono piccoli e tondi, hanno collo corto e zampe corte. Nidificano nell'Artico, con migrazione primaverile in aprile-maggio (ripasso), autunnale in luglio-ottobre (passo). Spesso si spostano lungo le coste in grandi stormi misti (che comprendono regolarmente corrieri grossi).
 

Piovanello violetto

Il Piovanello violetto (Calidris maritima cm 20) è nidificante scarso nei pianori montani del nord, nell'Artico fino al livello del mare o sulle colline della Scandinavia, fra arbusti e muschi. Le 4 uova che depone al suolo si schiudono dopo 21/22 giorni di cova ed i pulcini volano a 3 settimane di vita. E' un uccello specializzato legato ad un habitat e solitamente, fuori dalla stagione riproduttiva,  si fissa su rocce dove cerca i vermi e sulle masse attorcigliate di quercia marittima e alghe dove trova i crostacei, si serve anche di letti di cozze scoperti dalla marea, anche su pontili e frangiflutti e rimane "invisibile" finché non si muove, ma è comunque un uccello socievole e si lascia avvicinare con una certa facilità. Spesso si trova col voltapietre ma è meno colorato. Se un'onda lo sorprende mentre sta su uno scoglio ad alimentarsi, rimane sul posto lasciandosi sollevare dall'acqua per poi ricadere e tornare al suo posto come se nulla fosse accaduto. Il piovanello violetto non si vede mai su spiagge o distese di fango. In volo si riconosce per una stretta ma evidente barra alare bianca, presenta comunque una struttura più compatta degli altri trampolieri. Sverna in piccoli stormi su coste e isolette rocciose. Più grande del piovanello pancianera e più scuro degli altri piovanelli. Piumaggio invernale grigio-ardesia uniforme, con base del becco e zampe (corte) giallo-arancioni, ben visibili. In abito estivo ha toni grigio scuro e ruggine, con zampe marrone-grigiastre. Richiami: un forte e pieno kuit e un più basso kvit-it, kvit,- in riproduzione anche un ronzante trrui-trrui-trrui-... e un prolungato squittio come kevikevikvikvikvi.

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Piovanello

Il Piovanello (Calidris ferruginea cm 19) nidifica nella tundra siberiana, è poco comune, ma regolare nella migrazione a sud (soprattutto i giovani), misto a piovanelli pancianera e gambecchi. In primavera segue una rotta più orientale ed è raro nell'Europa occidentale.  Il piumaggio estivo è rossiccio (più scuro del maggiore), ma solo nella tundra: in maggio è ancora nascosto da margini bianchi e nella tarda estate faccia e collo hanno già mutato in un grigio-beige, solo petto e addome conservano il colore rosso. Gli immaturi somigliano a giovani pancianera appena più grandi e snelli: zampe più lunghe, becco più lungo e curvo, lati del collo e del petto chiari e solo leggermente macchiettati (sfumati di arancio), sopracciglio chiaro più marcato, dorso con disegno a scaglie. Il groppone è candido e lo distingue in volo negli stormi di pancianera, che hanno anche ali un poco più corte e volo meno deciso.

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Piovanello pancianera

Il Piovanello pancianera (Calidris alpina cm 18) é un piccolo trampoliere assiduamente presente su paludi costiere ed estuari d'Europa. Durante l'alta marea si riuniscono in grandi stormi per riposarsi, non appena l'alta marea si ritira corrono alla ricerca d'invertebrati (vermi, insetti, lumache, ecc.) nel fango che picchiettano col becco come delle cucitrici. Abbastanza comune anche nelle zone umide dell'entroterra. Migrazione a sud in grandi stormi serrati, lungo le pianure costiere;  In abito estivo addome nero, in inverno dorso di un grigio neutro e parti inferiori bianche, caratteristico il becco pronunciato e leggermente curvo (nella metà finale). Giovane più screziato (pressappoco come un gambecchio), riconoscibile per le macchie di colore grigio scuro sui fianchi. In settembre compaiono strisce di piumaggio invernale grigio sulle ali. Il richiamo è un fischio affannoso, krrii, ma gli stormi in alimentazione da vicino emettono un suono del tutto diverso, un ripetuto briii-brip, brip... Nei voli territoriali emette una serie di suoni raschiati, a velocità diverse. Nidifica sul terreno nelle torbiere e nelle paludi salmastre. Depone una sola covata di 4 uova (rari 2/6) che sono incubate da entrambe i sessi per un periodo di 21/22 giorni. I nidiacei sono nidifughi, sono allevati da entrambi i genitori, ma particolarmente dalla femmina. I pulcini diventano indipendenti a 25 giorni circa.

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Gambecchio frullino

Il Gambecchio frullino (Limicola falcinellus cm 16,5) nidifica negli acquitrini della Lapponia. E' raro sia nel passo autunnale che nel ripasso primaverile. E' timido e riservato, è come un immaturo di pancianera, ma è più piccolo e scuro. Ha sottili strisce lungo il dorso scuro, come nel beccaccino, ed ha anche più evidenti le strisce scure sulla testa. Sopracciglio bifido. Becco piuttosto lungo, piegato in giù vicino alla punta. Barra alare indistinta, coda e groppone come il pancianera. Nei giovani il margine delle copritrici superiori è più largo e chiaro; mancano la macchie a V lungo i fianchi. Piumaggio invernale come il pancianera, ma con più marrone sulle ali e area carpale scura, oltre al caratteristico sopracciglio. Fa un fischio ronzante più secco: brrriiit. Un verso ritmico nei voli territoriali. In volo emette anche un caratteristico tzit.

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Piovanello maggiore

Il Piovanello maggiore (Calidris canutus cm 25) è una specie artica, sverna su estuari sabbiosi o fangosi, talvolta in dense moltitudini o enormi stormi lo si può vedere esibirsi in ammirevoli giri, curve e improvvise picchiate e cadute. Occasionalmente si spinge a ricercare il cibo sulle spiagge ma predilige le distese fangose. In migrazione regolare passa in piccoli stormi lungo le coste (meno nell'entroterra), spesso con il pancianera. Grande come una pettegola, ma con tipico comportamento da Calidris; aspetto corpulento, non ha particolari caratteristiche distintive, è in sostanza un tozzo uccello opaco che però visto da vicino rivela d'essere un piccolo delicato uccello di guado. Becco piuttosto corto. Parti inferiori color rame nell'abito estivo. Piumaggio invernale grigio chiaro, con un sottile disegno a scaglie (margini delle penne bianchi e neri) e zampe verdastre. Giovani simili agli adulti in abito invernale, ma più scuri sul dorso, con "scaglie" più evidenti e petto giallastro, sostanzialmente più "belli" degli adulti. Groppone sempre grigio chiaro (vermicolato). Il richiamo è uno squittio nasale, uitt-itt, simile alla pittima minore. In riproduzione: kokluii, kokluii,... come un chiurlo sommesso. In tarda primavera i piovanelli in abito nuziale partono per la Groenlandia e lungo la strada dell'ovest Europa si fermano a "carburarsi" sulle coste scandinave prima del salto verso il nord Atlantico. Devono procedere con calma per attendere lo scioglimento delle nevi e poter poi sistemare il nido, frettolosamente, nella breve estate artica. Nidifica in depressioni o cavità del terreno tra i licheni. Depone generalmente 4 uova (raro 3), che sono incubate da entrambe i sessi per 20/25 giorni circa. I nidiacei sono nidifughi, allevati in prevalenza dal maschio e diventano indipendenti dopo circa 3 settimane. Si nutre d'invertebrati e di sostanze vegetali.

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Piovanello tridattilo

Il Piovanello tridattilo (Calidris alba cm 18) fa parte dei trampolieri con areale riproduttivo più settentrionale, fuori della stagione riproduttiva si può avvistare su qualsiasi litorale sabbioso (spiaggia) del mondo, spesso in stormi monospecifici. Segue le onde sul bagnasciuga con grande energia, correndo avanti e indietro senza sosta per cercare vermi e crostacei, disturbato dall'acqua schiumosa delle onde. In migrazione attraversa l'Europa occidentale (maggio, luglio-ottobre), fermandosi negli ambienti adatti. Un po' più grande e tozzo del pancianera. Piumaggio invernale più chiaro fra i pivanelli, con margine dell'ala scuro. Anche il giovane è bianco più di tutti gli altri Calidris, con il groppone però segnato di nero e marrone-giallastro. Tipica la stretta banda macchiettata tra l'ala e la testa. Becco diritto e relativamente corto, zampe nere con le caratteristiche 3 dita (è l'unico piovanello ad avere 3 dita). Larga banda alare bianca. Abito estivo ruggine, con addome bianco, assomiglia al gambecchio. in maggio le penne hanno ancora un margine chiaro, da cui risulta un aspetto grigio e disordinato. Richiamo, un conciso klit. Nidifica nel lontano nord del Circolo Artico in depressioni e cavità del terreno che ricopre con foglie secche ed altro materiale vegetale. Depone una sola covata di 4 uova (raro 3), che sono incubate da entrambi i genitori, ma principalmente dalla femmina, per 23/24 giorni. I nidiacei sono nidifughi, sono allevati da entrambi i genitori e sono indipendenti all'età di 3 settimane circa. I piovanelli tridattili si nutrono d'invertebrati (insetti, vermi, crostacei, molluschi).

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Gambecchio

Il Gambecchio (Calidris minuta cm 14) nidifica nelle tundre nord-orientali. Raro nella migrazione primaverile (ripasso), più comune in quella autunnale (passo) soprattutto giovani, su spiagge, banchi di fango, saline, anche nell'entroterra, di solito con i pancianera. Distinto per la taglia inferiore, il becco più corto, il modo di muoversi più frenetico. Il gambecchio nano ha dimensioni simili, ma aspetto e comportamento differenti. Il giovane gambecchio ha infatti parecchio bianco sul muso, è ruggine ai lati del petto e variegato sul dorso (nero e ruggine), con due strisce bianche longitudinali che formano una V. Ha zampe nerastre. Gli adulti sono più ruggine su testa e petto. Durante la migrazione autunnale sono sbiaditi: faccia e petto giallastri, scapolari con evidenti strie nerastre. La voce è un acuto tit. In riproduzione, un debole sibilante svii-svii-svii (da terra o in volo), che ricorda il beccaccino, e un gocciolante svirrr-r-r. Nidifica sul terreno in cavità o depressioni, depone 4 uova (raro 3), che sono incubate in prevalenza dalla femmina. I nidiacei sono nidifughi e sono allevati da entrambi i genitori. Si nutre d'invertebrati (insetti, vermi, molluschi) e semi.

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Gambecchio nano

Il Gambecchio nano (Calidris temminckii cm 135) disperso come nidificante sulle rive sabbiose di laghi e fiumi nelle zone montane del nord, soprattutto oltre il limite degli alberi. Non raro in entrambe le migrazioni, spesso posato in piccoli gruppi monospecifici, in siti meno esposti rispetto agli altri Calidris (come pozzanghere in zone agricole). Tranquillo e riservato, si muove un po' più rannicchiato del gambecchio, il corpo sembra più lungo. Il piumaggio marrone-grigiastro ricorda quello del piropiro piccolo. Zampe marroncine (nerastre nel gambecchio). Gli adulti hanno grosse chiazze sul dorso, assenti nei giovani. Diversamente dal gambecchio, s'invola verso l'alto e ha un volo più scomposto quando è fatto alzare, con colpi d'ala più secchi. La voce è un alto triii-i-i. In riproduzione il maschio svolazza con le ali molto alzate, a 5-10 m da terra, emettendo un rapido, cinguettante tititititi.

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Gambecchi e piro-piro accidentali

Sono uccelli rari e che solo occasionalmente arrivano in Europa provenienti dal Nord America o dall'Asia.
 

Gambecchio americano

Il Gambecchio americano (Calidris minutilla cm 13) è molto raro proveniente dal Nord America. E' piccolissimo e riconoscibile anche per il becco sottile, corto e uniformemente scuro (anche alla base); punta leggermente incurvata. Vertice e dorso scuri senza evidenti disegni a scaglie, ma con deboli linee chiare (talvolta a V sul dorso, come nel gambecchio nano. Zampe giallastre o verdastre. Macchia scura davanti all'occhio, sopracciglio con accenno di biforcazione. Barra alare presente, ma indistinta. Stessi ambienti dei gambecchio nano ma la voce è differente.

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Gambecchio ditalunge

Il Gambecchio ditalunghe (Calidris subminuta cm 13,5) è molto raro proveniente dall'Asia orientale. Piccolo ha zampe chiare, giallo-olivastre, come il nano e l'Americano. Ha tibia e dita molto lunghe che rendono l'andatura titubante. La base della mandibola inferiore può essere più chiara del resto del becco. Il bruno della fronte arriva fino al becco. La nuca è piuttosto chiara e contrasta con il ruggine del vertice, del dorso e delle terziarie.

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Piro-piro semipalmato

Il Piro-piro semipalmato (Calidris pusilla cm 14,5) è molto raro proveniente dal Nord America. E' simile e appena più grande del gambecchio, con becco ugualmente corto, ma più massiccio (alto alla base e slargato sulla punta). Ha macchie più scure sulle guance e di fronte agli occhi, il sopracciglio più chiaro e non distintamente bifido. Il dorso, meno ruggine che nel giovane gambecchio, manca della V bianca, ma ha piuttosto un disegno a scaglie. Nei giovani le scapolari non hanno le grandi macchie scure centrali del gambecchio: strisce scure lungo rachide e margine delle penne formano dei disegni ad ancora. I lati del petto sono giallastri, talvolta l'intero petto è color sabbia. Le zampe sono nerastre. Ha un accenno di palmatura alla base delle dita (come il piovanello occidentale). Voce, un breve e melodioso ciuurp.

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Piovanello occidentale

Il Piovanello occidentale (Calidris mauri cm 15) molto raro proveniente dal Nord America o dall'Asia orientale. Ha una dimensione tra il gambecchio e il gambecchio frullino. Le zampe sono nerastre. Come il semipalmato, ha un accenno di palmatura alla base delle dita. Il becco è generalmente più lungo e incurvato in punta (non sempre). L'ala è più corta e la testa è più massiccia. Il giovane ha colori più vivi, con scapolari superiori ruggine e talvolta nere, in contrasto con il resto dell'ala, chiaro. Faccia chiara, sottile e poco evidente la striscia scura tra l'occhio e il becco. In inverno è grigio chiaro, con nitide strisce sul capo e ai lati del petto.

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Gambecchio collorosso

Il Gambecchio collorosso (Calidris ruficollis cm 14) è molto raro proveniente dall'Asia orientale. Molto simile al gambecchio (taglia, colore delle zampe e aspetto generale), ma ha le zampe leggermente più corte, corporatura più esile e posizione generalmente più orizzontale. In abito estivo ha la faccia, la gola e la parte superiore del petto di una calda tonalità arancione, senza le strisce scure presenti nel gambecchio. Una rada serie di macchie scende sul petto parallelamente all'ala. In piumaggio invernale e giovanile è estremamente simile a quello del gambecchio e del piro-piro semipalmato. Il giovane ha terziarie e copritrici alari più chiare del gambecchio, senza le macchie sulle penne di quest'ultimo, lati del petto con deboli striature sottili. Ha anche un'indefinita V sul dorso.

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Piro-piro dorsobianco

Il Piro-piro dorsobianco (Calidris fuscicollis cm 18) è raro proveniente dal Nord America. Taglia e comportamento da pancianera, ma becco più corto e diritto (eccezionalmente con punta incurvata), barra alare indistinta, groppone bianco, corporatura più snella e ali chiaramente più lunghe (chiuse oltrepassano la coda). In abito invernale parti superiori grigie, abito estivo e giovanile marrone intenso, con margine delle penne chiaro e petto striato. Zampe grigio-verdastre (nerastre). Richiamo di volo, un basso, stridente tru-u.

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Gambecchio di Baird

Il Gambecchio di Baird (Calidris bairdii cm 17) è molto raro proveniente dal Nord America. Poco più piccolo dei pancianera, con becco diritto, più corto e sottile. Ali tipicamente lunghe (chiuse oltrepassano la coda), postura orizzontale e allungata. Le penne delle parti superiori hanno margini bianchi (giovani in autunno) o grigiastri (adulti), che formano un disegno a scaglie specialmente sulle scapolari. Guance e petto color sabbia, picchiettati di nero. Groppone scuro e barra alare indistinta. Zampe nerastre e dita corte.

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Piro-piro pettorossiccio

Il Piro-piro pettorossiccio (Limnodromus scolopaceus cm 30) arriva accidentalmete dal Nord America. Ha corporatura massiccia, con becco lungo, come il beccaccino, e zampe di media lunghezza. Ha una fitta barratura sul groppone e dorso bianco (come un totano moro). Le secondarie chiare. E' molto simile al pettorossiccio minore e quasi indistinguibile in piumaggio invernale (di solito è un poco più grande e ha becco più lungo). In estate le parti inferiori sono interamente rosso mattone, con una fitta barratura ai lati del collo e sui fianchi. In inverno ha sottili differenze nella barratura della coda (barre scure più larghe di quelle bianche). In piumaggio giovanile, oltre al becco leggermente più lungo, si distingue dal pettorossiccio minore per il tono più chiaro delle parti inferiori grigie, insieme alle terziarie uniformemente scure e alle grandi copritrici con un sottile margine chiaro. Il carattere distintivo più sicuro è ritenuto il richiamo, un sottile pru e un forte kirikiriki-ku. Emette anche un kiik come la beccaccia di mare, isolato o in serie. Gli erratici frequentano gli habitat dei beccaccini e le spiagge fangose.

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Piro-piro pettorossiccio minore

Il Piro-píro pettorossiccio minore (Limnodromus griseus cm 29) è molto raro proveniente dal Nord America. E' molto simile al pettorossiccio, ma di solito con dimensioni e becco leggermente più piccoli. La barratura scura sulla coda è più fine di quella bianca, o almeno equivalente. In estate ha il piumaggio arancione chiaro sulle parti superiori e bianchiccio sull'addome. Le parti inferiori sono meno chiazzate, spesso solo macchie sparse. In inverno sono distintivi soltanto la barratura della coda e la lunghezza dei becco. Rispetto al pettorossiccio, il piumaggio giovanile ha un tono più aranciato sulle parti inferiori, con terziarie e copritrici maggiori interne palesemente barrate. Il carattere più sicuro è il richiamo, un rapido biascicato tururu (non sempre trisillabico), vagamente simile a quello del voltapietre. Preferisce le spiagge sabbiose, ma si trova anche in ambienti tipici dei beccaccino.

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Piro-piro zampelunghe

Il Piro-piro zampelunghe (Micropalama himantopus cm 21,5) è molto raro proveniente dal Nord America. Ha zampe verdognole, piuttosto lunghe, il becco con punta all'ingiù, piumaggio estivo caratteristico, con parti inferiori interamente barrate e guancia ruggine. Il piumaggio invernale e giovanile sono distinti dal bianco del groppone che non si spinge fino alle scapole, parti inferiori chiare, non barrate. Comportamento simile alle due specie precedenti. Il richiamo è un basso e rauco fischio monosillabico.

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Piro-piro pettorale

il Piro-piro pettorale (Calidris melanotos cm 21) è accidentale raro, ma regolare, proveniente dal Nord America e dalla Siberia. Chiaramente più grande e con becco più corto dei piovanello pancianera. Quando è allarmato assume un portamento altero, con il collo allungato. Le parti superiori sono come nel gambecchio. Il petto è fortemente striato, su fondo marroncino, nettamente distinto dall'addome bianco. Il becco spesso ha la base pallida. Le ali sono piuttosto lunghe, con barra alare indistinta. Frequenta gli habitat dei beccaccini. S'invola anche come un beccaccino, con colpi d'ala più secchi. Il richiamo è un ricco drrip, come quello dei piovanello.

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Piro-piro siberiano

Il Piro-piro siberiano (Calidris acuminata cm 20) è molto raro proveniente dalla Siberia nord-orientale. Ha aspetto e comportamento simili a quelli del piro-piro pettorale, ma non c'è confine netto tra colorazione del petto e dell'addome. Nel piumaggio estivo il vertice è di vivido color ruggine, striato di scuro; presenta un distinto sopracciglio bianco e una striscia nera dietro l'occhio (testa più contrastata che nel pettorale). Il collo è striato, petto e fianchi hanno decorazioni a freccia su fondo giallastro; in inverno questo particolare è meno marcato. Nei giovani è presente solo una stretta zona striata, alla base del collo e sui lati del petto, su fondo color ocra. Il becco è scuro e le zampe sono giallastre. Voce: un soffice e metallico uúp.

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Beccacce & Beccaccini

Le beccacce ed i beccaccini appartengono alla famiglia delle Scolopacidae, vivono in paludi e in boschi umidi. Hanno le zampe corte ed i becchi molto lunghi.
 

Beccaccia

La Beccaccia (Scolopax rusticola cm 36) è comune in boschi umidi con aree aperte, ha abitudini prevalentemente crepuscolari, sceglie piantagioni di vecchie conifere, foreste di pini, umidi boschi di querce con molto sottobosco e sicomori con una spessa distesa di foglie cadute, piene di vermi succosi. E' unanimemente riconosciuta come la "regina del bosco", è uno dei pochi uccelli in grado di "scomparire" tra le foglie secche del sottobosco grazie ai suoi colori estremamente mimetici. Ha le dimensioni di un colombo, posata sembra rotonda e con le zampe corte come una pernice. S'invola con un leggero frullare d'ali. La si intravede come qualcosa di brunastro tra gli alberi. Migra di notte. In primavera, inizio estate, è il periodo migliore per vedere i maschi perché compiono dei voli territoriali all'alba e al crepuscolo, immediatamente sopra agli alberi, con colpi d'ala lenti, ma volo veloce col becco tenuto all'ingiù, con bassi gracidii che terminano in un secco piss-p. Il lungo becco guarda obliquamente in giù ed è utilizzato per cercare, al tramonto, tra le foglie marciscenti, i lombrichi di cui si nutre (anche larve, molluschi, crostacei e sostanze vegetali come semi, radici ed erbe). I maschi limitrofi spesso si inseguono a vicenda con dei secchi plip, plip-plip. La beccaccia preferisce stare sul terreno e difficilmente si posa sugli alberi. Nidifica sul terreno in depressioni tra la vegetazione, depone due covate di 4 uova (raro 3/5, ma nella seconda covata di solito 3) che sono incubate dalla femmina per un periodo di circa 23 giorni. I nidiacei sono nidifughi, sono allevati dalla femmina, possono già volare dopo 10 giorni dalla schiusa ma diventano indipendenti a 5/6 settimane di vita. La femmina, se disturbata quando ha i piccoli, vola via con il posteriore molto abbassato, emettendo strilli come quelli di una ghiandaia. In volo può trasportare un pulcino tra le zampe per allontanarli da un predatore. In Italia è un migratore regolare ed un nidificante. E' una preda molto ambita dai cacciatori che utilizzano cani appositamente addestrati alla beccaccia e fucili a canna cilindrica con cartucce dispersanti, in modo da avere una rosata massima a breve distanza, poiché la beccaccia s'invola all'ultimo momento e lo sparo è "istintivo", senza cioè il tempo di mirare. E' vietata la caccia all'aspetto alla beccaccia. Le beccacce possono svernare anche nei parchi cittadini (ad es. parco dello Storga a Treviso) quando vi è una sufficiente copertura d'alberi e arbusti ed un sottobosco ricco di foglie secche, ovviamente "vederle" è un altro discorso.

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Croccolone

Il Croccolone (Gallinago media cm 29) è raro nidificante nei terreni umidi delle pendici montane, vicino al limite degli alberi nel nord, a quote più basse a est. E' molto diminuito. Arriva in maggio, riparte in agosto-settembre ed in migrazione sosta su terreni più asciutti rispetto al beccaccino. Fugge da 4-6 m, spesso con aspri ecc-ecc-ecc. Volo diritto e composto, con colpi d'ala secchi, non sale in verticale e scende presto. E' più, corpulento del beccaccino, ha più bianco sulle timoniere esterne, in volo, ha anche profilo più disteso, becco poco più corto e barratura addominale estesa. Le barre alari sono evidenti (anche lungo la punta delle copritrici primarie, al contrario dei beccaccino), ma assolutamente assenti sul margine dell'ala. Nelle prime notti estive compie parate in gruppo, eretto sul terreno, emettendo una serie di gorgoglii e schiocchi (ricorda vagamente un motore di barca) su un ronzio di fondo udibile a 300 m.

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Beccaccino

Il Beccaccino (Gallinago gallinago cm 25) è comune in ambienti palustri, marcite e risaie, si può trovare anche su campi bagnali, in scoli e fossi di campagna dove percorre il bordo dell'acqua alla ricerca d'insetti. Durante il giorno i beccaccini rimangono nascosti per uscire allo scoperto a caccia di nutrimento soprattutto al crepuscolo e di notte. Sondano il terreno col loro lungo becco e localizzano il cibo al tatto. Quando il beccaccino è disturbato scappa da 10-15 m., si dirige subito verso l'alto, con alcune note raschianti, ali mosse violentemente e caratteristico volo a zig-zag, poi si alza con rapidi colpi d'ala che lo fanno ondeggiare con l becco puntato verso il basso. Addome e margine posteriore dell'ala bianchi. Sale in alto e si posa ben lontano. Spesso si posa su paletti ed emette una sorta di forte ticchettio. In primavera i maschi si cimentano in spettacolari voli nuziali: levandosi ad un'altezza di una cinquantina di metri emettono monotoni e ripetuti "cic-ka" e descrivono traiettorie ondeggianti, poi si fermano per gettarsi in discesa verticale con la coda aperta a ventaglio. Le timoniere esterne, durante la picchiata, vibrano e producono un caratteristico suono vibrante detto "belato" (provocato dall'aria diretta dalle ali contro le timoniere esterne allargate). Compie anche voli silenziosi a minori altezze, interrotti da repentine capriole. Un tempo era segnalato come nidificante in Italia, le ultime uova sono state trovate a Varese nel 1977. Nidifica regolarmente in Europa settentrionale e sverna nella nostra penisola. Depone una covata (raro 2) di 4 uova (raro 3) che sono incubate dalla femmina per 19/20 giorni. Si nutre d'invertebrati (vermi, insetti, larve, molluschi e crostacei) nonché di sostanze vegetali. Vietata la caccia da appostamento al beccaccino.

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Beccaccino siberiano

Il Beccaccino siberiano (Gallinago stenura cm 25) nidifica nella Russia più orientale. E' molto simile al beccaccino, ma ha l'interno dell'ala più scuro, senza bianco sul margine alare e con una sottile banda in corrispondenza delle copritrici.
 

Frullino

Il Frullino (Lymnocryptes minimus cm 20) vive nelle vaste distese acquitrinose della Lapponia e localmente nell'estremo nord. In migrazione si trova su paludi fitte di vegetazione, in inverno anche in ambienti più asciutti. E' restio ad alzarsi in volo all'avvicinarsi di un nemico e scappa a un metro di distanza. Ha un volo relativamente frullato, non così nervoso come quello del beccaccino. E più piccolo, nell'involo ha il collo più eretto e coda appuntita, becco decisamente più corto e torna al suolo rapidamente ed a breve distaza. E' silenzioso (può emettere un quieto kecc).  Evidenti strisce sul dorso, assente la striscia che attraversa il vertice nelle altre specie. Voli territoriali nelle luminose notti lapponi, ondulati, con tuffi in cui produce un suono di cavalli al galoppo. La femmina emette un gracidio: kerr.

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Chiurli e pittime

Chiurli e pittime appartengono alla famiglia delle scolopacidae, due generi: Numenius e Limosa. Sono grandi, con becco e zampe lunghi. I chiurli sono marroncini, hanno becchi ricurvi all'ingiù. Le pittime sono rossastre in primavera e grigie in inverno, hanno il becco diritto o leggermente all'insù. I sessi sono simili.
 

Chiurlo maggiore

Il Chiurlo maggiore (Numenius arquata cm 56) è il più grande limicolo europeo, è nidificante comune su grandi dune costiere, brughiere, zone agricole, paludi aperte. In migrazione e in inverno si trova su litorali sabbiosi, fangosi e campi costieri. Dimensioni di una gavina. Il becco molto lungo, esile e piegato in giù (nella femmina più lungo che nel maschio, nel giovane relativamente corto). Di colore marrone chiaro, uniformemente macchiettato, con groppone bianco, cuneiforme. I disegni sul capo, così evidenti nel Chiurlo piccolo, sono appena intuibili nel chiurlo maggiore. Volo territoriale diritto verso l'alto (in silenzio), seguito da planate accompagnate da malinconici uu-ùp, uu-ùp,... che gradualmente si trasformano in trillo ritmico e fluttuante. Forte richiamo di allarme. kìuvuvu. Colpi d'ala tranquilli, collo retratto; da lontano, in volo, ricorda un gabbiano. La voce è un fischio musicale: kuur-Iii; in migrazione emette un più impaziente kívi-kivi-kù. Nidifica sul terreno in zone umide ed erbose. Non nidifica in Italia, ma è possibile vederlo in migrazione, in inverno, mentre fa sosta negli estuari o sulle distese fangose. Depone una sola covata costituita da 4 uova (raro 3/5) che sono incubate da entrambi i genitori, ma prevalentemente dalla femmina, per un periodo di 26/30 giorni. I nidiacei sono nidifughi, sono allevati da entrambi i sessi, e volano all'età di 5/6 settimane circa. Quando si è nelle vicinanze di una coppia, è possibile notare immediatamente il maschio che plana verso il basso con le ali arcuate mentre sorvola il proprio territorio. Si nutre d'invertebrati e sostanze vegetali (bacche, semi, grano), è ghiotto di vermi policheti che individua al tatto ed estrae abilmente dal fango col lungo becco ricurvo, mentre i granchi preferisce cacciarli a vista ed ingoiarli interi.

Lungo la costa adriatica vi sono parchi o osservatori attrezzati dove in inverno si possono vedere molti uccelli e tra questi anche il chiurlo. Per citarne uno tra tutti: Isola della Cona, alla foce dell'Isonzo.

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Chiurlo piccolo

Il Chiurlo piccolo (Numenius phaeopus cm 40) nidifica nelle regioni montuose, in brughiere artiche, tundra e pantani ricchi di arbusti, più comune nell'estremo nord. A differenza del maggiore non sverna in Italia e lo si può vedere solo di passo mentre vola verso l'Africa occidentale. Frequenta litorali fangosi e rocciosi, campi, brughiere, dove col becco ricurvo cerca vermi marini tra il fango, la torba e sotto i cespugli (mangia anche bacche) spesso mischiato al maggiore e ad altri limicoli. Più piccolo, ha colpi d'ala più rapidi, becco più corto, strisce marroni e strisce chiare sul capo. Il richiamo è uno stridulo nitrito: puhuhuhuhuhuhu. I richiami territoriali iniziano come nel maggiore, ma anch'essi si rompono in un nitrito regolare (non fluttuante). Come il maggiore depone quattro uova al suolo che si schiudono dopo 27/29 giorni di cova. I pulcini volano dopo 35/40 giorni.

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Chiurletto

Il Chiurlottello (Numenius tenuirostris cm 40) è nidificante scarso nelle steppe umide della Siberia occidentale. Rarissimo accidentale nell'ovest dell'Europa. Il colore è come quello del maggiore, la taglia del piccolo ma con becco più sottile. Più chiaro sulla coda e sulle secondarie, con chiazzatura del piumaggio più palese; macchie cuoriformi sui fianchi (assenti nei giovani). Voce come il maggiore ma di tono più alto.
 

Pittima reale

La Pittima reale (Limosa limosa crn 40) in Italia è un uccello di passo, tra i primi a transitare, parzialmente svernante. Negli stormi di trampolieri spicca per il lungo becco diritto e per le zampe nere. In migrazione, in autunno e inverno, si trova lungo le coste e gli estuari riparati e con fango soffice e talvolta nell'interno, a sud-ovest dell'Inghilterra, in Irlanda ed in Francia. Nervosa e rumorosa. Ha un volo rapido ed energico, in primavera ha un volo rullante ed ondulante e mostra ampi lampi bianchi delle ali e della coda. Becco lungo e sottile, larghe barre alari bianche, base della coda bianca (sopra). La femmina è meno rossa. In inverno entrambi i sessi sono grigi sopra e chiari sotto. Il giovane è giallastro su collo e petto, più che nella minore; è anche privo di strisce sul collo e ha becco più chiaro. In estate ha una colorazione aranciata su testa, collo e pettorina, vivacizzata da fitte barrature bruno scure sui fianchi. Tutti i richiami sono nasali, stridenti e ripetuti nervosamente: kiuiuì, tu- tui- ttu e simili. Nidifica nei Paesi Bassi e più a Nord, alcune anche in Inghilterra e Islanda (segnalato come raro nidificante nel Vercellese e nelle Valli di Comacchio). Il maschio compie una spettacolare parata nuziale e di corteggiamento: si tuffa a incredibili velocità nell'acqua emettendo un forte suono, oltre al tiu-i-tiu, anche un ripetuto crui-ta. Nidifica sul terreno in campi erbosi e prati acquitrinosi. Depone una sola covata annuale nell'erba corta, costituita generalmente da 4 uova (raro 3/5) che sono deposte ad intervalli di 1-2 giorni. L'incubazione è affidata ad entrambe i genitori ed inizia dopo la deposizione dell'ultimo uovo. La cova dura 22/24 giorni, i nidiacei sono nidicoli e sono allevati da entrambe i genitori. Volano a circa 4 settimane di età. La pittima reale si nutre d'invertebrati (insetti, crostacei, molluschi e vermi), di pesci, girini e sostanze vegetali. Una caratteristica della pittima reale, durante la tappa qui da noi, prima di risalire a nord, è la vorticosa frenesia con cui sonda il fango alla ricerca di cibo, infila di continuo il becco, si sposta, ritorna e riprova senza sosta. E' spinta dalla spasmodica necessità di recuperare energie dopo il volo dall'Africa e rimettersi in forze per ripartire.

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Pittima minore

La Pittima minore (Limosa lapponica cm 38) è un uccello del lontano Nord. Nidifica all'interno del circolo polare artico, nella tundra. Poiché la neve si scioglie molto tardi, non è possibile vederla sugli estuari europei prima di aprile/magio (anche in grossi stormi); in autunno-inverno, in piccoli stormi in baie riparate. Rara nell'interno. In estate il maschio è interamente ruggine sotto, la femmina è giallastra, più grande e con becco più lungo. Gli immaturi e gli adulti in inverno presentano disegni simili a quelli del chiurlo maggiore. Becco non così lungo come la reale, più nettamente volto all'insù. Gran cuneo bianco dalla coda al dorso, coda sottilmente barrata di scuro. Nessuna barra alare, voce nasale e stridente, in migrazione ke-ke, in riproduzione strascicate o ripetute serie di kiue-kiue.

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Piro piro e simili

Piro piro e simili appartengono alla famiglia Scolopacidae, hanno taglia media, sono snelli, con becchi piuttosto lunghi e zampe lunghe. Spesso sono identificati dalla voce.
 

Piro-piro piccolo

Il Piro-piro piccolo (Actitis hypoleucos cm 20) è possibile incontrarlo casualmente ovunque vi sia un habitat umido, ma preferisce spiagge sabbiose e sassose, povere di vegetazione e preferibilmente fluviali. In genere nidifica vicino a laghi, fiumi, ruscelli e su isole. Effettua una migrazione dispersa, sia sulle coste sia nell'entroterra. Tiene una caratteristica postura orizzontale rannicchiata, muovendo continuamente il posteriore su e giù. Il volo è tipico: sul pelo dell'acqua con colpi d'ala accennati, rapidi, e brevi planate su ali rigide piegate indietro e in basso. E' marroncino sopra con barre alari bianche, bianco sotto, con petto come il dorso. Riluttante a lasciare l'acqua, si può sentire, alto, nell'entroterra in migrazione notturna. E' di indole solitaria, anche in migrazione passa in piccoli gruppi quasi mai associati ad altri limicoli. Alcuni individui trascorrono l'inverno nell'emisfero settentrionale, Italia compresa, ma gran parte della popolazione europea migra nella parte meridionale dell'Africa e durante la migrazione si fermano un giorno o due presso qualsiasi lago o pozza d'acqua. La voce è un alto ii-di-di. Richiamo territoriale più continuo e ritmico. Allarme: iip-iip. Nei voli nuziali, il maschio descrive rapidi cerchi con vibrati battiti d'ala poco profondi. Nidifica sul terreno, tra la vegetazione, depone una covata costituita generalmente da 4 uova (o 3, raro5) che sono incubate da entrambe i sessi per 20/23 giorni. I nidiacei sono nidifughi, allevati da entrambi i genitori possono cominciare a volare a 2/3 settimane di vita e sono indipendenti a circa 4 settimane. Il piro piro piccolo si nutre d'invertebrati ed in alimentazione si sposta lentamente ma sempre muovendo nervosamente la coda su e giù.

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Piro -piro macchiato

Il Piro-piro macchiato (Actitis macularia cm 19) è accidentale proveniente dal Nord America. In inverno è simile al piccolo (sopra), ma la barratura delle copritrici alari è più evidente, quella del dorso meno. La barra alare è più corta, le zampe sono gialle (grigiastre in alcuni giovani), le parti inferiori più bianche e la coda è più corta. In abito estivo è riconoscibile per le grosse macchie sulle parti inferiori e dal becco che è giallo alla base. Il verso simile al piccolo, ma più corto e basso, in salita: piit-untuiit; Può produrre un verso monosillabico, pviit che lo distingue.

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Piro-piro culbianco

Il Piro-piro culbianco (Tringa ochropus cm 23) nidifica nel lontano Nord Europa e sverna in Africa, ad eccezione d'alcuni soggetti che svernano nel nostro continente vicino a piccole pozze o ruscelli. E' diffuso, ma mai abbondante, in foreste isolate con piccole aree umide. Arriva presto, con il disgelo, e la femmina riparte già in giugno. Migra isolato o in piccoli gruppetti di 2-3 individui ed è più facile vederlo in autunno dato che i giovani si muovono lentamente verso sud, fermandosi a riposare e nutrirsi per lunghi periodi. Sosta vicino a laghetti, ruscelli, canali, su letti di crescione (raramente in cariceti umidi e solo sui margini). Somiglia al boschereccio (sotto), ma è un po' più grande e con ala più larga; presenta più contrasto tra il marrone e il bianco del piumaggio. Il dorso è più scuro (con macchie chiare molto piccole) e codrione candido, parti inferiori bianche, ben separate dal petto chiazzato. L'interno dell'ala è molto scuro, le zampe sono grigio-verdastre, non lunghe come nel boschereccio (in volo i piedi sporgono appena dalla coda e finiscono come tagliati, non a punta). Come altri piro-piro, ma in maniera ancora più accentuata, ha movimenti sobbalzanti e ondulanti del corpo. La voce è un sottile, ma squillante tluit-uit-uit. Il richiamo territoriale comprende una cascata di note fluide, intercalate dal richiamo di allarme: tit-tit-tit-tit. Usa i vecchi nidi dei turdidi o piccioni e vi depone mediamente 4 uova che si schiudono dopo 22 giorni.

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Piro-piro solitario

Il Piro-piro solitario (Tringa solitaria cm 21) è accidentale proveniente dal Nord America. Simile al culbianco (sopra) ma con le ali più lunghe ma senza le barre alari, il groppone ed il centro della coda sono scuri. L'anello perioculare è bianco. Emette un fischio bi-o trisillabico, come nel piro-piro piccolo (sopra).
 

Piro-piro boschereccio

Il Piro-piro boschereccio (Tringa glareola cm 22) è abbastanza comune nelle paludi a carici del nord, anche nei boschi montani di betulle. Nidifica nel lontano Nord Europa in cespi erbosi e solo raramente in vecchi nidi di tordo come fa il culbianco (sopra) e sverna in Africa. Inizia a migrare occasionalmente in aprile-maggio e più comunemente in luglio, su paludi estese, isolato o in piccoli gruppi. Non è solitario come il piro-piro culbianco, che da vicino è molto simile. Sia il boschereccio che il culbianco hanno le dimensioni di un merlo, ma il boschereccio ha dorso più chiaro ed è più macchiettato; il groppone non è così candido e la chiazzatura del petto scende lungo i fianchi. L'interno dell'ala è più chiaro, le zampe sono olivastre. Un ripetuto fischio pieno: ci-ci-ci, richiamo territoriale, un rapido yodel; allarme: kip-kip

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Pantana

La Pantana (Tringa nebularia cm 31) è elegante e delicata nell'aspetto, comune nel nord in brughiere nude e paludose e foreste montane aperte. Se paragonata ad altri limicoli appare più chiara, più affusolata e con zampe più lunghe. In migrazione si può vedere sui laghi dell'interno e sui tratti costieri riparati, anche sulle paludi (non è selettiva). E' una presenza regolare, rapida ed attiva nei movimenti, solitamente in piccoli gruppi, a volte rincorre gli avannotti nelle acque basse. La specie europea è la più grande del suo genere ha le dimensioni di un piccione, il becco relativamente massiccio, leggermente all'insù, ha le zampe sottili e verdastre che possono essere viste come chiare da distante, ha il collo piuttosto pallido e le ali tendenti al marrone. Il sottocoda ed il groppone (a punta sulla schiena) sono candidi. In volo appare con ali lunghe e corpo sottile. La voce è un potente fischio di tre note: tìù-tiù-tiù, mentre in volo emette un ritmico ffiù-ffiù-ffiù. E' diffidente e se disturbata se ne va provocando molti schizzi e con un forte verso d'allarme: tchu-tchu-tchu. Le pantane sono uccelli selvatici ed elusivi in estate, quando nidificano in remote brughiere. In autunno sono maggiormente ritrovabili vicino a laghi e serbatoi o sulle rive. Depositano di norma 4 uova al suolo che si schiudono dopo 24 giorni ed i piccoli volano a circa 4 settimane di vita. Alcune pantane passano l'inverno in Europa, ma la maggior parte sverna in Sud Africa.

L'uccellino con una sola zampa. Negli ultimi anni la sensibilità del pubblico nei confronti di animali feriti o in difficoltà è aumentata ed oggi, molte province, hanno istituito servizi pubblici di soccorso della fauna selvatica in difficoltà. Purtroppo la sensibilità animalista delle persone (principalmente di città) non è accompagnata da altrettanta cultura in fatto d'animali. Sono capitate segnalazioni di aironi con "una zampa sola", cigni con una "zampa rotta" o rondini che "non sanno" volare. Senza dilungarsi troppo, chiariamo che alcuni trampolieri rimangono su una sola zampa per riposarsi e riscaldarsi l'altra zampa che è tenuta coperta dalle piume del ventre; i cigni per riscaldarsi una zampa la tengono incredibilmente sospesa sopra la schiena, bene in mostra e nuotano con l'atra; i rondoni se cadono a terra (capita ai giovani) non riescono ad involarsi ed il problema si risolve semplicemente prendendoli in mano con cura e lanciandoli più in alto possibile, meglio ancora se si sale ad una terrazza del primo o secondo piano, voleranno da soli.

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Totano zampegialle maggiore

Il Totano zampegialle maggiore (Tringa melanoleuca cm 34) è raro proveniente dal Nord America. I caratteri distintivi sono le dimensioni, almeno come la pantana (sopra), il giallo vivo delle zampe e il groppone bianco (non la schiena). Si distingue dal minore (sotto) per le dimensioni e il becco massiccio all'insù, ha anche dorso più scuro e fianchi barrati. Nell'immaturo la base del becco è chiara. Emette un caratteristico fischio acuto, di 3-4 sillabe, più veloce di quello della pantana (sopra) la sillaba finale scende, ciù-ciù-cìu.

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Totano zampegialle minore

Il Totano zampegialle minore (Tringa flavipes cm 25) è raro proveniente dal Nord America. E' molto simile al boschereccio, ma poco più grande, con ali più lunghe e zampe più lunghe e gialle. Il becco è interamente scuro. Il groppone è bianco (non la schiena). Differisce dal maggiore (sopra) per le dimensioni, il becco esile e diritto e per il dorso più chiaro. Si distingue all'albastrello (sotto) per le macchie chiare sul dorso, le zampe (non verdastre) appena più corte, il diverso disegno bianco del groppone. Produce un richiamo soffice, monosillabico, come quello della pettegola (più avanti): ciu. Se fatto alzare, emette un liquido fischio di 2-3 sillabe.

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Albastrello

L'Albastrello (Tringa stagnatilis cm 23) nidifica nelle paludi della steppa e della taiga dell'Europa orientale. In migrazione attraversa l'Europa sud-orientale. Sosta principalmente in zone umide nell'entroterra. E' poco più grande del boschereccio, più snello, zampe decisamente lunghe: in volo oltrepassano visibilmente la coda. Il becco è sottile, piuttosto lungo e diritto (in alcuni individui leggermente all'insù). La livrea è simile alla pantana (sopra), ma il collo è più chiaro e il dorso tendente al marrone (senza le macchie chiare dei boschereccio, eventualmente con aree nere in estate); groppone bianco, fin sulla schiena. In inverno la fronte è bianca. Il richiamo è come la pettegola (sotto), kiu, spesso ripetuto due volte o anche in rapida serie: kiuiuiuiu... Territoriale: ku-ffiu, ku-ffiu, ku-ffiu..

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Piro-piro terek

Il Piro-piro terek (Xenus cinereus cm 23) nidifica su fiumi e laghi nella pianura russo-siberiana, nella taiga e nella tundra. Il sito più occidentale è la costa di Oulu, in Finlandia. Frequenta litorali fangosi, è sporadico nell'Europa occidentale. Dimensioni medie. Postura solitamente orizzontale, come il piro-piro piccolo; muove anche il posteriore. Veloce e attivo nell'alimentazione, corre tra gli ostacoli degli arenili, becchettando. Volo diritto, con battute regolari (ricorda il Piovanello maggiore); sull'acqua ha un volo simile al piro-piro piccolo, con colpi brevi e rapidi. Becco lungo, sottile e ben all'insù. Le zampe sono piuttosto corte, giallo-arancio. Il piumaggio è grigio chiaro e bianco, in volo mostra una banda bianca al margine dell'ala (non fa contrasto con il dorso chiaro). Il groppone e la coda sono grigi. In migrazione emette trilli come il chiurlo, ma più melodiosi, e fischi tipo ciududu come nella pettegola (sotto), ma più veloci.

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Pettegola

La Pettegola (Tringa totanus cm 27) è una tipica specie costiera (su estuari e paludi), di medie dimensioni, spesso si trova in grandi stormi dove le maree depositano voluminosi detriti. E' un uccello migratore parziale, nidifica in Nord e Est Europa ma sono state accertate nidiate in laguna di Venezia, nelle casse di colmata. A differenza degli altri limicoli predilige i posatoi elevati come paletti o cavi telefonici su cui si concede qualche tranquillo sonnellino. In estate sfoggia un abito macchiettato e screziato nella parte inferiore, con striature brune di sopra. Dopo la muta autunnale indossa un abito più sobrio, diventa uniformemente brunastra e perde le striature bianche inferiori. A distinguerla dagli altri limicoli ci pensano le zampe rosse (aranciate nel giovane), ha il becco diritto, rosso e con apice nero, ma più corto del totano moro (sotto) e vicino ad altri limicoli sembra più scura. In volo è evidente la larga banda bianca sul margine dell'ala ed il codrione bianco. Le pettegole sono molto rumorose, sempre saltellanti, nervose ed in movimento, di solito sono le prime del gruppo dei trampolieri a levarsi in volo (come un'esplosione) e a dare l'allarme alla vista di un predatore con un improvviso clamore di richiami. La pettegola emette un caratteristico richiamo ripetuto e melanconico tiu-u, tiu-u-u che richiama un chiacchiericcio, da cui il nome volgare. L'allarme è un persistente kip-kip-kip diretto verso all'intruso. Le pettegole nidificano spesso vicino alle pavoncelle e in caso di pericolo danno l'allarme ma poi se ne stanno in volo e lasciano che siano le pavoncelle (più grandi, territoriali e combattive) ad attaccare l'intruso; quindi le pavoncelle approfittano dell'attenta vigilanza delle pettegole che a loro volta approfittano della territorialità delle pavoncelle le quali, nel difendere il loro nidi, indirettamente, difendono anche i nidi delle pettegole. La pettegola nidifica in prati umidi, anche in paludi e brughiere dell'entroterra, in una cavità del terreno tra l'erba. Depone generalmente 4 uova (raro 3/5) che sono incubate da entrambe i genitori per 2/24 giorni. I pulcini sono nidifughi, vengono allevati da entrambi i genitori e diventano indipendenti a circa 30 giorni di vita. Le pettegole si nutrono nel fangoso estuario, sulle rive dei laghi o delle paludi salate, cibandosi d'invertebrati e qualche sostanza vegetale.

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Totano moro

Il Totano moro (Tringa erythropus cm 30) è molto più scarso della pettegola (sopra), solitamente se ne sta in piccoli gruppi mentre insegue piccoli pesci nelle pozze d'acqua poco profonde, a volte scivolando in corte, erratiche corse. In migrazione e in inverno si trova su margini lacustri, acquitrini, paludi costiere. In acqua cammina quanto più al largo possibile, talvolta nuota anche. Volo rapido e vigoroso. Livrea estiva nera. Immaturi bruni e con le zampe rosse come le pettegole (sopra), ma più grandi e snelli, con zampe più lunghe (sporgenti in volo, ma talvolta retratte) e becco più lungo (punta appena piegata in giù), più attivi. Più evidente il sopracciglio; striature anche sull'addome. inoltre, in tutti i piumaggi manca di barra alare e ha un tipico disegno bianco a fessura sul dorso, sopra alla coda scura. In inverno simile, ma grigio-biancastro. Emette un caratteristico fischio acuto, ciu-it. Talvolta s'invola con un chiocciante ciu, ciu. Allarme, un rapido e secco kikiki... Nidifica in rade foreste di conifere del Nord Europa, in depressioni del terreno tra i muschi e riveste il nido con aghi di pino, erbe e foglie secche. Depone generalmente 4 uova (raro 3) che sono incubate prevalentemente o solo dal maschio. I nidiacei sono nidifughi, vengono allevati da entrambi i genitori, anche se la femmina presto li abbandona. Si ciba d'insetti, molluschi, crostacei, ecc.

Foto: sotto a sinistra totano moro in abito estivo; a destra totano moro in abito invernale.

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Combattente

Il Combattente (Philomachus pugnax cm M 30, F 23)  è l'uccello più straordinario tra i limicoli per la colorazione dei maschi e per il complicato rituale riproduttivo descritto sotto. In migrazione si trovano su paludi, praterie e zone agricole e solitamente sono i giovani, più chiari, ad essere avvistati per primi. Spesso è in stormi grandi e serrati con volo sincrono ed a causa della diversa dimensione di maschi e femmine, gli stormi sembrano formati da due specie. Le femmine sono marrone chiaro, con grandi macchie nere su ali e dorso, zampe arancio, giallastre o verdastre. Nella tarda estate i giovani sono giallastri sul collo, marroni sul dorso (i margini chiari delle penne disegnano delle scaglie). Si distingue dalle specie precedenti per la presenza di strette barre alari bianche e di una banda centrale nera sul groppone bianco. In volo sagoma ingobbita e colpi d'ala distaccati, spesso intervallati da planate. Spesso sembra impettito: la testa sembra piccola e il becco corto è all'ingiù. Silenzioso (raro uno smorzato croak). più comune nella tundra del nord. Localmente in prati umidi.

Riproduzione. I maschi sono molto più grandi delle femmine, in abito nuziale hanno una incredibile, ragguardevole cresta colorata, con collare e pelle della faccia di colori differenti per ogni maschio. Per impressionare le femmine i maschi, in maggio e inizio giugno, si riuniscono in apposite arene o "lek" e compiono un rituale, finto combattimento, esibizione, durante il quale arruffano le penne, si pavoneggiano e mettono in mostra tronfi, i colori. I maschi con piumaggio più scuro occupano e difendono a colpi di becco e zampate, lembi di territorio lontani circa un metro uno dall'altro; altri maschi "satelliti", con colorazione più chiara, si muovono più lentamente nell'arena comportandosi in maniera opportunista. Le femmine, che hanno colori più mimetici, visitano il "lek" e scelgono il maschio (solitamente scuro) che più degli altri offre garanzie di riuscita nella riproduzione. Questa strategia riproduttiva lascia a pochi maschi "vincitori" il compito di fecondare più femmine. A seguito del complicato rituale d'accoppiamento, la femmina depone in cariceti umidi elevati, in una cavità del terreno, 4 uova (raro 3) che sono incubate per 20/21 giorni. I pulcini, nidifughi, sono allevati dalla femmina che provvede ad accudirli per diversi giorni. I maschi in inverno indossano un abito grigio spento. I combattenti sono prevalentemente insettivori.

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Piro-piro fulvo

Il Piro-piro fulvo (Tryngites subruficollis cm 20) è raro proveniente dal Nord America. E' simile, in piccolo, alla femmina di combattente (sopra) per via del becco corto, la testa piccola e la postura eretta, ma ha sempre parti inferiori interamente giallastre. In volo l'interno dell'ala è bianco, ha una chiazza nera sul margine anteriore, e le copritrici primarie grigio-scure. Le parti superiori sono a scaglie come nel combattente, non ha barre alari, ha un leggero anello perioculare chiaro e le zampe sono chiare.  I lati della testa e del collo sono beige, senza macchie.  Si posa su prati radi e su spiagge e se viene fatto alzare vola a zig-zag. Voce, un quieto grriit.

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Piro-piro codalunga

Il Piro-piro codalunga (Bartramia longicauda cm 28) è raro proveniente dal Nord America. Ha le dimensioni di una pettegola, è marrone macchiettato, ha la coda molto lunga e le ali lunghe e appuntite, finemente barrate. Il collo è sottile, la testa è piccola e il becco è corto e diritto. Ha un volo rapido, spesso si ferma su posatoi rialzati, alzando per un attimo le ali dopo l'atterraggio. Ha un comportamento da piviere, spesso sosta su campi aperti. La voce è raschiata, ha anche un veloce trillo come il Tuffetto: puhuhuhuhu.

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Avocette e cavalieri

Avocette e cavalieri appartengono alla famiglia dei Recurvirostridae, sono eleganti, bianchi e neri, con zampe molto lunghe e lunghi becchi sottili. Hanno voci forti.


Avocetta

L'Avocetta (Recurvirostra avosetta cm 43) in Italia è migratrice regolare, nidificante (rara) e svernante, è facile da distinguere grazie al piumaggio bianco e nero ed al becco ricurvo verso l'alto. Il piumaggio è candido con disegni neri. La corporatura è snella e delicata, le zampe sono azzurrastre, molto lunghe. Il becco è sottile, fortemente incurvato all'insù e per nutrirsi l'avocetta cammina lentamente compiendo un movimento laterale del capo sulla superficie del fango immerso in acqua col becco socchiuso. Non appena avverte un verme o un crostaceo serra immediatamente il becco ed ingoia la preda. Questo modo di alimentarsi richiede fondali di soffice fango e pozze d'acqua. A causa delle particolari necessità alimentari dell'avocetta, è consuetudine considerarla una specie di "termometro" per determinare lo stato di salute di un ambiente: i suoi nemici sono gli enti turistici e tutte quelle operazioni che possono mettere a rischio di prosciugamento le barene e le pozze in cui si nutre. Attualmente è in incremento in Europa grazie ad un costante lavoro di "normalizzazione" degli ambienti palustri dove si cerca, il più possibile, d'evitare asciutte o immersioni eccessive. L'avocetta nuota facilmente. Il volo ha battute veloci ma non secche, non particolarmente regolari. E' inquieta e rumorosa, il richiamo è flautato e ribadito più volte, kluit kluit kluit... Se i giovani sono minacciati, i genitori della colonia si lanciano contro l'intruso con veemenza e strillando, anche se si tratta di un falco di palude ed anche se di fatto le avocette riuscirebbero a fargli ben poco. Utilizzano anche la strategia del "finto ferito" per allontanare i predatori dal nido. I pulcini nascono col becco corto ma già rivolto all'insù. Nidifica in colonie, nelle zone palustri o sulle distese sabbiose, in baie e lagune con acque basse e in laghi della steppa. Il nido è costruito sulla sabbia o in una fossetta sulla superficie. L'avocetta depone una sola covata, generalmente di 4 uova (raro 3/5), i pulcini sono nidifugi ed allevati da entrambi i genitori e diventano indipendenti a 6 settimane di vita. Vola con le zampe estese oltre la coda e quando è in riposo il lungo becco è posato sulle spalle. Il nome dialettale veneto "calegher" gli è dovuto perché il becco assomiglia ad uno strumento che usavano i calzolai. La parata di corteggiamento che si può vedere in aprile è spettacolare: la femmina s'immobilizza col collo in avanti, il maschio, sembra indifferente e si liscia il piumaggio, poi si sposta da un lato all'altro della compagna come un vero corteggiatore passandole sempre da dietro. La copula avviene con uno splendido volteggio di ali del maschio a cui segue una specie di "bacio" con i becchi. Una rapida corsa del maschio pone fine alla parata.

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Cavaliere d'Italia

Il Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus cm 38) nidifica nell'Europa meridionale in paludi e lagune poco profonde, in piccole colonie. Ha delle fantastiche, incredibili, esili e lunghissime zampe rosse che lo rendono inconfondibile, il becco diritto e sottile, sembra corto in proporzione alla zampe. Piumaggio candido con ali e dorso neri (nella femmina dorso brunastro). Il disegno del capo varia molto in entrambi i sessi. Ha molti richiami, tra cui un persistente krit krit krit... che ricorda l'avocetta (sopra) e la pavoncella armata, un krre da Gabbiano comune e un kaii da mignattino. I cavalieri si nutrono guadando l'acqua e cogliendo gli insetti, gli invertebrati e le sostanze vegetali di cui si nutrono, sulla superficie piuttosto che sul fondale. Se la cavano bene nelle coltivazioni di riso ma tradizionalmente amano paludi, pozze e bassi stagni isolati. Sono uccelli gregari, nidificano in colonie, costruiscono il nido nell'acqua bassa o tra la vegetazione palustre, con fango, sostanze vegetali, conchiglie e frammenti vari. Vi depone una sola covata di 3 uova ( raro 4/5), che sono incubate da entrambi i sessi per 25/26 giorni. I pulcini sono nidifugi ed allevati da entrambi i genitori, diventano indipendenti a circa 4 settimane di vita. Se disturbate le madri richiamano i pulcini che si nascondono nel loro piumaggio, dando l'impressione di vedere un uccello bianco e nero con due o tre paia di zampette che escono dal corpo. Dopo un periodo di calo ora cono in ripresa in Veneto, nelle valli di Comacchio e anche nella laguna di Venezia, ma é difficile vedere il complicato rituale d'accoppiamento e se disturbate attaccano l'intruso con rapide picchiate e bombardamento di guano. Arrivano nel Veneto in primavera e sono abbastanza confidenti.

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Occhioni

Gli occhioni appartengono alla famiglia delle Burhinidae, che è costituita da molte specie simili, di cui solo una si trova in Europa e diverse si trovano in Africa. Hanno caratteristici grandi occhi gialli (adattamento alle abitudini notturne), il becco è tozzo, le zampe lunghe e gialle ed il piumaggio mimetico.
 

Occhione

L'Occhione (Burhinus oedicnemus cm 40) è scarso nell'Europa centrale e meridionale, su brughiere asciutte con sabbia o rocce esposte. E' un uccello principalmente notturno-crepuscolare ed ha grandi occhi gialli. E' elusivo, circospetto, corre con la testa raccolta e il corpo tenuto orizzontale. Da fermo tiene una postura rigidamente eretta. quando si siede appoggia i tarsi per l'intera lunghezza, con le tibie verticali. Se viene sorpreso può reagire sdraiandosi al suolo con il collo esteso. Più spesso si vede allontanarsi con un volo basso: ha la taglia di un chiurlo piccolo. Il volo è simile alla beccaccia di mare: ali arcuate e basse, colpi frequenti e poco profondi. L'occhione ha macchie e bande alari evidenti. Fischia, al crepuscolo, quasi come un chiurlo maggiore, pu pùrrr-uu pùrrr-uu pùrrr-uu; anche un sottile tiu-Iii e un eccitato kuw0-kuvu0-ku-vuvì... d'allarme. Lancia un esplosivo kiubik-kibik-kibik da beccaccia di mare. L'occhione ha abitudini solitarie in periodo di nidificazione, mentre in migrazione si possono vedere anche gruppi numerosi. Nidifica sul terreno, in buche o lievi depressioni, dove generalmente depone una sola covata (raro 2), di 2 uova (raro 3) che sono incubate da entrambi i sessi per 25/27 giorni. I giovani, nidifugi, sono allevati da entrambi i genitori e diventano indipendenti a circa 6 settimane di età. Si nutre d'invertebrati vari e talvolta di nidiacei di fagiani e pernici, piccoli topi, anfibi, ecc.

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Corrioni e pernici di mare

I corrioni e le pernici di mare appartengono alla famiglia delle Glareolidae.

I corrioni si spostano correndo e vi è solo una specie occasionale in Europa.

Le pernici di mare hanno zampe corte e ali lunghe e appuntite, la coda è forcuta e il becco è corto, spesso sono in stormi, a caccia d'insetti in volo.


Corrione biondo

Il Corrione biondo (Cursorius cursor cm 23) nidifica nelle Canarie e nella fascia desertica dal Marocco al Pakistan. Frequenta le zone aride aperte, che esplora alla ricerca di cibo, correndo, con fermate repentine tipo piviere. Se viene disturbato, corre via piuttosto che volare. Profilo peculiare: collo sottile, testa sollevata, becco curvo alzato con fare altero. E' color sabbia, con strisce oculari bianche e nere. In volo è evidente il nero delle primarie e dell'interno dell'ala. Le ali sono appuntite, ma piuttosto larghe, il volo ricorda quello della pavoncella. Voce leggermente nasale: kvett. Come detto ama i terreni aridi, ciottolosi o sabbiosi con rada vegetazione sui quali si mimetizza perfettamente. Nidifica in una cavità bassa o anche sul nudo terreno asciutto e completamente esposto ai raggi solari. Depone una sola covata (raro 2) di 2 (raro 3) uova che sono incubate da entrambi i sessi. I nidiacei, nidifugi, lasciano il nido il primo giorno dopo la nascita e seguono gli adulti che forniscono loro il cibo. I corrioni catturano gli insetti e le piccole lucertole d cui si nutrono, sul terreno, con rapide rincorse.

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Pernice di mare

La Pernice di mare (Glareola pratincola cm 25) nidifica in colonie rade nell'Europa meridionale, in zone disseccate all'interno di ampie aree paludose.  Da lontano appare bruna con l'addome chiaro, il groppone e parte della coda candidi. Interno dell'ala è marrone-rossiccio (anche nei giovani) che, in piena luce, può essere coperto dall'ombra delle ali stesse. Ha una sottile banda bianca lungo la punta delle secondarie (ma in alcuni individui è indistinta) che è assente nell'orientale. La pernice di mare è anche più chiara sulle ali e sul dorso, in contrasto con le remiganti scure. Ha le zampe corte ma corre con disinvoltura. La voce è acuta e nasale, in stormo di solito emette un fremente richiamo di cinque sillabe: kìirr-ik-ik kit-ìt. Anche un breve kik. Nidifica in colonie ponendo il nido in una depressione poco profonda del suolo, circondata o meno dalla vegetazione. E' allevata una covata annuale di 3 uova (da 2 a 4) che sono incubate da entrambi i sessi per 17/18 giorni. I nidiacei sono semi nidifugi e nei primi tempi sono nutriti dai genitori, poi all'età di 8/10 giorni iniziano a cibarsi da soli e volano a 3 settimane d'età. Preda gli insetti di cui si ciba (ortotteri, odonati, coleotteri) in volo, veloce ed elegante (anche in luce crepuscolare), spesso in stormi, con volo basso.

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Pernice di mare orientale

La Pernice di mare orientale (Glareola nordmanni cm 25) è molto simile alla pratincola (sopra) per aspetto, voce e abitudini. L'interno dell'ala è nerissimo, e le ali superiormente sono scure e prive del margine bianco.

 

Falaropi

I falaropi appartengono alla famiglia delle Scolopacidae, sembrano dei piovanelli, ma hanno le dita lobate e sono nuotatori eccellenti.
 

Falaropo di Wilson

Il Falaropo di Wilson (Phalaropus tricolor cm 21m, 24f) è raro proveniente dal Nord America. Il piumaggio estivo è inconfondibile, mentre in inverno è simile al piro-piro boschereccio con base della coda bianca e assenza di barre alari, ma più chiaro (specialmente testa e collo) e grigio più uniforme sopra. Il becco è lungo, diritto e molto sottile, le zampe sono lunghe e massicce (giallastre in inverno, nere in estate). Rispetto all'albastrello manca di bianco sulla schiena e le zampe sono più corte e robuste. Molto più attivo dei congeneri, ha un comportamento furtivo e corre; spesso su spiagge fangose e in acque basse, acquattato, cattura insetti con beccate repentine. Solitamente silenzioso, talvolta un basso e nasale vit.

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Falaropo beccolargo

Il Falaropo beccolargo (Phalaropus fulicarius cm 19) è nidificante circumpolare (anche in lagune costiere in Islanda). Sverna nel Sud Atlantico ed è uno sporadico visitatore delle coste dell'Europa occidentale, di solito in autunno e in inverno, talvolta in centinaia di esemplari spinti da bufere. Ha abitudini simili al beccosottile (sotto), è confidente, pressoché sempre in acqua (a nuoto). Il piumaggio estivo è inconfondibile, in inverno è come il beccosottile, ma con becco più robusto e appena più corto (spesso giallo pallido alla base) e dorso uniforme, grigio tendente all'indaco (abito autunnale e giovanile spesso però con fuorvianti strisce nere). Emette un forte
e raschiato kit, anche un morbido dffit.

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Falaropo beccosottile

Il Falaropo beccosottile (Phalaropus lobatus cm 16,5) è piuttosto comune al nord, nidifica in aree paludose con piccoli laghi. Sverna numeroso nel Mare Arabico. Molto raramente visibile in migrazione. E' pressoché sempre in acqua (a nuoto), il collo (come il gabbiano comune) è mosso, durante il nuoto, con inclinazioni in avanti e con fare inquieto. Confidente. Il piumaggio estivo è inconfondibile, da lontano sembra uniformemente scuro con la gola chiara. Il giovane è bianco, con strisce scure sul vertice e sull'occhio e groppone solcato da due paia di strisce giallastre (come gli adulti in estate). Ha una netta barra alare bianca. Il piumaggio invernale (raro in Europa) è simile a quello giovanile, ma grigio e con strisce bianche. Voce consistente in un pizzicato kett, come di violino, anche kerek come una Folaga in miniatura. Il falaropo beccosottile è uno di quegli uccelli che presentano la caratteristica dell'inversione dei ruoli nei sessi; infatti il corteggiamento è eseguito dalla femmina, che è più colorata e sgargiante del maschio. La femmina depone le uova e lascia al maschio il compito di allevare i piccoli. Nidificano sul terreno, in una depressione tra la vegetazione. Vi depone una sola covata di 4 uova (raro 3) che sono incubate dal maschio per 18/20 giorni. I nidiacei, nidifugi, sono allevati dal maschio per circa 3 settimane. Raccoglie i piccoli animali di cui si nutre (invertebrati e anche sostanze vegetali) becchettando la superficie dell'acqua.

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Stercorari

Gli stercorari appartengono alla famiglia Stercorariidae, somigliano ai gabbiani, ma volano meglio. Hanno la caratteristica comune di alimentarsi attuando il furto a danno di gabbiani e sterne. Sono pelagici (mare aperto) in inverno. Le timoniere centrali sono allungate, poco o molto sporgenti a seconda della specie.
 

Stercorario maggiore

Lo Stercorario maggiore (Stercorarius skua cm 59) è un pirata dell'oceano, nidifica in Scozia, Islanda e isole remote e selvagge del Nord Atlantico, spesso in colonie su brughiere costiere. In autunno passano sulle coste ovest dell'Europa diretti a sud. Difende i nidi con furiosi attacchi. Rapina il pesce catturato agli altri uccelli marini (sule, gabbiani e sterne) inseguendoli e disturbandoli finché non cedono o rigettano il bottino. Più degli altri stercorari si nutre dei rifiuti delle navi da pesca, è anche in grado di pescare da solo e preda anche uccelli più piccoli. Ricorda un grosso gabbiano (possibile confondersi con gabbiani sporchi di petrolio), ma ha il corpo più massiccio e l'attaccatura dell'ala più larga. L'impressione generale è di un gabbiano scuro e tozzo, con volo normalmente pesante e lineare che diventa molto agile invece, nell'inseguimento di altri uccelli. Ha delle chiazze alari candide sia sopra e sia sotto che sono evidenti anche da lontano. Nidifica sul terreno in depressioni tra la vegetazione. Depone una sola covata costituita generalmente da 2 uova (raro 1) che sono incubate da entrambi i sessi per 28/30 giorni. I nidiacei sono parzialmente nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e diventano indipendenti a 6/7 settimane di vita. Si nutre di pesci, crostacei, molluschi, rifiuti e carogne.

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Stercorario mezzano

Lo Stercorario mezzano (Stercorarius pomarinus cm 51) vive nelle tundre artiche (da maggio a settembre) e sverna in mare, anche al largo dell'Africa occidentale. Negli adulti le timoniere centrali sono incrociate, cosicché il prolungamento della coda sembra allargarsi in fondo. Due fasi, una scura e una pallida, quest'ultima più comune (può avere o meno la barra sul petto). Gli Immaturi sono molto simili a quelli di labbo (sotto): sono appena più grandi (come un gabbiano reale e non come una gavina) in proporzione il becco è più grande con base più larga, chiaro e con la punta scura (come nel gabbiano glauco); le timoniere centrali sono poco sporgenti, con punta smussata e non acuminata. Lo stesso negli adulti in inverno e nei sub-adulti, in cui la sporgenza è metà del normale, con sovrapposizione incompleta. Altri caratteri sono la banda sul petto e i fianchi striati, più bianco alla base delle copritrici primarie sotto l'ala. Impressione generale di corporatura massiccia e volo pesante. Ala più larga della lunghezza della coda.

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Labbo

Il Labbo (Stercorarius parasiticus cm 46) è elegante e bellissimo. Per vederli occorre andare su una scogliera dell'Europa nord-occidentale in autunno, soprattutto se c'è un forte vento sull'acqua che li porta ad avvicinarsi alla terra ferma (oppure su una nave quando buttano i rifiuti). Coppie isolate o piccole colonie si trovano su sterili isole dell'Atlantico, su brughiere e tundre delle coste artiche e del Baltico. Nidifica tra maggio e agosto. Vi sono due fasi: scura a sud, chiara a nord (anche intermedi). Negli individui chiari può esserci una barra scura sul petto. Le timoniere centrali sono allungate e appuntite. Ha un aspetto da gabbiano, ma è sempre più scuro (anche la fase chiara) e più agile e veloce. Con sorprendenti acrobazie fa rigettare e ruba le prede a gabbiani e sterne. Si posa sull'acqua con lunghe planate. La voce è una sorta di miagolio. Gli immaturi sono più o meno bruni, con timoniere centrali appena sporgenti, appuntite, molto simili a quelli del mezzano (sopra), larghezza dell'ala uguale o minore alla lunghezza della coda, da vicino si può osservare il becco delicato come quello della gavina, di colore uniforme. Nidifica sul terreno in depressioni tra la bassa vegetazione. Depone una sola covata costituita generalmente da 2 uova (raro 1) che sono incubate da entrambi i sessi per 24/28 giorni. I nidiacei sono parzialmente nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori, restano nel nido per pochi giorni poi si muovono rimanendo nel territorio circostante. Volano a 30 giorni circa d'età e diventano indipendenti a 7/8 settimane di vita. Si nutre di pesci, crostacei, molluschi, piccoli mammiferi, piccoli uccelli e loro uova, carogne e anche qualche sostanza vegetale come bacche, ecc.

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Labbo codalunga

Il Labbo codalunga (Stercorarius longicaudus cm 53) nidifica in brughiere e nella tundra, anche in assenza d'acqua. La riproduzione dipende dalla quantità di topi e lemming (prede principali) a disposizione. Normalmente rapina gli altri uccelli solo in inverno, sul mare. E' raro, si può vedere in migrazione, specialmente in primavera. La colorazione è costante (la proporzione di individui scuri è trascurabile). Il prolungamento della coda è molto accentuato, 15-20 cm. E' un uccello piccolo e snello, con l'ala lunga e stretta ed ha un volo vivace. Volteggia spesso e caccia anche insetti alati. Emette una voce da gabbiano, klii-aa, allarme, un forte krepp-krepp-krepp. Gli immaturi come nel Labbo (sopra), ma più piccoli (ha una corporatura da gabbiano comune), con ali più lunghe e sottili e spesso grigiastre, il becco è corto e bicolore; bianco ridotto sulla parte superiore dell'ala.

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Gabbiani

Gabbiani e sterne sono facilmente distinguibili gli uni dagli altri. I gabbiani appartengono alla famiglia Laridae, hanno i piedi palmati, le ali sono strette (ma più larghe delle sterne) e lunghe,  le code, corte, sono a ventaglio, i becchi sono robusti e leggermente adunchi. Colore bianco, grigio e nero. I sessi simili, gli immaturi sono marroni, maculati. Nelle specie più grandi l'abito adulto è raggiunto dopo alcuni anni. Si possono vedere in colonie sulle coste, nei porti, ove emettono grida mentre volteggiano nell'aria. Per nutrirsi galleggiano sull'acqua afferrando i rifiuti fluttuanti o immergono la testa nell'acqua per catturare un pesce. Seguono anche le navi ma senza perdere di vista la terra. I gabbiani volano anche sulla terraferma, specialmente d'inverno e per nutrirsi possono seguire i trattori in modo da ghermire i vermi che sono portati allo scoperto dal vomere (a volte anche con pavoncelle). Si possono vedere nei parchi cittadini dove c'è acqua, e sui cumuli di rifiuti alla ricerca dei cibo. Sono dei veri opportunisti, strappano anche i panini dalle mani dei turisti ed a Helsinki, se prendete un gelato da passeggio attenti ai gabbiani perché hanno imparato a rubalo al volo (l'ho visto io personalmente), ed a nulla valgono le rimostranze ai gelatai perché hanno esposto dei cartelli bene in vista che invitano a fare attenzione ai gabbiani "ladri". Nidificano in colonie sul suolo e sulle scogliere dove depongono covate di 2-3 uova.

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Gabbiano di Pallas

Il Gabbiano dei Pallas (Larus ichthyaetus cm 63 x 154) è nidificante nell'Europa sud-orientale in laghi della steppa e paludi costiere. E' un visitatore raro nell'Europa occidentale. In abito estivo distinto si distingue dal mugnaiaccio per la taglia e il cappuccio nero, in inverno per il becco giallo attraversato da una banda nera e per il nero residuo sul capo. Dorso e scapolari grigio carico, più scuro che nel gabbiano comune. Da lontano le macchie alari nere sono indistinte. I giovani si distinguono da quelli degli altri grandi gabbiani per la netta barra caudale nera su fondo candido e per il petto grigio maculato nettamente demarcato dall'addome bianco le penne dell'ala sono di solito tutte scure. Già nel primo autunno il petto e le copritrici alari diventano più chiari, l'abito adulto è acquisito rapidamente nel primo inverno e nella prima estate il piumaggio è paragonabile a quello dei Gabbiano reale alla seconda estate. In confronto però è più grande e il becco giallastro con punta nera è più lungo; macchia scura dietro l'occhio, zampe verdastre, coda con banda terminale bianca e pannello alare bianco. In ogni piumaggio palpebre bianche. In volo le ali sono lunghe e appuntite, più arcuate che nel reale. La voce aspra, simile a un Corvide.

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Gabbiano glauco

Il Gabbiano glauco (Larus hyperboreus cm 66 x 150) è una specie artica compare regolarmente in inverno sulle coste del nord (anche porti) e talvolta sulle acque interne. In tutti i piumaggi si distingue dal reale per le maggiori dimensioni e la punta delle ali chiara. Nel primo invernale è tipicamente tendente all'ocra, mentre l'immaturo di reale è bruno, macchiettato più grossolanamente (soprattutto sulla coda). Tendente all'ocra anche il petto, cosicché il glauco di fronte sembra più scuro. Estremità della coda più chiara. Gli immaturi hanno il becco rosaceo con punta nera e occhi scuri. E' possibile la confusione con gli immaturi di reale aberranti o albini (i primi hanno becco scuro, i secondi sono privi della fine screziatura del giovane o del grigio dell'adulto). Il piumaggio del secondo inverno è leggermente più chiaro di quello giovanile e più chiazzato; perso il tono ocraceo, inizia ad avere macchie grigio-perla su dorso e ali. Occhio giallastro (non scuro). Abito adulto con dorso e ali più chiari rispetto al reale e punta delle ali bianca. Cerchio palpebrale giallo (solo estivo), poco visibile. Voce simile al Reale.

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Gabbiano d'Islanda

Il Gabbiano d'Islanda (Larus glaucoides cm 57 x 133) nidifica in Groenlandia, poco comune in inverno sulle coste europee nord-orientali, in Gran Bretagna si può trovare anche sulle acque interne. Simile in tutti i piumaggi al glauco (graduale passaggio da marrone chiaro a grigio biancastro), ma più piccolo. Ha la testa più piccola e rotonda (vertice appena dietro l'occhio, nel Glauco la testa è piatta e il vertice molto arretrato). Il becco è più esile, tipo gavina, le zampe sono più corte e le ali più lunghe (chiuse oltrepassano di molto la coda). Spesso tiene le ali leggermente abbassate. Nel primo inverno il becco è più scuro del Glauco: lo scuro della punta sfuma in una base pallida. Dal secondo inverno la colorazione del becco è come nel glauco. In volo l'ala sembra più larga e il collo più corto. Ha il cerchio palpebrale rosso (solo estivo), poco visibile.

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Mugnaiaccio

Il Mugnaiaccio (Larus marinus cm 69 x 155) è abbastanza comune sulle coste europee (escluso Italia e coste sud-est europeo), oggi si trova sempre con maggiore frequenza, in inverno, nei grandi bacini interni, in coppie isolate, piccole colonie o anche in grandi gruppi (anche con altri gabbiani). E' uno dei laridi più grandi d'Europa nordoccidentale, sicuramente il più aggressivo ed il più impressionante. Distinto dal simile zafferano per le grandi dimensioni, il becco è più massiccio, le zampe rosate e le ali un po' più a righe, con più bianco sulla punta. In Europa occidentale gli adulti hanno ali e il dorso più scuri delle popolazioni di zafferano nidificanti localmente, mentre nel baltico è l'opposto. Negli immaturi il mugnaiaccio ha primarie interne chiare rispetto alle esterne, il becco più massiccio e la banda caudale nera più stretta. La distinzione dall'immaturo di reale si basa sulla taglia, il becco e le aree più chiare sulla testa e la coda. La differenza è molto sottile nei primi mesi, testa e coda sono distintamente biancastri solo negli individui di un anno. Il dorso diventa scuro nel secondo inverno. Le grandi ali, battute in maniera rilassata, producono un volo pesante simile a quello dell'Airone cinerino. In inverno si nutre di qualunque scarto o rifiuto disponibile, ma in estate, oltre ai pesci, le carogne, le uova e i piccoli di altri uccelli, può anche predare uccelli adulti, riuscendo anche ad inghiottire dei pulcinella di mare in un sol boccone.  Voce molto profonda e rauca. Sulla costa dove nidifica isolato, sceglie di posarsi sulle rocce alte rendendosi più importante. Depongono 2/3 uova che si schiudono dopo 27/28 giorni. I piccoli volano dopo a mesi d'età.

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Zafferano

Lo Zafferano (Larus fuscus cm 53 x 127) è abbastanza comune in colonie costiere, e si trova localmente nelle acque interne. E' un gabbiano elegante e particolarmente bello in estate quando il suo piumaggio è immacolato e le zampe sono giallo vivo. La sottospecie britannica graellsii, è solo parzialmente migratrice e ha dorso e ali più chiari. La sottospecie baltica fuscus, con dorso e ali neri, è fortemente migratrice, attraversa l'Europa continentale per svernare nel Mediterraneo e in Africa orientale. Colorazione intermedia negli individui della sottospecie scandinava intermedius che su nutre molto più in mare e si tuffa per prendere il pesce. Si distingue dal mugnaiaccio per la taglia più piccola, il becco più sottile, le zampe gialle, le ali più strette e appuntite (con una piccolissima macchia bianca sulla punta). Immaturi con le remiganti uniformemente marroni-nerastre, altrettanto scure solo nei reali del Sud Europa. Le copritrici maggiori danno un'impressione generalmente più scura. Molto scuro anche l'interno dell'ala. Sulla coda la banda terminale scura è molto larga. Il dorso scuro è acquisito all'età di un anno. La voce è meno aspra del mugnaiaccio e più profonda e nasale del reale. E' un uccello aggressivo e, nonostante sia più piccolo del reale nordico, lo può inseguire e scacciare mentre si nutre in mare. Nidifica sulle rocce o nell'erba o nell'edera, depone 3 uova che si schiudono dopo 24/27 giorni e i piccoli volano a 30/40 giorni di vita.

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Gabbiano reale

Il Gabbiano reale (Larus argentatus cm 54-60 x 123-148)  in inverno forma spesso grossi gruppi nei porti o sulle discariche. E', assieme al comune, il gabbiano più comune in Europa e lo si può avvistare in tutte le aree costiere. Gli adulti differiscono dalla gavina per la taglia maggiore, i colpi d'ala più lenti, gli occhi gialli (che gli conferiscono un'aria feroce) e il becco giallo vivo con una macchia rossa vicino alla punta. Differiscono dal mugnaiaccio e dallo zafferano, visto in volo da sotto, per la mancanza di pannello nero posteriore nell'ala. Ha zampe rosate, gialle nelle razze dell'est europeo e del Mediterraneo. Gli immaturi sono distinti da quelli di zafferano per le primarie interne più chiare delle esterne (non i cachinnans), da quelli di mugnaiaccio (con difficoltà) per le minori dimensioni e il becco meno massiccio, insieme, talvolta, a un tono più scuro e alla banda caudale scura più larga. Il dorso grigio chiaro degli adulti è acquisito nel secondo autunno. Movimenti frequenti: spesso in volo alto e circolare, in stormi lassi, o in volo lineare in formazione a V con ali leggermente incurvate e battiti lenti. Spesso in stallo sopra le onde.  I richiami più comuni sono un forte kfio, un esuberante kffiov-0éov-0éov- e anche un breve nitrito, ge-ge-ge. Nei paesi anglosassoni è chiamato "gabbiano dei quattro anni" in riferimento al tempo che i giovani impiegano per prendere la colorazione degli adulti. Nidifica in colonie (anche coppie isolate) sul terreno lungo le coste e sui laghi interni e depone generalmente 2/3 uova (a intervalli di 2 o 3 giorni) che sono incubate da entrambi i sessi, ma più dalla femmina, per 25/33 giorni. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori e volano all'età di circa 6 settimane. Segue i battelli da pesca. E' avvicinabile in estate, molto più timido in inverno. Si nutre di pesce, molluschi, invertebrati, scarti e rifiuti vari, ma anche di pulcini, uova di uccelli e sostanze vegetali. A volte si tuffa goffamente da altezze ridotte.

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Gabbiano corso

Il Gabbiano corso (Larus audouinii cm 48 x 122) è raro e localizzato, nidifica in piccole colonie sulle isole dei Mediterraneo. E' distinto dal simile gabbiano reale per le primarie esterne nere, bianche solo sul margine esterno, e per la struttura e il colore del becco (da lontano il rosso scuro sembra nero). Il grigio del dorso sfuma nel bianco della nuca e della coda senza demarcazioni nette. Sulle secondarie ha un indistinto, sottile margine bianco. Il giovane ha la faccia e il vertice biancastri, remiganti e copritrici maggiori sono uniformemente scure. Nel secondo anno il piumaggio è simile al gabbiano corallino, con distinta banda terminale scura sulla coda bianca e lungo le remiganti secondarie. E' possibile la confusione con immaturi di reale, i cui esemplari mediterranei hanno un contrasto maggiore dei conspecifici settentrionali tra base della coda biancastra e banda terminale scura. E' indicativa la differenza di taglia. La voce è molto aspra.

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Gavina americana

La Gavina americana (Larus delawarensis cm 48 x 120) è un raro visitatore dal Nord America, compare annualmente in Gran Bretagna (talvolta in piccoli gruppi). Ha le dimensioni tra gavina e il reale. Negli adulti il becco giallo con distinta banda nera. Le zampe sono gialle (verdastre), l'iride è chiara. Nel primo inverno è simile alla gavina, ma più grande, con massiccio becco rosa e nero, il mantello è grigio più chiaro, macchie più grandi su collo, petto e fianchi (dimensione crescente). Ha il disegno della coda diverso: la banda caudale nera (subterminale), demarcata meno chiaramente che nella gavina, è interrotta da sottili striature bianche, ben visibili da lontano; copritrici del sopra e sottocoda palesemente macchiettate. Le zampe sono rosate. Nel secondo inverno differisce dalle gavine coetanee per le macchie scure del collo (marcate), la stretta banda nera rimasta sulla coda, l'iride pallida, il becco e le zampe già come nell'adulto.

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Gavina

La Gavina (Larus canus cm 43 x 109) è comune nel Nord Europa e in gran parte della Gran Bretagna del nord dove è familiare in estate. Nell'areale che occupa si trova in coppie isolate o colonie, sulle coste e nelle acque interne, ma è assente in larghe aree per motivi ignoti.

 Preferisce siti di nidificazione sopraelevati (scogli, cataste, tetti). E' un gabbiano di campi aperti, compresi i campi di gioco (golf), dove passa molto tempo camminando in cerca di vermi e invertebrati in genere. Si unisce agli altri gabbiani per la ricerca sui rifiuti ma è più tranquillo e riservato. In estate preferisce le baie riparate e gli affioramenti rocciosi o aperte brughiere non lontane dal mare, piuttosto che scogliere esposte e isole. Adulti simili al gabbiano reale, ma più piccoli e con ala più stretta; battute più frequenti e vigorose. Occhi scuri e becco esile, giallo (senza macchia rossa). Differente dal gabbiano tridattilo per l'evidente macchia bianca sul nero delle primarie esterne. Giovani con banda caudale nera ben demarcata; il dorso marrone muta in grigio già nel primo autunno, mentre non mutano le copritrici alari. Voce più alta e debole del reale. I nidi sono situati su rocciosi isolotti o in aree di torbiera. depone 3 uova che si schiudono dopo 24/27 giorni ed i piccoli volano a 35 giorni.

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Gabbiano corallino

Il Gabbiano corallino (Larus melanocephalus cm 37 x 98) si trova su laghi steppici e paludi costiere del sud-est europeo. In espansione verso nord-ovest Può incrociarsi con il gabbiano comune. E però più grande e massiccio, ha becco più grande e arrotondato (con banda scura vicino alla punta), primarie candide, cappuccio estivo nero e non marrone. Nella tarda estate, perso il cappuccio, l'impressione è di un uccello bianchissimo. Rispetto alla gavina, è più piccolo e ha ali più corte. I giovani in particolare assomigliano a immaturi di gavina chiari, ma hanno il becco più robusto, il dorso biancastro (le penne giovanili mutano molto presto) e ali più contrastate (macchie bianche subterminali visibili ad ala aperta sulle primarie scure). Anche le primarie interne sono biancastre e la barra nerastra attraverso le secondarie, bordata dal grigio-biancastro delle copritrici maggiori (copritrici minori a macchie brune). Macchia scura dietro l'occhio. Voce nasale, un po' da stercorario.  Nidifica sul terreno, tra la vegetazione, dove depone una sola covata, costituita generalmente da 3 uova (raro 2). L'ornitologo Paul lsenmann ne ha seguito la nidificazione in Grecia e ha osservato che si nutre di pesci, molluschi, anellidi e altri invertebrati (ha anche rinvenuto un piccolo roditore nei rigetti di questa specie). Paul Geroudet ricorda come il gabbiano corallino abbia nidificato in Ungheria, Voucher e Roux in Svizzera, Johnson e lsenmann in Camargue mentre si sta facendo sempre più frequente in altre zone dei Mediterraneo (occasionalmente in Inghilterra).

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Gabbiano roseo

Il Gabbiano roseo (Larus genei cm 40 x 96) nidifica su laghi e lagune costiere, spesso in mezzo alle sterne. E' raro e localizzato nell'Europa meridionale, in grandi colonie a est, a partire dal Mar Nero. Somiglia al gabbiano comune, soprattutto nel disegno delle ali, ma è più grande e snello: becco, collo, coda, ali e zampe in proporzione sono più lunghi, la coda è più arrotondata, la fronte è piatta (in continuità con il becco) e non bombata. Il becco è leggermente curvo all'ingiù. Becco e zampe sono rossi negli adulti (da lontano si vedono scuri) e giallastri negli immaturi, in cui la punta del becco è più scura. Negli adulti l'iride è chiara. Gli immaturi e qualche adulto (fuori del periodo riproduttivo) presentano una macchia scura dietro l'occhio, più chiara però che nel gabbiano comune. Il volo è più lento e vigoroso (superficie alare maggiore e avambraccio più lungo). Ciononostante è possibile la confusione con immaturi del comune con becco particolarmente lungo. Voce nasale, più profonda che nel comune (quasi da corvo).

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Gabbiano comune

Il Gabbiano comune (Larus ridibundus cm 38 x 919) si trova ovunque, è il più diffuso in Europa, comunemente si trova in colonie, talvolta enormi (migliaia di coppie) su canneti e paludi sia costieri sia dell'entroterra, anche su isole basse. Negli ultimi decenni è diventato più frequente anche su prati, canali e parchi cittadini, porti, terreni agricoli e cumuli di rifiuti. Grandi stormi misti a gavine (anche rare pavoncelle) si alimentano sui terreni arati, mantenendo un continuo richiamo tra loro, e spesso seguono i trattori per cogliere i vermi che sono portati allo scoperto dal vomere. Caccia anche gli insetti alati, in volo alto di giorno, basso sui canneti la sera. Le colonie sono abbandonate alla fine di luglio, ma poiché si è urbanizzato, non migra più sulle lunghe distanze e la gran parte delle popolazioni nord europee, trascorrono l'inverno in Europa occidentale, dove un clima meno rigido e le estese aree urbane rispondono a tutte le loro esigenze in fatto di cibo e ripari. Tipico il cappuccio estivo marrone-cioccolato. In tutti i piumaggi è presente un pannello bianco triangolare sulla faccia alare superiore (primarie distali). Faccia inferiore dell'ala grigio scura, con larga fascia bianca posteriore. Negli adulti zampe e becco rosso-bruni; nel piumaggio estivo la nuca dietro al cappuccio è bianca (un po' di bianco anche dietro l'occhio); in inverno testa bianca con macchia auricolare scura. Giovani di un marrone acceso su dorso, nuca e vertice, presto mutati in bianco e grigio, restano le copritrici alari marroni e una barra scura sulla coda. Zampe giallastre, becco giallastro con punta nera. Nel piumaggio invernale e in quello giovanile è molto simile al gabbiano roseo. Emette urla stridule: krria, krrii. Frequentemente nidifica con anatre, che ne ricavano protezione dai corvidi. Nidifica in colonie sul terreno, raramente sugli alberi. Depone una sola covata costituita generalmente da 3 uova (raro 2, fino a 6), che sono incubate da entrambi i genitori, con la deposizione del primo uovo, per 21/27 giorni circa. I nidiacei sono allevati da entrambi i sessi e volano all'età di 5/6 settimane. Il gabbiano comune si nutre di sostanze vegetali, invertebrati, altri piccoli animali e pressoché ogni tipo di nutrimento.

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Gabbiano Bonaparte

Il Gabbiano di Bonaparte (Larus philadelphia cm 33 x 82) nidifica su abeti, in desolate foreste di conifere del Nord America, in coppie isolate. E' raro, accidentale, nell'ovest europeo, più spesso in inverno, misto a gabbiani comuni. In estate l'adulto se ne distingue per il cappuccio color nero-fumo (non marrone) e per il becco nero. Le zampe sono di un rosso vivido. In tutti i piumaggi il lato inferiore delle primarie è  grigio chiarissimo (righe scure nel gabbiano comune). Più piccolo e più elegante del comune, specialmente nel volo che è sfarfallato come nel gabbianello. L'immaturo somiglia a quello dei comune, ma ha più nero sulle primarie esterne e soprattutto sulle copritrici primarie. Da sotto le primarie sono decisamente più chiare. Il becco è nerastro e le zampe sono gialline. Voce come un basso chiocciare di folaga.

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Gabbiano di Sabine

Il Gabbiano di Sabine (Larus sabini cm 33 x 84) nidifica nell'Artico e sverna in alto mare al largo dell'Africa meridionale e del Sud America. Durante la migrazione (ma prima gli adulti e più tardi i giovani) può essere spinto sulle coste europee dal vento. Ha un abito estivo con tipico cappuccio ardesia e becco nero dalla punta gialla. In tutti i piumaggi l'ala ha dei disegni triangolari neri, bianchi e grigi (adulti) o marroni (giovani). La coda è forcuta più che nel tridattilo. Il giovane è bruno, piuttosto uniforme sull'ala, la testa, il dorso e i lati del collo. La fronte è bianca con cerchio palpebrale. A distanza può essere confuso con il giovane di tridattilo, la cui banda diagonale scura sulle copritrici alari, insieme al grigio delle copritrici minori, può sembrare un pannello brunastro uniforme. Per alimentarsi corre, becchetta, si immerge. Ha un volo leggero, come la sterna, anche la voce è stridula.

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Gabbiano tridattilo

Il Gabbiano tridattilo (Rissa tridactyla cm 40 x 95) è uno dei gabbiani pù belli ed attraenti, passa maggior parte della sua vita sull'oceano (pelagico) e si trova in grosse colonie sulle scogliere, a precipizio sulle coste atlantiche, durante la nidificazione. In mare è talmente a suo agio da "farne parte", anche in una burrasca, vola in archi crescenti e decrescenti, apparentemente senza sforzo e compiendo anche grandi distanze. Sciama intorno ai battelli da pesca. Di passaggio regolare, alcuni stormi sono spinti in continente da prolungate tempeste, in autunno e in inverno. Alcuni elementi attraversano il continente, sembra deliberatamente, a inizio primavera. La taglia è come da gavina, ma il volo è più leggero ed elegante, piuttosto simile al fulmaro. Ha la coda squadrata o leggermente forcuta, le zampe nere e piuttosto corte. Gli adulti sono simili alle gavine, ma con ali tricolori, con punta completamente nera e larghezza costante (nella gavina il grigio è uniforme). Gli immaturi hanno una banda trasversale nera sulle copritrici medie, che ricorda l'immaturo di gabbianello e altre specie, ma differisce in larghezza, hanno anche una netta banda nera sulla nuca, vertice bianco e secondarie candide. Nella prima estate perdono la banda sulla nuca e hanno macchie sparse sull'ala. Costruisce, sulle cengie delle coste rocciose (anche in compagnia di urie e gazze marine) e anche sui tetti delle case lungo le coste, un nido compatto fatto di erbe, fango e alghe. Nidifica in colonie. Depone generalmente 2 uova (raro 1/3) che sono incubate da entrambi i genitori per un periodo di 25/30 giorni. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori e lasciano il nido dopo un periodo di circa 7 settimane. Il gabbiano tridattilo si nutre di pesci e altri animali di mare, nonché di qualche essenza vegetale. Il suo verso è caratteristico, può essere rappresentato come un "chittiueic", in inglese si chiama appunto kittiwake.

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Gabbianello

Il Gabbianello (Larus minutus cm 26 x 63) nidifica nell'est europeo, in paludi e laghi ricchi di canne, di solito misto a gabbiani comuni. E' numeroso in migrazione, e marittimo in inverno. E' il più piccolo gabbiano europeo. Di sera caccia insetti alati sui canneti, come il comune, ma ha il volo più rapido ed elegante. Gli adulti hanno sempre le ali arrotondate, di colore grigio chiaro sopra e nerastro sotto, con evidente margine posteriore bianco. Il cappuccio estivo è nerissimo, esteso fino alla base del collo. I giovani hanno le ali più appuntite, chiare sotto, con banda trasversale nera sulle copritrici superiori, dorso, spalle e vertice nerastri. Il dorso muta già nel primo inverno, resta parte del nero alla base del collo e sulla testa, dando una sembianza da tridattilo (comunque ben più grande). Entro l'estate seguente si sviluppa il cappuccio, mentre permane il nero sull'ala. La voce è forte e nasale: kep, spesso ripetuto in serie. In riproduzione un ki-kei ki-kei... con le ali basse e il collo ritto.

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Gabbiano di Ross

Il Gabbiano di Ross (Rhodostethia rosea cm 30 x 77) nidifica sui fiumi della Siberia orientale e sparso anche in altre zone artiche. E' un rarissimo visitatore delle coste europee occidentali. E' piccolo come un gabbianello (la specie più simile) ma con le ali più lunghe e appuntite e la coda a punta di spada (unica) che è difficile da scorgere, ma appare comunque lunga. Gli adulti sono fortemente rosati nelle parti inferiori in estate e meno in inverno. Ha un sottile collare nero, diagnostico della specie, un disegno alare come nel gabbianello (adulti e giovani), compreso il grigio sulla faccia inferiore con largo margine posteriore bianco. E' silenzioso fuori dai quartieri riproduttivi.

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Gabbiano sghignazzante

Il Gabbiano sghignazzante (Larus atricilla cm 39 x 105) è un raro visitatore che proviene Nord America. Ha la taglia del gabbiano comune, ma le ali sono più lunghe e appuntite. A causa delle zampe corte, gli esemplari posati sembrano più lunghi e snelli. Il becco è lungo e massiccio, col culmine curvo, che lo fa sembrare piegato all'ingiù. Si può confondere solo con il gabbiano di Franklin (sotto). L'adulto ha un cappuccio nero con "palpebre" bianche, mantello e ali grigio-fumo con margine posteriore bianco (su secondarie e primarie interne) e punta nera priva di macchie bianche. Nel primo inverno le parti superiori sono marrone sporco, come anche il petto e la testa (a parte fronte, mento e palpebre chiari); le remiganti sono molto scure (già presente la bordura bianca), il sopraccoda è bianco e le timoniere sono grigie con larga banda terminale nera. La faccia inferiore dell'ala è tendente al grigio e le zampe sono nerastre. Gli individui al secondo inverno si distinguono dagli adulti per la maggiore estensione dei nero sulla punta dell'ala e per la permanenza di un'accennata banda caudale.

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Gabbiano di Franklin

Il Gabbiano di Franklin (Larus pipácan cm 34 x 87) è molto raro proveniente dal Nord America. Poco più piccolo del gabbiano comune, con ali più arrotondate. E' una specie facilmente distinguibile, si può confondere solo con il gabbiano sghignazzante (sopra). In tutti i piumaggi ha mezzelune palpebrali bianche, più evidenti che nella specie precedente. Il becco è piuttosto massiccio, ma non altrettanto lungo e curvo. L'adulto ha cappuccio nero ed è di colore grigio scuro sul mantello e sopra le ali (che hanno evidente margine posteriore bianco). Tipico il disegno sulla punta dell'ala, con una striscia nera in mezzo a due strisce bianche. Il centro della coda è grigio chiaro. Al primo inverno il giovane presenta un piccolo cappuccio scuro (come nell'abito invernale degli adulti), più netto e scuro che nel piumaggio invernale delle altre specie; sulla coda è presente una striscia scura piuttosto sottile, che non tocca le timoniere esterne. Interno dell'ala chiaro, al contrario che nella specie precedente. Diversamente dagli altri gabbiani ha due mute complete ogni anno, la seconda in primavera prima della migrazione verso nord; di conseguenza gli individui alla prima estate hanno già ali simili agli adulti (manca a striscia bianca interna al nero della punta, le primarie sono più scure frontalmente e il cappuccio può essere un po' ridotto).

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Gabbiano d'avorio

Il Gabbiano d'avorio (Pagophila eburnea cm 44 x 107) è una specie artica. Nidifica in piccole colonie lasse, su scogliere a precipizio (anche su ghiacci alla deriva). I nidi sulle cengie sono più grandi e trasandati di quelli dei tridattilo. Esplora i margini e le vaste distese della banchisa, scende raramente a sud della zona dei ghiacci. Si ciba di pesce, escrementi di foca e di orso polare, carcasse abbandonate e carogne. Raccoglie il cibo dalla superficie dell'acqua sia posato sia in volo. Molto confidente, frequenta assiduamente i campi base. E' attirato dai colpi d'arma da fuoco. Ha le dimensioni di una gavina. Gli adulti sono bianchi, con becco giallo sporco, dalla base bluastra. Gli immaturi, con piccole macchie nere sulle parti superiori, hanno il becco più scuro e la faccia "sporca". Le zampe, corte, sono sempre di colore nero. Ali sono relativamente lunghe, il volo è leggero ed elegante. La voce ricorda il maschio di fischione.

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Sterne

Le sterne appartengono alla famiglia Sternidae, hanno una corporatura esile, le ali lunghe e strette e la coda è forcuta. I becchi sono appuntiti e le zampe sono piccole.

 

Mignattino

Il Mignattino (Chlidonias niger cm 24) è una delle tre sterne di palustri, fuori del periodo riproduttivo, si trova principalmente lungo le coste. Raccoglie gli insetti acquatici di cui si nutre (anche piccoli pesci e larve), dalla superficie dell'acqua, in volo aggraziato e caccia anche gli insetti volanti. Spesso fa lo "spirito santo" poco sopra la vegetazione acquatica. Non si tuffa spesso come le sterne bianche. In molte one dell'Europa dell'Ovest è migratore in primavera/autunno ed ha l'abitudine di tornare, ad anni alterni, in numero inaspettato per un giorno o due. I "giorni del mignattino" sono imprevedibili ed eccitanti per la moltitudine di uccelli. Il piumaggio estivo è completamente scuro (grigio e nero), a parte le copritrici inferiori di coda e ali, che sono bianche. In abito invernale o giovanile, è distinguibile dal mignattino alibianche per le macchie scure ai lati dei collo, le ali leggermente più scure sopra e il sopraccoda solitamente grigio (talvolta nei giovani è biancastro), come è interamente grigia la coda. Il grigio del vertice è uniforme. I richiami più comuni sono uno stridulo kai e un tranquillo klit. Nidifica in colonie in paludi, vasche di colmata e risaie, anche su piante acquatiche. Costruisce un rozzo ammasso di canne e vegetazione acquatica proprio sull'acqua presso la vegetazione palustre. Li depone una sola covata costituita prevalentemente di 3 uova (raro 2/4) che sono incubate da entrambi i sessi, ma principalmente dalla femmina per 14/17 giorni. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori e volano all'età di circa 3/4 settimane. Segnalato in diminuzione a causa del deterioramento delle zone umide e alla distruzione degli habitat.

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Mignattino alibianche

Il Mignattino alibianche (Chlidonias leucopterus cm 24) nidifica in aree inondate del sud-est europeo. In migrazione si vede lungo le coste. Ha un comportamento molto simile al mignattino (sopra). In abito estivo, è diagnostico il nero intenso del dorso e delle parti inferiori, insieme al bianco candido della coda e alle copritrici alari superiori biancastre. Il becco è poco più corto del mignattino, le ali sono più larghe e la coda è più corta (nell'insieme leggermente più compatto). L'abito invernale e giovanile sono privi di macchie scure ai lati del collo, con ali leggermente più chiare sopra, groppone e sopraccoda solitamente più chiari. Le timoniere esterne sono biancastre. Nei giovani il grigio del vertice schiarisce frontalmente; presentano un forte contrasto tra dorso nero e ali e coda chiare. Abito invernale molto simile al piombato. La voce è gracidante.

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Mignattino piombato

Il Mignattino piombato (Chlidonias hybridus cm 25)   si può vedere in migrazione sulle coste marine, ha un volo inquieto e acrobatico a pelo dei canneti e della vegetazione acquatica, per raccogliere insetti acquatici, fa anche tuffi dall'alto. Da lontano il piumaggio appare biancastro, come in una vera sterna. In piena luce la faccia inferiore delle ali può sembrare nera per effetto dell'ombra delle stesse. Corpo inferiormente grigio-fumo, tranne la coda. La testa è bianca con cappuccio nero. In abito invernale è molto simile all'Alibianche, è solo leggermente più grande, ha il becco più lungo e massiccio, senza gradini nel nero del cappuccio. Nel giovane la striscia bianca sulla nuca è sottile o interrotta ed è presente una piccola incavatura bianca alla base del cappuccio, che ricorda le altre due specie. Il dorso è vagamente bruno, le penne hanno un largo margine bianco (presto mutate nelle penne grigio chiaro dei primo inverno). Le ali sono chiare come nel giovane di sterna comune (prive di margine frontale scuro). Il groppone e il sopraccoda sono biancastri, la coda grigio chiaro con sottile striscia scura subterminale. Voce: un alto e breve kr:sk, da Rallide. Nidifica in acquitrini del Sud Europa, in colonie accumulando canne e altre sostanze vegetali sull'acqua e ancorandole alla vegetazione acquatica. Depone generalmente 3 uova (raro 2/4) che sono incubate da entrambi i sessi ma principalmente dalla femmina. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori. Il mignattino piombato, come gli altri congeneri, si nutre soprattutto d'insetti acquatici.

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Sterna scura

La Sterna scura (Stema fuscata cm 40) nidifica in colonie gigantesche su piccole isole oceaniche tropicali. Pesca molto al largo. Non si tuffa, ghermisce il pesce volando al pelo dell'acqua, è grande come un beccapesci, la coda è profondamente forcuta. Sempre nero sopra (testa come il dorso) e bianco sotto. La fronte è bianca fino all'occhio e gli immaturi sono quasi interamente nerastri. E' molto loquace, la voce è aspra e nasale.

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Beccapesci

Il Beccapesci (Stema sandvicensis cm 40)  è il più erratico di tutte le sterne e spesso ci si accorge della sua presenza per il richiamo, ma è comunque difficile da scorgere a causa della forma affusolata e del colore bianco. Pesca al largo, tuffandosi da altezze maggiori delle altre sterne (evita la terraferma). Lo si riconosce per l'aspetto generalmente chiaro, le ali lunghe e strette, la coda corta, il volo deciso con colpi d'ala secchi e profondi; è più grande delle sterne comuni. Sverna in Africa occidentale e fa ritorno nei quartieri riproduttivi europei dalla fine di marzo in avanti, prima delle altre sterne. Il becco è lungo e sottile, nero con la punta gialla. Da posato si notano un accenno di cresta e le zampe corte e nere. In abito invernale (spesso da luglio) la fronte è bianca. (Nella Sterna zampenere è bianco tutto il vertice, il becco è più corto e tozzo e l'ala è più larga.). Nel giovane il becco è totalmente scuro e il bianco sulla fronte è relativamente ridotto; dorso e copritrici alari spruzzati di scuro. Nella tarda estate gli adulti pescano insieme ai giovani, se ne distinguono per le remiganti distali grigio scuro (in contrasto con le prossimali) e spesso per il differente profilo alare, modificato dalla muta. Voce alta e penetrante, uno stridulo kri-iek. Il richiamo dei giovani è un kii- più pulito e squillante. Nidifica in grosse colonie localmente su isole costiere, dove i predatori terricoli come le volpi e i surmolotti non li possono raggiungere. Depone una sola covata,  su coste sabbiose o sul terreno presso l'acqua, costituita generalmente da 2 uova, talvolta 1 raramente 3, a intervalli di un paio di giorni. L'incubazione è effettuata da entrambi i genitori con la deposizione del secondo uovo e dura 20/24 giorni circa. I nidiacei, semi nidifugi, sono allevati da entrambi i genitori che li nutrono con pesciolini catturati con spettacolari tuffi in mare. I giovani volano all'età di circa 35 giorni. Il beccapesci si nutre prevalentemente di pesci e invertebrati (molluschi, anellídi).

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Sterna zampenere

La Sterna zampenere (Gelochelidon nilotica cm 38) è meno marittima delle altre sterne e caccia anche nell'entroterra, su paludi e pascoli costieri. La principale caratteristica è il robusto becco nero (da gabbiano). Il volo è pigro come nella maggiore, ma le ali sono molto lunghe, strette e appuntite, come nel beccapesci. E' assente il contrasto nelle remiganti ed è presente un distinto, sottile margine scuro, inferiormente, lungo tutte le primarie. La coda è corta e debolmente forcuta. Posata, le zampe sono nere e lunghe. Il groppone e il sopraccoda sono grigio chiaro. In abito invernale ha pochissimo nero dietro l'occhio (nel beccapesci anche sulla nuca), la testa è pressoché interamente bianca. I giovani sono come nel beccapesci, ma con più bianco sulla fronte, becco più tozzo e diversa sagoma alare. La voce è distintiva, un nasale keiuk; allarme, una serie di note nasali, quasi una risata, kivii-kivii-kivii-kivií. I giovani chiedono cibo con un laconico piuu. Nidifica in colonie, rara e localizzata nel Sud Europa e in Danimarca, su paludi costiere e spiagge sabbiose. Il nido è scavato nella sabbia o nella terra ed è rivestito di sostanze vegetali. Depone una sola covata, costituita generalmente da 3 uova (raro 2/5) che sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di 22/23 giorni circa, con la deposizione dell'ultimo uovo. I nidiacei, semi nidifugi, sono allevati da entrambi i genitori e volano all'età di circa 4/5 settimane. La sterna zampenere si nutre di pesci, granchi, piccoli mammiferi, uova e piccoli uccelli, lucertole, rane, girini, invertebrati.

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Sterna maggiore

La Sterna maggiore (Sterna caspia cm 53)  si alimenta in particolare sui gruppi di isole interne e sui laghi costieri (anche a decine di chilometri nell'interno). Le popolazioni baltiche in parte migrano attraverso il continente per raggiungere il Mediterraneo, sulla strada dei quartieri di svernamento africani. Per pescare si tuffa, ma non così a capofitto come il beccapesci. Ha tutte le caratteristiche delle sterne ma le dimensioni di un gabbiano reale. Grande becco rosso, visibilissimo anche da lontano. Altri caratteri per il riconoscimento sono la voce, forte e profonda, aspra come quella di un airone (kraa-ap), e il lento volo da gabbiano. In volo la testa sembra molto massiccia e così anche il lungo collo, la coda è corta e le zampe sono nere. Ali grigio chiaro sopra, punta scura nella faccia inferiore. Nel giovane il becco è più aranciato, con punta nera, testa marrone scuro screziata di bianco (il marrone scende sulla guancia più del nero negli adulti). Un leggero disegno a scaglie su dorso e ali, e zampe chiare (il miglior carattere per determinare l'età negli uccelli posati). Si riproduce in tutti i continenti eccetto Sud America e Antartide. Nidifica principalmente sul Baltico, in grandi o piccole colonie nei vari arcipelaghi, in depressioni del terreno, preferibilmente tra la sabbia. Depone una sola covata, costituita generalmente da 2/3 uova (raro 1) che sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di 20/22 giorni. I nidiacei, semi nidifugi, sono allevati da entrambi i genitori, dopo pochi giorni lasciano il nido e volano all'età di 25/30 giorni circa. I giovani seguono i genitori nei quartieri invernali e si possono vedere (e sentire) supplicare per il cibo. La sterna maggiore si nutre prevalentemente di pesci.

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Sterna Comune

La Sterna comune (Sterna hirundo cm 35) è chiamata anche rondine di mare, è diffusa dalla Gran Bretagna ai paesi meridionali d'Europa, nidifica in coppie isolate o in piccole colonie su paludi costiere e isole, anche su spiagge lacustri. La sterna comune a differenza della codalunga, arriva a spingersi anche sulle zone urbanizzate dell'entroterra se ci sono specchi d'acqua adatti. Si tuffa spesso per pescare. E' molto simile alla sterna codalunga ma le timoniere esterne sono più corte, le ali più larghe, il volo con battute più rigide e veloci (comunque eleganti, soprattutto nei voli territoriali), la testa è più grande (collo e becco più lunghi) e le zampe sono più lunghe. Le primarie distali superiormente sono più scure delle prossimali; i due grigi sono divisi come da una tacca sul bordo posteriore dell'ala. Le ali da sotto sono meno trasparenti. Il becco aranciato ha pressoché sempre la punta nera. Nei giovani, le secondarie sono grigie con punta bianca e fronte dell'ala grigio scuro. Il dorso di norma e chiaramente segnato dal margine nerastro delle penne. Interno del becco aranciato (nero nella codalunga). La voce è più profonda della codalunga: quando è attiva, un secco kitt, un rapido kaíkaikaikai e anche un tipico kirri-kirri-kirr... Segnala la presenza di umani con un kriii-ì; contro i corvidi lancia un ktciai. Spostandosi in autunno vola nei mari dell'Ovest dell'Africa. Le comuni sono più facilmente avvistabili sui laghi continentali delle codalunga. Nidificazione: pressoché come la codalunga (sotto).

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Sterna codalunga

La Sterna codalunga (Sterna paradisaea cm 38) si tuffa meno volentieri della comune e, rispetto a quest'ultima, ha le timoniere esterne più lunghe, le ali più strette, il volo più pigro ed elastico, la testa piccola (becco e collo corti) e le zampe molto corte. Il grigio dell'ala è uniforme e le remiganti sono trasparenti in controluce. Il becco è rosso sangue, di solito senza punta nera. La gola ha una sfumatura grigiastra, separata dal cappuccio nero da una larga banda bianca. Il giovane ha secondarie bianche, fronte dell'ala non così scuro, sul dorso solo un accenno di barratura e il becco interamente è scuro. La voce è simile alla comune, più acuta nel corteggiamento, pii-pii-pii-pú, più aspra nei battibecchi, kt-kt-kt-krr-kt-kt. Allarma contro gli umani con un krii-arrr, contro i corvidi, kffiu. Spostandosi a sud in autunno vola direttamente in Antartico, al di là del Sud Africa, per cui si dice che la codalunga trascorra maggior parte della sua vita alla luce del sole, passando dall'estate artica all'estate antartica. Nidifica in colonie su isole, sul terreno o sulle distese sabbiose, sulle dune e altri ambienti costieri, purché vicini ad acque limpide, anche piccoli laghetti montani. Depone una sola covata costituita generalmente da 2 uova (raro 1/3) che sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di circa 20/22 giorni. I nidiacei, semi nidifugi, sono allevati da entrambi i genitori, nuotano a 2 giorni e volano all'età di circa 20/22 giorni, ma continuano a essere alimentati dai genitori per un certo periodo. Sia la codalunga e sia la comune (sopra) sono aggressive sul nido e possono persino tuffarsi per beccare sulla testa chi si avvicina troppo. Si nutre di piccole prede che raccoglie  dalla superficie, prevalentemente pesci e invertebrati (molluschi, insetti)  e caccia gli insetti in volo.

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Sterna di Dougali

La Sterna di Dougali (Sterna dougallii cm 38) e un nidificante raro lungo le coste europee occidentali, spesso insieme alla comune e alla codalunga. Più chiara di queste sopra, decisamente biancastra, in proporzione ha le ali più corte e le timoniere esterne molto lunghe e candide. Il becco lungo e nero, è rosso solo alla base. Le zampe sono più lunghe che nella comune. Nel periodo riproduttivo la gola è rosata (da vicino). In inverno il piumaggio è più bianco della comune, con lo stesso disegno alare e le timoniere esterne ridotte. I giovani hanno una piccola macchia bianca sulla fronte, il dorso come nel giovane beccapesci, le primarie prive di punta scura e le zampe nere. In volo somiglia al beccapesci, nonostante la coda più lunga, il piumaggio più chiaro e la fronte più accentuata. Tipica la voce, un delicato ciuuìk e un raspante zraaaach.

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Fraticello

Il Fraticello (Sterna albifrons cm 23) è la più piccola sterna europea, sicuramente più veloce e guizzante delle eleganti ed aggraziate cugine più grandi. Se confrontato con loro, i fraticelli sembrano ingranaggi di un orologio; quando si tuffano per pescare, colpiscono l'acqua (ripetutamente e in modo concitato) lanciando un piccolo schizzo, ma raramente con sufficiente forza per immergersi. A volte si tuffano dopo aver assunto la figura cosiddetta dello "spirito santo" per meglio avvistare il pesce. Ha la fronte bianca in tutti i piumaggi, il becco nero con la punta gialla (primavera, estate) e le zampe gialle (sempre). La coda è corta, il volo è veloce con colpi d'ala rapidi (ricorda il corriere grosso), molto sfarfallato quando esplora la superficie dell'acqua. Il giovane è riconoscibile innanzi tutto per la taglia. Sono uccelli molto attivi e rumorosi; voce, un aspro e acuto prit-prit. Nidifica all'estremità delle onde sulle spiagge, sia sabbiose e sia ciottolate (anche acque interne), al suolo, in buchette che i fraticelli scavano premendo il petto sulla sabbia e ruotando su se stessi per ottenere una piccola depressione a scodella. Le loro uova possono essere spazzate via da una mareggiata data la vicinanza del mare. La presenza minacciosa dei gabbiani reali, pronti a predare le uova, o quella di un falco vicino, possono mettere in allarme la colonia di fraticelli, che insorge compatta contro l'intruso. Le persone, attraversando la zona dove essi nidificano, possono calpestare le uova anche involontariamente, dato il loro confondersi col terreno. Talora anche coloro che praticano il motocross lungo le spiagge possono danneggiare irreparabilmente molti nidi. Spesso gli stessi bagnanti, che si installano vicino alla colonia di fraticelli, possono impedire ai genitori di covare o di proteggere i neonati per ore dai raggi cocenti del sole, con conseguenze disastrose per la nidiata.

Nonostante il disturbo che gli umani di frequente arrecano loro, questi uccelli ritornano ogni anno dall'Africa sulle nostre spiagge per nidificare. In autunno si spostano a sud, andando in Africa in inverno. Depongono 1/3 uova che, come i nidiacei, si mimetizzano bene col fondo sabbioso del litorale. Le uova si schiudono dopo 18/22 giorni e il piccolo vola 19/20 giorni dopo.

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Alche

Le alche appartengono alla famiglia Alcidae, sono uccelli oceanici neri e bianchi, con code corte e ali sottili, il volo è diretto, a pelo d'acqua, con battiti d'ali rapidi e potenti. Sono uccelli silenziosi al di fuori della riproduzione. Nidificano in popolose colonie su scogliere marine. Le ali sono usate come pinne e la coda come timone per nuotare sott'acqua. I piumaggi invernali ed estivi sono diversi. La covata è di 1-2 uova e gli immaturi somigliano agli adulti.

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Gazza marina

La Gazza marina (Alca torda cm 38)  ha abitudini gregarie e vive al largo, al di fuori del periodo riproduttivo. Il becco è spesso e appiattito lateralmente, viene tenuto sollevato, come la coda, durante il nuoto. Il collo è più tarchiato e corto dell'uria. E' distinguibile a distanza dalla razza meridionale di uria per il capo e il dorso nero lucido anziché bruni. Il sottoala è bianco candido. Differisce dall'uria dell'Atlantico, con dorso scuro, perché ha più bianco ai lati del groppone: il posteriore è bianco con linea centrale nera. Inoltre tiene la testa e la coda più alte e non appare ingobbita come le urie, i piedi sono nascosti dalla coda. Nel volo dimostrativo inizia improvvisamente a volare lentamente. Richiamo: un raspante arrr, malinconico. Nidifica sulle scogliere in colonie, spesso miste ad altre specie simili come l'uria (ma non così vaste), tra le rocce, sugli scogli e anche tra i sassi sui lidi. Depone un solo uovo (raro 2) tra i crepacci, nelle buche, sulle cengie rocciose tra i sassi senza costruire il nido. L'incubazione è effettuata da entrambi i sessi e dura per un periodo di 25/35 giorni. Il nidiaceo è allevato da entrambi i genitori e abbandona il nido a 12/15 giorni di età raggiungendo il mare accompagnato da un adulto. La gazza marina si nutre di pesci, crostacei, anellidi e molluschi.

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Uria

L'Uria (Uria aalge cm 40) ha un corpo pesante, ali sottili, volo diretto con battiti rapidi e vigorosi a pelo d'acqua, spesso molti individui in fila. Il becco è piuttosto lungo e slanciato. Quando è posata si distingue dalla gazza marina anche per il collo più lungo e snello e per la coda più corta. La razza meridionale (Irlanda, Scozia meridionale e più a sud) ha il dorso bruno-nerastro opaco, in piena luce sembra bruno-grigio scuro, mentre la gazza marina ha il dorso nero lucido. La razza settentrionale (Scozia e Nord Europa) è più scura e più simile alla gazza marina. Alcuni individui, noti come urie dalle redini, hanno un anello bianco perioculare e una linea bianca dietro l'occhio che solca le guance. In volo il collo è ritratto, appare più ingobbita rispetto alla gazza marina, sembra avere la parte posteriore del corpo più grossa; piedi ben visibili, meno bianco ai lati del groppone, sottoala non bianco candido, ma con sfumature scure. In piumaggio invernale: il bianco ai lati della testa si estende più in alto ed è diviso da una striscia scura dietro l'occhio; i lati del corpo sono striati. Richiamo: un rimbombante e-urrr, di tono un po' più allegro di quello della gazza marina. Nidifica in popolose colonie (migliaia di coppie) su cengie di pareti verticali lungo le coste e su isole al largo. Depone una sola covata costituita da un singolo uovo periforme direttamente sulla roccia. L'incubazione, fatta da entrambi i genitori, dura circa 28/35 giorni e riconoscono l'uovo dall'aspetto, in mezzo alle migliaia della colonia. I nidiacei sono accuditi dai genitori e riconosciuti tra gli altri pillus dal richiamo, a 18/25 giorni vanno in mare balzando dalla parete quasi tutti allo stesso tempo, in poche sere di luglio, ancora incapaci di volare. Vengono guidati in mare aperto dai maschi.  Volano dopo circa tre settimane. L'uria si nutre di pesci e invertebrati marini (crostacei. anellidi, molluschi) che cattura, come la gazza marina, in immersione.

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Uria di Brúnnich

L'Uria di Brünnich (Uria lomvia cm 40) come l'Uria, nidifica in popolose colonie su ripide scogliere marine, ma ha una distribuzione più nordica. Si distingue dall'Uria per il becco più corto e massiccio, con una striscia biancastra laterale, e anche per i lati del corpo non striati (l'uria ha sempre qualcosa di scuro sui fianchi). Sottoala e ascellari chiari, dorso bruno scuro, quasi nerastro come la gazza marina. In volo è distinguibile dalla gazza marina e dall'uria per il corpo più compatto, gonfio; il dorso è ingobbito anche più dell'uria, ha il becco rivolto un po' verso il basso (nella gazza marina è diritto mentre nell'uria è intermedio), più bianco ai lati del groppone, come l'uria; piedi visibili. Da l'impressione di avere la porzione anteriore come l'uria e il posteriore come la gazza marina. Nel piumaggio invernale presenta mento e gola bianchi, ma il nero copre una buona parte della guancia. Richiamo rimbombante e brusco.

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Gazza marina minore

La Gazza marina minore (Alle alle cm 20) è estremamente abbondante nella regione artica, dove nidifica in enormi colonie su versanti montani, non solo su scogliere marine, ma anche nell'entroterra su nunatak (colline isolate in ghiacciai), è segnalata anche in espansione verso il Mare del Nord. Depone un solo uovo in una buca. E' una delle specie più numerose del mondo. Vola intorno alle alture dei nidi in sciami. Molto vocifera: trilli acuti e risate nasali risuonano in eco in cori rimbombanti di kiirrrr, kihihihíhi. Vola ronzando al largo, in stormi, in quota, pesca plancton e ritorna alle colonie con volo ondulato a pelo d'acqua, con la tasca gulare piena. Al di fuori della riproduzione vive al largo, ma occasionalmente alcuni individui si possono vedere da terra. Dopo violente tempeste si possono incontrare individui nell'entroterra. Molto più piccola delle altre alche, ha le dimensioni di un grosso storno. A distanza in volo un singolo individuo si può confondere con il giovane del pulcinella di mare. Battiti alari vibranti, sottoala scuro (nella gazza marina bianco). Becco corto. In volo il collo sembra molto corto. In acqua di solito nuota con il capo ritratto e sembra quasi senza collo. Quando riposa fluttua come un sughero mettendo in evidenza il bianco, ma quando pesca, tra un tuffo e l'altro, fluttua con la linea di galleggiamento più bassa, tenendo la testa anche più bassa della coda e con le ali che pescano in acqua.

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Uria nera

L'Uria nera (Cepphus grylle cm 33) è un bell'uccello del nord che raramente si muove verso sud, nidifica abbastanza comunemente, in coppie isolate o in gruppetti, sotto a massi o su coste rocciose. Meno legata al mare rispetto alle altre alche, vive tutto l'anno più vicino alla costa. E' più piccola dell'uria. In estate, ha un inconfondibile piumaggio nero con pannello alare bianco, in inverno è macchiata di nero e bianco con lo stesso nero sulle ali. In volo ha una vaga somiglianza con l'orco marino maschio, ma anche a grande distanza la confusione è improbabile: l'uria nera appare sempre piuttosto diversa, con corpo corto, fusiforme, ingobbito e battiti alari vibranti. I piedi sono color rosso laccato. Ha un volo ronzante, sempre a pelo d'acqua.  Giovane più chiazzato di grigio, con del grigio sparso anche sul pannello alare, abbondante in alcuni individui. Gli individui di un anno possono essere tutti neri (penne del corpo mutate, pannello non mutato). Nel periodo dell'accoppiamento le urie nere stanno raggruppate ed emettono un siip-siip-siip- da spioncello che si tramuta in un sottile ma risuonante piips elettronico, quindi aprono il becco per mostrare l'interno rosso. Sollevano anche le ali per mettere in evidenza il pannello bianco.

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Pulcinella di mare

I Pulcinella di mare (Fratercula arctica cm 30) sono i più variopinti e favoriti da tutti, ma per vederli occorre andare verso la costa a nord. Sono inconfondibili per il corpo ad anfora, la testa grande e lo straordinario becco enorme, compresso lateralmente, scanalato e dai colori vivacissimi. I pulcinella sono spesso derubati dal labbo. Il becco ha una caratteristica colorazione arancio, nera e gialla e gli strati più esterni del becco sono persi nella tarda estate, così il becco è più sottile nella livrea invernale. Anche l'immaturo ha il becco più sottile. Le guance bianco-grigiastre si scuriscono in inverno. Quando nuotano tengono il petto ben sollevato sull'acqua rispetto alle altre alche, assumendo una caratteristica silhouette. Si vedono di solito in stormi che volano a pelo d'acqua e in file. In volo sono caratteristiche la grande testa chiara, la taglia piccola e la coda corta. Il sottoala è piuttosto scuro, ma un po' più chiaro della gazza marina minore. Richiamo: solo al sito di nidifica zione, note poco musicali, eeeh, grida e muggiti. In inverno si spostano al largo, più di ogni altra alca, eccetto la gazza marina minore ed è difficile vederli sulla terra ferma a meno che non vi siano spinti da una tempesta. L primavera successiva tornano improvvisamente a stormi di migliaia d'individui, ma aspettano alcuni giorni prima di mettere piede a terra. Una volta a terra ripuliscono le vecchie tane o ne scavano delle nuove dove nidificare, in aree ricoperte dalla vegetazione. Alcune colonie sono state abbandonate poiché tutto il terreno soffice utilizzato per scavare le tane era ridotto ad un colabrodo. Approfitta anche delle tane abbandonate dai conigli o balle berte. Depone una sola covata costituita da un solo uovo (raro 2) che è incubato prevalentemente dalla femmina per 40/43 giorni. I nidiacei, nidicoli, restano sul posto per 40 giorni, è nutrito finché non raggiungono il peso dei genitori, dopodiché si spostano in mare all'età di 47/51 giorni. Il nido è lasciato durante la notte, quando non corre il rischio d'essere predato dai mugnaiacci.

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Bibliografia:

- I chirotteri italiani, di Lorenzo Fornasari, Carlo Violani e Bruno Zava.

- Insettivori e piccoli roditori del Trentino, di Roberta Locatelli e Paolo Paolucci, Collana naturalistica della Provincia Autonoma di Trento, Servizio Parchi e Foreste Demaniali.

- Uccelli d'Europa, di Bertel Brunn e Arthur Singer, casa editrice Mondadori.

- Guida Pratica all'Ornitologia, di Rb Hume e Peter Haiman, casa editrice I.S.B.N.

- Birdwatching, di A. Van Den Berg, T. Van Der Have, G. Keijl, D. Mitchell, casa editrice DeAgostini.

- Uccelli, di Gianfranco Bologna, casa editrice Mondadori.

- La Caccia, di Kurt G. Blüchel, casa editrice Gribaudo Könemann.

- Nuovo Atlante degli Uccelli Nidificanti in Provincia di Treviso, a cura dell'Associazione Faunisti Veneti, curato da Francesco Mezzavilla e Katia Bettiol.

- Ali, di Giuseppe Frigo, Fabio Garbin, Paolo Spigariol, casa editrice Magnus.

- Atlante Ornitologico, di Ettore Arrigoni degli Oddi, casa editrice Hoepli.

- Gli Uccelli d'Europa, casa editrice Fratelli Melita.

 

Finito: giugno 2009. Migliorato e corretto: giugno 2010/ottobre 2010.

 

 

  

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