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Animali

In questa pagina sono raccolti tutti i rapaci, diurni e notturni

 

 

Uccelli da preda in generale

Spirito santo

Borre

Indice dei rapaci diurni 

 

Ordine Accipitriformes (Famiglia Accipitridi)

Avvoltoi

Capovaccaio

Grifone

Avvoltoio monaco (o nero)

Gipeto

Aquile

Aquila di mare

Aquila di mare del Pallas

Aquila reale

Aquila imperiale

Aquila rapace

Aquila anatraia maggiore

Aquila anatraia minore

Aquila del Bonelli

Aquila minore

Biancone

Poiane

Poiana

Poiana calzata

Poiana codabianca

Falco pecchiaiolo

Sparvieri e astori

Astore

Sparviero

Sparviero levantino

Nibbi

Nibbio reale

Nibbio bruno

Nibbio bianco

Falco pescatore

Albanelle

Falco di palude

Albanella reale

Albanella minore

Albanella pallida

 

Ordine Falconiformes (Famiglia Falconidi)

Girfalco

Pellegrino

Lanario

Sacro

Falco della regina

Lodolaio

Smeriglio

Falco cuculo

Grillaio

Gheppio

 

 

 

Indice dei rapaci notturni

 

Ordine Strigiformi (Famiglia Strigidi)

Assiolo

Civetta nana

Civetta

Civetta capogrosso

Gufo reale

Gufo delle nevi

Allocco di Lapponia

Allocco degli Urali

Gufo comune

Gufo di palude

Gufo di palude del capo

Allocco

Ulula

Barbagianni (Famiglia Titonidi)

 

 

 

Uccelli da preda diurni

Gli uccelli da preda diurni appartengono a due ordini: Accipitriformes e Falconiformes. Sono carnivori e la maggior parte di loro cattura prede vive, sul terreno, nell'acqua o in aria. Molte delle specie più grandi si nutrono anche di carogne e quindi svolgono il ruolo strategico di "spazzini" dell'ambiente. Tutti hanno becchi adunchi e potenti per fare a pezzi le prede. Hanno anche affilati e robusti artigli ai piedi che utilizzano per catturare, uccidere e trattenere le prede. I sessi sono generalmente simili, ma le femmine sono di regola più grandi dei maschi. Nei testi specifici le misure sono dunque indicate con una certa variabilità anziché come una semplice media. Variazioni individuali di colorazione sono comuni, in alcune specie sono molto marcate (soprattutto tra le poiane). In molti casi le caratteristiche del piumaggio sono tuttavia le più sicure per una corretta identificazione della specie.
Tutti gli uccelli da preda sono eccellenti volatori e le specie di maggiori dimensioni si osservano spesso volteggiare sfruttando le correnti termiche ascensionali, senza battere le ali. La posizione relativa delle ali durante la planata, alcuni dettagli della silhouette, le proporzioni e il tipo di volo facilitano l'identificazione anche a distanza. Le specie più piccole si vedono spesso in volo attivo, nel quale pochi battiti d'ala sono seguiti da planate, ma anch'esse di frequente volteggiano. Alcune specie, in particolare il biancone, la poiana calzata, il falco pescatore e il gheppio, quando sono alla ricerca di prede assumono una particolare posizione che è detta "spirito santo": stanno fermi nell'aria con le ali sfarfallanti, alti sopra il terreno e osservano le prede per cogliere il momento propizio per piombargli addosso.


1) Avvoltoio; 2) Aquila reale; 3) Aquila di mare; 4) Poiana; 5) Sparviero;

6) Nibbio; 7) Falco pescatore; 8) Albanella; 9) Falco.

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Borre o rigetti

Svariati gruppi di uccelli rigurgitano, sotto forma di borre o rigetti, i resti duri e indigeribili del loro cibo. La forma, il contenuto e l'ubicazione dei rigetti possono fornire una grande quantità d'informazioni sulla specie che li ha prodotti e sul modello di alimentazione. I più conosciuti produttori di rigetti sono i rapaci notturni (ordine Strigiformi). Essi tendono ad inghiottire la preda più o meno intera e hanno un processo digestivo piuttosto delicato, restano intatte le ossa e altre parti dure come pelo, penne ed esoscheletro di insetti. L'identificazione dei resti alimentari è assai facile. Tutti gli altri uccelli rapaci producono rigetti, ma i resti tendono ad essere più frammentati. Anche gli aironi, le averle e il martin pescatore producono caratteristici rigetti, mentre cornacchie e gabbiani rigurgitano borre alquanto variabili e in relazione alla dieta. Le borre dei trampolieri consistono per lo più in parti dure d'invertebrati marini. Anche certi piccoli uccelli onnivori formano rigetti, che però sono assai difficili da identificare e a volte si possono confondere con gli escrementi. Non è possibile distinguere tra i rigetti di specie molto simili senza una positiva identificazione dell'uccello. Di norma, le tipologie fondamentali, come indicato nella la lista seguente, sono facilmente identificabili e un dettagliato studio dei rigetti di una specie conosciuta è spesso l'unico mezzo per ottenere conoscenze sulla sua ecologia alimentare.

RAPACI NOTTURNI: le prede sono ingoiate quasi interamente, di conseguenza i rigetti sono coesivi, densi e costituiti da resti d'invertebrati, pelo, penne e molte ossa lunghe e crani interi.
AVVOLTOI, RAPACI DIURNI e AQUILE: forma e dimensione dei rigetti variano notevolmente con la specie. Di norma sono coesivi, densi, contenenti principalmente peli e penne, con soltanto piccoli frammenti di ossa, allorché la carne è strappata via dalle ossa. I falchi strappano le penne più grandi dalla preda.
FALCHI NERI: rigetti simili, per molti aspetti, a quelli degli altri rapaci diurni. Coesivi, densi, costituiti da minuscoli frammenti di ossa, matrice di pelo e penne, squame di lucertola; sono presenti resti di artropodi e lombrichi.
LODOLAIO: sebbene questo sia un falco vero, i rigetti sono caratteristici e tendono ad essere lassi, leggeri, arrotondati e non coesivi, costituiti quasi interamente da resti d'insetti.
AIRONI: coesivi, densi e contenenti principalmente pelo con poche ossa o altri resti di pesci.
GABBIANI: in genere non compattati, possono essere formati più o meno bene.
Consistono di vari vegetali, invertebrati, vertebrati e resti inorganici. Possono contenere pezzi di polietilene, spago e altro materiale che raccolgono nelle discariche in cui si nutrono.

AVERLE: rigetti piccoli, assai densi, allungati e coesivi. Contengono piccoli frammenti di vertebrati e invertebrati.

LIMICOLI: rigetti piccoli, di forma varia ma in generale non molto coesivi. Contengono resti d'invertebrati e, in ambiente costiero, una matrice e la parte dura d'invertebrati marini. A volte i rigetti di alcune specie presentano un rivestimento di muco.

CORVIDI: talvolta producono dei rigetti che contengono un'ampia varietà di resti tra cui piccoli mammiferi, uccelli, invertebrati, gusci d'uovo, vermi e vari vegetali.

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Ordine accipitridi

All'ordine degli accipitridi (Accipitriformes) fanno parte: gli avvoltoi, le aquile, le poiane, gli sparvieri, i nibbi, il falco pescatore e le albanelle. Hanno 14 vertebe.
 

Avvoltoi

Gli avvoltoi sono uccelli grandi e potenti, soprattutto divoratori di carogne e rifiuti. Hanno ali molto lunghe. Solitamente volteggiano in cerchio, talvolta molto in alto, e quindi battono le ali molto profondamente. Sessi uguali nel piumaggio. Le specie a coda corta depongono un uovo, quelle con coda a cuneo uno o due. Incubazione di sette settimane (specie più grandi), sei nel capovaccaio.
 

Capovaccaio

Il capovaccaio (Neophron percnopterus cm 55/65 x 155/170) è il più piccolo e il più comune degli avvoltoi europei, è un pulitore dei fianchi collinari e dei torridi pendii. A terra ha un aspetto scoordinato ma in volo ha un'aura dorata e una maestria di non comune in altri predatori. Si trova in diversi habitat dell'Europa meridionale, più spesso in zone montuose e, quelli più visti in nel nostro continente, sono gli adulti poiché i giovani passano in Africa i primi anni di vita. Spesso visita le discariche. Facilmente distinguibile dagli altri avvoltoi europei per le piccole dimensioni e per il bianco del piumaggio, con remiganti nere. Ali moderatamente larghe e poco sfrangiate. A grande distanza l'adulto può essere confuso con l'aquila minore in fase chiara, ma si notano il capo piccolo e appuntito, il becco lungo e sottile e la coda a cuneo. Gli individui del primo anno sono bruno scuro con punte delle penne bianco-camoscio, specialmente sulle copritrici alari, groppone e timoniere, che disegnano barre e pannelli. Si possono osservare anche immaturi totalmente scuri a parte la faccia, chiara. Di solito si vede volteggiare, ma in migrazione il volo può essere attivo e di lunga durata. Dorme soprattutto sui dirupi. E' molto silenzioso. Nidifica a diverse altitudini (dalle zone quasi a livello del mare fino ai 3600 m nel Caucaso). Il suo nido è rozzo, costituito di pochi stecchi e ricoperto di rifiuti, si trova in cavità, nicchie di roccia, raramente sugli alberi. Nel nido depone 1/2 uova (raro 3) a intervalli di 3/4 giorni, che sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di 42 giorni. I giovani sono allevati da entrambi i genitori e volano a circa 90 giorni d'età. Il capovaccaio o avvoltoio degli Egizi, si nutre di carogne, rifiuti, frutta marcia e anche di sterco. Raramente cattura prede vive, qualche lucertola o tartaruga; è nota la sua abitudine di utilizzare le pietre per spaccare le uova di struzzo.

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Grifone

Il grifone (Gyps fulvus cm 95/105 x 230/265) è un grande e poderoso rapace che in volo si muove con lentezza. La coda e il capo sporgono solo leggermente dai margini delle ali; la sfrangiatura lunga e fortemente rivolta verso l'alto conferisce una silhouette tipica. Gli immaturi hanno copritrici sottoalari più chiare degli adulti, il corpo è quasi ugualmente bruno scuro in entrambi. Il collare bianco degli adulti, non sempre visibile nei giovani, è marrone. Si vede soprattutto volteggiare, talvolta in gruppo. Le ali sono tenute come quelle dell'Aquila reale, sollevate rispetto al piano orizzontale; in volteggio sono leggermente angolate sulla zona carpale. Dorme su dirupi montani, spesso in gruppi e in luoghi tradizionali. Talvolta si sentono suoni chioccianti e fischi poco musicali. Gli adulti raggiungono il territorio di nidificazione in gennaio, periodo dell'accoppiamento, in febbraio o marzo costruiscono il nido, nell'anfrattuosità di una roccia, su cenge rocciose o dirupi, nelle località più aperte, pietrose e aride. Utilizza per la costruzione dei rami che spezza col robustissimo becco. Nidifica preferibilmente in colonie. Depone un solo uovo, generalmente bianco con eventuali macchie rosso scuro. L'incubazione è fatta da entrambi i sessi, a turno e dura 48/54 giorni. Il nidiaceo, nutrito da entrambi i genitori con il cibo rigurgitato, mette le penne entro 70 giorni e compie il primo volo a 110/115 giorni di età. I giovani grifoni dopo avere abbandonato i genitori si disperdono ed accidentalmente nel centro Europa e nell'Italia del nord. Il grifone si nutre di carogne di grossi mammiferi, di cui prima dilania le interiora, poi la carne ed infine la pelle. Spesso s'ingozza talmente da non riuscire ad alzarsi in volo e rimane sul luogo dell'abbuffata per diverse ore a digerire ed a riposarsi. In caso di pericolo vomita il cibo per potersi levare in volo.

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Avvoltoio monaco (o avvoltoio nero)

L'avvoltoio monaco (o avvoltoio nero) (Aegypius monachus cm 100/110 x 245/310) vive di solito in zone selvagge dell'Europa sud-occidentale con montagne e pianori, ma alcuni sporadici avvistamenti, al di fuori del periodo riproduttivo, sono stati segnalati anche nel centro Europa. Si distingue dalle aquile per le dimensioni e per la marcata e profonda sfrangiatura delle ali; si distingue dal grifone per la coda più lunga e arrotondata, per il piumaggio scuro e per la posizione relativa delle ali durante la planata, orizzontali o anche leggermente rivolte verso il basso. Le copritrici sottoalari sono quasi nere negli immaturi, man mano più chiare con l'età. E' un avvoltoio solitario, ma spesso si vede intorno a carcasse insieme ai grifoni. Nidificante molto raro nel Sud Europa. In Italia non è più nidificante dal 1961 circa (Sardegna). Costruisce, generalmente sugli alberi, con rami e tappezzato anche con i resti delle sue prede, un grande e rozzo nido riutilizzato annualmente. Con il poderoso becco riesce anche a spezzare i rami che utilizza nella costruzione. In esso la femmina depone un solo uovo, che viene incubato da entrambi i geni, a turno, per 52/55 giorni. Alla schiusa il piccolo ha una testa sproporzionata e può vedere già dal primo giorno di vita ma ha zampe e dita esili che si rinforzeranno solo più tardi. Il piumaggio di contorno del nuovo nato inizia spuntare dopo un mese dalla schiusa ma servirà un altro mese perché raggiunga dimensioni normali. Il nidiaceo è alimentato dai genitori con cibo rigurgitato e si impenna entro 30/60 giorni ma il primo volo ha luogo a circa 100 giorni d'età. Il giovane rimane presso il nido per oltre 6 settimane. L'avvoltoio monaco si nutre quasi esclusivamente di carogne soprattutto di grossi mammiferi, di cui inghiotte la carne, la pelle e le ossa e ne rigetta in seguito le parti indigeribili. Solo raramente caccia animali vivi, soprattutto rettili e anfibi e, di norma, non attacca mai, per esempio, un agnello smarrito.

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Gipeto

Il gipeto (Gypaetus barbatus cm 105/117 x 235/300) o avvoltoio barbuto o avvoltoio degli agnelli, si trova solo in selvagge zone montuose. E' facilmente identificabile per le notevoli dimensioni, le ali lunghe e sottili tenute leggermente piegate e la lunga coda a cuneo. Visto da sotto, si nota il contrasto tra corpo bruno-giallastro chiaro e le ali e la coda scure. L'immaturo è scuro sulla testa e sulla gola, grigio sull'addome. E' perlopiù silenzioso, emette forti fischi nei siti di riproduzione. Nidificante molto raro nel Sud Europa, in totale sopravvivono un centinaio di coppie. In Italia estinto come nidificante dal 1965 circa (Sardegna), ora è oggetto di tentativi di reintroduzione. Nidifica sulle rocce, nelle cavità e negli anfratti ben protetti. Depone un uovo (raro 2). L'incubazione è effettuata dalla femmina e dura intorno ai 53 giorni. Il nidiaceo è nutrito da entrambi i genitori. Effettua il primo volo a 107/117 giorni di età. Il gipeto è solitario, ispeziona i versanti montani in volteggi passivi, cercando le carogne di cui si nutre. Predilige la carne di animali morti di recente e le grosse ossa (anche tartarughe), spesso sono lasciate cadere da grande altezza per spezzarle in pezzi abbastanza piccoli da poter essere ingoiati. Possiede una lingua specializzata per prelevare il midollo dalle ossa rotte, inoltre i succhi gastrici demoliscono la parte ossea e il midollo viene digerito.

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Aquile

Le aquile hanno molte caratteristiche in comune, anche se non tutte le specie sono strettamente affini. Sono rapaci di grossa taglia con ali larghe sfrangiate e becchi potenti. L'acquisizione del piumaggio da adulto richiede diversi anni. I sessi sono uguali nel piumaggio e le femmine sono più grandi.

Simbologia. Pochi uccelli hanno suggestionato il genere umano come l'aquila. Il suo possente volo è ricordato nei Salmi di Salomone, e sempre un'aquila fu il simbolo del dio assiro Assur. Uno di questi rapaci ornava anche lo scettro di Zeus, dio supremo degli antichi Greci. Nelle antiche saghe norvegesi Odino, re degli dei, assumeva spesso le sembianze di un'aquila. I copri capi da guerra degli Indiani delle pianure nordamericane erano realizzati esclusivamente con penne d'aquila. L'aquila bicipite (a due teste) rappresentava gli imperi d'Oriente e d'Occidente e passò dal primo alla casa imperiale di Russia, pretendente all'eredità dell'impero Bizantino, e dal secondo agli Asburgo, come eredi del Sacro Romano Impero. Costituisce ancor oggi lo stemma nazionale dell'Austria e della Polonia. Attualmente l'aquila compare sullo stemma messicano e un'altra è il simbolo degli Stati Uniti d'America.

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Aquila di mare

L'aquila di mare (Haliaeetus albicilla cm 77/92 x 190/250) o aquila di mare codabianca è un uccello predatore pesante, spesso con un'apertura alare più grande della reale. Abita il nord e l'oriente della Scandinavia, l'Islanda, l'est dell'Europa centrale,  il nord-est e sud-est dell'Europa, il settentrione ed il centro dell'Asia ed il nord-ovest della Groenlandia. Vaga regolarmente fin nel centro dell'Europa ed in effetti è oggetto di reintroduzione in varie zone d'Europa. Anche in Italia, estinta come nidificante dal 1956 (Sardegna) e ora oggetto di reintroduzione. Trascorre molte ore su posatoi che permettono un'ampia visuale. In adatte condizioni atmosferiche perlustra il territorio volteggiando a quote elevate. Si nutre di pesci, uccelli marini, anche anatre o oche e carogne. In inverno si può vedere sul ghiaccio alla ricerca di uccelli morti o rifiuti. Spesso deruba grandi gabbiani. Gli adulti hanno la coda bianca, il becco giallo, la testa, il collo e il petto bruno chiaro. Gli immaturi a distanza sono tutti scuri con macchie più chiare (bruno-ruggine) sulle copritrici superiori dell'ala e con base del becco chiara. A breve distanza capo e collo sembrano più scuri, bruno-nerastri, come le piccole copritrici. Timoniere con margini scuri ma generalmente biancastre al centro, traslucide. Da vicino si vede spesso una macchia chiara ascellare. Gli Individui del primo anno hanno il petto bruno-ruggine macchiato di nero. A 2/3 anni le parti inferiori brune con macchiettatura bianca irregolare e spesso il dorso chiaro. Talvolta i giovani sono molto chiari, difficili da identificare. Diversamente sono facilmente identificabili dalle dimensioni enormi e dalle ali larghe e rettangolari, dal collo lungo e sottile, becco grosso e coda corta a cuneo. Vola con lunghe serie di battiti alari tipicamente lenti e poco profondi, intercalati da sporadiche brevi planate. Il klii klii kin klii klii di richiamo ricorda fortemente il richiamo primaverile dei picchio nero. Nidifica da gennaio-febbraio, sulle zone rocciose in regioni costiere e lungo fiumi e laghi ricchi di pesce, su alti pini o grandi alberi, ma anche sul terreno e sulle scogliere in grandi e tozzi nidi di stecchi che hanno, all'interno, una parte più piccola e incavata che è il vero e proprio nido. Lo stesso nido è utilizzato più anni di seguito e di conseguenza viene ingrandito e consolidato di anno in anno. La femmina depone, da febbraio ad aprile, generalmente 2 uova (raro 1/3, più raramente 4) che sono incubate per 35/45 giorni, principalmente dalla femmina. I nidiacei, accuditi da entrambi i genitori che portano loro il cibo costituito da pesci e piccoli uccelli acquatici, volano all'età di circa 70 giorni, restando comunque nei pressi dei nido per altri 35/40 giorni. L'aquila di mare si nutre soprattutto di pesci, ed uccelli, folaghe in particolare, ma anche di piccoli mammiferi e carogne. Un'aquila di mare esperta può catturare un'oca o un airone, ma i giovani non ancora abili devono, talvolta, accontentarsi delle carogne trovate in riva del mare. Le aquile di mare pescano in superficie, con gli artigli, è rarissimo che si buttano a capofitto in acqua. 

Un incontro con l'aquila di mare è emozionante.  Ne vidi una coppia in Croazia, a sud di Krk, ed ebbi la fortuna che a causa delle correnti d'aria arrivarono, volteggiando, fino ad un centinaio di metri dalla rupe sul mare dove mi trovavo. Davano un'impressione di eleganza che non ha eguali, erano impressionanti. In volo sembravano uccelli di sole ali, senza coda e corpo. Provai la sessa sensazione di un bambino che, estasiato, guarda il volo degli aquiloni. P. E.

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Aquila di mare del Pallas

L'aquila di mare del Pallas (Haliaeetus leucoryphus cm 70/84 x 180/205) è una specie orientale di zone di steppa aperta presso fiumi o laghi. Adulto caratteristico: capo e collo bianco-camoscio e coda bianca con banda nera terminale, come il giovane di aquila reale. Zampe grigie, becco scuro, Immaturo simile a quello dell'aquila di mare, ma con copritrici alari mediane inferiori bruno-giallastro chiaro, in forte contrasto con le remiganti scure e le piccole copritrici più scure. Grande pannello chiaro sulle primarie prossimali. Timoniere nere. Stria bruna sull'occhio.

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Aquila reale

L'aquila reale (Aquila chrysaetos cm 75/86 x 190/230), regina degli uccelli, è enorme, ma spesso le sue dimensioni sembrano meno imponenti al contrasto col paesaggio montagnoso nel quale vivono. Nonostante questo, l'uccello ha una grandiosa presenza e aumenta la drammaticità dello scenario con le sue apparizioni occasionali sulle alte vette. Adulti prevalentemente stanziali, immaturi e alcuni altri individui, specialmente nordici e nord-orientali, si spostano a sud in inverno. Caccia spesso uccelli o mammiferi volando bassa su versanti o margini boschivi. Le aquile sono potenti, capaci di uccidere e trasportare lepri e persino cuccioli di cervo, anche se in inverno mangiano soprattutto animali trovati già morti. Facilmente distinguibile dall'aquila di mare dalla coda più lunga e arrotondata e non a cuneo, ali più strette e più corte, collo più tarchiato. Le poiane, spesso avvistate più a valle e a volte persino appollaiate su pali della luce, vengono confuse per aquile, ma sono molto più piccole e con una costituzione più leggera. Ha un volo potente, generalmente 6/7 battiti d'ala seguiti da lunghe planate di 1/2 secondi in tipica successione regolare. Durante il volteggio e più spesso che non in planata, le ali sono tenute sollevate (a V leggermente marcata). Le macchie alari bianche e la coda bianca con banda terminale scura rendono facile l'identificazione dei giovani. La quantità di bianco varia individualmente, non è una caratteristica dell'età. Le parti bianche sono sostituite da zone barrate di grigio entro 5/7 anni. A qualsiasi età presentano la nuca bruno-dorata. Gli individui maggiori di un anno hanno un pannello bruno chiaro sulle copritrici superiori dell'ala. Le aquile anatraie sono nettamente più piccole, tengono le ali rivolte all'ingiù e hanno code più corte. L'Aquila rapace ha testa più piccola e ali più strette. Nidifica sulle rocce e talvolta sugli alberi, sempre in luoghi inaccessibili per i predatori, costruendo alla fine di marzo o in aprile, un rozzo nido, utilizzato per diversi anni consecutivi, costituito da un voluminoso ammasso di rami, stecchi, sostanze vegetali. In genere, in un'area di riproduzione l'aquila reale costruisce diversi nidi (da 2/3 fino a 10) che sono utilizzati alternativamente negli anni. Depone, a intervalli di 3/4 giorni, generalmente 2 uova (raro 1/3). L'incubazione dura 43/45 giorni ed è fatta in genere dalla femmina, il maschio, di tanto in tanto, le da il cambio per permetterle di riposarsi. I nidiacei sono accuditi da entrambi i genitori ma all'inizio il maschio si limita a porgere il cibo alla femmina che lo divide tra i pulcini, solo in seguito, quando sono più grandicelli li nutre direttamente. I piccoli, nidicoli, si coprono del piumaggio entro 30/50 giorni e volano a circa 63/70 giorni d'età ma rimangono ancora con i genitori per un certo periodo. Se vi è carena di cibo solo il pulcino più forte sopravvive a scapito dei fratelli. I giovani, una volta diventati indipendenti, se ne vanno per stabilirsi in nuove zone, anche a notevoli distanze. L'aquila reale raggiunge la maturità sessuale in genere a 4 anni. Il territorio riproduttivo dell'aquila reale si estende per 8000/10.000 ha circa.

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Aquila imperiale

L'aquila imperiale (Aquila heliaca cm 70-80 x 175-210) predilige le pianure con boschi sparsi o aperti e con zone steppose, meglio se vicino all'acqua. La razza spagnola adalberti è ridottissima nel numero e l'heliaca, sud-orientale, è molto rara. Gli adulti molto scuri, bruno-nero, con nuca chiara, scapolari bianco candido e interno della coda grigio. Nella razza spagnola anche il contorno dell'ala è bianco. Gli immaturi bruno chiaro, con petto striato di scuro e dorso inferiore tipicamente chiaro, bianco-crema. Le remiganti primarie più prossimali tipicamente chiare, in contrasto con il resto dell'ala. gli immaturi spagnoli con tonalità di piumaggio più rossiccia rispetto a quella bruno-giallastra dell'heliaca e senza striature pettorali. Silhouette simile a quella dell'Aquila reale, ma coda nettamente più corta (spesso tenuta chiusa in volteggio) e ali tenute orizzontali durante le planate. Il richiamo ricorda vagamente quello di un Corvo imperiale. L'aquila imperiale nidifica sugli alberi deponendo generalmente 2 uova (raro 3, rarissimo 4) incubate da entrambi i sessi per circa 43 giorni. I giovani volano all'età di 60 giorni restando altre 2/3 settimane presso il nido. Si nutre di mammiferi (conigli e altri roditori), rettili, uccelli. La rara sottospecie adalberti è oggetto di programmi di conservazione e reintroduzione.

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Aquila rapace

L'aquila rapace (Aquila rapax cm 63-74 x 160-200) e nidificante molto raro nelle steppe dell'Europa sud-occidentale. L'adulto è marrone scuro con macchia sulla nuca chiara e un accenno di macchia chiara alla base delle remiganti primarie. Le remiganti e le timoniere di solito sono nettamente barrate e nell'adulto anche con una larga banda terminale. L'immaturo è marrone chiaro con remiganti scure ed è simile agli immaturi dell'aquila imperiale. Ne differisce per il margine alare e per la coda bianchi (sopra) e per la banda mediana bianca sulle ali (sotto). L'immaturo non presenta, come il giovane di aquila imperiale, la zona chiara del dorso posteriore e ha bianche soltanto le copritrici superiori della coda. Il becco è massiccio con tipici angoli gialli. Il collo e la coda sono lunghi, le ali lunghe e molto sfrangiate. Volteggia con le ali orizzontali e rivolte verso il basso in planata.

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Aquila anatraia maggiore

L'aquila anatraia maggiore (Aquila clanga cm 60-69 x 155-180) è nidificante molto raro dell'Europa sud-orientale in regioni con foreste, spesso presso laghi, fiumi e paludi. Sverna nell'Europa sud-occidentale, qualche individuo in Francia. Il volo le larghe ali sfrangiate danno subito l'impressione di un'aquila. ha la coda corta. I battiti d'ala sono rapidi, quasi come una poiana. Le ali sono tenute sotto la linea orizzontale durante il volteggio. Silhouette molto simile all'anatraia minore, ma con ali leggermente più sfrangiate e con primarie distali tenute molto distanziate. In ogni piumaggio la maggior differenza con l'anatraia minore è data dalle copritrici sottoalari nero-brunastre, più scure di remiganti e timoniere. L'adulto è di un marrone scuro uniforme, spesso un leggerente chiaro sulle copritrici inferiori e alla base delle remiganti. Nel piumaggio abraso può avere copritrici marroncine, più chiare, sia sopra sia sotto, ma le piccole copritrici sono solitamente bruno-nero uniforme. l'immaturo è quasi nero, con macchie bianche sulla punta delle copritrici alari e sulle scapolari e copritrici superiori della coda nettamente bianche. Ha una sottile barra mediana chiara sul sottoala scuro.

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Aquila anatraia minore

L'aquila anatraia minore (Aquila pomarina cm 57-64 x 145-170) nidifica raramente nell'Europa orientale, in zone con foreste di pianura e paludi. Lascia l'Europa alla fine di settembre. Adulto marrone scuro con copritrici (piccole e mediane) marrone più chiaro o anche bruno-giallo, testa brunastra, macchia chiara sopra la base delle primarie prossimali, copritrici superiori della coda chiare. L'immaturo è più scuro, specialmente sulla testa, ma con lo stesso contrasto tra le copritrici alari superiori e il resto dell'ala, barra molto sottile lungo le punte delle copritrici. Piccola macchia chiara sulla nuca (visibile solo da vicino). Sia la silhouette e sia il volo sono simili a quelli dell'anatraia maggiore. Il sottoala è cioccolato chiaro, normalmente più chiaro e mai più scuro di remiganti e timoniere. Non ha calzoni piumati.

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Aquila del Bonelli

L'aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus cm 60-66 x 140-165) predilige zone montane aperte. Spesso volteggia in coppia lungo i versanti montani, dove appare molto simile alla reale nella silhouette e nel comportamento. Tipiche sono le ali abbastanza larghe, ma relativamente poco sfrangiate, con le carpali prominenti dal profilo, come nel falco pecchiaiolo, e la coda relativamente lunga. I battiti d'ala sono sorprendentemente rapidi (ma poco profondi). Adulti caratteristici con addome biancastro e generalmente sottoala scuro. La coda è bruno-grigia con larga banda terminale scura. Le parti superiori sono marrone scuro con zona chiara sul dorso superiore. L'immaturo è molto chiaro inferiormente, addome e copritrici camoscio-rosati, remiganti e timoniere bianco-grigiastre (fittamente barrate, senza banda scura terminale) con sfrangiatura nera. Solitamente è presente una "virgola" scura intorno alle grandi copritrici. In alcuni immaturi vi è una banda più scura che attraversa il sottoala, tra le copritrici e le remiganti. Nidificante scarso nel Sud Europa, fa il nido tra le rocce, più raramente sugli alberi. Depone 2 uova (raro 1, rarissimo3) che sono incubate da entrambi i sessi per un periodo di 42-44 giorni. I nidiacei volano a circa 65 giorni di età, rimanendo con gli adulti per circa 8 settimane o più. L'aquila del Bonelli si nutre di conigli selvatici, lepri, altri piccoli mammiferi, uccelli (come pernici), lucertole; caccia piombando in picchiata o inseguendo le vittime lungo le pareti rocciose o tra la macchia.

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Aquila minore

L'aquila minore (Hieraaetus pennatus cm 42-49 x 110-135) è abbastanza comune in Spagna, rara altrove nell'Europa meridionale e centrale. La più piccola delle aquile europee, simile nella taglia a una poiana, ma con ali nettamente sfrangiate. Vive in foreste decidue con radure, solitamente in basse regioni montagnose, ma anche in zone di pianura. Resta in volo a lungo, immobile, ma non si libra. Quindi picchia da notevoli altezze con ali richiuse e zampe distese all'indietro, diretta sul terreno, a gran velocità. Due fasi di colore, una chiara più comune e una scura meno comune. Raramente individui intermedi. La fase chiara si differenzia da tutti gli altri rapaci (eccetto il capovaccaio) per il sottoala con remiganti scure contrastanti con le copritrici chiare. Le copritrici mediane superiori sono, in entrambe le fasi, così chiare da formare una caratteristica V chiara sulle parti superiori, come nel nibbio reale, e inoltre il sopraccoda è chiaro. Fase scura marrone scuro sotto (con copritrici maggiori nerastre), ma con coda leggermente più chiara, può essere confusa con il falco di palude (juv.) e con il nibbio bruno. Gli individui in fase scura più pallidi (meno comuni) sono di tonalità bruno-rossa e sono talvolta indicati come "fase intermedia". Tutti hanno le tre primarie più interne leggermente più chiare, più traslucide, coda grigio-chiara uniforme (più scura verso la punta) e piccole macchie bianche dove l'ala si piega davanti, ben visibili se viste di fronte. Il richiamo è un acuto grido, vibrante.

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Biancone

Il biancone (Circaetus gallicus cm 66-70 x 160-180) non è molto comune nell'Europa meridionale e orientale, ma presente in buon numero in Spagna. Vive in regioni sia montane sia di pianura. Necessita di zone aperte, dato che si nutre di serpenti e lucertole. Molto chiaro, con ali lunghe. Parti superiori bruno-grigiastre con copritrici più chiare. Variazioni di piumaggio: nel tipo comune capo e petto sono abbastanza scuri e le parti inferiori striate di chiaro-scuro; la forma più rara è quasi tutta bianca sulle parti inferiori. Non presenta mai le carpali scure. Punte delle remiganti sfumate di scuro, marginate di grigio negli individui molto chiari (le poiane in fase chiara hanno le punte molto scure evidenti). Coda piuttosto lunga e sottile con tre distinte barre scure. Tiene le ali orizzontali durante il volteggio (o leggermente sollevate), in planata la parte interna dell'ala è sollevata mentre la parte distale è abbassata, con la sfrangiatura flessa bene all'insù. Da sotto, il giunto carpale appare nettamente proiettato in avanti. Capo grande, ma di proporzioni modeste rispetto alle ali. Fa regolarmente lo spirito santo. Volo maestoso, con battiti alari da aquila. Emette spesso un melodioso piih-u. Nidifica sugli alberi prediligendo i sempreverdi (solo occasionalmente su roccia). Depone una sola covata composta di un solo uovo che è incubato generalmente dalla femmina, nutrita dal maschio, per un periodo di 47 giorni circa. Il piccolo lascia il nido intorno ai 60 giorni di età e vola a 70/75 giorni. Il biancone presenta un'alimentazione per gran parte costituita di rettili, soprattutto serpenti e lucertole. Talvolta può nutrirsi anche di vipere e di altri serpenti velenosi.
Nettamente più grandi dei Corvidi. Spesso volteggiano, Ali larghe, poco -sfrangiate. Catturano piccoli animali a terra.

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Poiane

Le poiane sono nettamente più grandi dei corvidi, spesso si vedono volteggiare con le larghe ali poco sfrangiate. catturano piccoli animali a terra.

 

Poiana

La poiana (Buteo buteo cm 43-50 x 100- 125) è comune in foreste e boschi, spesso presso coltivi e acquitrini. E' il rapace più comune in buona parte dell'Europa. Migratore nell'estremo nord. Caccia sia perlustrando il territorio dall'alto di pali artificiali come appostamenti, e sia volano in alti cerchi. Talvolta fa lo spirito santo come un "gheppio gigante" e la si può vedere piombare all'improvviso, addosso ad una preda. Simile al falco pecchiaiolo, ma con capo più tarchiato, coda più corta, ali con margini netti, planate con ali orizzontali; battiti d'ala più rapidi, meno profondi, più rigidi. Piumaggio molto variabile. Le forme scure predominano in gran parte dell'Europa. Nei piumaggi scuri è evidente la banda pettorale chiara. Gli individui bianchi variegati possono essere confusi con la calzata, l'aquila minore e con il biancone, ma le poiane hanno spesso una grossa macchia bianco candido sopra l'ala e, sotto, una "virgola" carpale scura. Le razze orientali sono più rossicce e talvolta ricordano la Poiana codabianca. Tarsi nudi. Richiama con un lamentoso pi . ffiuu. E' una specie di solito stazionaria quindi tende a rimanere nel proprio territorio, sebbene vada errando per un raggio abbastanza esteso dopo la nidificazione e nelle regioni più fredde sia migratrice. Un buon numero d'individui che abitano il Nord Europa migrano verso sud-ovest in inverno. Nella scelta dell'habitat è molto eclettica, nidificando dal livello del mare sino a media altezza in montagna in ogni sorta di ambienti. Il nido viene costruito in aprile con rami, sugli alberi, sui cactus o sulle rocce, viene imbottito con foglie, muschi, peli ecc. ed è spesso riutilizzato negli anni successivi. La poiana rifinisce continuamente il bordo del nido con ramoscelli, anche durante la cova. Le uova, in numero di 1/3 (raro 4), sono covate per 28/32 giorni da entrambi i sessi, ma principalmente dalla femmina che, all'inizio, dopo la schiusa, alleva da sola i pulcini e distribuisce tra loro la preda portata dal maschio il quale, a sua volta, inizierà a nutrirli solo più tardi. I giovani volano a circa 41/49 giorni di età e per un mesetto sono ancora istruiti dai genitori nella caccia (cure parentali). Anche nell'alimentazione è un rapace adattabile, nutrendosi soprattutto di topi, arvicole, vermi e conigli quando è possibile, ma anche di serpenti e uccelli terrestri di medie dimensioni. La si vede d'inverno, appollaiata sui vigneti ai bordi delle autostrade, in attesa che qualche animale finisca ucciso dalla automobili per poi cibarsene. Le poiane hanno dei piedi con artigli molto potenti ed è per questo che è pericoloso avvicinare una poiana ferita o in difficoltà.  
Foto: (1) Immaturo di poiana; (2) Imm. poiana calzata; (3) Falco pecchiaiolo.

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Poiana calzata

La poiana calzata (Buteo lagopus cm 50-60 x 125-145) nidifica spesso nelle montagne nordiche. Sverna in pianure aperte, raramente anche nel Norditalia. Fa lo spirito santo più spesso della poiana, cui è molto simile. Tipici il bianco dell'interno della coda, la macchia carpale nera e la testa chiara. Contrasto tra ali scure e coda chiara da sopra (le poiane chiare possono avere le ali bianche anche sopra). Gli immaturi sono più particolari: hanno più bianco-giallastro sul petto e sul sottoala, in contrasto con le carpali e l'addome che sono più scuri. Il maschio adulto è scuro sulla gola e sul petto, ha l'addome più chiaro, la coda fittamente barrata, è confondibile con la poiana, ma ha le ali più lunghe e sottili (può sembrare un'albanella), battiti più lenti, in volo planato silhouette frontale con tipico "nodo" sulle spalle. I tarsi sono piumati ed il richiamo è più lamentoso della Poiana.

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Poiana codabianca

La poiana codabianca (Buteo rufinus cm 55-62 x 130-155) nidifica nell'Europa sud-occidentale in steppe aride e in zone montane. Grande e con ali lunghe. In planata tiene le ali leggermente sollevate, con nodo carpale come nella poiana calzata. La testa e il margine anteriore delle ali sono chiari, il petto è chiaro, l'addome è più sfumato e più scuro posteriormente. Adulto: coda molto chiara, rossiccia e senza barratura (può sembrare bianca a distanza). La coda dell'immaturo è bruno-grigio pallido, barrata sulla punta. Ha una punteggiatura spesso simile a quella delle razze orientali della poiana, che però differiscono nella taglia e nel volo. La popolazione nordafricana è, comunque, di piccola entità.

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Falco pecchiaiolo

Il falco pecchiaiolo (Pernis apivorus cm 51-58 x 125-145) è un migratore a lungo raggio, la sua area d'espansione copre tutta l'Europa ma non nidifica in Inghilterra, in Irlanda, in Islanda e nella Scandinavia N e NW. Arriva in maggio e riparte in agosto-settembre verso i quartieri di svernamento in Africa tropicale e meridionale. E' brunastro, con le ali larghe, spesso volteggia ed a prima vista sembra una poiana. La silhouette è però differente: il collo è più sottile con testa sporgente, coda più lunga e carpali sporgenti in avanti rispetto al margine dell'ala piuttosto dritto. Ha i battiti d'ala poco più profondi e più fluidi. Nella planata le ali sono tenute basse, più leggermente nel volteggio. Non fa mai lo spirito santo. Il maschio adulto è bruno-grigiastro sopra, col capo grigio cenere e gli occhi gialli tipo cuculo; sotto è più o meno barrato di bruno-rossiccio e ha del nero terminale sulle frange. La femmina è più bruna sopra e sulla testa, ha frange più scure, sfumate. La coda ha ampie barre, una in punta, due alla base. Gli Immaturi anche più variabili, in maggioranza sono bruno scuri (cera giallo vivace, occhio scuro), simili alla poiana, altri rossicci o bianchi (striati) sotto. Anche gli individui scuri possono avere la faccia bianca. Zona scura perioculare. Tipiche degli immaturi le secondarie e le frange scure (nell'adulto sono scure solo le punte) e la coda più sottilmente e fittamente barrata. In migrazione verso sud passa in file sottili attraverso il Mediterraneo avvistabili a Gibilterra e Istambul. Il richiamo è un chiaro, musicale piii-lu, malinconico. Nidifica in foreste isolate con radure, su alberi alti a 15/22 m dal suolo, spesso utilizzando un vecchio nido di un altro grosso uccello che viene imbottito di ramoscelli verdi e foglie. Dopo la schiusa i genitori coprono con cura il nido con ramoscelli e fronde verdi. Depone una sola covata, costituita di 1/3 uova, pesantemente puntinate, che sono incubate da entrambi i sessi per circa 30/35 giorni. I nidiacei sono allevati da entrambi i genitori che si dividono la cura della nutrizione dei piccoli ai quali portano, dai primi giorni, vespe e loro larve. I nuovi nati compiono il primo volo a circa 38/44 giorni di età tornando però presso il nido talvolta anche se occasionalmente, per 2/8 settimane ancora.

L'alimentazione del pecchiaiolo è costituita prevalentemente da vespe e loro larve, miele e altri grossi insetti. Passa ore scavando un vespaio, anche direttamente dal suolo, e può ritornare vari giorni per uno scavo produttivo. Si nutre anche di piccoli mammiferi, uova e piccoli uccelli, lucertole, rane, talvolta anche di bacche e frutta. Si è osservato che se la femmina muore il maschio si incarica da solo della cova. Non fatevi ingannare dal nome: si chiama falco ma è un accipiter.

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Sparvieri e astori

Sparvieri e astori sono rapaci di taglia media con ali relativamente corte e coda lunga. Volo diretto e attivo, abilità acrobatica. Sono provetti cacciatori di uccelli. Fanno covate di 3/6 uova. Nidificano in boschi fitti a 5/20 m dal suolo.
 

Astore

L'astore (Accipiter gentilis cm 48-60 x 85-115) abita quasi tutta l'Europa ma non lascia mai il suo territorio per tutto l'anno e dopo la nidificazione vagabonda nei dintorni; tuttavia alcuni individui dell'Europa settentrionale e orientale vengono spesso a svernare nell'Europa centrale (migratore parziale), in ogni modo sono gli immaturi i più inclini a spostarsi. L'astore è un abile acrobata delle foreste, insegue la preda tra gli alberi a bassa quota e con grande abilità. Si muove basso sulla vegetazione, attraversando radure alla stessa quota, con volo potente caratterizzato da rapidi battiti e planate dirette. Spesso attende su posatoi nascosti. Caccia uccelli, particolarmente corvidi, columbidi, turdidi, fasianidi, tetraonidi, e anche mammiferi (come lepri e topi) nonché lucertole e insetti, in inverno attacca anche strigiformi e poiane. Divora la preda sul terreno. In giornate limpide volteggia spesso ad alta quota. Dall'alto si lancia con impressionante rapidità su prede distanti. La femmina è molto più grande del maschio, con apertura alare minore di quella della poiana, ma di aspetto più massiccio. Il maschio solitamente è molto più grosso di una cornacchia e raramente di taglia simile. Incute comunque timore ai corvidi, i quali lo attaccano, reagisce con grida fortissime (più aspre di quelle dello sparviero). Il maschio è confondibile con lo sparviero femmina, ma i battiti d'ala sono più lenti e più distanziati, corpo più massiccio, capo in proporzione più piccolo, collo più lungo, coda relativamente più corta con angoli smussati, parte interna dell'ala più lunga, parte distale più corta e appuntita. Sottocoda bianco, piumoso, talvolta rigonfio. Immaturi fittamente striati sotto (barrati nello sparviero). Volo dimostrativo con battiti lenti, tipo albanella. Grido di allarme: un kiekieke... schiamazzante che è anche imitato dalla ghiandaia. La razza buteoides della Russia settentrionale è bianca sotto, più chiara e grigio-blu sopra negli adulti; gli immaturi hanno colori di base più scuri e meno chiaro sopra l'ala. Nidifica sulla chioma degli alberi alti e costruisce il nido tra aprile e maggio. Nel nido sono deposte 2/3 (raro 1/5) uova a intervalli di 3 giorni. L'incubazione è affidata prevalentemente alla femmina (più grande), in questo periodo nutrita dal maschio, e dura 36/41 giorni. Dopo la schiusa la femmina continua a sorvegliare i pulcini per una decina di giorni. In questo periodo il maschio le porta il cibo che lei distribuisce ai piccoli tenendo per se gli avanzi. Il maschio non sa nutrire i piccoli, se la femmina muore si perde tutta la covata. I nidiacei mettono le penne entro 18/38 giorni di età. A 40 giorni circa lasciano il nido ed a 45 compiono il primo volo, divenendo abbastanza indipendenti a 70 giorni. I nuovi nati si stabiliranno definitivamente parecchi chilometri distante dal luogo d'origine, quelli delle regioni nordeuropee s'allontanano anche di 1500 Km.

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Sparviero

Lo sparviero (Accipiter nisus cm 30-39 x 58-77) è ampiamente diffuso, lo si trova in boschi fitti o zone aperte alberate. Cattura soprattutto uccelli della taglia di un tordo, ma anche nidiacei, nonché piccoli mammiferi e insetti. Questa variazione nella dieta permette allo sparviero la sopravvivenza in aree relativamente piccole. Spesso vola diretto, veloce e basso, sotto gli alberi attaccando di sorpresa, preferibilmente ai margini del bosco. Oppure volteggia in alto e quindi si lancia sulla preda. La femmina è molto più grande del maschio e quindi si dedica alle prede di dimensioni maggiori, i maschi preferiscono catturare passeri e cincie. Il volo tipico alterna brevi serie di rapidi battiti a planate discendenti. Si esibisce con lenti battiti (a volte con volo di caccia). Lo sparviero ha sofferto molto negli anni sessanta per via dei pesticidi e solo ora è tornato in numero cospicuo nelle campagne. E' comunque elusivo e difficile da vedere, ad eccezione della primavera quando si leva alto sopra il bosco di nidificazione: maschio e femmina si mostrano in una serie di ripidi tuffi e "saltellanti" voli sopra la cima degli alberi.  La femmina (più grande) ha la dimensione del maschio di astore, ma con battiti d'ala più veloci, aspetto più snello e leggero, coda più lunga e sottile all'attaccatura del corpo. Quando lo sparviero è posato appare slanciato, con "spalle imbottite" e testa "incassata". La taglia e le picchiate ricordano lo smeriglio, la taglia e la coda ricordano il gheppio, ma le ali dello sparviero sono arrotondate. Il maschio adulto è blu ardesia sopra, finemente barrato di giallo-rossiccio sotto. Gli immaturi sono somiglianti alle femmine, ma il bruno è più caldo sopra (soprattutto i maschi hanno sfumature color ruggine), con barratura distanziata e pesante sotto, gola quasi macchiettata. Grido di allarme un kii-kii-kìi. Depone una sola covata di 4/5 uova (raro 2/7) in un nido fatto di stecchi, rami, sostanze vegetali e tappezzato di peli, costruito su alberi, di preferenza in boschi di conifere. Vicino al nido, solitamente, viene scelto un altro albero a mo di posatoio e sotto di esso si possono trovare i resti dei pasti, ossa, peli ecc. Le uova sono deposte a intervalli di 2/4 giorni. L'incubazione, dura 35/42 giorni, è affidata alla sola femmina che comincia con la deposizione del 2° o 3° uovo, di conseguenza i pulcini nascono ad intervalli progressivi e l'ultimo nato, il più piccolo, diventa spesso la preda dei suoi fratelli maggiori se il cibo viene a mancare. Il maschio alimenta la femmina nel periodo dell'incubazione portandole il cibo che viene depositato in un luogo fisso presso il nido. La femmina, che spezzetta le prede per i suoi piccoli, inizia a cacciare una settimana dopo la schiusa. I piccoli si impennano in 13/28 giorni, sanno dilaniare il cibo dopo 2 settimane e solo da allora il maschio inizierà ad alimentarli direttamente, sono pronti al primo volo dopo 32 giorni di età, ma continuano a dipendere dai genitori per altri 27 giorni circa.

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Sparviero levantino

Lo sparviero levantino (Accipiter brevipes cm 32-39 x 63-76) vive in zone aperte e aride dell'Europa sud-occidentale. Si nutre di lucertole e cavallette. Migra ai tropici in stormi solitamente di 10/30 individui, ma talvolta anche centinaia. E' molto simile allo sparviero, il maschio ha le punte alari più nerastre contrastanti con le parti inferiori chiare e le superiori grigio-blu chiaro. La femmina è chiara sotto, con punte alari color fuliggine. Gli immaturi hanno le parti inferiori macchiate a goccia. La silhouette presenta coda leggermente più corta e ali più lunghe e appuntite, che ricordano un falco. Iride bruna.

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Nibbi

I nibbi sono rapaci di taglia media che spesso volteggiano utilizzando anche la lunga coda come un timone che manovrano abilmente sopra alberi e campi. Si nutrono di pesce e rifiuti. Nidificano sugli alberi, spesso vicino all'acqua.
 

Nibbio reale

Il nibbio reale (Milvus milvus cm 60-70 x 140-165)  abbastanza comune in alcune regioni dell'Europa meridionale e centrale, ma si espande anche, localmente, al nord. Riconoscibile dalla lunga coda profondamente forcuta di colore rosso ruggine sopra, come l'addome. Le ali affusolate hanno grandi "finestre" bianche sotto e una barra bruno pallido sull'ala interna superiore. E' complessivamente uno dei più maestosi ed eleganti rapaci d'Europa. Giovani con striatura pettorale chiara. Si distingue dal nibbio bruno per la coda più lunga e forcuta, ma anche per il piumaggio più rossiccio e chiaro. Provetto volteggiatore e planatore, tiene le ali leggermente abbassate e angolate sul carpo, e muove continuamente la coda. Visto di profilo in volo tiene il capo e la coda un po' abbassati. Il richiamo è un sottile fischio pigolante: pii-uu-iì-uu-ii-uu. Nidifica in zone boscose di preferenza vicino ai laghi. Costruisce il nido sugli alberi, ma spesso sistema e utilizza un vecchio nido di un altro rapace o di un corvide. Depone 2/3 uova (raro 4, rarissimo 1/5), che sono prevalentemente o esclusivamente incubate dalla femmina per un periodo di 28/30 giorni. Le uova sono deposte a intervalli di 3 giorni e l'incubazione ha inizio con la deposizione del primo uovo. I nidiacei fanno il primo volo a 45/50 giorni di età tornando però presso il nido per altre 2 settimane circa. Il nibbio reale si nutre di piccoli mammiferi e uccelli, carogne, anfibi, pesci, insetti.

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Nibbio bruno

Il nibbio bruno (Milvus migrans cm 50-63 x 130-150) è anche il nibbio di città, presenta la stessa sagoma e la stessa strategia di volo del reale, ma con dimensioni minori, colorazione più uniforme e coda meno forcuta. Localmente comune nell'Europa meridionale e centrale nidifica anche più a nord. Predilige la vicinanza di zone umide; cattura pesce e si ciba di rifiuti e carogne. Spesso si aggrega numeroso. A volte nidifica in colonie. Piumaggio bruno scuro uniforme, in Europa non ha le "finestre" chiare dei sottoala (le popolazioni asiatiche e africane hanno finestre chiare e code leggermente più lunghe). La barra pallida sopra l'ala è meno marcata. L'immaturo ha la macchiettatura a goccia, ma a distanza è poco distinguibile. Richiamo: un piii-irrr che ricorda quello di un gabbiano reale immaturo.

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Nibbio bianco

Il nibbio bianco (Elanus caeruleus cm 33 x 78)  è poco più grande del gheppio, ha il capo massiccio e sporgente in avanti come un gufo, la coda corta, le ali lunghe e appuntite. L'adulto è inconfondibile, bianco, grigio chiaro e nero. L'immaturo è sfumato di bruno su petto, collo, testa e dorso. Il volo è attivo e diretto con battiti leggeri, planate come l'albanella con le ali sollevate, spesso fa lo spirito santo. Questa specie raggiunge l'altitudine di 3000 metri e preferisce ambienti aridi con scarsa alberatura. Nidificante scarso e locale ma in incremento, in regioni secche coltivate dell'Europa sud-occidentale. Costruisce il nido, una struttura di rami secchi, sui rami di un albero solitario. Alleva una sola nidiata ogni anno. La covata si compone di 3/4 uova (raro 5) che sono incubate quasi esclusivamente dalla femmina per 26 giorni. I nidiacei mostrano notevoli variazioni nelle dimensioni, in relazione al fatto che le uova di una stessa covata sono deposte a intervalli di 2/3 giorni l'una dall'altra, sono assistiti da entrambi i genitori e volano all'età di 5 settimane circa. Il nibbio bianco si nutre soprattutto di piccoli mammiferi, secondariamente di uccelli di piccole dimensioni e insetti catturati talvolta in volo.

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Falco pescatore

Il falco pescatore (Pandion haliaetus cm 53-61 x 140-165) appartiene alla famiglia Pandionidae che ha una singola specie. E' ampiamente diffuso nel mondo ma in pericolo a causa dell'inquinamento ambientale. Abbastanza comune sui laghi d'acqua dolce, dove predilige le acque basse, dell'Europa settentrionale e della Fennoscandia, e nel Mediterraneo strettamente costiero. In migrazione si trova anche nell'entroterra e sulle coste.  In Italia estinto come nidificante dal 1965-68 (Sardegna), è oggi oggetto di reintroduzione, buono anche l'aumento in Scozia e Scandinavia . Si nutre di pesce, che cattura dopo voli a spirito santo ad altezza di 10/40 m seguiti da tuffi spettacolari con i piedi in avanti che, all'ultimo secondo si trasforma in una planata. Dopo essersi tuffato, riemerge dall'acqua e con vigorosi colpi d'ala si risolleva. Poi, con le zampe tenute una dietro l'altra per trattenere saldamente la preda tra gli artigli, protende il capo in avanti per guadagnare in aerodinamicità. Quando raggiunge il posatoio, attende che il pesce muoia prima di cominciare a cibarsene e nel frattempo si liscia e fa asciugare il piumaggio. Le parti superiori sono brune con la testa bianca, le parti inferiori sono biancastre con disegno alare costante, in cui le carpali sono sempre scure. Anche le secondarie appaiono scure in buone condizioni di luce. La femmina ha la banda pettorale più evidente. Grande e massiccio, ma le ali non sono né particolarmente larghe né sfrangiate. A distanza dà l'impressione di un grosso gabbiano, specialmente perché le ali sono tenute leggermente abbassate. In primavera il maschio compie voli a festoni con le zampe penzolanti e fischiando un lamentoso yiip-yiilp... Dotato di ali lunghe e piuttosto affusolate, il falco pescatore non è quel che si potrebbe definire un uccello nato per migrare; malgrado ciò attraversa barriere naturali come mari e deserti (Mar Mediterraneo e Sahara) per raggiungere aree dove in inverno vi sia pronta disponibilità di pesci. L'accumulo di pesticidi nei tessuti ha messo a repentaglio la sua capacità riproduttiva; attualmente deve vedersela con la distruzione del suo habitat e l'acidificazione dei corpi d'acqua che frequenta. Nidifica sugli alberi, sulle coste rocciose o sabbiose (dirupi o isole), utilizzando per anni consecutivi un rozzo, grosso, nido costituito da stecchi, rami, sostanze vegetali che si accumulano anno per anno. Depone 2/5 uova (generalmente 3) che sono incubate da entrambi i sessi ma principalmente dalla femmina per 35/38 giorni. I piccoli nati restano nel nido per 51/63 giorni circa (età del primo nato). Il falco pescatore si nutre quasi esclusivamente di pesci, che cattura tuffandosi in acqua e agguantandoli con le zampe (che possono essere disposte con 2 dita in avanti 2 dietro per favorire la pesca).

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Albanelle

Le albanelle sono uccelli da preda di taglia media, con le ali e la coda lunghe. Vivono in ambienti aperti e cacciano volando bassi sul terreno o sui canneti, con lenti battiti d'ala e planate con le ali sollevate (V). Nidificano a terra.
 

Falco di palude

Il falco di palude (Circus aeruginosus cm 48-55 x 115-140) è diffuso, generalmente non comune ma localmente abbondante. Un tempo perseguitato, al punto di essere una grande rarità, il falco di palude sta oggi facendo il suo ritorno, limitato solo dalla scarsità dei vasti canneti di cui ha bisogno per nidificare. E un largo, bellissimo uccello che aggiunge moltissimo ai paesaggi di pianura dove nidifica o appare durante la migrazione. Si vede volare appena sopra le canne con rigidi battiti alternati a planate sulle ali a V. Caccia anche sui coltivi, è più massiccio e con ali più larghe delle altre albanelle, il maschio, più minuto della femmina, è grigio-argento sulle ali e la coda ed a volte appare così chiaro da confondersi con l'albanella reale, ma ha l'addome rossiccio. La femmina e l'immaturo sono bruno scuri, rispettivamente con dei giallo-biancastro e dei giallo-ruggine sull'addome. Alcuni immaturi sono quasi esclusivamente bruni. In primavera, il maschio si esibisce ad alta quota con voli ondulati e acrobazie, emettendo grida vay-ii tipo pavoncella. Nidifica nei canneti più estesi, generalmente sul terreno tra la vegetazione. In primavera il maschio si esibisce in un volo lento di saliscendi sopra il proprio territorio emettendo una serie di richiami. Quando la femmina, impegnata della cova, avverte gli striduli acuti del compagno che fa ritorno con la preda, gli vola incontro e si capovolge in attesa che il maschio le faccia cadere o le passi il bottino fra gli artigli. Il nido è un ammasso di canne e stecchi ed è costruito principalmente o interamente dalla femmina che vi depone usualmente 4/5 uova (raro 3/8). L'incubazione è fatta quasi esclusivamente dalla femmina, alimentata dal maschio e dura 33/38 giorni circa. I giovani volano all'età di 35/40 giorni e seguono gli adulti per altre 2/3 settimane. Il falco di palude caccia quasi esclusivamente sulle distese di vegetazione palustre, cercando di cogliere di sorpresa le prede dall'alto. Si nutre di anfibi, rettili, piccoli mammiferi, piccoli uccelli, anatroccoli, raramente prede adulte come anatre o conigli.

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Albanella reale

L'albanella reale (Circus cyaneus cm 45-52 x 100-120) nidifica nell'Europa settentrionale e occidentale su terreni aperti, brughiere, giovani conifere, spesso vicino ad acquitrini. L'albanella reale frequenta colline aperte e brughiere del nord in estate, ma si diffonde di più in inverno, dove è spesso su terreno più basso e piatto. Caccia piccoli mammiferi e uccelli, volando basso, dopo aver planato e aver sorpreso la preda con un improvviso attacco. Maschi e femmine hanno colorazioni completamente diverse. In migrazione e in inverno frequenta coltivi e zone umide. Vola come il falco di palude; spesso attacca piccoli uccelli. Maschio tipico (groppone bianco candido). I maschi più giovani sono bruni sul dorso. Femmina e immaturo brunastri con groppone bianco, assomigliano alla pallida e alla minore, ma sono più pesanti in volo, meno slanciati e hanno ali molto più corte e arrotondate con le primarie sporgenti. La femmina adulta ha in media più bianco sul groppone rispetto alla pallida e alla minore. Sottile collare chiaro. Immaturi striati sul petto come la femmina, con toni più caldi, alcuni striati solo sul sottogola.

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Albanella minore

L'albanella minore (Circus pygargus cm 41-47 x 100-116) ha un volo sfarfallante, elegante tipo sterna (specialmente i maschi). E' più rara dell'albanella reale nella maggior parte dei posti tranne che nella parte più a sud dell'Europa, dove sono caratteristiche delle steppe e delle aree con i cereali in crescita. Tra tutte le albanelle, la minore è la più leggera ed elegante, con le ali più lunghe, con le punte più portate all'indietro: ideali per cavalcare le calde brezze nell'estate mediterranea. Il maschio è grigio più scuro dell'albanella pallida e dell'albanella reale, ha una barra nera (due da sotto) che attraversa le secondarie e una striatura castana sull'addome. La femmina è striata sotto e il bianco sul groppone è meno esteso. L'immaturo è bruno-ruggine sotto, più bianco sul groppone e molto simile all'albanella pallida, ma con collare appena accennato o assente. La femmina adulta ha più bianco dietro l'occhio. Il maschio al primo anno ha un collare chiaro come la pallida, ma di solito, è distinguibile dal petto e dalle guance grigi. La femmina adulta ha una barra scura sopra l'ala (base delle secondarie), visibile solo a breve distanza. Da sotto, la barra più distale sulle secondarie è larga e chiara fino al corpo. La barra scura al centro delle secondarie è sempre larga. Nidifica in brughiere di pianura, campi di cereali e giovani piantagioni di conifere, sul terreno tra la vegetazione. Depone 4/5 uova (raro 3/10) a intervalli di 1, 3 giorni, che sono incubate, con la deposizione dei primo uovo, per un periodo di 27/30 giorni per ogni uovo. I giovani volano all'età di 35/40 giorni. L'albanella minore si nutre di anfibi, rettili, piccoli uccelli e mammiferi.

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Albanella pallida

L'albanella pallida (Circus macrourus cm 43-52 x 100-119) nidifica sulle pianure aride dell'Europa sud-orientale, ma visita anche le paludi. E' un raro accidentale nell'Europa settentrionale e occidentale (soprattutto a inizio estate e a settembre): E' molto simile all'albanella minore nella silhouette e nel volo, ma in ogni caso l'adulto ha le ali un po' più larghe e la sfrangiatura più corta. Il maschio ha la coda poco più lunga e le ali da falco, con battiti d'ala più rigidi e più rapidi della minore. Il maschio è bianco-grigiastro sul petto e bianco candido sotto, con dorso più scuro delle altre albanelle (ma poco chiaro sul groppone), meno nero sulla punta delle ali. I maschi di 1, 2 anni sono grigio-bruni sopra, biancastri sotto. La femmina è striata sotto, con groppone bianco meno marcato, mentre l'immaturo estremamente simili alla minore, sempre non striato sotto, con collare chiaro. La femmina adulta ha le secondarie brune non barrate sopra; da sotto le barre chiare sulle secondarie si scuriscono verso il corpo, copritrici sottoalari molto scure.

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Falchi

I falchi appartengono all'ordine Falconiformes, sono rapaci di taglia piccola-media con le ali appuntite. Compiono frequenti picchiate. La femmina spesso è più grande del maschio.

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Girfalco

Il girfalco (Falco rusticolus cm 53-62 x 105-130) si presenta di grandi dimensioni e aspetto robusto, è il più grande e il più potente tra i falchi. Abita le tundre dell'estremo nord, le montagne dell'Asia centrale, la zona artica del Nord America, e la Groenlandia. Il Europa nidifica in Islanda e sulla costa settentrionale della Scandinavia. Gli adulti sono di norma sedentari e rimangono sulle montagne per tutto l'anno, occasionalmente si spostano a sud ma mai troppo lontano dalla patria d'origine, alcuni immaturi si spostano su coste e pianure in inverno.  E' raro che si spostino in Europa centrale o occidentale. Può essere confuso con l'astore (che però ha le ali più corte e arrotondate). Le dimensioni possono essere sottovalutate; si distingue dal pellegrino per la coda molto più lunga, le ali più larghe in punta e i battiti più lenti. Il girfalco è grigiastro sopra con mustacchi accennati (più evidenti negli immaturi) e guance sfumate. Parti inferiori degli adulti macchiate debolmente, barrate più sotto. Gli immaturi invece sono fittamente striati, spesso su un bruno-giallastro di base. Questa è la colorazione tipica della Scandinavia. In Groenlandia predomina una fase molto chiara, quasi completamente bianca, in Islanda è intermedia. Molte fasi intermedie. Giovani di alcune covate in fasi di colore diverse. Il verso di allarme è un rauco grido nasale ghii-ghiighii, più lungo di quello dei pellegrino. Nidificante poco comune sulle pareti montane. Il nido è posto sulle scogliere marine e fra le rocce, preferibilmente non lontano dalle colonie d'uccelli marini (riserva di cibo) talvolta nel nido di altri grandi uccelli e, talvolta, su alberi alti più di 5 metri, molto raramente anche sulle sponde dei fiumi. Non si riproduce regolarmente ogni anno, ciò sembra dipendere dalle condizioni del clima che influiscono sulle condizioni fisiche degli adulti in inverno e dalla disponibilità di cibo durante l'estate. Il nido è costruito con rametti di betulla, salice o dell'albero su cui è collocato il nido. La covata consiste di 3/4 uova (raro 2/7) deposte a intervalli di tre giorni l'una dall'altra, da metà aprile ai primi di maggio che sono incubate principalmente dalla femmina per 28/29 giorni, dopo la schiusa, i pulcini rimangono nel nido fino all'età di 47 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono assistiti da entrambi i genitori che dilaniano le prede a 100/150 metri di distanza dal nido. Il Girifalco si nutre soprattutto d'uccelli marini, ma anche di pernici, anatidi, piccoli mammiferi e tetraonidi.

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Falco pellegrino

Il falco pellegrino (Falco peregrinus cm 40-52 x 85-110) è un rapace glorioso. E' una specie ampiamente diffusa, drammaticamente in declino fin dagli anni 50, soprattutto a causa dell'inquinamento. In inverno si trova anche in zone umide ed estuari. Si nutre d'uccelli di taglia media che cattura in volo. La tecnica di caccia più spettacolare prevede veloci e potenti picchiate diagonali di centinaia di metri ad ali chiuse. Il volo usuale è di velocità moderata, con battiti d'ala rapidi e poco profondi. E notevolmente più piccolo del girfalco e del sacro e ha una tipica silhouette compatta, con coda abbastanza corta e ali larghe alla base ma appuntite e sottili in punta. La femmina è molto più grande e pesante del maschio, è più scura superiormente e più barrata inferiormente (nella foto sotto sta spiumando una preda); un inesperto potrebbe confondere il maschio con un lodolaio (vedi disegno in volo). L'adulto ha la testa bianca e nera, le parti superiori grigio-blu e il sottogola bianco candido. Gli immaturi sono bruni superiormente come il lanario e il sacro, ma hanno i  mustacchi più spessi e il capo più scuro. Grido di allarme: rik-rik-rik.... Nidifica soprattutto su pareti rocciose irraggiungibili per la volpe, più raramente sugli alberi in vecchi nidi d'altri grossi uccelli e occasionalmente anche su alti edifici ma comunque, sempre con una buona visuale sul paesaggio circostante. Come gli altri falconidi, non costruisce il nido ma si accontenta di una semplice raschiatura del suolo che viene sommariamente imbottita, dove depone una sola covata, costituita da 3/4 uova (raro 2/6) che sono incubate per 28/29 giorni circa principalmente dalla femmina che tuttavia si fa sostituire dal maschio all'occorrenza. I giovani alla nascita sono ricoperti da un folto piumino, il maschio s'incarica di portare loro il cibo durante i primi giorni, ma affida alla femmina le sue prede che le sminuzza e le divide per i giovani: il maschio stesso è infatti incapace di dividere il cibo; esso li nutrirà più tardi, generalmente nella terza settimana dopo la schiusa, quando i pulcini sanno già dilaniare il cibo da soli. I giovani pellegrini sono in grado di lasciare il nido all'età di 35/42 giorni ma dipendono dagli adulti per altri 2 mesi circa (cure parentali). Lo spettro alimentare del pellegrino è molto vasto, nutrendosi preferibilmente d'uccelli (molto graditi i piccioni) e piccoli mammiferi. Molte popolazioni di pellegrino sono minacciate dall'inquinamento, dai cambiamenti ambientali e dal bracconaggio.

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Falco lanario

Il lanario (Falco biarmicus cm 43-52 x 95-115) è un rapace principalmente africano, adattato a pianure e deserti. Nidifica su pareti rocciose. Cinque razze; quella europea (feldeggii) è in declino. E' più grande del pellegrino, in genere cattura prede più piccole. Il feldeggii adulto ha dorso bruno-grigio, capo chiaro, parti inferiori biancastre. Di solito è più barrato del sacro sul dorso e più grigio, ha barratura caudale più netta, il capo più scuro e rossiccio, i mustacchi più evidenti e tende ad avere i fianchi barrati. Alcuni sacri possono assomigliare al lanario in una o più di queste caratteristiche. L'immaturo è molto simile a quello di sacro, ma più piccolo, più spesso assomiglia al pellegrino, ma è più snello e ha
ali più lunghe. Il nido è posto di solito nella cavità di una parete rocciosa o nel vecchio nido di altri uccelli (corvo imperiale, aquile, ecc.). Nessun materiale è aggiunto dalla coppia e l'unica covata annuale di 3/4 uova (raro 5) è deposta sulla roccia nuda. Le uova sono incubate da entrambi i sessi per 31/38 giorni; entrambi i genitori si prendono cura della prole che è nidicola e vola all'età di 45 giorni, ma resta nei pressi del nido con i genitori per altre 4 settimane. Il cibo si compone soprattutto di uccelli, mammiferi, rettili e insetti. La preda è catturata sia in volo (con la stessa tecnica dei pellegrino), sia sul terreno con una rapida picchiata. Nella parata nuziale il maschio compie delle picchiate sulla femmina che, in volo, può voltarsi sul dorso e presentare gli artigli al partner.

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Falco sacro

Il sacro (Falco cherrug cm 47-55 x 105-125) è un rapace poco comune nell'Europa sud-orientale, soprattutto in steppe. Si nutre di suslik che sono scoiattoli terricoli, ma anche di piccoli uccelli. Spesso nidifica in garzaie. E' facilmente confondibile con il lanario. L'adulto è identificabile dalle parti superiori bruno-rossicce, capo chiaro, mustacchi indistinti e timoniere centrali non barrate. Alcuni individui sono, come il lanario, grigio-brunastro e barrati sopra. I fianchi sono striati, non con barratura incrociata. Gli immaturi hanno dorso più scuro e sono fittamente striati sotto, molto simili ai giovani lanari (entrambi hanno il centro-coda non barrato). Il sacro, comunque, è molto grande e in volo attivo appare molto più grande e pesante del pellegrino.

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Falco della regina

Il falco della regina (Falco eleonorae cm 36-42 x 85-105) deve il suo nome ad una principessa medioevale che legiferò sulla protezione dei rapaci sardi. Vive sulle isole rocciose del Mediterraneo e alle Canarie. E' soprattutto un migratore, sverna in Madagascar, ma alcuni individui trascorrono l'inverno nel Mediterraneo orientale. Ha una taglia intermedia tra il pellegrino ed il lodolaio, ma le ali sono molto lunghe. E' un rapace velocissimo e agile che cattura uccellini e insetti in volo. Spesso caccia in stormo di sera. Fa lo spirito santo. Nidifica in colonie sulle scogliere costiere. Vi arriva alla fine di aprile, ma nidifica in autunno, quando è in corso la migrazione di piccoli passeriformi, che vengono catturati nelle ore mattutine. Fa scorte di prede. Ha due fasi di colore: una scura e una chiara. Quella scura, 25% della popolazione, si distingue facilmente dal falco cuculo per la taglia maggiore e le ali più lunghe e scure, per la superiore abilità aerea e per la mancanza di rosso sui calzoni. La fase chiara assomiglia al lodolaio e al pellegrino immaturo, ma si distingue per il sottoala scuro che contrasta con la base chiara delle remiganti e dall'addome con base bruno-rossiccia. I giovani sono meno caratteristici, hanno il sottoala barrato e più chiaro, con margine inferiore dell'ala molto scuro e l'addome più chiaro.

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Lodolaio

Il lodolaio (Falco subbuteo cm 32-36 x 73-84) ha una tipica silhouette di volo con lunghe ali appuntite e coda relativamente corta, come un grosso rondone, è veloce, predilige i boschi e boschetti radi in mezzo ai campi o i margini delle foreste. E' un migratore che sverna in Africa: i giovani a partire dalla metà d'agosto, gli adulti migrano in settembre/ottobre. Alla fine d'aprile o all'inizio di maggio fanno ritorno ai propri territori dove vanno alla ricerca di vecchi nidi di corvidi o altri rapaci su alti alberi. Non fa mai lo spirito santo, è un cacciatore rapido e agile al punto da inseguire rondini e anche rondoni. Balestrucci e rondini si difendono emettendo un coro d'allarme. Il lodolaio mangia molte libellule, che cattura verso sera e divora in volo, ma si nutre soprattutto di piccoli uccelli, catturati in volo. Il piumaggio è caratteristico con parti superiori grigio-ardesia e parti inferiori pesantemente striate (petto e addome uniformemente scuri a distanza), calzoni e sottocoda rosso-ruggine, gola e guance bianche, mustacchi pronunciati. I giovani sono senza rosso-ruggine, generalmente di tonalità più giallo-rossiccia, spesso con fronte piuttosto chiara, a volte tale da creare una somiglianza superficiale con il falco cuculo. La silhouette è simile a quella del falco cuculo, ma il lodolaio è più grande e ha volo più potente. Nidificante poco comune in zone aperte, soprattutto di pianura e collina, con boschi sparsi. Nel periodo degli amori s'esibiscono in voli planati, volteggiando e lasciandosi bruscamente cadere verso il terreno per poi risalire a quota maggiore: lo spettacolo è stupefacente. Nidifica come detto sopra in vecchi nidi di corvidi sugli alberi, ma anche su pareti o anche a terra. L'unica covata annuale consiste di 2/3 uova, deposte a intervalli di 2, 3 giorni l'una dall'altra. L'incubazione, condotta da entrambe i genitori (ma principalmente dalla femmina), si protrae per 28 giorni. Nei primi giorni dopo la schiusa il maschio caccia da solo e porta le sue prede alla femmina che lo aspetta vicino al nido; più tardi è la femmina che va a caccia. Il maschio porta alla femmina le prede più grosse (uccelli) ed essa s'incarica di distribuirle ai pulcini; tuttavia se le prede sono costituite da insetti, il maschio le somministra direttamente al nidiacei. I nidiacei, nidicoli, restano nel nido accuditi con gran cura da entrambi i genitori per 28/32 giorni, età in cui sono in grado di volare. Nel caso che l'alimentazione di base sia formata principalmente da insetti i genitori nutrono i pulcini con maggiore frequenza. Dopo l'involo i nidiacei sono ancora nutriti dai genitori per parecchie settimane.

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Smeriglio

Lo smeriglio (Falco columbarius cm 25-30 x 55-65) frequenta regioni aperte o brughiere collinari e montuose, utilizza vecchi nidi di stecchi su alberi, pareti o anche a terra. Non molto comune nella regione subartica nord-orientale. E' il più piccolo dei rapaci europei. Il maschio nettamente più piccolo della femmina, grigio-blu sopra, rossiccio sotto. La femmina è brunastra sopra, come gli immaturi. In tutti i piumaggi la faccia è diffusamente chiazzata, con mustacchi indistinti. La coda è relativamente lunga, ali corte ma appuntite e piccola taglia rendono tipica la silhouette di volo. Quando volteggia in quota è possibile confonderlo con il pellegrino. In inverno si sposta sulle paludi costiere e vuoti campi coltivati, alla ricerca di fringuelli e stormi di pispole. Si nutre soprattutto di piccoli uccelli, catturati in volo dopo formidabili inseguimenti. Spesso compie picchiate e nella fase finale di attacco il volo diventa leggero, con battiti d'ala da turdide. Vola in questo modo anche a bassa velocità quando avvista un nuovo bersaglio, come tattica di "mimetizzazione". Caccia pispole, fanelli, culbianchi e altri piccoli uccelli di brughiera in estate, oltre a molti lepidotteri.

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Falco cuculo

Il falco cuculo (Falco vespertinus cm 28-33 x 67-76) è abbastanza comune nell'Europa sud-orientale in steppe e in zone coltivate aperte ma alberate. Nidifica in colonie, di solito utilizzando vecchi nidi di corvo. Assomiglia al gheppio nel comportamento, ma ha le ali più lunghe e la coda più corta, può essere scambiato per un lodolaio quando vola in quota, ma ha la coda un po' più lunga. Si nutre soprattutto d'insetti che cattura in volo, anche al tramonto, cacciando in stormo. Si posa spesso su pali, fa anche lo spirito santo. Il maschio è grigio-ardesia con remiganti distintamente più chiare, calzoni e sottocoda rosso-ruggine. La femmina (foto) è grigio-ardesia barrato sul dorso, ma giallo-rossiccio e senza punteggiature sotto, il capo chiaro contrastante con un'area scura intorno agli occhi. La base del becco e i piedi sono rosso-arancio negli adulti. I falchi cuculo che talvolta si muovono verso nord e ovest alla fine di maggio sono di solito del primo anno, alcuni già mutati con piumaggio semi-adulto (maschi grigio-ardesia con barratura tipo cuculo sul sottoala e piedi gialli), altri non ancora (maschi con disegno facciale giovanile, addome grigio con dei giallo-ruggine). I soggetti dell'anno hanno dorso bruno scuro e parti inferiori striate (tipo smeriglio), ma hanno lo stesso disegno sul capo della femmina.

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Grillaio

Il grillaio (Falco naumanni cm 28-33 x 63-72) è abbastanza comune in Spagna, scarso intorno al Mediterraneo e più a est. Vive in zone aperte. Nidifica colonialmente su rocce ed edifici cittadini. Si nutre soprattutto d'insetti che cattura in volo, di solito cacciando in gruppo. Talvolta fa lo spirito santo. Molto gregario. E' molto simile al gheppio, ma un po' più piccolo, ha il becco più diritto e gli artigli chiari (nel gheppio sono neri), vola con battiti d'ala più veloci. Il maschio adulto è bruno-rossiccio non punteggiato sulle ali e sul dorso, le copritrici maggiori sono grigio-blu (tra le remiganti scure e le piccole copritrici bruno-rossicce), non ha un vero e proprio mustacchio e, visto da sotto, ha remiganti non barrate a punta grigia e sottoala più chiaro (che può essere del tutto mancante di macchie a goccia). La femmina del grillaio ha in media più grigio sul sopracoda rispetto alla femmina del gheppio, ma questo è poco utile per riconoscerla sul campo; il griliaio è abbastanza confidente. Molto vocifero al sito di riproduzione.

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Gheppio

Il gheppio (Falco tinnunculus cm 32-38 x 68-78) . Il più comune e ampiamente diffuso tra i falchi di tutta Europa, Asia e in vaste regioni africane. Vive in quasi tutti gli ambienti aperti, dalle pianure coltivate alle lande in quota. E' facile avvistarlo posato sui fili metallici al ciglio delle strade o durante una battuta di caccia, con il suo caratteristico volo a "spirito santo", sui campi. Con rapidi movimenti delle ali, rimane sospeso a una dozzina di metri, come immobile nell'aria e non appena individua un topo o una lucertola si tuffa in picchiata (con le ali ripiegate) piombando sulla preda come un sasso, altre volte invece si abbassa lentamente, ma a scatti, sempre tenendo il volo a spirito santo, poi piomba sulla preda quando è sicuro e abbastanza vicino (5, 7 m). Non è molto veloce e raramente tenta di cacciare uccelli in volo. Osservando la coda, che viene dispiegata durante il volo sospeso, è possibile distinguere il sesso: nei maschi è grigia con una banda nera all'estremità, nelle femmine invece è, così come le parti superiori, di un colore bruno-rossastro più uniforme e striata di nero. Le ali appuntite del gheppio e degli altri falchi sono un carattere che li distingue da poiane e sparvieri, che possiedono invece i margini meno definiti e più arrotondati. Come in molti rapaci, le femmine del gheppio sono più grandi dei maschi, il che permette loro di sostare più a lungo nel nido: durante la riproduzione è il maschio a provvedere al procacciamento del cibo, mentre la compagna si prende cura di uova e piccoli. La preda viene lanciata vicino al nido e raccolta al volo dal partner. Il numero dei gheppi fluttua a seconda della disponibilità del cibo: in annate con abbondanza di roditori si registra un tasso di sopravvivenza dei giovani superiore rispetto ad altri anni. Questa specie è piuttosto eclettica nella scelta dell'habitat e si spinge fino in alta montagna. Il nido è posto nelle cavità delle rocce, degli edifici e dei tronchi; spesso sugli alberi nel nido abbandonato da altri uccelli. E' allevata una sola covata ogni anno, composta di 4/5 uova (massimo 9) deposte a intervalli di 2, 3 giorni l'una dall'altra, che sono incubate soprattutto dalla femmina per 27/29 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono assistiti da entrambi i genitori e volano all'età di 27/39 giorni. Il cibo consiste in piccoli mammiferi catturati con brevi picchiate, piccoli uccelli, in rettili e insetti (grilli, scarafaggi, cavallette, ecc.).

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Rapaci notturni: strigiformi

Gli uccelli rapaci notturni appartengono all'ordine Strigiformes, famiglia Tytonidae i barbagianni e Strigidae i rimanenti. Hanno il capo grosso e il collo corto. Sono uccelli da preda, soprattutto notturni. Hanno un largo disco facciale che concentra i suoni alle aperture auricolari molto grandi. La testa è in grado di ruotare di 270°. Hanno un volo silenzioso che gli permette di piombare sulle prede senza fare rumore. I sessi sono simili e le femmine un poco più grosse. Molte specie nidificano in buchi o anfratti, di alberi o edifici fatiscenti, le uova sono rotonde e bianche. Alcune specie sferrano violenti e pericolosi attacchi in difesa dei piccoli.

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Assiolo

L'assiolo (Otus scops cm 20) ha una colorazione piuttosto uniforme, ma con alcune variazioni individuali: taluni sono grigio-brunastri, altri più bruno-rossicci. E' un uccello piccolo, delle dimensioni di un merlo, con postura più eretta della civetta, ha grossi ciuffi auricolari.  Le ali, in proporzione,sono lunghe. L'assiolo è un migratore, si nutre soprattutto d'insetti, è prettamente notturno. Il canto caratteristico è un monotono profondo fischio monosillabico, melanconico e insistente, ripetuto chiu o piuu, emesso prevalentemente durante la notte, ripetuto ogni 3 secondi. In duetto il verso della femmina appare di tono più alto. Nidifica nell'Europa meridionale in gruppi d'alberi e giardini, anche in città. Nido in cavità d'alberi, anfratti di edifici o in un vecchio nido di qualche altro uccello. Depone una covata, costituita generalmente da 4/5 uova (raro 3-6) incubate dalla sola femmina per 24/25 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati dalla femmina con il cibo portato dal maschio e lasciano il nido all'età di 3 settimane. Cominciano a essere indipendenti all'età di circa 7 settimane. L'alimentazione dell'assiolo è costituita prevalentemente da invertebrati (insetti).

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Civetta nana

La civetta nana (Glaucidium passerinum cm 18) è abbastanza comune nelle estese foreste di conifere. Nidifica nei buchi dei picchi. Caccia piccoli roditori e piccoli uccelli. e' più diurna di molti altri Strigidi. In inverno può cacciare presso mangiatoie e usare le cassette-nido come dispense per le sue prede. E' il più piccolo Strigide europeo (più piccolo dell'assiolo); risponde all'imitazione del suo richiamo. Di colore bruno, con macchiettatura e barratura bianche sottili, ha un breve sopracciglio bianco. In proporzione ha la testa piccola. Vola su lunghe distanze con volo ondulato tipo picchio. Il richiamo territoriale è un dolce fischio, hiuuk, ripetuto ritmicamente ogni secondo all'alba e al tramonto. Quando eccitata, tali note sono intercalate da grida balbettanti.

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Civetta

La civetta (Athene noctua cm 23) era simbolo di Atena nella Grecia antica. E' oggi uno dei rapaci notturni più diffusi in Europa. Verso sera, è spesso possibile sorprenderla appostata sui pali telegrafici, sul tetto di un granaio o su uno steccato. Se messa in allarme può mettersi a saltellare come un tordo o adottare una postura eretta e fissare l'intruso con i suoi occhi gialli, grandi e penetranti. In Gran Bretagna è stata introdotta e rappresenta il limite nordoccidentale della sua distribuzione. La specie è sedentaria, e raramente si avventura a pochi chilometri di distanza dal luogo in cui è nata. Quest'abitudine la rende però vulnerabile, soprattutto durante gli inverni particolarmente rigidi e nevosi, quando vi è scarsità di vermi, insetti e piccoli roditori. La consistenza delle popolazioni, fluttua considerevolmente a seconda delle annate, in quelle con ampia disponibilità di cibo, nei campi aperti coltivati è possibile trovare civette in ogni cavità di albero o in ogni edificio che fornisca un luogo di riparo adatto. E' sovente vittima del traffico. Ha il corpo tarchiato, il capo largo con sommità piatta, zampe lunghe. Postura di solito meno eretta di altri Strigidi. Se eccitata si inchina e ondeggia. Si posa volentieri su pali e fili. Volo ondulato da picchio. Può librarsi. Ampia gamma di prede: roditori, uccelli, vermi, ecc. Attiva sia di giorno sia di notte.

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Civetta capogrosso

La civetta capogrosso (Aegofius funereus cm 25) è piuttosto comune in estese foreste di conifere. Nidifica in buchi di picchio nero e cassette-nido per quattrocchi. E' poligama. Più grande della nana e di forma diversa (capo largo, con espressione stupita piuttosto che accigliata), prettamente notturna e schiva. Ha la faccia chiara, cerchiata di scuro. I giovani sono bruno scuro caldo. Il richiamo territoriale (inizio primavera) e una rapida serie di profondi fischi, 7/8 sillabe crescenti di tono alla fine, pu pu pu pu pu pu pu, notevolmente variabile individualmente in tono, tempo e numero di sillabe. Si sente fino a 3 km di distanza, soprattutto in piena notte, in serie lunghissime.

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Gufo reale

Il gufo reale (Bubo bubo cm 69) si trova, molto raramente, in zone boscose in montagna, ma si può trovare anche in aperta campagna. E' molto più schivo, grande e vigoroso di altri strigidi europei, è stanziale. E' un animale soprattutto notturno, che di giorno viene attaccato furiosamente da corvidi e gabbiani. Il volo è veloce, con battiti poco profondi. Di sopra è bruno (color corteccia di pino), sotto è giallo-ruggine. Ha grandi ciuffi auricolari che però non sono visibili in volo. Richiama molto all'alba e al tramonto, con un potente huu-u che si sente fino a 5 km, ripetuto ogni 8 secondi (solo la prima nota risuona). La femmina risponde con una versione soffocata e più alta. Nel territorio di nidificazione del gufo reale, sono presenti pareti rocciose, bosco e zone coltivate. Nidifica a diverse altitudini, dal piano alla zona sub-nontana e rnontana, costruendo il nido normalmente sulle rocce, ma anche raramente sul suolo o su di un albero (usa anche casette "bidoni" nido). Depone una sola covata, costituita da 2/3 (raro 1/6) uova, che sono deposte a intervalli di 2, 4 giorni. L'incubazione è affidata alla femmina, dura 34/36 giorni. I nidiacei sono alimentati da entrambi i genitori, lasciano il nido a 6, 10 settimane di età e volano a 14 settimane. Il gufo reale caccia, preferibilmente all'alba e al tramonto, mammiferi (topi, conigli. ecc.) uccelli come corvidi, gabbiani, anatre (anche grandi quanto un gallo cedrone) nonché serpenti, lucertole, rane, pesci e grossi insetti.

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Gufo delle nevi

Il gufo delle nevi (Nyctea scandiaca cm 61) è uno strigide artico poco comune, sono note le sue abitudini diurne, ma è più attivo dopo il tramonto. Si lascia avvistare su cumuli e rocce che usa come posatoi di avvistamento. E' piuttosto schivo ma per difendere il nido, il maschio, diventa aggressivo e può ferire. L'incremento o il decremento annuale della specie è legato alla presenza di lemming. Può migrare su lungo raggio verso sud in inverno è nel volo è più resistente di altri strigidi. I vecchi maschi sono quasi completamente bianchi, le femmine sono più grosse con macchiettatura scura, come i giovani maschi. Le femmine giovani sono molto più fittamente macchiate. Nidifica in erbose lande di altopiano utilizzando depressioni sul terreno. Depone una sola covata (in alcuni anni, quando scarseggia l'alimentazione, può non nidificare) costituita da 4/10 uova (fino a 15 in alcuni casi). L'incubazione è fatta dalla femmina e dura 32, 37 giorni circa. I nidiacei, nidicoli, lasciano il nido all'età di 3/4 settimane e volano all'età di circa 8/9 settimane. Il gufo delle nevi caccia uccidendo la preda in volo (uccelli, oche, anatre, gabbiani) ma si nutre anche di piccoli mammiferi (conigli, topi, lemming),  e anche invertebrati.

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Allocco di Lapponia

L'allocco di Lapponia (Strix nebulosa cm 65) è poco comune in foreste di conifere nell'estremo nord. E' grande come il gufo reale, ma pesante meno della metà. Si nutre di arvicole. Da l'impressione d'essere sedentario ma in realtà è molto attivo. Ha un capo enorme e la faccia inconfondibile. Il piumaggio è soprattutto grigio, le ali sono più larghe e arrotondate del gufo reale e il volo più è lento. La coda è relativamente lunga, terminante leggermente a punta. E' un abile acrobata nelle foreste fitte. Larga barra caudale terminale scura e grande pannello alare giallo-ruggine chiaro sopra le remiganti primarie. Richiamo di corteggiamento: una serie di 10-12 grida, ogni mezzo secondo, che cade in intensità e tono alla fine, molto soffocato, udibile a oltre 400 m. La femmina risponde con un flebile ciipp-ciiipp-ciiipp e con un profondo brontolare raschiato grrruuuu, basso ma penetrante. Al nido sempre confidente. Le grida dei giovani somigliano al richiamo della femmina, ma sono più soffocate. Nidifica utilizzando vecchi nidi di rapaci sulle cime degli alberi. Depone una covata o può anche non deporre in annate particolarmente sfavorevoli. Le uova sono, in genere, da 3 a 5, talvolta fino a 9 in annate favorevoli dal punto di vista alimentare. Le uova sono deposte a intervalli variabili da 2 a 12 giorni. L'incubazione fatta dalla femmina ha inizio con la deposizione dei primo uovo. I nidiacei, nidicoli, lasciano il nido a 3/4 settimane di età, ma non volano prima delle 5 settimane. Sono alimentati dai genitori e restano insieme per diversi mesi. L'allocco di Lapponia si nutre soprattutto di piccoli roditori come i lemming e le arvicole le cui fluttuazioni di popolazione influiscono sul ciclo riproduttivo e sulla diffusione.

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Allocco degli Urali

L'allocco degli Urali (Strix uralensis cm 60) è scarso o poco comune in foreste di conifere. Cattura arvicole in zone aperte. Di solito nidifica all'interno di tronchi morti abbattuti dalle intemperie, ma anche in vecchi nidi di poiana. Spesso aggressivo al nido (non avvicinate i giovani perché vengono difesi strenuamente dai genitori, che mirano agli occhi). Soprattutto notturno, stanziale, è più grande dell'allocco, ma non imponente come l'allocco di Lapponia, quando si invola assomiglia a una poiana. La coda è relativamente lunga, terminante a punta e le ali arrotondate. Bruno-grigio sbiadito, faccia grigio-camoscio, senza disegni. Richiamo di corteggiamento.- un profondo risuonante uhuuhuu.., (pausa di 4 secondi) ... uhuuhuu uuhuuhuu... Anche una serie di circa 8 sillabe soffocate puupuupuupuu... La femmina emette una versione più smorzata di questi due richiami. Richiamo di allarme simile al latrato di un cane, ualf. Richiamo dei giovani, come quello dei giovani Barbagianni.

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Gufo comune

Il gufo comune (Asio otus cm 35) è abbastanza comune, prettamente notturno. Di giorno lo si può vedere appollaiato su alberi in gruppi, anche numerosi (una dozzina). Sverna a sud. Le ali sono lunghe, piuttosto strette, il volo è tranquillo, abbastanza diverso da quello dell'allocco, con battiti veloci e lunghe planate; assomiglia a quello del gufo di palude, non molto diretto. Di giorno, in volo, assomiglia molto al gufo di palude, da cui differisce per le ali più corte e smussate in punta, barratura della punta alare più sottile e fitta, margine posteriore chiaro. Dorso bruno chiaro opaco e parti inferiori più uniformemente striate. L'iride è rosso-gialla. Lunghi ciuffi auricolari, mai visibili in volo e solo raramente in altre occasioni. Richiamo del maschio: un uuh lento, soffocato (suono molto flebile, udibile a 1 km), La femmina risponde con un rilassante peeh nasale. Allarme: kuik-kuìk. Nidifica nelle cavità degli alberi, nei vecchi nidi abbandonati dei corvidi, nei nidi di scoiattoli, molto raramente sul terreno. Depone generalmente una covata, costituita da 4/5 uova (raro 3/8) che sono incubate generalmente dalla femmina per un periodo di 25/30 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono nutriti dalla femmina con il cibo procurato dal maschio e lasciano il nido all'età di 23/24 giorni. Il gufo comune si nutre di piccoli mammiferi, uccelli, invertebrati.

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Gufo di palude

Il gufo di palude (asio flammeus cm 38) è presente in numero variabile secondo l'abbondanza di roditori. Abitante del Nord Europa, d'inverno si sposta a sud, spesso in paludi costiere. le ali sono più lunghe e strette del comune, i battiti sono lenti, le ali angolate a V in planata. Attivo anche di giorno. In volo sembra chiaro. Il petto è fittamente striato, l'addome più chiaro con barratura alare più nera e spessa. Secondarie con punta bianca. Zona carpale scura con macchia giallastra sopra, virgola scura sotto. Iride gialla. Ha dei piccoli ciuffi auricolari, sollevati se agitato. Il richiamo del maschio è un soffocato duu-duu-duu-duu.. Nidifica localmente in brughiere e acquitrini, sul terreno, tra la vegetazione. Depone una o due covate, costituite generalmente da 4/8 uova (raro 3, fino a 14 quando c'è abbondante disponibilità alimentare). L'incubazione dura circa 24/28 giorni ed è portata avanti dalla femmina. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati dalla femmina mentre il maschio procura il cibo; essi lasciano il nido a 12/17 giorni e volano dopo altri 10 giorni circa. Si nutre di piccoli mammiferi, uccelli, insetti che caccia in genere all'imbrunire, ma lo si nota anche in pieno giorno.

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Gufo di palude del capo

Il gufo di palude del capo (Asio capensis cm 30) è un accidentale proveniente dall'Africa, molto raro in Europa sud-occidentale. Come un piccolo gufo di palude, ma più scuro, con banda pettorale scura, dorso uniforme e occhi scuri. Richiamo secco.

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Allocco

L'allocco (Strix aluco cm 38) è il più comune e ampiamente diffuso degli Strigidi europei. Non ha le dimensioni dei gufi più grandi (come il gufo reale o il gufo delle nevi), ma è comunque grande, tozzo e con una costituzione pesante. E un gufo di bosco e rimane nel suo piccolo territorio tutto l'anno. Alcuni gufi, come quello di palude e il barbagianni, mangiano solo uno o due tipi di arvicole o topi e covano molti piccoli in alcuni anni e nessuno in altri, dipendendo dal numero di prede. Al contrario, l'allocco, tende a nutrirsi di una varietà di cibi che gli permette di avere uno stile di vita più stabile, covando qualche piccolo tutti gli anni senza notevoli differenze.  Si trova in boschi maturi, parchi e giardini, ecc. La presenza di un allocco appollaiato su un albero è tradita dall'agitazione degli uccelli di bosco, come le cince, che gli svolazzano intorno. E' un rapace stanziale e prettamente notturno. Ha un richiamo di corteggiamento noto: huuuuuh... (pausa di 4 secondi) ... hu huuhuuhu-uhuuuu-uu-uu (note finali tremolanti). La femmina risponde con una versione più rauca e spezzata. Nidifica in cavità di alberi, di muri, di roccia. Depone una sola covata, costituita generalmente da 2/4 uova (raro 1/7) che sono deposte a intervalli di 2/7 giorni l'una dall'altra. L'incubazione è affidata alla femmina, ha inizio con la deposizione del primo uovo e dura 28/30 giorni. I nidiacei, difesi strenuamente dagli adulti, sono nidicoli e vengono alimentati dalla femmina con il cibo procurato dal maschio. Lasciano il nido all'età di 32/37 giorni. L'allocco si nutre di piccoli roditori e piccoli uccelli.

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Ulula

L'ulula (Sumia ulula cm 38) nidifica in cavità d'albero, soprattutto nella regione subartica, specialmente in foreste di conifere. E' quasi totalmente assente in anni di scarsità di arvicole, quando migra verso sud. Ha la coda più lunga di altri strigidi e le ali non cosi arrotondate. E' molto simile a un grosso sparviero nel volo, che è diretto e relativamente veloce. Appostamenti in posizione esposta. E' diurna, ma richiama per corteggiare soprattutto nell'oscurità: un prolungato e tremolante trillo, udibile a circa 1 km. Femmina e giovani emettono lunghi e rauchi kshuulip. Allarme: uno strillo, quiquiquiqui, che ricorda lo smeriglio. Molto aggressiva al nido.

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Barbagianni

Il barbagianni (Tyto alba cm 35) è uno degli uccelli più diffusi del mondo e tra gli strigidi più conosciuti a livello popolare, anche se la maggior parte delle persone non ne ha mai visto uno selvatico dal vivo. E' uno gufo di medie dimensioni con dei bei colori che però sembrano chiari se viene visto con il bagliore delle luci della macchina, mentre caccia ai bordi delle strade dove vivono le sue prede (sembra un fantasma). Il barbagianni ama i posti con erba incolta dove vivono arvicole e topolini e dove gli risulta facile cacciarli. Volano basso, guardando attentamente il suolo fino a che non vedono e sentono un movimento, scendono di quota per misurare la preda con i loro artigli aguzzi. Al buio si affidano al loro udito per trovare le prede: è una delle ragioni per cui le piume di un barbagianni sono così soffici e il loro volo è così silenzioso. Abita zone agricole aperte, ma è molto diminuito a causa del traffico veicolare e del decadimento delle zone rurali a favore delle lottizzazioni. E' stanziale, riconoscibile per la tipica, inconfondibile, faccia a cuore. Nel volo e nella forma delle ali somiglia al gufo comune, ma il piumaggio è molto chiaro (Inghilterra ancora più chiaro) e le zampe spesso sono penzolanti. Borre caratteristiche: nero-grigiastre, laccate. Il richiamo di corteggiamento è costituito da strilli molto aspri e soffocati (lunghi 2 secondi), emessi da maschio e femmina, anche in volo. Il grido d'allarme è agghiacciante ed emesso anche in volo. Nidifica tra le rovine, nei cavi degli alberi, nelle cavità delle rocce, sui campanili, ecc. Depone una sola covata, spesso due, costituita generalmente da 4/7 uova (raro 3/11) che sono deposte, come da tutti i rapaci, a intervalli di qualche giorno l'una dall'altra. L'incubazione che comincia con la deposizione dei primo uovo, è affidata alla femmina e dura per 32/34 giorni. I nidiacei, nidicoli, sono alimentati da entrambi i genitori, volano a circa 60 giorni di età e sono indipendenti all'età di circa 10 settimane. Diversamente da gufi e civette, i pulcini del barbagianni, nella prima muta, passano direttamente dalla lanugine al piumaggio adulto. Altro carattere peculiare sella specie è l'unghia del dito centrale seghettata, che è utilizzata per lisciare le piume come un pettine. Il barbagianni si nutre soprattutto di piccoli roditori e piccoli uccelli.

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Bibliografia:

- I chirotteri italiani, di Lorenzo Fornasari, Carlo Violani e Bruno Zava.

- Insettivori e piccoli roditori del Trentino, di Roberta Locatelli e Paolo Paolucci, Collana naturalistica della Provincia Autonoma di Trento, Servizio Parchi e Foreste Demaniali.

- Uccelli d'Europa, di Bertel Brunn e Arthur Singer, casa editrice Mondadori.

- Guida Pratica all'Ornitologia, di Rb Hume e Peter Haiman, casa editrice I.S.B.N.

- Birdwatching, di A. Van Den Berg, T. Van Der Have, G. Keijl, D. Mitchell, casa editrice DeAgostini.

- Uccelli, di Gianfranco Bologna, casa editrice Mondadori.

- La Caccia, di Kurt G. Blüchel, casa editrice Gribaudo Könemann.

- Nuovo Atlante degli Uccelli Nidificanti in Provincia di Treviso, a cura dell'Associazione Faunisti Veneti, curato da Francesco Mezzavilla e Katia Bettiol.

- Ali, di Giuseppe Frigo, Fabio Garbin, Paolo Spigariol, casa editrice Magnus.

- Atlante Ornitologico, di Ettore Arrigoni degli Oddi, casa editrice Hoepli.

- Gli Uccelli d'Europa, casa editrice Fratelli Melita.

 

 

 

 

  

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