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Animali

In questa pagina sono raccolti i Galliformi, Sirratti e Grandule, Piccioni e Tortore, Cuculi, Succiacapre, Rondoni, Martin pescatori e specie affini ed i Picchi.

 

Indice:

 

Galliformi (ordine Galliformes)

 

Tetraonidi (famiglia tetraonidae)

Pernice bianca nordica

Pernice bianca di Scozia

Pernice bianca

Tetraogallo del Caucaso

Tetraogallo del Caspio

Gallo cedrone

Fagiano di monte o gallo forcello

Tetraone mezzano o ibrido

Fagiano di monte del Caucaso

Francolino di monte

 

Quaglie pernici e fagiani (famiglia Fasianidae)

Ciukar

Coturnice

Pernice sarda

Pernice rossa

Starna

Francolino

Fagiano

Fagiano di Lady Amberst

Quaglia

 

Sirratti e Grandule (Ordine Pteroclicliformes, famiglia Pteroclidae)

Ganga

Grandule

Sirratte

Grandule del senegal

 

Piccioni e tortore (Ordine Columbiformes, famiglia Columbidae)

Piccione selvatico e piccione terraiolo

Colombella

Colombaccio

Tortora

Tortora orientale

Tortora dal collare orientale

Tortora delle palme

 

I cuculi (Ordine Cuculiformes, famiglia Cuculidae)

Cuculo

Cuculo orientale

Cuculo dal ciuffo

Cuculo americano

Cuculo americano occhirossi

 

I succiacapre (Ordine Caprimulgiformes, famiglia Caprimulgidae)

Succiacapre

Succiacapre collorosso

Succiacapre isabellino

Succiacapre americano

 

Rondoni (Ordine Apodiformes, famiglia Apodidae)

Rondone

Rondone cafro

Rondone indiano

Rondone pallido

Rondone maggiore

 

Martin pescatori & affini (Ordine Coraciiformes)

 

Martin pescatori (famiglia Alcedinidae)

Martin pescatore

Martin pescatore bianco e nero

Martin pescatore americano

Martin pescatore di Smirne

 

Gruccioni (famiglia Meropidae)

Gruccione

Gruccione egiziano

 

Ghiandaia marina (famiglia Coraciidae)

 

Upupa (famiglia Upupidae)

 

Picchi (Ordine Piciformes, famiglia Picidae)

Picchio verde

Picchio cenerino

Picchio rosso maggiore

Picchio rosso di Siria

Picchio rosso mezzano

Picchio rosso minore

Picchio dorsobianco

Picchio tridattilo

Picchio nero

Torcicollo

 

 

Galliformi

I galliformi (Ordine Galliformes) sono terricoli, hanno corpi paffuti e becchi corti. Le ali sono corte, larghe, rigide e arrotondate, volano con rapidi battiti in serie alternati a lunghe planate, sembrano goffi ma in realtà alcuni sono grandi volatori. I piedi sono vigorosi e in grado di correre velocemente. I pulcini sono nidifughi.

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Tetraonidi

I tetraonidi (Famiglia Tetraonidae) hanno taglia media o grande, le narici e i piedi piumati. E' una famiglia composta da molte specie con elaborati corteggiamenti. Depongono dalle 5 alle 12 uova.

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Pernice bianca nordica

La pernice bianca nordica (Lagopus lagopus, cm 40) è abbastanza comune nella taiga nei pressi di terreni acquitrinosi e più numerosa in montagna, soprattutto in peccete vicino a ruscelli, ma anche in macchie di salici o altri versanti spogli (la consistenza numerica varia periodicamente). In inverno si trova in peccete e boschi di conifere vallivi. Nel piumaggio bianco invernale entrambi i sessi somigliano alla pernice bianca (senza la striscia nera sull'occhio), che vive però ad altitudini maggiori. In estate il maschio è riconoscibile dal bruno-castano dei piumaggio. In tarda primavera il maschio è bianco, con capo, collo e sottogola bruno-rossiccio caldo, in estate e autunno il piumaggio è marezzato bruno-rossiccio con addome e ali bianchi, somigliante a quello della femmina, che muta rapidamente nella livrea invernale. Il volo consiste in rapidi battiti alternati con lunghe planate sulle ali rigide e angolate. Spesso i maschi si aggregano e si esibiscono di notte in primavera, emettendo il loro verso caratteristico e compiendo brevi svolazzi. E' silenziosa in inverno.

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Pernice bianca di scozia

Le pernici bianche di Scozia (Lagopus I. scoticus e L. I. hibemicus, cm 38) sono due razze della bianca nordica molto affini tra loro e non distinguibili in natura. Vivono in brughiere d'altopiano. Di colorazione bruno-castano per tutto l'anno (femmina meno rossiccia) con ali scure, hanno voci e comportamento simili a quelli della bianca nordica.

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Pernice bianca

La pernice bianca (Lagopus mutus, cm 35) è meno abbondante della bianca nordica e di Scozia. In estate vive in quota, dove abbondano i licheni, spesso vicino a sassaie. Sverna, talora in grandi stormi, più in basso su versanti spogli, spesso in peccete, dove vivono anche la bianca nordica e di Scozia. Si differenzia da queste ultime nel bianco piumaggio invernale per una striscia nera sull'occhio nel maschio, talora presente meno marcatamente anche nella femmina, e per il richiamo specifico. Ha una caruncola di pelle rossa sopra l'occhio. In tarda primavera il maschio diventa grigio-nerastro su capo e collo; in estate anche il dorso diviene nero, quindi acquisisce la livrea autunnale, più striata di grigio-blu pertanto, il maschio è ben distinguibile da quello della bianca nordica/di Scozia. Le femmine si distinguono osservando il colore di base bruno-grigio smorto (ali bianche) più giallo-camoscio e non così rossiccio. Zampe e dita coperte di piume che le permettono di camminare sulla neve senza affondare (425/600 grammi). Il maschio richiama con un aspro dirompente verso caratteristico, variabile e diverso dalla "risata" della bianca nordica/di Scozia. Nidifica in montagne ad alta quota, al di sopra della vegetazione arborea e arbustiva. Il nido è posto in una cavità del suolo, talvolta protetta dalle rocce o da ciuffi d'erba, che viene imbottita con erbe e piume. La pernice bianca alleva una sola covala annuale di 5/10 uova (da 3 a 12) deposte a interva li di 1 2 giorni l'una dall'altra e incubate dalla femmina per 24-26 giorni. I nidiacei, nidifugi, sono capaci di compiere i primi voli all'età di 10 giorni. Il cibo è costituito da semi, germogli e in minor misura da piccoli invertebrati dei suolo.

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Tetraogallo dal Caucaso

Il tetraogallo del Caucaso (Tetraogallus caucasicus, cm 58) è stanziale nel Caucaso in zone rocciose oltre il limite della vegetazione arborea. E' più grosso del Gallo forcello e raggiunge quasi le dimensioni di un Cedrone, con corporatura massiccia. E' grigio con molto bianco sulla testa, i fianchi hanno strie bruno-rossicce e bianco-giallastre. Le remiganti e le timoniere sono biancastre. I tarsi sono nudi come i fagiani. E' più affine alle pernici del genere Alectoris che ai tetraoni.

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Tetraogallo del Caspio

Il tetraogallo dei Caspio (Tetraogallus caspius, cm 659 è stanziale in Turchia orientale e Iran. Simile al Tetraogallo del Caucaso, ma più scuro, più grosso e con piumaggio meno bruno-rossiccio.

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Gallo cedrone o urogallo

Il gallo cedrone (Tetrao urogallus, cm m86, f61) abita le grandi foreste di conifere. In inverno si nutre preferibilmente d'aghi di pino, in estate di mirtilli e in autunno di foglie di pioppo tremulo. All'alba pilucca sassolini dai sentieri. Normalmente cammina, ma prende il volo con rapidità e rumorosamente. Il maschio si riconosce facilmente per via della taglia enorme e la grande coda nera, mentre la femmina può essere confusa con quella del forcello, ma la coda è più grossa e rosso-castano scuro. I rari incroci tra gallo cedrone e forcello danno origine a ibridi sterili se si accoppiano tra loro, ma prolifici se si accoppiano con un forcello o con un cedrone. In ogni caso l'incrocio tra fagiano di montagna e cedrone da origine ad un soggetto che assomiglia al cedrone nella conformazione del piumaggio ma è più piccolo e non completamente nero. Le ali rigide appaiono corte in proporzione al collo lungo e massiccio e alla lunga coda (chiusa). In aprile i maschi si esibiscono in gruppo sparso in un'area particolare della foresta. La sera si riuniscono ed emettono richiami tipo muggiti. L'esibizione sugli alberi inizia nel silenzio serale e consiste in suoni secchi (doppi e metallici), in un rumore violento che ricorda quello di una bottiglia stappata (udibile a 300 m) e in note soffianti e raspate. Nel rituale sul terreno, l'ultimo verso può essere sostituito da svolazzi. Le femmine circostanti rispondono con un krok, krok, krok. E' poligamo e solo le femmine si occupano dei pulcini. Sono stati osservati esemplari fino a 2456 m s.l.m. Nidifica sul terreno tra la vegetazione. Depone una sola cova costituita generalmente da 5/8 uova (talvolta d 4 a 18) che sono incubate dalla femmina per un periodo di 26-29 giorni. I nidiacei, nidifugi, sono allevati dalla femmina e volano dopo 2-3 settimane di vita; restano in gruppi familiari nell'autunno. Il gallo cedrone si nutre di germogli e gemme di conifere, semi, bacche, frutti e invertebrati.

Nella foto il contenuto del gozzo di un Cedrone: solo aghi e germogli di pino mugo. Foto: Ermete Pastorio.

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Fagiano di monte o gallo forcello

Il fagiano di monte o gallo forcello (Tetrao tetrix, cm m53 f41), vive nelle foreste di conifere, ma è attirato da acquitrini, radure e praterie, anche in brughiere. E' piuttosto schivo. Il maschio è notevolmente più piccolo del cedrone, con barre alari bianche. La femmina differisce da quella del cedrone per la coda più piccola e per il piumaggio bruno più scuro, meno rossiccio. La coda a lira è difficile da vedere. Vola con una serie di battiti alternati a lunghe planate; evidenzia la testa e il collo molto più sottili che nel cedrone. L'esibizione è collettiva e avviene in arene, o lek, in primavera. I maschi si riuniscono all'alba in una zona ricoperta di muschio, in un lago ghiacciato o in una radura della foresta, talora esposti. Spesso sono presenti 8-10 galli in un'arena, talvolta molti di più. Durante i corteggiamento assume una tipica posizione rannicchiata con il sottocoda bianco sollevato e rigonfio (risplendente al buio) e la cresta rossa eretta. I conflitti sono molto aspri, talvolta con ferimenti. Gli svolazzi mettono in evidenza il sottoala bianco. Il richiamo rituale è un gorgogliante tubare e un riecheggiante chuu-nsh. Più tardi, al sole del mattino, i galli si esibiscono solitari dalle piante tubando più sonoramente, udibili a diversi chilometri. La femmina emette un veloce chiacchiericcio. Nidifica sul terreno scavando una depressione. Depone generalmente una covata, costituita usualmente da 6/10 uova (da 5 fino a 16) incubate dalla femmina per 23-26 giorni. I nidiacei, nidifugi, sono allevati dalla femmina e volano a un mese circa di età. Il fagiano di monte ha un'alimentazione prevalentemente vegetale.

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Tetraone mezzano

Il tetraone mezzano è l'ibrido tra femmina di cedrone e forcello, conseguente alla caccia ai maschi di cedrone durante le esibizioni di corteggiamento. La caccia al cedrone in corteggiamento è una tradizione ancora praticata in pochissimi luoghi d'Europa. I maschi ibridi si vedono alle arene dei forcelli, hanno la coda tronca come il cedrone e la testa come il forcello.

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Fagiano di monte del Caucaso

il fagiano di monte dei Caucaso (Tetrao mlcikosiewiczi, cm 50) vive in praterie e zone arbustive dei Caucaso. E' simile al forcello, ma i maschi sono senza barra alare bianca, la coda più corta, la lira meno marcata e hanno il sottocoda nero. La coda della femmina è arrotondata.

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Francolino di monte

Il francolino di monte (Bonasa bonasia, cm 35) è stanziale e locale nell'Europa centrale e orientale in foreste di conifere, di preferenza umide, fitte, con abeti, betulle e ontani lungo i torrenti. Vive in coppia. E' difficile da osservare, ma non schivo, può essere richiamato con un fischio che lo imita. E' bruno-grigiastro è i sessi sono simili, il maschio ha la gola nera bordata di bianco, la femmina ha la gola biancastra macchiettata di bruno. Ha una leggera cresta sul vertice, rialzata in stato di eccitazione. In volo i dorso inferiore e la coda appaiono grigio-lavanda uniforme. Il battito delle ali produce un buurr, buurr. Spesso si posa sugli alberi. Il richiamo è sottile, come di un regolo, ma più prolungato e aspirato. L'allarme è un cinguettio molto rapido. Nidifica in depressioni del terreno tra la vegetazione del bosco. Depone una sola covata, costituita generalmente da 6/10 uova (talvolta fino a 15) che sono incubate dalla femmina per un periodo di 20 giorni circa. I nidiacei, nidifugi, si impennano all'età di 10-20 giorni, sono indipendenti all'età di circa 8 settimane. A pochi giorni i pulcini sono in grado di volare sugli alberi; una linea scura ne attraversa l'occhio. Il francolino di monte si nutre di sostanze vegetali (bacche, gemme) e d'invertebrati.

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Quaglie pernici e fagiani

Le quaglie, le pernici ed i fagiani (Famiglia Phasianidae) vivono in zone aperte, come terre arabili, brughiere o versanti montani soleggiati, corrono spesso e sono piuttosto riluttanti ad alzarsi in volo. Depongono covate con molte uova.

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Ciukar

Il ciukar (Alectoris chukar cm 33) nidifica in zone montane aperte e spoglie, in Europa in Tracia (Grecia) ed ai confini con la Bulgaria. E' stata introdotta anche in Italia per scopi venatori. E' molto simile alla coturnice, ma il bavaglino è bianco-crema (non bianco candido) e il bordo superiore nero tocca il becco soltanto nella parte alta, il richiamo è un chiocciare nasale ripetuto in falsetto.

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Coturnice

La coturnice (Alectoris graeca, cm 33) è comune nell'Europa meridionale su versanti montani non troppo ripidi, in ambienti con abbondanza di rocce e massi, preferibilmente esposti a sud, con prateria e arbusti; spesso anche nelle foreste se le condizioni sono adatte. In inverno si sposta spesso in zone più alte esposte ai venti. Molto simile alla ciukar, ma con bavaglino bianco candido, con bordo superiore nero che segue la mandibola superiore e scende all'angolo del becco. Si distingue dalla pernice rossa soprattutto per il bordo inferiore nero del bavaglino netto e non sfumato. Richiamo: un ripetuto chiocciare in rapide serie di versi di tono basso e poi meno profondo, un cikori-cíkori.... accelerato e crescente in intensità verso la fine. Nidifica sul terreno tra le rocce e le zone pietrose con scarsa vegetazione. Depone in media una sola covata, costituita generalmente da 8-14 uova, talvolta da 6-21. Le uova sono deposte a intervalli di 24-36 ore. L'incubazione è appannaggio della femmina e dura 24-26 giorni. I nidiacei, nidifugi, sono allevati da entrambi i genitori e raggiungono la taglia dell'adulto in un paio di mesi. Restano insieme e si uniscono in gruppi nell'autunno.

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Pernice sarda

La pernice sarda (Alectoris barbara, cm 33) nidifica sui versanti montani secchi e arbustivi, in Europa in Sardegna e a Gibilterra. Ha un bavaglino grigio-blu delimitato di bruno-castano. Il centro della nuca è bruno, che ricorda una capigliatura "da moicano". Il richiamo è un chiocciare di versi monosillabici intercalati da note doppie.

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Pernice rossa

La pernice rossa (Alectoris rufa cm 35) originaria dal sud e ovest d’Europa è oggi diffusa grazie ai lanci per scopi venatori (anche Inghilterra), è comune in zone agricole, in brughiere secche con arbusti e anche su montagne rocciose. A breve distanza si distingue la parte inferiore del collare nero che ha sfumante in piccole macchie striate nere e becco e zampe rosso sgargiante. Da lontano, invece, assomiglia molto alla starna per la coda rosso-ruggine. Osservata sulle parti inferiori, si nota dell'arancione, che nella starna non è presente. Gli immaturi sono molto simili a quelli della starna; non hanno zampe rosse (ma rosa-grigio, mentre le giovani starne giallo brunastro) e presentano diffuse barre scure sui fianchi anziché striature bianco-giallastre allungate. La pernice rossa è più incline alla corsa rispetto alla starna, è diversa anche nell'abitudine di stare posata su paletti e anche su alberi. Il richiamo è una ripetizione ritmica di note emesse con voce rauca e spezzata (piuttosto simile alla starna): ciuchek-cir-ciuchek-cir-. Nidifica sul terreno tra la vegetazione sparsa e le pietre. Depone in genere una sola covata, anche se la femmina può deporre due covate successive in due nidi differenti, una incubata dal maschio e l'altra dalla femmina. La covata consiste generalmente di 10/16 uova, talvolta 7/20, più raramente fino a 28 che sono incubate per un periodo di 23/26 giorni. I nidiacei, nidifugi, restano insieme fino alla successiva stagione riproduttiva.

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Starna

La starna (Perdix perdix, cm 30) è nettamente più piccola dei Fagiano, grigio-bruna in generale, con coda rosso-ruggine molto evidente in volo. Capo arancione. I maschi hanno una grossa macchia bruno scuro sulle parti inferiori, le femmine ne hanno una meno evidente. E' d’abitudini gregarie, si riunisce in gruppi plurifamiliari, le cosiddette "brigate", comprendenti fino a 25 individui, destinati a disperdersi in primavera con la formazione di coppie territoriali. La specie è stata costretta ad abbandonare le originarie steppe e ora si riproduce nei campi di cereali e nei prati ricchi di cespugli, trovando sulle colline la massima diffusione. Come le altre pernici, ricorre spesso a "bagni di polvere" per liberarsi dai parassiti che infestano le penne. Nel caso sia messa in allarme, l'intera brigata si accovaccia immobile a terra, poi si leva improvvisamente in volo con battiti d'ala molto rumorosi per spostarsi poco più in là fuori dalla vista. Se è disturbata, la starna inizia a correre al riparo ad una velocità sorprendente, sicura del suo piumaggio molto mimetico che la confonde con l'ambiente. E’ la più comune e ampiamente diffusa tra le pernici europee. Nidifica a terra tra la vegetazione bassa e nelle zone coltivate. Depone una sola covata, costituita generalmente da 9/20 uova (da 8 a 23), disposte ad intervalli di 1-2 giorni. L'incubazione è effettuata dalla femmina, finita la deposizione, e dura 23-25 giorni. I nidiacei sono nidifugi e possono lasciare il nido fin dal primo giorno. Sono allevati da entrambe i genitori e si impennano dopo 28 giorni dalla nascita. Generalmente rimangono nei gruppi familiari fino alla primavera successiva. La starna si nutre sopratutto di sostanze vegetali e di invertebrati (insetti e larve).

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Francolino

Il francolino (Francolinus francolinus, cm 33) nidifica in Turchia e a sud dei Mar Caspio, in boscaglie fitte e praterie. E' stato introdotto in Toscana. I maschi sono neri sotto, con macchie bianche sulle guance, banda bruno-rossiccia sul collo e sottocoda rossiccio; entrambi i sessi hanno piumaggio scuro, con macchie ovali più chiare. Ha il vertice, il dorso e le ali macchiate di bruno. E' raramente osservabile, ma il richiamo è tipico, forte e ritmico, leggermente rauco e di 7 sillabe.

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Fagiano

Il fagiano (Phasianus colchicus, cm m85, f60) è stato introdotto dall'Asia sud-occidentale dai romani. E’ oggi molto comune in zone aperte con boschetti, coltivi con cedui, siepi, canneti, ecc. Si vede spesso sui campi aperti. Entrambi i sessi hanno la coda lunga e appuntita e le ali corte e arrotondate. Il maschio è vivacemente colorato, con macchie rosse sulle guance che contrastano con il colore nero verdastro del collo e del capo. Il piumaggio è variabile secondo l’origine degli esemplari introdotti. La femmina ha colori più spenti, essendo bruno chiaro con punteggiatura scura, ma la coda lunga è caratteristica. I pulcini non pienamente cresciuti, ma già involati, hanno coda corta rossa e possono essere confusi con la starna. Il fagiano si alza rumorosamente in volo, prosegue veloce per brevi distanze e poi atterra con una lunga planata. Trascorre la notte sugli alberi (preferibilmente su alberi sospesi sull’acqua), al sicuro dalle volpi, spesso in gruppetti. Le due note prorompenti del richiamo del maschio sono seguite da una serie di battiti d'ala. Nidifica generalmente sul terreno, dove depone una sola covata, costituita da 7/15 uova, deposte in giorni consecutivi. L'incubazione è affidata alla femmina, comincia quando la deposizione è terminata e dura 23/27 giorni circa. I nidiacei, nidifugi, sono allevati dalla femmina e possono volare all'età di 12/14 giorni. Il maschio è poligamo. L'alimentazione, molto varia, è costituita da ghiande, nocciole, bacche semi, foglie, cereali, legumi, frutta e da invertebrati vari.

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Fagiano di Lady Amherst

Il fagiano di Lady Amherst (Chrysolophus arnherstiae, cm m90, f63) si è stabilizzato con alcune popolazioni localmente in Inghilterra. Il maschio è inconfondibile. La femmina è simile a quella del fagiano, ma più chiara, con la coda più lunga e più nettamente barrata.

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Quaglia

La quaglia (Coturnix coturnix, cm 18) un tempo era più abbondante, oggi sta subendo un declino (a partire dall'inizio del XIX secolo) dovuto principalmente alla meccanizzazione delle attività agricole. Abita grandi zone aperte cerealicole e a prateria, tenendosi ben nascosta tra la vegetazione. La quaglia è un fasianide migratore su lunghe distanze, arriva a maggio e riparte in ottobre. Molto più piccola degli altri galliformi, è di colore bruno slavato con striature più chiare sul dorso e ai lati, i maschi adulti hanno del nero sulla gola. Vola bassa e lenta, con il corpo rannicchiato e la testa ritratta, apparendo quindi con dorso ricurvo. Ali lunghe e sottili, battiti molto veloci e poco profondi. Al volo battuto sono intercalate brevi planate. In volo non assomiglia ad una giovane starna, ma piuttosto ad un beccaccino, sebbene con volo diritto e lento. Attira l'attenzione soprattutto grazie al richiamo, un fischio trisillabico risuonante e liquido, una specie di cuic, cuic-ic, ripetuto con insistenza. Il richiamo si sente per gran parte della stagione estiva (giugno-luglio), sia di giorno sia di notte. Nidifica sul terreno, in depressioni tra la vegetazione dove depone una sola covata (talvolta 2, ma come accade in molte altre specie d’uccelli la seconda covata può essere di rimpiazzo se, per un motivo qualsiasi, è distrutta la prima). Le uova deposte sono 7/12 (talvolta 6/18) che sono incubate dalla femmina per un periodo di 16/21 giorni. I nidiacei, nidifugi, s’impennano rapidamente e volano a 19 giorni d’età circa. L'alimentazione della quaglia è soprattutto costituita da sostanze vegetali ma rientrano nella dieta, soprattutto per l'allevamento dei piccoli, diversi invertebrati.

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Sirratti e Grandule

Sirratti e grandule (Ordine Pteroclicliformes, famiglia Pteroclidae) sono uccelli di taglia media, strettamente affini e piuttosto simili ai piccioni, sono affini anche ai limicoli. Il becco e le zampe sono molto corti, le ali e la coda lunghe e appuntite. I sessi sono leggermente differenti nel piumaggio. Il volo è diretto e veloce. Nidificano sul terreno. Depongono covata di 2-3 uova. Frequentano zone steppiche e talvolta s'incontrano in grandi stormi. Sono vociferi. Dove manca acqua dolce, durante la nidificazione arrivano a percorrere giornalmente grandi distanze, di solito all'alba o al tramonto. Molte specie sono in grado di trasportare gocce d'acqua tra le piume dell'addome per abbeverare i giovani.

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Ganga

La ganga (Pterocles orientalis, cm 35) vive nell'Europa sud-occidentale in steppe aride e pianure isolate. Raramente s'incontra al di fuori dell'areale riproduttivo. Ha la coda più corta degli altri sirratti. E' distinguibile in volo per il corpo massiccio, l'addome completamente nero lucido, le remiganti nere, il sottoala bianco puro e le copritrici alari brune. La coda è appuntita, ma con le timoniere centrali non allungate. La femmina ha il petto macchiettato e il capo finemente striato. Richiamo tipico: un dirompente e sbuffante churrfl-fl-fl. A distanza solo un churr quasi da cavallo. Talvolta un chiaro chiiuu, quasi uguale a quello della civetta. Nidifica sul terreno tra la sparsa vegetazione. Depone una o due covate costituite generalmente da 2/3 uova che sono incubate da entrambi i sessi con la deposizione del primo uovo per un periodo di 21-22 giorni circa. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori, I ganga hanno abitudini gregarie e si uniscono in stormi misti alle grandule. Si nutre di sostanze vegetali (bacche, semi, germogli).

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Grandule

Il grandule (Pterocles alchata, cm 33) è abbastanza comune nell'Europa sud-occidentale, in steppe aride e altre zone di pianura secche. Raramente si incontra al di fuori dell'areale riproduttivo. E' di piccole dimensioni, sul terreno sembra avere zampe cortissime come i suoi affini ma può allungare notevolmente il collo. Ha un volo rettilineo con battiti vigorosi, come il piviere dorato. In volo appare disteso e quasi senza collo e con becco leggermente puntato verso l'alto. E' più chiaro degli affini, ha la banda pettorale color mattone chiaro marginata di nero. Le timoniere centrali sono allungate. E' ben distinguibile in volo da ganga e sirratte per via dell'addome bianco (sottoala più bianco della ganga). La femmina non ha la gola nera del maschio. Di solito si incontra in stormi più numerosi rispetto alla ganga. In volo, un tipico richiamo potente e nasale. Dagli stormi si possono udire varianti, per esempio richiami ripetuti e nasali.

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Siratte

Il sirratte (Syrrhaptes paradoxus, cm 38) nidifica comunemente nelle steppe aride dell'Asia. Compie migrazioni in massa verso ovest in certi anni, quando può invadere l'Europa occidentale, dove occasionalmente può anche nidificare. Talvolta si osserva anche in anni intermedi, ma molto raramente. Durante questi erratismi frequenta zone sabbiose o altre zone secche. Aspetti caratteristici sono la mancanza di nero sulla gola, le timoniere centrali allungate, l'addome nero, le ali appuntite e chiare e il sottoala bianco quasi puro. Il maschio ha il petto grigiastro chiaro non striato. La femmina ha una sottile barra gulare nera e lati del collo macchiettati. Spesso s'incontra in grossi stormi vociferi. Richiamo bi o trisillabico, o anche poli-sillabico, chiocciante, piuttosto soffocato.

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Grandule del Senegal

Il grandule del Senegal (Pterocles senegallus, cm 32) è localmente comune e in parte erratico nei deserti del Nord Africa e Medio Oriente, regolare in Israele meridionale, si è osservato una volta in Sicilia nel 1910. Di taglia media, con timoniere centrali allungate, sottoala chiaro. Color camoscio-ruggine piuttosto uniforme a distanza, il maschio ha una limitata macchia nera sull'addome. Il petto è grigio tortora, collare e sopracciglio neri, la femmina con queste parti di colore camoscio-ruggine con sottile macchiettatura e parti inferiori macchiettate. Si può osservare in stormi ai siti d'abbeveraggio. Il richiamo è bisillabico, leggermente nasale e si confonde in un borbottio liquido quando è proveniente dallo stormo in volo.

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Piccioni e tortore

I piccioni e le tortore (Ordine Columbiformes, famiglia Columbidae) sono uccelli di taglia media, piuttosto pesanti, con ali appuntite e code piuttosto lunghe. Si cibano sul terreno. Hanno un volo diretto e stabile. Quando prendono il volo si produce un vibrare d'ali che serve come segnale d'avvertimento. Possono bere con il becco immerso in acqua (gli altri uccelli si riempiono il becco e deglutiscono sollevando la testa). Depongono covate di 2 uova. I giovani sono nutriti con un liquido speciale, il latte di piccione, prodotto nel gozzo.

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Piccione selvatico e piccione terraiolo

Il piccione selvatico (Columba livia, cm 33), se per selvatico s'intende il senso stretto del termine, è molto più raro di quanto non si creda. Centinaia d'anni fa, erano addomesticati; i loro discendenti, piccioni da gara e viaggiatori d'ogni tipo, sono ritornati selvaggi e hanno sopraffatto quello originale ad eccezione del lontano nord e ovest. L'autentico piccione selvatico è un bellissimo uccello, che vola rapido e selvaggio su e giù dai dirupi dei deserti dell'Africa alle selvagge coste dell'Atlantico. I piccioni selvatici passano e planano con le ali rigide tenute in una V e spariscono dalla vista in una nascosta caverna. Volano nei campi per nutrirsi, spesso avvantaggiandosi dei campi di cereali dove possono trovare grano caduto, ma amano anche le aree con erba corta dove mangiano succulenti germogli e radici. Depongono due uova sulla sporgenza di una grotta sulle regioni montane o lungo coste e scogliere, che si schiudono dopo 16/19 giorni; i pulcini volano 35 giorni dopo. I piccioni terraioli che vivono in città  discendono da quelli selvatici e sono di aspetto simile. Il piumaggio ha varie colorazioni ma in alcuni casi i disegni sono simili al selvatico: parti superiori grigio chiaro, evidente groppone bianco e due barre alari nere. Sotto-ala bianco (nella colombella è grigio). Piccione selvatico e terraiolo sono simili per proporzioni e modo di volare. Piccione selvatico e terraiolo sono più piccoli e compatti del colombaccio e con battiti alari più rapidi: volo molto veloce. Di solito in piccoli stormi (una cinquantina). Il tubare è pressoché simile. I piccioni terraioli nidificano in città, sotto i ponti, nei rustici di campagna e ovunque vi sia un riparo sicuro (torri, solai, rovine, fabbriche, ecc). Pongono in nido varie volte l'anno. Si cibano in campagna poi tornano in città, ma si cibano anche in città e ovunque sia possibile trovare del cibo. E' molto confidente. Nel medioevo i piccioni di città rappresentavano una riserva di cibo nel caso in cui un esercito nemico avesse assediato la città impedendo il rifornimento. I piccioni costituivano una riserva di cibo anche nei secoli scorsi, rappresentavano un bene prezioso, ed erano appositamente allevati nelle ville venete in apposite piccionaie. Oggi costituiscono un problema nelle città a causa gel guano che producono (rovina i monumenti) ed a causa dei parassiti che veicolano. Rappresentano anche un problema per le coltivazioni agricole poiché s'avventano in stormo sui semi di frumento, mais o soia. Per meglio cibarsi del frumento hanno imparato a posarsi sugli steli in modo da piegarli a terra, in questo modo rendono difficoltosa la raccolta delle spighe.

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Colombella

La colombella (Columba oenas, cm 33) è abbastanza comune e diffusa in parchi, zone agricole e margini boschivi; talvolta nidifica sulle rovine e sulle scogliere, in cavi d'albero, edifici, dirupi. Spesso visita le coste. Si ciba sui campi, in stormi medi o piccoli, talvolta mischiandosi al colombaccio. E più piccola e compatta di quest'ultimo, vola con battiti più rapidi, è di un grigio più pieno, non ha i segni alari bianchi, ha colore uniforme, ma con un pannello alare e il dorso posteriore grigio-cenere. Tracce di barre scure alla base delle ali. Il battito alare produce un rumore fischiato. Volo dimostrativo con profondi battiti distanziati e quindi lunghe planate con ali sollevate (come nel piccione terraiolo). Il richiamo è una monotona e veloce cantilena più simile al piccione selvatico che al colombaccio.

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Colombaccio

Il colombaccio (Columba palumbus, cm 40) è il più abbondante e ampiamente diffuso dei piccioni europei. Vive in zone agricole, parchi, giardini e tutti i tipi di boschi. In autunno grandi stormi si radunano nei campi vicino ai boschi, sono sempre all'erta per il timore di vedere il loro peggior nemico: l'astore. Ha colonizzato anche i parchi urbani ed i paesi (sempre nei pressi di alti alberi), dove si imbranca assieme ai piccioni terraioli. E' facilmente riconoscibile dalla taglia, dalle macchie bianche ai lati dei collo (che mancano negli immaturi), dalle evidenti barre alari trasversali bianche. Al di fuori dei periodo riproduttivo si vede in stormi, talvolta enormi (volano alti). Le ali producono un rumore vibrante e improvviso quando si alza in volo dal folto degli alberi. Vola con battiti più distanziati di quelli della colombella e la coda è in proporzione un po' più lunga. Il tubare soffocato è pentasillabico, con enfasi sulla prima sillaba, la sillaba finale è breve e interrotta bruscamente, serie di note vengono ripetute da 3 a 5 volte senza pausa. Il nido viene costruito con ramoscelli secchi sugli alberi, molto raramente su edifici, rocce o sul terreno. Ogni anno vi sono allevate 2 o 3 nidiate (forse addirittura 4 secondo alcuni studiosi), Sono, deposte usualmente 2 uova, raramente 1; l'incubazione, è compiuta da entrambi i sessi, dura 17 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono accuditi dai due genitori e volano all'età di 28-35 giorni. I colombacci si nutrono di sostanze vegetali (semi, granaglie, bacche, ghiande). La parata nuziale consiste in inchini e carezze reciproche del maschio e della femmina, accompagnate da dolci beccate sul piumaggio. Il volo di parata si svolge con una veloce ascesa seguita da un rumoroso battito d'ali e da una planata ad ali ferme.

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Tortora

La tortora (Streptopelia turtur, cm 27) si può sentire durante una passeggiata al limitare di un bosco in una calda giornata d'estate, fa un verso che può ricordare le fusa di un gatto. E' un'elegante columbide, comune nei boschi decidui aperti, nei parchi e nelle campagne. Non è facile da individuare mentre se ne sta nel folto dei boschetti, ma si lascia vedere quando si posa a terra sulle stradine ai margini del bosco. Per le dimensioni somiglia alla tortora dal collare orientale, ma ha una colorazione diversa ed abitudini diverse. E' comune nell'Europa meridionale e centrale, in zone agricole con siepi e boschetti e anche in zone boscate aperte. E' una visitatrice estiva che compie lunghi viaggi per svernare in Africa tropicale. Schiva e vigile, più piccola e più scura della tortora dal collare orientale, non ha la coda così lunga. In volo è facilmente riconoscibile dall'addome chiaro, il sottoala abbastanza scuro, la taglia piccola, i battiti rapidi e ondeggianti. Ha una mezzaluna nera e bianca ai lati del collo (spesso con un tocco di grigio-blu, da non confondere con la tortora orientale). La coda è scura con una larga banda terminale bianca. Molto più piccola della orientale, dalla quale si distingue anche per il petto rosa-vino (non rosso-brunastro), l'addome più bianco e le copritrici alari e scapolari bruno-giallo ruggine. Assomiglia anche alla tortora delle palme, sebbene quest'ultima sia molto urbana e più piccola, abbia le proporzioni della tortora dal collare orientale (ali corte, coda lunga) e presenti dei grigio-blu evidente sulle ali. Nidifica sugli alberi in un nido a piattaforma o utilizzando, come base, vecchi nidi d'altri uccelli. Depone quasi sempre due covate, costituite generalmente da 2 uova (più raramente 1) che sono incubate da entrambi i sessi per 13/14 giorni. I nidiacei, nidicoli, restano nel nido per 19-21 giorni. L'alimentazione della tortora è per gran parte costituita da sostanze vegetali (grano, foglie, semi) nonché da qualche raro invertebrato.

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Tortora orientale

La tortora orientale (Streptopelia orientalis, cm 33) arriva occasionalmente in Europa, soprattutto a fine autunno e inverno, proveniente dalle zone di nidificazione asiatiche. Assomiglia alla tortora, ma è molto più grossa (taglia della tortora dal collare orientale o più), un po' più scura, ha le punte delle copritrici alari bianche che, nell'insieme, conferiscono un aspetto squamoso e tendono a formare una o due sottili barre alari. Il groppone e il dorso posteriore sono grigio-blu (più bruno nella tortora), nuca e collo sono bruni (grigio chiaro nella tortora). I disegni biancastri sul collo e sulla coda della tortora sono di solito rimpiazzati da azzurro chiaro e grigio nella orientale, ma questa distinzione non è sempre evidente o facile da vedere; alcune hanno collare bianco-grigiastro e nero (la razza meena dell'Asia centrale ha inoltre addome e disegni sulla coda bianchi, esattamente come la tortora). Il volo è pesante quasi come quello del colombaccio, decisamente diverso da quello della tortora, molto più leggero. Il richiamo è particolarissimo, quasi come il canto di corteggiamento del colombaccio, una serie composta di due note raspate.

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Tortora dal collare orientale

La tortora dal collare orientale (Streptopelia decaocto, cm 32) era rara in Europa, ma fin dal 1930 si è espansa considerevolmente verso nord-ovest con provenienza dai Balcani e questo fenomeno è uno dei più rimarchevoli mutamenti naturali, nel mondo degli uccelli, del ventesimo secolo. Si è strettamente associata alle città ed ai paesi, dove si è adattata a nidificare nei nostri umidi e freschi parchi urbani e giardini. Nel sud est europeo nidifica ancora nelle asciutte foreste di pini. Depone diverse covate, da marzo a novembre. Spesso si ciba insieme ai piccioni terraioli nei pressi di sili o aree di stoccaggio delle sementi. Ha un volo leggero come la tortora, ma è decisamente più massiccia e con la coda più lunga. E' color sabbia con le remiganti più scure e un sottile collare nero (assente nei giovani). La coda, vista da sotto, è bianca per la metà terminale, nera alla base, da sopra presenta due macchie angolari bianche, non visibili quando è posata. Il richiamo da ferma è un sonoro trisillabico duu-duuh-du molto frequente. Emette anche un più stridente kreei, simile al verso del gabbiano comune.

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Tortora delle palme

La tortora delle palme (Streptopelia senegalensis, cm 25) ha recentemente colonizzato le città ed i villaggi dei Balcani sud-orientali. Non è diffidente. Ha la coda lunga e le ali corte come la tortora dal collare orientale, ma è più piccola e più scura, più simile alla tortora a prima vista. Ha la banda terminale caudale come la tortora, ma il pannello alare azzurro è più grande e più scuro e il disegno sul collo è caratteristico (una "sciarpa" di macchie nere). Rapido tubare di cinque sillabe, sommesso. Quando molti individui cantano insieme, l'effetto è quello del richiamo di un gallo forcello a distanza.

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Cuculi

I cuculi (Ordine Cuculiformes, famiglia Cuculidae) sono di taglia media, con ali appuntite. Due dita rivolte in avanti, due all'indietro. Tutte le specie europee sono parassite.

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Cuculo

Il cuculo (Cuculus canorus, 33 cm) è abbastanza comune in molti ambienti, in boschi e zone aperte, brughiere e distese di canne, fino ai versanti montani. Difficilmente si incontra in vicinanza di aree densamente popolate, è piuttosto schivo. In primavera i cuculi annunciano la propria presenza emettendo il loro inconfondibile richiamo (secondo la tradizione in Veneto arrivano la settimana di Pasqua).I cuculi godono di una cattiva reputazione per via delle abitudini parassitiche nella nidificazione. l maschio grigio-cenere sul capo, petto e dorso, con barratura da sparviero sull'addome, la femmina di solito è uguale, ma più rossiccia, con un accenno di barratura trasversale sul petto (fase grigia); una minoranza di femmine adulte è invece rosso-ruggine vivo superiormente (fase rossa). Il giovane è brunastro scuro sopra, alcuni grigiastri, altri più ruggine, sebbene non suddivisibili in fasi precise, come le femmine, non diventano così rosso-ruggine, sono sempre grigi sul capo e sul collo. Un segno certo per identificare il giovane è una macchia bianca sulla nuca. La taglia, il volo basso e silenzioso e la coda lunga danno spesso l'impressione di uno sparviero (femmine in fase rossa: gheppio), ma i battiti alari sono più veloci e più deboli, le ali appuntite e tenute sotto la linea orizzontale, il volo senza planate, il capo piccolo con becco minuto rivolto nettamente all'insù sono caratteri tipici. E' spesso inseguito da piccoli uccelli, come la ballerina bianca. Il richiamo del maschio è inconfondibile: lunghe serie di cuu-cuu, con maggior forza sulla prima sillaba. Se un maschio scaccia un rivale emette un gragh-cehceh agitato. Il richiamo della femmina è un gorgogliante puhuhhuhuhuhuhu, simile al richiamo del chiurlo piccolo o del tuffetto. La specie è di abitudini parassite e le femmine sono poliandriche, accoppiandosi con più maschi. Ogni femmina, specializzata su una sola specie ospite (probabilmente quella da cui è stata allevata), depone ogni anno da 8 a 12 uova (fino a 25 in condizioni artificiali), ciascuna in un nido dell'uccello parassitato, cui sottrae una delle sue uova. Le uova del cuculo (simili a quelle della specie ospite) schiudono dopo 12 giorni e mezzo d'incubazione e il nidiaceo si preoccupa subito di gettare fuori dal nido le uova o i nidiacei legittimi. Alimentato e accudito dai genitori adottivi vola all'età di 20-23 giorni. Nel nido il pulcino cresce fino a diventare molte volte più grande degli stessi genitori adottivi. Ha un appetito insaziabile e l'uccello ospite, incapace di resistere davanti alla bocca rossa spalancata del piccolo, continua a riempirla di cibo. I versi strazianti di un piccolo cuculo possono talvolta condurvi fino alla pietosa vista di un uccello che imbecca un pulcino gigante standogli sulla testa. Il cuculo si nutre d'insetti (soprattutto larve di lepidotteri), è molto ghiotto di bruchi pelosi, tanto invisi da gran parte degli uccelli. Specializzato anche nel cibarsi di larve di farfalle notturne.

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Cuculo orientale

Il cuculo orientale (Cuculus saturatus, cm 30) è un uccello schivo della taiga della Russia orientale e della Siberia. E' un migratore a lungo raggio (sverna nelle Indie orientali), si sposta anche verso l'Europa occidentale. Il richiamo è bisillabico, ma differente da quello del cuculo entrambe le sillabe sono dello stesso tono e di ugual forza è più simile a quello dell'ulpupa, un puu-puu ripetuto in serie di 7-8 a tempo più veloce di quello del cuculo. La serie inizia (e spesso termina) con 5-7 puu in rapida successione. Per il resto è difficile da identificare: leggermente più piccolo dei cuculo, ma con becco un po' più grosso, barratura più fine sull'addome, testa e dorso grigio più scuro, parti inferiori con sfumatura giallo-ruggine più spesso che nel cuculo. La fase rossa nelle femmine, talvolta è più vivace che nel cuculo.

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Cuculo dal ciuffo

Il cuculo dal ciuffo (Clarnator glandarius, cm 40) è simile al cuculo nella forma, ma è molto più grosso, con una cresta e le penne largamente marginate di bianco che spiccano sul dorso scuro. I giovani hanno le primarie color ruggine. Il richiamo del maschio, emesso di frequente, è diverso da quello del cuculo un chiacchiericcio sonoro, cherr-cherr-chi-chi-chichi-chi, che ricorda il voltapietre o i giovani dei picchi. Nidifica nell'Europa sud-occidentale in zone aperte (boscaglie, uliveti, ecc.). Il cuculo dal ciuffo è una specie parassita e depone le uova nei nidi dei corvidi (per l'Europa e la Turchia sono state segnalate 5 specie ospiti: Cornacchia, Corvo imperiale, Ghiandaia, Gazza azzurra e soprattutto Gazza. La femmina depone una o due uova nel nido dell'ospite, eliminando 1 o 2 uova del proprietario legittimo, e ciò si ripete per 4 o 5 nidi diversi. Le uova schiudono dopo 14 giorni d'incubazione e i piccoli parassiti sono allevati insieme ai giovani corvidi. I nidiacei volano all'età di 24 giorni e sono alimentati ancora per lungo tempo dai genitori adottivi. Il cibo si compone particolarmente di bruchi della processionaria del pino e d'insetti diversi (ortotteri, coleotteri ed emitteri).

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Cuculo americano

Il cuculo americano (Coccyzus americanus, cm 30) è raro accidentale americano. E' simile all'occhirossi, ma in volo presenta un pannello alare color ruggine e le timoniere nere con punte bianche (paio centrale bruno). La mandibola inferiore è gialla.

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Cuculo americano occhirosi

Il cuculo americano occhirossi (Coccyzus erythrophthalmus, cm 30) è rarissimo accidentale autunnale americano. Assomiglia al precedente, ma ha le ali bruno uniforme e le timoniere brune con le punte bianche indistinte. L'anello perioculare è rosso, il becco è nero.

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I succiacapre

I succiacapre (Ordine Caprimulgiformes, famiglia Caprimulgidae) sono uccelli notturni insettivori con la testa grande e appiattita, il becco corto ma con una grande apertura. Ai lati del becco ha delle vibrisse grazie alle quali cattura le falene in volo. Ha grandi occhi rotondi, tenuti praticamente chiusi di giorno. Il piumaggio è bruno, marezzato e mimetico ce li rende "invisibili" quando sono stesi su un ramo o posati a terra. Covata di 2 uova, deposte sul terreno.

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Succiacapre

Il succiacapre (Caprimulgus eurapaeus, cm 23) è una misteriosa, affascinante e meravigliosa creatura notturna. Da posato può sembrare un gufo, ma non appena si mette in volo rivela le lunghe ali e una coda che differisce da qualsiasi altro uccello notturno. Il volo è meraviglioso, leggero, silenzioso, arioso, rimbalzato e stravagante e spesso plana con le ali a V. Nel volo dimostrativo fa incontrare rumorosamente le ali sopra il corpo. Appare al crepuscolo, mentre vola su brughiere o radure nel terreno boscoso, catturando lepidotteri con la sua enorme bocca. Il maschio ha anche un fantastico canto, un profondo, vibrante, trillato suono, qualcosa tipo una motocicletta a distanza, che prosegue per minuti e minuti senza fine, a volte con bruschi cambi di tonalità e, alla fine, spesso vola via con diversi schiocchi rumorosi delle ali. Durante il giorno si posa ed e difficile da vedere per via del colore mimetico sia a terra, sia se sta appiattito lungo un ramo (longitudinalmente e non trasversalmente come fanno tutti gli altri uccelli). Si può vedere al crepuscolo se si posa su un palo per una breve sosta: la sagoma del corpo si staglia contro lo sfondo scuro. Il becco sembra piccolo ma in realtà l'apertura della bocca è enorme. Si ciba d falene, coleotteri, libellule e ditteri che cattura durante i voli acrobatici notturni. Non è gregari, eccetto in migrazione, che e notturna. Ci si accorge della sua presenza per via del canto. Il nido è posto a terra in una cavità lasciata nuda, senza aggiunta di materiale. Alleva due covate ogni anno di 2 uova ciascuna, incubate da entrambi i sessi (la femmina di solito durante il giorno) per 18 giorni. I nidiacei, coperti di piumino e parzialmente nidifughi, sono curati e nutriti da entrambi i genitori. Volano all'età di 16-18 giorni.

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Succiacapre collorosso

Il succiacapre collorosso (Caprimulgus ruficollis, cm 30) nidifica nella penisola Iberica. Si trova in boschi sempreverdi e in zone aride, incolte e con arbusti. Notturno, assomiglia molto ai succiacapre, ma è più grande, ha la coda più lunga, i colori un po' più chiari, collare rossiccio e spesso una macchia bianca gulare più ampia (di frequente spezzata al centro da una parte bruna). MHa macchie bianche alari e caudali, nette e presenti in entrambi i sessi, sebbene più indistinte nella femmina. E' più grande e più scuro del raro isabellino, il canto del maschio è diverso da quello del succiacapre (ma talvolta ha in comune il trillo), la femmina emette un raspato e non risuonante tci-tci-tci. Anche battute d'ala rumorose.

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Succiacapre isabellino

Il succiacapre isabellino (Caprimulgus aegyptius, cm 25) è un rarissimo visitatore dell'Europa meridionale proveniente dalle zone di nidificazione africane e asiatiche. Vive in aree desertiche, ma nei pressi di acqua. E' molto più chiaro e più uniforme nei colori degli altri succiacapre europei, cui assomiglia nel comportamento e nella silhouette. In volo le primarie scure contrastano con il resto più chiaro. Ha macchie bianche sulla gola, a volte molto indistinte. Il canto è una via di mezzo tra quello del succiacapre e quello del Collorosso, un ritmico sillabare, kruu-kruu-kruu-kruu..., di tono cupo.

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Succiacapre americano

Il succiacapre americano (Chordeiles minor, cm 23) arriva raramente in Europa, proveniente dal Nord America. E' piccolo, bruno-grigio macchiettato, con una barra bianca alare trasversale sulle primarie che è visibile in volo. Il maschio ha la gola bianca e una banda bianca sulla coda. Il canto è un nasale pyiit dello stesso tono di quello del quattrocchi in corteggiamento, ripetuto ogni secondo.

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Rondoni

I rondoni (Ordine Apodiformes, famiglia Apodidae) sono simili alle rondini ed ai balestrucci, ma hanno le ali più lunghe e strette, con la sagoma a falce più accentuata e totalmente adattate alla vita aerea. Si nutrono esclusivamente d'insetti in volo. I sessi sono simili. Pongono il nido sotto tegole, su dirupi o nelle  cavità. Covata di 2-3 uova.

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Rondone

Il rondone (Apus apus, cm 17) è comune e spesso viene confuso con la rondine o col balestruccio ma ha un volo molto veloce e diretto e il piumaggio è quasi interamente nerastro. Si può osservare quasi ovunque, ma più spesso vicino a centri abitati.  Il ritorno dall'Africa, in aprile, è spettacolare perché all'improvviso, il celo della città, si popola di questi simpatici acrobati dell'aria che eseguono i loro caroselli sfiorando i campanili e le torri con voli veloci e rapidi battiti d'ala che creano l'illusione di battute alternate. Il rondone è considerato uno degli uccelli più aerei che esistano poiché passa quasi tutta la vita in volo. E' nero-brunastro opaco uniforme, con la gola chiara. E' nettamente più grande della rondine e del balestruccio, le ali sono più lunghe, più strette, più rigide, a falce con la parte prossimale al corpo breve, e la parte distale allungata. Il corpo è molto affusolato e, come detto sopra, è un eccellente volatore.  S'infila velocissimo nei buchi del nido, ma spesso si vede volare tranquillo molto in alto. Può dormire in volo. Ha difficoltà a decollare da terra. Il richiamo è un acuto stridente srmiii. E' d'abitudini socievoli. In origine nidificava nelle cavità degli alberi (ancora si segnalano nidificazioni nei buchi dei picchi), ora nidifica tra le tegole dei tetti, in vecchie e nuove costruzioni e in cavità nelle rocce. Depone una covata, costituita da 3 uova (talvolta 2-4) deposte a intervalli di 2-3 giorni l'una dall'altra e che sono incubate in genere per un periodo di 14-20 giorni (anche fino a 27). I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e volano all'età di 5-8 settimane. Si ciba esclusivamente in volo d'insetti e invertebrati che raccoglie con la grande bocca spalancata e immagazzina nel gozzo sotto forma di piccole palline. Questa forma d'alimentazione può essere ostacolata dal maltempo nelle zone di nidificazione, causando migrazioni di massa dei genitori, durante le quali i giovani rimangono a digiuno per giorni, entrando in uno stato di semi-torpore. Appena usciti dal nido i giovani partono per l'Africa, anche senza l'ausilio dei genitori, ritorneranno in Europa al raggiungimento del terzo anno d'età e probabilmente quella sarà la prima volta che rimetteranno piede a terra. Può capitare di vedere un rondone a terra, incapace di riprendere il volo, in questo caso basta prendere l'uccello con delicatezza (facendo attenzione a non disarticolare le delicate ali), salire su un terrazzo in alto e, semplicemente, lanciarlo più in alto possibile. Volerà da solo.

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Rondone cafro

Il rondone cafro (Apus caffer, cm 14) ha stabilito alcune piccole colonia nella Spagna del sud dalla metà del secolo scorso. Nidifica in vecchi nidi di rondine rossiccia. E' piccolo e uniformemente scuro, con la gola nettamente chiara, il groppone bianco e la coda nettamente forcuta. La secondarie hanno la punta bianca. Il richiamo comprende una serie di sonore note staccate, ciit-cút-ciit.

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Rondone indiano

Il rondone indiano (Apus affinis, cm 12) arriva accidentalmente e raramente in Europa provenendo dal Nord Africa e dall'Asia. Si distingue dal cafro per la coda squadrata e il bianco sul groppone più esteso. Il richiamo è un chiaro cinguettio quasi da allodola.

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Rondone pallido

Il rondone pallido (Apus pallidus, cm 17,5) è abbastanza comune nell'Europa meridionale, lungo le coste rocciose, in regioni montane e in città. Spesso si vede insieme a rondoni e rondoni maggiori. E' molto simile al rondone, ma con piumaggio leggermente più chiaro, più bruno e meno grigiastro di tonalità, che si vede bene da sopra se le due specie sono messe a confronto diretto. Visto da sotto le primarie prossimali e le secondarie sono un po' più chiare e più traslucide nei pallido. Il Pallido ha anche ali un po' più larghe e, quindi, i battiti sono relativamente più lenti nel volo di crociera. Plana con maggiore frequenza rispetto al rondone. Il richiamo è più basso e più aspro.

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Rondone maggiore o alpino

Il rondone maggiore (Apus melba, cm 23)  vive in zone montane e città (anche a livello del mare). E' molto più grande, pesante e potente degli altri rondoni, ha parti inferiori bianche, una banda pettorale bruna e la coda leggermente più lunga. Il volo è potente, rapido ed acrobatico, con battiti alari nettamente più lenti del rondone. Può ricordare un piccolo falco slanciato. Come il rondone, si osserva in stormi vociferi, soprattutto il mattino e la sera, che roteano intorno ai luoghi di nidificazione. Migra, come tutti i rondoni, in autunno, verso l'Africa del sud e il deserto del Sahara. Il richiamo è una serie rapida e trillante di titititi... che si alza e si abbassa di tono. Talvolta somiglia a un verso aspro di un piccolo falco. Il rondone maggiore ha abitudini socievoli, nidifica nell'Europa meridionale, costruendo, tra le fenditure a strapiombo delle rocce e sotto le sporgenze dei tetti, dei nidi a coppa. Depone una sola covata, generalmente costituita da 3 uova (talvolta 2, più raramente 1-4) che sono incubate da entrambi i sessi per 18-33 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono allevati da entrambi i genitori e volano all'età di 6-10 settimane. Si nutre d'insetti e altri invertebrati.

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Martin pescatori & affini

I martin pescatori e alcune specie affini (Ordine Coraciiformes) sono un gruppo molto eterogeneo d'uccelli che hanno in comune dei colori smaglianti. Secondo la leggenda, quando Linneo dovette dare una collocazione all'interno di un ordine ad alcuni uccelli con colorazione del piumaggio variopinta, non trovò soluzione migliore che inserirli tutti in un unico ordine, i coraciformi appunto e così, anche a dispetto delle diverse abitudini, i martin pescatori, i gruccioni, le ghiandaie marine e l'upupa, da allora, stanno vicini nelle pagine dei testi d'ornitologia.

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Martin pescatori

I martin pescatori (famigiia Alcedinidae) hanno il capo grande, la coda corta, il becco lungo e le zampe corte. Il piumaggio dai colori smaglianti. Quasi sempre si trovano vicino all'acqua, su posatoi o in librate. Pescano tuffandosi. Depongono il nido in coppie solitarie. La covata di 3-8 uova è deposta in gallerie scavate nelle scarpate degli argini. Nel nido si trovano anche lische di pesce utilizzate come sostegno.

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Martin pescatore

Il martin pescatore (Alcedo atthis, cm 18) è un improvviso baleno azzurro e rosso che sfreccia a pelo d'acqua con un frullo d'ali e scompare con la stessa velocità con cui è apparso. Ha le dimensioni di uno storno, è colorato ma ciò non di meno è comunque difficile da vedere. Se si ha la fortuna di scorgerlo appollaiato ad una canna a pelo d'acqua, occorre essere rapidi col binocolo perché non rimarrà fermo a lungo. Spesso si vede in pozze ricche di pesce. Ha la testa grossa, il becco lungo, le ali larghe, le zampe e le coda corta. Azzurro e verde sgargianti sul dorso, arancione rossiccio sotto. Il becco del maschio è nero-grigiastro, mentre quello della femmina ha la base della mandibola rossa (in alcune il rosso prevale sul grigio). Sta posato sui rami o sulle canne sopra l'acqua o sotto i ponti e può rimanere immobile anche a lungo, risultando stranamente difficile da vedere. Si tuffa di testa per pescare, dal posatoio o dopo una breve librata. E' piuttosto schivo, ha un volo veloce e rettilineo, basso sull'acqua, si notano il dorso e la coda fluorescenti. Il richiamo è un acuto, penetrante tziii. Quando due individui s'incontrano si sente un'esplosione di fischi di tono discendente. Lavori di sbancamento ben progettati possono creare nuovi siti adatti, difficili da raggiungere per volpi e mustelidi. Durante il corteggiamento il maschio porge un pesciolino alla femmina dalla parte della testa. Nidifica lungo i fiumi con corrente lenta e corsi d'acqua con profonde bancate di sabbia o argini in leggera pendenza, dove scava il nido: una galleria lunga dai 45 ai 130 cm. La galleria termina in una "camera" che costituisce il vero nido. In essa il martiri pescatore depone 6/7 uova (talvolta 4-8, raramente 10) che sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di 19-21 giorni. I giovani, allevati dai genitori, lasciano il nido a 23-27 giorni di età. Si nutre d'insetti, vermi, molluschi e pesci che cattura anche nuotando sott'acqua, aiutato dalle particolari dita dei piedi. La pesca avviene da una posta su un ramo sopra l'acqua con il becco puntato verso il basso, il martin pescatore scuote il capo e la coda quando individua la preda: quindi si tuffa improvvisamente, mantenendo le ali aperte, così come gli occhi che sono protetti da una terza palpebra. Riemerge dall'acqua con il pesce nel becco, poi torna al posatolo. L'intera azione si gioca in meno di due secondi. La mortalità invernale di questa specie è molto alta: per pescare deve frequentare acque libere dal ghiaccio, nonostante ciò molti individui rimangono a svernare anche nelle regioni settentrionali dell'areale riproduttivo, dove però vengono decimati dagli inverni più rigidi. Il numero degli effettivi, comunque, si è ridotto anche a causa dell'inquinamento industriale, agricolo e per via della canalizzazione dei corsi d'acqua.

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Martin pescatore bianco e nero

Il martin pescatore bianco e nero (Ceryle rudis, cm 25) arriva accidentalmente in Europa dalle aree di nidificazione africane e asiatiche. Il piumaggio è bianco e nero, il corpo grande e la silhouette da martin pescatore lo rendono inconfondibile. Il maschio ha due bande pettorali nere più o meno intere, la femmina ne ha una. Si apposta sopra l'acqua o si libra, talvolta fino a 30 m dall'acqua. Discende spesso gradatamente prima di tuffarsi e a volte si limita a raccogliere dal pelo dell'acqua, senza un tuffo vero e proprio. Pesca in acque dolci e salate. Il richiamo è un breve penetrante kuit, insieme a fischi acuti e cinguettanti.

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Martin pescatore americano

Il martin pescatore americano (Ceryle alcyon, cm 33) accidentale molto raro proveniente dai Nord America. E' grande come una taccola, grigio-blu sopra, collo e addome bianchi. Il maschio ha una banda pettorale grigio-blu, la femmina ha una banda bruno-rossiccio sotto alla prima, la cresta è presente in entrambi i sessi. Il richiamo è un rapido chiacchiericcio.

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Martin pescatore di Smirne

Il martin pescatore di Smirne (Halcyon smymensis, cm 27) nidifica in Asia meridionale, a ovest fino alla Turchia. E' grande, con un grosso becco rosso. E' bruno sul capo e sull'addome, bianco sulla coda e petto, azzurro sgargiante sul dorso, la coda e le ali. Ha u grande pannello bianco sotto. Il richiamo è sonoro e trillato. Cattura le prede su terra asciutta, si vede anche in boschi.

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Gruccioni

I gruccioni (famiglia Meropidae) hanno taglia da tordo, slanciati, con becco lungo, appuntito e leggermente ricurvo, le ali sono appuntite e le timoniere centrali sono allungate. Si cibano d'insetti catturati in volo. Hanno una postura orizzontale quando sono posati. Spesso si posano su fili o rami esposti. Nidificano in colonie, depongono 4/7 uova in gallerie scavate in bancate di terra.

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Gruccione

Il gruccione (Merops apiaster, cm 28) è un uccello inconfondibile: la sua livrea variopinta di azzurro, verde, giallo e nocciola è unica fra gli uccelli del continente europeo. E' il solo rappresentante della famiglia dei Meropidi in Europa e in genere nidifica in buchi scavati nel terreno o nelle dune di sabbia. La sua predilezione per gli alveari lo ha reso impopolare fra gli allevatori di api. Quando in seguito a un'elegante caccia, ne cattura una, la schiaccia su un ramo per eliminare il pungiglione. I gruccioni trascorrono buona parte della propria esistenza in seno alla famiglia, anche durante il periodo che li vede impegnati nelle lunghe migrazioni in Africa tropicale. Probabilmente i loro ripetuti richiami servono a mantenere unito il gruppo. Durante il periodo riproduttivo hanno la singolare abitudine di valersi della collaborazione di "aiutanti" che assistono i propri genitori o i parenti nell'allevamento delle nuove nidiate. Come riescano a riconoscere i membri della propria famiglia resta un mistero. E' molto più comune di quanto non si creda, per vederlo bisogna cercare nelle zone aperte dell'Europa meridionale, nei pressi delle scarpate dei fiumi o delle cave, si deve guardare attentamente i cavi dell'alta tensione. Se è presente nella zona ve ne sarà sicuramente uno fermo di guardia. Nidifica in piccole colonie o coppie isolate scavando delle tane nelle bancate, cave di sabbia o terreno. E' abbastanza schivo, gregario. Cattura insetti in volo, spesso in alto, plana sulle ali appuntite aperte, svolazza rapidamente. Il volo propulsivo è abbastanza simile a quello dei tordi: la taglia è simile, la coda lunga, il volo ondulato. Il becco è lungo, stretto, leggermente ricurvo. le timoniere centrali sono allungate. L'immaturo ha colori più smorti, col dorso verde-grigio con poco bruno (può confondersi con il giovane di egiziano) e senza timoniere centrali sporgenti. Il richiamo tipico, risuonante ma tranquillo, difficile da localizzare ripetuto frequentemente. Come già detto sopra nidifica in colonie e pone il nido al termine di una galleria lunga fra 70 e 250 cm, scavata con il becco e le zampe da entrambi i membri della coppia. La galleria è scavata di solito su pendici verticali, talvolta sul terreno, orizzontalmente. La cavità finale può essere imbottita con i resti degli insetti mangiati. L'unica covata annuale si compone di 4/7 uova (fino a 10) incubate da entrambi i sessi per 24 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti dai due genitori e volano all'età di 24 giorni circa. Il gruccione si nutre d'insetti catturati in volo, soprattutto imenotteri (al cui veleno è insensibile), libellule, coleotteri, ecc. I resti non digeriti delle prede sono rigettati dal becco sotto forma di piccole borre.

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Gruccione egiziano

Il gruccione egiziano (Merops superciliosus, cm 30) è comune nelle steppe dell'Asia occidentale e dell'Africa. E' un visitatore rarissimo nell'Europa orientale. Il comportamento e la riproduzione sono simili a quelli del gruccione. E' verde senza bruno sopra, senza giallo sulla gola (i giovani di gruccione appaiono molto verdi sopra, ma hanno la nuca bruna e non hanno le timoniere sporgenti). Le timoniere centrali allungate, sono più lunghe che nel gruccione adulto. Il richiamo è simile a quello del gruccione, ma di tono più basso e non così risuonante.

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Ghiandaie marine

Le ghiandaie marine (famiglia Coraciidae) hanno taglia media, colore azzurro e bruno vivaci. Si cibano soprattutto d'insetti catturati sul terreno. Nidificano in coppie solitarie, in buchi d'albero, dove depongono 4/5 uova.

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Ghiandaia marina

La ghiandaia marina (Coracias garrulus, cm 30) è presente ma scarsa in Europa sud-orientale, in zone aperte con grandi alberi.  Ha un piumaggio inconfondibile, azzurro luminoso su corpo e ali che, in piena luce, sembra celeste-biancastro, mentre la sera appare azzurro-verdastro. Il dorso è bruno dorato. Le carpali e le remiganti sono viola-blu intenso (da sotto). Il giovane è più sbiadito nei colori, con collo e petto striati diffusamente di bruno-grigio. In volo somiglia alla taccola, ma è più veloce ed ha i battiti più vigorosi. Il nido è costruito nei buchi del tronco degli alberi, nelle cavità delle rocce e degli edifici e consiste in una scarsa e talvolta assente imbottitura d'erbe e piume. Depone ogni anno una sola covata di 4/5 uova (talvolta 7), incubate da entrambi gli adulti per 18-19 giorni. La prole, nidicola, è accudita e nutrita dai due membri della coppia e vola all'età di 26-28 giorni. La ghiandaia marina ha l'abitudine di sostare appollaiata su un ramo o altro posatoio e, come l'averla piccola, di lanciarsi da qui contro gli insetti (grandi coleotteri e ortotteri) o le lucertole di cui si nutre. Fanno parte della sua dieta anche  altri invertebrati, piccoli roditori, anfibi, rettili e uccelli. Il maschio compie un volo nuziale alzandosi in aria ed eseguendo una serie di acrobazie, picchiate (come una pavoncella) e piroette accompagnate da rauchi richiami.

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Upupa

L'upupa (famiglia Upupidae) ha la taglia di una tordela, il becco lungo ricurvo, le ali arrotondate e la cresta erettile. Nidifica in coppie solitarie in buchi. Depone 5-8 uova bianco-verdastre.

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Upupa

L'upupa (Upupa epops, cm 28) è un uccello caratteristico della terra mediterranea, comune in Europa meridionale e centrale. Vedendola passare, si ha l'impressione d'avere visto un'enorme farfalla, per via del volo ondulante con il caratteristico lento movimento delle ali bianche e nere. Quando è a terra, però, è sorprendentemente difficile riconoscerla, mentre infila il lungo becco ricurvo nel terreno soffice o nel letame in cerca d'insetti e larve. La cresta viene eretta raramente, in genere quando l'uccello è agitato. E' piuttosto comune nelle aree aperte coltivate dell'Europa meridionale e orientale. Nonostante la sua azione di volo vagamente erratica, compie lunghe migrazioni fino all'Africa subsahariana. Il nome della specie, deriva dal canto territoriale del maschio in primavera, un risonante pup-puppup, spesso emesso da una posizione riparata, ad esempio dalla chioma d'un albero, in posizione eretta ma col becco che punta in basso, cresta abbassata e collo rigonfio, che sembra debole da vicino, ma che risuona a distanza. Spesso si vede vicino a edifici, ma è abbastanza schiva. In Italia nidifica regolarmente alcuni individui svernano in Sicilia e Sardegna. I sessi sono simili: colore camoscio-rossiccio chiaro con nettissima barratura bianca e nera alare e caudale, cresta erettile (sollevata durante l'atterraggio, raramente in altre occasioni), il becco è lungo e ricurvo. Le dimensioni sono  quelle della tordela e le ali larghe la fanno apparire più grossa durante il volo, che è irregolare e sfarfallante (tipo ghiandaia), spesso a bassa quota. Ha una larga banda bianca trasversale sulla punta delle ali. Si muove in prevalenza sul terreno, scovando larve di insetti. Vive generalmente isolata o a coppie, durante le migrazioni si notano piccoli gruppi. Per la nidificazione utilizza dei buchi, come le cavità degli alberi, le spaccature nei muri ed i banchi di sabbia. Depone una sola covata (talvolta due) costituite generalmente da 5/8 uova (fino a 12 in casi eccezionali). L'incubazione è affidata alla femmina e dura 16-19 giorni. Il nido non viene ripulito dalle feci dei piccoli e puzza anche per l'emissione di una sostanza che odora di muschio, secreta dalla ghiandola uropigiale della femmina in cova e dei piccoli. I nidiacei, nidicoli, lasciano il nido all'età di 20-27 giorni.
 

Picchi

I picchi (Ordine Piciformes, famiglia Picidae) sono uccelli di taglia media o piccola. Si nutrono soprattutto d'insetti xilofagi e delle loro larve, stanati con i becchi potenti. Le code rigide sono usate come appoggio durante l'arrampicata sui tronchi. Hanno lingue lunghissime che vengono inserite nelle gallerie degli insetti. La maggior parte delle specie tambureggia (entrambi i sessi) sui rami morti, tronchi o pali quando stabilisce il territorio primaverile. Il piumaggio è spesso colorato e gran parte dei maschi ha del rosso sul capo. Il volo è ondulato (eccetto nel picchio nero), con le ali tenute completamente chiuse tra una serie di battiti e l'altra. Vivono soprattutto in boschi e foreste, ma alcune specie, come il verde, il cenerino e il torcicollo, si vedono spesso anche in zone aperte. Nidificano tutti in buchi che scavano essi stessi (eccetto il torcicollo) ogni anno o che riutilizzano. Covata di 4/8 uova. Tutte le specie, tranne il torcicollo, sono principalmente stanziali.

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Picchio verde

Il picchio verde (Picus viridis, cm 30) è comune in boschi decidui, specialmente in zone con vaste radure, anche in zone più aperte con alberi o boschetti isolati. Le parti superiori sono verdi con evidente groppone giallo-verde che è più brillante nel maschio. Solo il cenerino ha gli stessi colori, ma il verde è più grande, ha più rosso sulla testa (entrambi i sessi) e più nero sulla faccia. Il maschio ha il centro dei mustacchi rosso (razza siberiana sharpei con mustacchio tutto rosso). Il giovane, distintamente macchiato sul capo, sul collo e sulle parti inferiori (non il cenerino giovane), è più verde sul dorso e ha più rosso sul capo. Schivo e circospetto se spaventato si allontana emettendo una caratteristica forte "risata", si ferma su un tronco, dalla parte opposta dell'intruso e sbircia da dietro il ramo. Vola con lunghe ondulazioni e con rumore distinto, silhouette con collo piuttosto sottile. E' vocifero in primavera e in autunno. Il richiamo territoriale primaverile è una serie di risate piene, klia-klia-klia-klia-klia-klia.... un po' discendenti e accelerate alla fine (usato da entrambi i sessi, anche in duetto). Tambureggia raramente, il tambureggiamento è quasi altrettanto veloce di quello dei rosso maggiore e dura almeno il doppio il picchiettio è debole per un picchio così grosso. Nidifica in cavità degli alberi dove depone una sola covata costituita generalmente da 5/7 uova (talvolta 4-9, raramente fino a 11). L'incubazione è effettuata da entrambi i genitori con cibo rigurgitato. I piccoli lasciano il nido all'età di 18-21 giorni. Il picchio verde ha abitudini prevalentemente solitarie, si arrampica sui tronchi, dove si nutre degli invertebrati presenti tra le cortecce. Si nutre anche a terra, soprattutto di formiche (il colore verde viene considerato un adattamento alle abitudini terricole). In inverno scava nei formicai. Non disdegna bacche e altre sostanze vegetali.

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Picchio cenerino

Il picchio cenerino (Picus canus, cm 27) nidifica nell'Europa centrale ma è molto meno comune del verde. Rispetto a quest'ultimo tende a vivere a quote maggiori nidifica anche nella taiga, che è un habitat evitato dal verde. E' terricolo, ma non così specializzato nelle formiche come il verde, si ciba anche molto sugli alberi. Schivo e circospetto. In primavera richiama di frequente, in estate è difficilissimo da localizzare, in autunno-inverno sta rintanato. Assomiglia al verde, ma è più piccolo e ha la faccia più grigia: solo il mustacchio e una specie di sopracciglio sono neri. Il maschio con rosso soltanto sulla fronte, la femmina senza rosso. I giovani somigliano alla femmina, il maschio ha una spruzzata di rosso sulla fronte. Il richiamo primaverile assomiglia a quello del verde, ma la voce è più chiara e debole, quasi flautata (facilmente imitabile con fischi), ben cadenzata e di ritmo rallentato alla fine (invece che leggermente accelerato). Il grido d'allarme è un ripetuto kie intenso e agitato. Emette anche un kik tipo rosso maggiore. Tambureggia di frequente, con serie della durata di almeno un secondo e molto più sonore di quelle del picchio verde.

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Picchio rosso maggiore

Il picchio rosso maggiore (Picoides major, cm 23) è un uccello straordinario. estremamente bello, ma spesso trascurato e abbastanza discreto. Comune o abbastanza comune come nidificante in boschi decidui e di conifere, spesso anche in parchi urbani e giardini.  Intraprende erratismi dipendenti dalla produzione di semi. Si ciba anche del grasso alle mangiatoie. Ha un grande pannello bianco su ogni spalla, il sottocoda rosso vivo, i fianchi non striati e, il maschio, anche un po' di rosso sulla testa (solo una piccola parte dove il vertice sfuma nella nuca). Assomiglia fortemente al rosso di Siria. Il giovane è più simile al mezzano per il sottocoda rosso chiaro e parecchio rosso sulla testa (sebbene non fino alla nuca), ma i fianchi non sono e ha un'ininterrotta banda nera dal becco alla nuca. Il richiamo è un breve e acuto kik, emesso anche in serie a intervalli di un secondo, anche molto veloce, in serie dirompenti. Tambureggia spesso, per 0,4-0,75 secondi, sonoramente e incredibilmente rapido, con brusche interruzioni. Nidifica, come gli altri picchi, nelle cavità degli alberi deponendo una sola covata, costituita generalmente da 4/7 uova (talvolta 3/8), incubate da entrambi i sessi, ma prevalentemente dalla femmina, per 16 giorni circa. I nidiacei, nidicoli, lasciano il nido a 18-21 giorni di età. Il tambureggiamento con il duro becco sugli alberi indica anche l'occupazione del proprio territorio. Il picchio rosso maggiore si nutre d'invertebrati presenti nel legno degli alberi (li raggiunge con la lunga lingua) e, più vegetariano d'altri picchi, si nutre anche di pinoli d'abete e di pino (le pigne vengono incastrate in ceppi o tronchi "in incudini", dove vengono lavorate).

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Picchio rosso di Siria

Il picchio rosso di Siria (Picoides syriacus, cm 23) nidifica nell'Europa sud-orientale in zone piuttosto aperte, parchi, frutteti, vigneti, filari di pioppi, ecc. Nel secolo scorso ha avuto una grande espansione in Europa verso nord-ovest. Molto simile al rosso maggiore, ma senza la linea nera dal mustacchio alla nuca, ha meno rosso sul davanti della testa, la fronte è più bianca, ha meno bianco sulle timoniere esterne e il sottocoda rosso come un ciuffolotto (invece che scarlatto). I fianchi possono essere debolmente striati e barrati. Il giovane è distinguibile da quello del maggiore per gli stessi caratteri, dal mezzano per il mustacchio esteso fino al becco. Il kik è simile al kip-kip della pettegola. Il tambureggiamento è rapido, come il maggiore, ma lungo circa un secondo.

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Picchio rosso mezzano

Il picchio rosso mezzano (Picoides medius, cm 20) nidifica in Europa centrale e meridionale in boschi decidui maturi, in particolare di querce e carpini. Il becco è relativamente debole, usato più come una sonda che come un'accetta. Di solito si muove tra le chiome degli alberi. In primavera succhia la linfa di acero. Come il maggiore, ha pannelli bianchi sulle spalle, ma anche capo rosso (nella femmina più sbiadito). Si noti che i giovani del maggiore (e del rosso di Siria) hanno capo rosso, ma il mezzano ha più bianco ai lati della testa e del collo (i mustacchi non arrivano al becco), i fianchi sono striati e il sottocoda rosa chiaro senza distinzione netta con l'addome, di tonalità bruno-giallastra. Durante la stagione riproduttiva emette un richiamo nasale. Tambureggia molto raramente, debolmente come il Minore.

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Picchio rosso minore

Il picchio rosso minore (Picoides minor, cm 15) è un vero e un proprio picchio, di colore nero, bianco e rosso come molti picchi diffusi in tutto il mondo, ma è molto più piccolo di altri con la differenza che questo svolazza verso i ramoscelli più degli alberi. Elusivo e spesso non visibile, anche se il suo acuto debole canto lo fa scoprire. Solitamente lo si sente chiamare una o due volte da un albero, e poi da un altro albero in distanza, senza che lo si veda da uno all'altro. Il picchio rosso minore, scalpella caratteristici, piccoli buchi spesso in legnosoffice e frequentemente in terreni paludosi o vicino all'acqua. Nidificante piuttosto scarso in boschi decidui e misti, parchi e abetaie subalpine. Predilige zone di ripa con vegetazione fitta. Talvolta frequenta frutteti, in inverno visita canneti, dove si ciba di pupe. E il più piccolo dei picchi europei. Nel volo con ondulazioni profonde somiglia a un passeriforme, anche se piuttosto tarchiato. Il dorso è densamente barrato, che può sembrare molto bianco. Il sottocoda senza rosso. Il richiamo più comune è molto tipico: una serie di flebili note acute. Tambureggia frequentemente, ma più lentamente e con meno forza del maggiore, più a lungo, (circa 1,2 secondi). La sonorità è molto variabile, più forte all'inizio e alla fine, meno in centro. Il tambureggiamento è ripetuto in modo peculiare a intervalli minori degli altri picchi.

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Picchio dorsobianco

Il picchio dorsobianco (Picoides leucotos, cm 25) è raro, in fase di declino in gran parte dell'areale a causa delle sue particolari esigenze di habitat, boschi decidui e misti con ampia disponibilità di tronchi marcescenti (soprattutto pioppi tremuli, ontani, betulle, querce, faggi). Spesso confidente. Si ciba di frequente di larve e insetti del legno sul terreno o su tronchi abbattuti e ceppi. Il becco è lungo e forte (produce profondi buchi conici nel legno marcio). E' più grande del rosso maggiore, ha il dorso e il groppone nettamente bianchi (si nota poco su individui fermi, il tridattilo ha il dorso più bianco), la barra alare bianca trasversale, il sottocoda rosso chiaro che sfuma sull'addome ed i fianchi striati. Il maschio ha il capo rosso, nella femmina è nero e nei giovane meno rosso che nel maschio. Il kik è più quieto e profondo di quello del rosso maggiore, un kuk o un kuk tipo merlo. Tambureggiamento potente lungo in media 1,7 secondi, simile a quello del tridattilo, ma accelerato e più debole alla fine (come una pallina da pingpong che rimbalza).

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Picchio tridattilo

Il picchio tridattilo (Picoides tridactylus, cm 25) è poco comune nella zona della taiga, in particolare in vecchie abetaie. Si trova anche in peccete subalpine. Scarso sulle montagne dell'Europa centrale e sud-orientale, in foreste di conifere. In media è il picchio più confidente. Si ciba spesso a livello del suolo. Di solito fa un anello di buchi intorno a tronchi di vecchi abeti (anche pini) per succhiare la linfa. Ha il capo scuro con la gola bianca, il vertice giallo-ottone nel maschio, striato di nero e bianco nella femmina. I fianchi sono molto grigi. Bianco diffuso sul dorso posteriore. Il kik è dolce e simile ai richiamo del tordo sassello, ma talvolta emette un kiuk acuto e stridente come il rosso maggiore. Tambureggiamento vigoroso, più lungo (1,3 secondi) e più lento di quello del rosso maggiore, simile a quello corto del nero. Nidifica in cavità degli alberi, dove depone una sola covata costituita di solito da 4/5 uova (talvolta 3/6), che sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di 14 giorni circa. L'alimentazione del picchio tridattilo è costituita prevalentemente da invertebrati (insetti) che trova nel legno degli alberi, nonché di semi e frutti.

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Picchio nero

Il picchio nero (Dryocopus martius, cm 45) è il più grande picchio europeo. Abbastanza comune in foreste mature di conifere e decidue. Tipicamente cerca formiche rosse in tronchi già minati di abete, producendo enormi crateri. La taglia e piumaggio nero e uniforme lo rendono facile da riconoscere. Il capo è tutto rosso nel maschio, nella femmina solo sulla parte posteriore. Il volo è discontinuo e irregolare, ma non ondulato come quello degli altri picchi, più simile a quello della nocciolaia (tipo ghiandaia). Il richiamo di volo è un risuonante krii-krii-krii.... che è anche d'allarme. Il richiamo viene emesso da entrambi i sessi. Tambureggia spesso, a lungo (da non meno di 2 secondi fino a 3 pieni), con potenza, accelerando un poco verso la fine. Nidifica nelle cavità degli alberi. Depone una sola covata costituita generalmente da 4/6 uova (talvolta 9) che sono incubate da entrambi i sessi per 12-14 giorni circa. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati dai genitori con cibo rigurgitato e lasciano il nido a 24-28 giorni circa. Il picchio nero si nutre prevalentemente di formiche, nonché di altri insetti presenti sulla corteccia e nel legno.

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Torcicollo

Il torcicollo (Jynx torquilla, cm 17) è abbastanza comune nell'Europa continentale in boschi luminosi con radure, parchi e frutteti. Giunge a marzo-aprile e riparte per l'Africa in agosto-settembre. Parzialmente svernante. Non è un "vero" picchio, non si arrampica sui tronchi e non li scalfisce, non tambureggia (nel modo tipico dei picchi). A prima vista sembra un comune passeriforme. In situazioni di pericolo comincia a muoversi serpeggiando con la testa e il collo. Il piumaggio è marezzato bruno-grigio con bande più scure su testa e dorso. La coda è lunga, il becco relativamente corto. E' specializzato nel cibarsi di formiche. Trascorre molto tempo sugli alberi, tra il fogliame, ma visita anche il terreno, saltellando. Si può veder fuggire in volo basso, come una femmina di averla piccola. Passerebbe inosservato se non fosse per il suo sonoro canto nasale, leggermente lamentoso e rauco che ricorda quello di un piccolo falco. Nidifica nelle cavità degli alberi e tra i mattoni. Depone una sola covata (talvolta due) costituita generalmente da 7/10 uova (talvolta 5/14). L'incubazione è affidata a entrambi i sessi e dura per un periodo di 12-14 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati da entrambi i genitori e lasciano il nido a 19-21 giorni circa.

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- - Finito ottobre 2009 - -
 

 

Bibliografia:

- I chirotteri italiani, di Lorenzo Fornasari, Carlo Violani e Bruno Zava.

- Insettivori e piccoli roditori del Trentino, di Roberta Locatelli e Paolo Paolucci, Collana naturalistica della Provincia Autonoma di Trento, Servizio Parchi e Foreste Demaniali.

- Uccelli d'Europa, di Bertel Brunn e Arthur Singer, casa editrice Mondadori.

- Guida Pratica all'Ornitologia, di Rb Hume e Peter Haiman, casa editrice I.S.B.N.

- Birdwatching, di A. Van Den Berg, T. Van Der Have, G. Keijl, D. Mitchell, casa editrice DeAgostini.

- Uccelli, di Gianfranco Bologna, casa editrice Mondadori.

- La Caccia, di Kurt G. Blüchel, casa editrice Gribaudo Könemann.

- Nuovo Atlante degli Uccelli Nidificanti in Provincia di Treviso, a cura dell'Associazione Faunisti Veneti, curato da Francesco Mezzavilla e Katia Bettiol.

- Ali, di Giuseppe Frigo, Fabio Garbin, Paolo Spigariol, casa editrice Magnus.

- Atlante Ornitologico, di Ettore Arrigoni degli Oddi, casa editrice Hoepli.

- Gli Uccelli d'Europa, casa editrice Fratelli Melita.

 


 

 

  

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